Anime & Manga > Full Metal Panic
Segui la storia  |       
Autore: Darik    27/04/2004    1 recensioni
Qualcuno emerge dal nulla.
Genere: Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La fine e l'inizio.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2° CAPITOLO

Il giorno dopo, a scuola era arrivato il momento di conoscere il supplente.

La professoressa Kagurazaka fece le presentazioni: “Molto bene ragazzi, è arrivato il momento di presentarvi il vostro nuovo professore. Si fermerà qui poco tempo, quindi mi raccomando, attenti a non fare brutte figure. SPECIALMENTE TU, SAGARA!”

La professoressa puntò con occhi di fuoco Sosuke.

Stia tranquilla, professoressa. Controllerò sempre che la mia uniforme sia in ordine e le armi perfettamente funzionanti in caso di ispezioni!”

“Urgh…b-bene… allora, diamo il benvenuto al professor Takeshi Higuci”.

Nell’aula entrò un uomo alto, di carnagione abbastanza scura, vestito con un pantalone nero e una camicia bianca, i capelli corti di colore nero e una barba nera abbastanza folta, impenetrabili occhi castani, espressione serissima.

Si muoveva con un bastone.

“Buongiorno” salutò con voce sicura i suoi alunni.

Le reazioni alla sua comparsa furono nell’ordine:

i maschi rimasero colpiti dal fatto che fosse uno zoppo ed emisero un leggero: “Oh”.

Le ragazze invece, ad eccezione di Kaname, arrossirono, restando impressionante dal suo aspetto fiero e dal fisico che, sotto i vestiti, si intuiva essere possente, ed emisero un leggero: “Oooooohhhhh…”

Si udì anche un leggero fischio, di quelli ‘affascinati’.

E allora calò un silenzio totale, non tanto per il fischio in se, ma per via della persona che lo aveva fatto.

La professoressa Kagurazaka arrossì quanto le sue allieve se non di più, e con un frettoloso “Benvenuto professore” uscì di corsa dall’aula.

Il professor Higuci, per nulla toccato dalla reazione di allievi e professoressa, si poggiò con le braccia sulla cattedra.

“Molto bene, bando ai convenevoli e cominciamo la lezione. Con il vostro precedente professore dove siete arrivati?”

“Al… alla prima rivoluzione industriale in Europa” disse Kyouko.

“Allora cominceremo da lì. Seguitemi attentamente” e cominciò a scrivere sulla lavagna le principali caratteristiche di quell’argomento.

Kaname si avvicinò con la testa a Sosuke, che fissava attentamente il professore.

“Cosa ne pensi, Sosuke? Sembra un tipo interessante” sussurrò la ragazza.

“Signorina, sto facendo lezione, se non le dispiace” la richiamò bruscamente Higuci senza voltarsi e continuando a scrivere col gesso.

Kaname rimase di sasso: come aveva fatto a sentirla da quella distanza?

Sosuke non disse nulla, continuando a fissare l’uomo.

Durante la ricreazione, l’argomento principale era ovviamente il nuovo professore, con i ragazzi che si chiedevano come mai fosse zoppo e le ragazza invece che ammettevano tutte che nonostante l’età, era un uomo niente male.

Kaname consumava in silenzio il suo pasto, e anche lei pensava al nuovo professore, anche se in modo diverso dagli altri.

Quando Higuci l’aveva ripresa, aveva provato una strana sensazione di inquietudine, che non sapeva spiegarsi.

E sentiva che c’era qualcosa di tenebroso in quell’uomo.

“Chidori, scusami… ehi, Chidori”.

Una voce femminile destò Kaname dai suoi pensieri, la voce di una delle sue compagne di classe.

“Oh, Michiru, cosa c’è?”

“Volevo solo chiederti se potevi prestarmi uno dei tuoi quaderni di appunti di matematica. Sai, il mio l’ho dimenticato a casa”.

“Oh, ma certo”.

Kaname prestò il quaderno, e concluse il suo pranzo.

Fu tentata di ripensare al professore, ma cercò stavolta di scacciare quei pensieri.

“Ah, basta! A furia di stare a contatto con quello stupido di Sosuke, sono diventata una paranoica come lui!”

Sosuke stava controllando per l’ennesima volta la perfetta funzionalità delle armi che si era portato a scuola.

E si guardava spesso in giro, al minimo rumore dava un occhiata furtiva, per controllare che non fosse Higuci.

Il ragazzo, dopo tanti di guerra, aveva ormai sviluppato un sesto senso per riconoscere gli uomini che nascondevano qualcosa e ora trovava decisamente molto sospetto quel professore.

Doveva indagare su di lui e avrebbe dovuto anche badare a Chidori, anzi, soprattutto badare a Chidori.

Era la sua missione, la sua protetta, la sua…

“No, un professionista non deve farsi coinvolgere in queste cose”.

Caricò la sua pistola, rimise a posto il resto delle armi e uscì dal ripostiglio della palestra, dirigendosi verso l’interno della scuola.

Il professor Higuci sedeva in silenzio nella sala professori, leggendo un libro e totalmente concentrato nella lettura.

Almeno apparentemente.

Perché un professionista come Iassem sapeva che in qualunque situazione, e specialmente in missione, doveva comportarsi come i gatti, che anche quando dormono vigilano sempre.

Certo era stato piuttosto facile intrufolarsi in quella scuola, visto che, dopo essersi creato a tavolino una scheda personale con un attacco informatico al computer del ministero della pubblica istruzione, aveva dovuto semplicemente versare un preparato chimico nel caffè del professor Akamusa avvicinandosi a lui in un bar.

Aveva scelto proprio quel professore perché Iassem era un autodidatta in fatto di storia, quindi poteva insegnarla.

E una volta messo fuori combattimento quel insegnante, il resto era venuto da se, perché sapeva che i burocrati avrebbero sostituito Akamusa col primo sostituto disponibile in quella città.

Ora che era penetrato nell’ambiente del nemico, doveva muoversi con estrema cautela, perché sapeva che il suo bersaglio era lì, ma aveva individuato anche un possibile ostacolo, ovvero uno dei ragazzi della classe in cui insegnava.

L’uomo, dopo tanti di guerra, aveva ormai sviluppato un sesto senso per riconoscere gli uomini che nascondevano qualcosa e ora trovava decisamente molto sospetto quel ragazzo.

Sentì un leggero rumore di passi dietro la porta, e prontamente scattò prendendo in mano il suo fedele bastone, con una leggera pressione del pollice ne sollevò di pochi millimetri l’estremità rivelando la presenza di una lama d’acciaio liscia e splendente, si avvicinò lentamente e il più silenziosamente possibile alla porta chiusa, trattene il respiro e si concentrò per sentire il respiro della persona che stava nel corridoio.

Non sentì niente, quindi con cautela aprì la porta, e guardò il corridoio illuminato dalle luci del primo pomeriggio.

Nessuno.

Ma qualcuno era stato lì, la sua copertura probabilmente era in pericolo, quindi avrebbe dovuto muoversi con ancora più prudenza.

E soprattutto, accelerare i tempi più di quanto avesse previsto.

Sosuke e Kaname nuovamente tornavano a casa dopo aver concluso la giornata scolastica.

Ma Kaname sentiva che il ragazzo che camminava al suo fianco era molto teso, troppo teso.

Sin da quando lo aveva conosciuto, aveva capito che Sosuke stava sempre sul chi va là, come una molla d’acciaio pronta a scattare, anche quando non c’era niente da temere.

Ma in quel momento la sua tensione era maggiore del solito perché sentiva che c’era veramente qualcosa che non andava.

E tutto era legato al nuovo professore.

“Senti Sosuke…”

“Dimmi”

“Sospetti che il professor Higuci sia un terrorista o qualcosa del genere?”

In altre occasioni Kaname avrebbe fatto una domanda del genere per schernire Sosuke, ma stavolta era molto seria.

“In parte si. Non ho elementi per adesso, ma c’è qualcosa in quell’uomo, che mi insospettisce. Per sicurezza, ora che tornerai a casa, blocca porte e finestre e non uscire per nessun motivo. Da casa mia sorveglierò il tuo appartamento, e verrò a prenderti domani mattina. Busserò in codice: due colpi veloci, breve pausa, tre colpi lenti e poi ancora due veloci”.

“Uff, mi sembra di stare in un regime marziale, comunque per questa volta credo che ti darò retta. Ci vediamo domani, mio fido boy scout!” lo salutò sorridendo Kaname.

“Arrivederci” rispose semplicemente Sosuke incamminandosi.

Kaname fece per richiamarlo, ma si fermò e tornò mestamente a casa sua.

Una volta entrata, si appoggiò alla porta.

“Incredibile. Nemmeno in una situazione di possibile pericolo, è capace di dirmi qualche parola di conforto”.

Entrato nel suo appartamento Sosuke attivò la sua radio portatile e rimase in silenziosa attesa per qualche secondo.

Dall’altra parte arrivarono prima alcune scariche elettriche molto leggere, poi una voce maschile.

“Parola d’ordine, passo”.

“Uruz 7 M-L. Chiedo collegamento a servizio informazioni Mithril su frequenza criptata, passo”.

Ancora qualche secondo di silenzio, poi una seconda voce maschile.

“Di cosa hai bisogno, Uruz 7? Passo”.

“Ho bisogno che cerchiate informazioni su tale Takeshi Higuci, supplente di storia nel liceo in cui sto operando attualmente. E’ un uomo sulla cinquantina, barba e capelli neri, zoppo, almeno apparentemente, e si muove con un bastone, passo”.

“D’accordo, ti faremo sapere non appena troveremo qualcosa di utile. Passo e chiudo”.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Panic / Vai alla pagina dell'autore: Darik