Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: khristie    20/04/2012    1 recensioni
e se il destino decidesse di far incontrare cinque ragazze completamente normali e comuni con cinque ragazzi famosi, affascinanti e super incasinati? e se il destino decidesse di farli innamorare? e se il destino decidesse di mettere loro i bastoni fra le ruote? beh, caro destino, hai tre mesi per realizzare i tuoi piani! questa è una storia verosimile, ispirata ad eventi davvero accaduti, non svelerò la fine, ma non tutto andrà come vi aspettate! alla fine, nessuno sarà più chi credeva di essere... nessuno avrà più la stessa vita di prima! piccolo spoiler dagli ultimi capitoli:
- io sono Chris, sto scrivendo a distanza di dieci anni da quando, in quella maledetta primavera, noi cinque ( io, Dory, Martys, Varry e Ally) vincemmo un viaggio emozionante a Londra. ah, se fossimo state scartate, tutto sarebbe diverso adesso! non avremmo mai conosciuto Liam, Harry, Zayn, Niall e Louis, non ci saremmo innamorate di loro, non avremmo dovuto tornare a casa, non avremmo dovuto...- una lacrima di nostalgia scende dal mio viso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- driiiin, è l’ora dei teletubbies, è l’ora dei teletubbies-

Alzai di poco la palpebra sinistra, il che mi costò uno sforzo immane. Questa grande fatica la compii con il solo scopo di vedere che ore erano. Che palle,erano già  le 6:30. quella sveglia poi, mi mandava letteralmente in bestia; ecco perchè l'avevo usata, perchè l'irritazione mi svegliava ancora di più, peggio di una doccia fredda, peggio di un camionista ubriaco che ti fa la serenata sotto al balcone con ancora la damigiana di vino in mano. Dovevo sbrigarmi, cavolo, altrimenti non ce l’avrei mai fatta a prepararmi, a fare colazione e correre per prendere quel dannatissimo pullman che ogni giorno cambiava orario di arrivo e che, tra l'altro, perdevo quattro giorni su sei, e ad arrivare a scuola ad un orario quantomeno decente. Ma dannazione, il letto era così caldo, così morbido,così accogliente e silenzioso e poi mi teneva abbracciata con il suo profumo di lenzuola fresche e pulite,  appena lavate, che anche quel piccolo spiraglio lasciato aperto giusto per vedere che ora fosse mi si chiuse pesantemente senza lasciarlmi alcuna capacità di registrare mentalmente l'ora. tanto la sveglia avrebbe suonato ancora, no? se io non la disattivavo era programmata per riazionarsi dieci minuti dopo e io, l'avevo mica staccata?? Noo... perciò, bellina bellina, continuava a sognare e il sogno era sempre  lo stesso da ormai più di un mese; qualcosa mi martellante e assillante che mi faceva svegliare sudata e agitata, manco avessi fatto un sogno erotico dei più spinti: lui, Edoardo, il mio ex che, così, ritornav magicamente, come un prestigiatore di terz'ordine, ma soprattutto dolorosamente, ritornava da me. non era un incubo vero e  proprio, non faceva paura, anche se rivedere quella faccia l'avrebbe fatta a chiunque, cielo quanto si era fatto brutto!! ma non era neanche un sogno piacevole e rilassato di quelli belli che quando ti svegli ti lasciano il sorriso stampato sul viso, era un sogno particolare, così come, del resto, lo era anche io. la scena era semplicissima: lui ritornava dopo avermi tradita, cosa che davvero aveva fatto, non solo nel sogno, e dopo avermi umiliata pubblicamente, altra cosa realmente fatta, cosa che mi dava ancora più fastidio del tradimento, e mi chiedeva tutto carino di ritornare insieme attaccando la filippica sull'aver sbagliato a tradirmi, sul fatto che lei non contava niente, che era sempre stato innamorato di me,se, col cavolo! e io? beh, io facevo prima finta di perdonarlo, lo accarezzavo, mi avvicinavo, gli dicevo che per me era acqua passata e che non contava niente più ciò che lui aveva fatto e poi gli stampavo un bel calcio, con tutto lo sdegno possibile, nelle parti basse ( perfida, lo so!) dandogli poi tranquillamente dell'imbecille e mandandolo molto signorilmente a farsi un giro in quel paese lì, frequentato da pochi pochi pochi abitanti. ma quel giorno, proprio quando era giunto il momento, nel sogno,di poter gustare la mia vendetta mattutina, ecco che una piccola vocina pestifera del mio subconscio, uscita chissà da dove e chissà perchè, mi fece registrare l'odore di qualcosa che andava a fuoco, una puzza di bruciato, proprio a me che non sentivo neanche se stavo andando a fuoco io! balzai dal letto così repentinamente e istintivamente che non solo mi girò la testa ma misi anche il piede in fallo procurandomi una fitta allucinante. Cosa poteva esserci di meglio per cominciare così la giornata?? poi, come una deficiente mi ricordai che l'odore di bruciato che avevo sentito era semplicemente quello della macchina per il caffè che si azionava ad orario ma bruciava il caffè se non veniva spenta in tempo. Con la consapevolezza che anche il caffè ormai era andato stavo per rimettermi tranquillamente a letto quando, con la coda dell'occhio, chissà per volontà di quale santo protettore,mi accorsi che erano le 7 e 10. oh, cribbio! rimasi lì, il bilico tra il letto e la porta, con il piede dolorante ancora in mano,impalata come un'idiota per qualche secondo e poi cominciò il vero delirio.

- merda! -

 Lanciai un grido che fu sentito anche dalla stazione sismica più vicina, e fidatevi, come faccio oscillare io la terra quando sono in ritardo, non ci riesce neanche il Vesuvio in persona. Corsi su e giù per la casa cercando non tanto di aggiustare il disastro ambulante che ero ma quantomeno di rendermi almeno presentabile. il pullman sarebbe dovuto passare, e di questo pregavo, tra l'altro, ogni sera anche se quelli lassù ogni tanto facevano orecchie da mercante, alle 7 e venti e io, fortunatissima come sempre, aveva anche cinque minuti di cammino da fare a piedi per raggiungere la fermata. Maledetti i miei diciassette anni, non vedevo l'ora di poter prendere la patente ed essere autonoma!poi al diavolo il bus e i passaggi in auto di mia madre.
Continuai con una serie di imprecazioni mentali poco signorili, che mi facevano tutt'altro che onore, fino a quando non riuscii ad uscire dalla porta di casa. Ero decisamente sconvolta: i capelli erano come al solito liscissimi anche se spettinati perchè non aveva avuto neanche il tempo di individuare dove cavolo avevo lasciato la spazzola il giorno prima; i denti erano bianchi e puliti, anche perchè non si poteva dimenticare di lavarsi i denti prima di uscire, ma sul viso non c'era nemmeno un filo di trucco, neanche un tantino piccolo piccolo, sempre se non si considerava il mezzo alone di matita nell'angolo esterno dell'occhio che non ero riuscita ad eliminare neanche con le salviette struccanti; il jeans e la maglia che aveva indossato fortunatamente erano perfettamente abbinati anche se li aveva presi a caso dall'armadio, benedetto il mio ordine quasi maniacale per i vestiti e gli accessori!
Ormai ero un abituè in questo genere di cose: correre come una forsennata sperando di non perdere il pullman e quindi arrivare a scuola in ritardo, uscire di casa tutta trafelata, sembrare una barbona impazzita, eppure tutte le sere mi ripromettevo di svegliarmi puntuale, di fare tutto con calma, colazione, scelta dei vestiti, degli accessori, trucco e parrucco, preparazione della borsa, passeggiata per arrivare al pullman, dedicando qualche minuto della mia giornata sempre iper incasinata anche a me stessa. Certo, come no! Quel giorno però per me era diverso, era assolutamente importante, necessario, di vitale importanza, fondamentale, arrivare a scuola in orario e, soprattutto, con un aspetto presentabile. certo, come no! ( e siamo a due esclamazioni in meno di un minuto..stavo peggiorando!)ma, se la seconda prerogativa non poteva essere soddisfatta quella mattina in alcun modo, in quanto non ero nemmeno lontanamente presetabile, avrei almeno provato a rendere realizzabile la prima cercando di arrivare in orario all'entrata di scuola. Quel giorno per me era importante, importante perchè qualche mese prima avevo fatto domanda per partecipare al  Comenius, una sorta di progetto intercultura, che mi avrebbe permesso di stare qualche mese lontano da casa ( cosa che, a detta di tutti, tranne che di mia madre, solita rompiscatole apprensiva, mi ci voleva proprio!) e quello era il giorno in cui dovevano darmi una risposta definitiva.  Parlando con i docenti, chiedendo in giro a chi già aveva fatto il progetto, mi ero accorta di avere una scarsa possibilità di parteciparvi perchè il livello richiesto era un tantino alto e io nelle lingue non ero esattamente una cima. quel giorno, me lo sentivo, era il mio fortunato anche perchè il mio santo protettore aveva deciso di far ritardare il bus quel tantino che bastava per non perderlo e infatti riuscii a salire. bene, benissimo, ottimo: erano le 7 e 25 di mattina e io era già stressata e stanca, euforica e affannata, sudaticcia e con una fame da lupi, cominciavo bene! presi il cellulare, ovviamente ultima generazione ( mandava perfino i messaggi!!) e cominciai a scrivere messaggi a iosa, augurando il buongiorno a tutti visto che ero io quella più lontana da scuola e per questo mi svegliavo prima di chiunque altro. la sfiga, no?
Giorno tesoro mio, sono troppo eccitata stamattina! Ci vediamo in classe, non vedo l'ora di sapere. ah,  ricorda che ti adoro.

Inviai questo messaggio a Dory, la mia migliore amica storica, sperando che lei, almeno per questa volta, si degnasse di rispondermi.   Dory era una tipa decisamente allergica a qualsiasi tipo di tecnologia, compresi telefoni e computer, per cui se volevo sentirla dovevo farle un'improvvisata e presentarmi senza avviso a casa sua, tra l'altro, autoinvitandomi a dormire da lei o a cenare insieme. il nostro rapporto era strano ma ci volevamo talmente tanto bene che bastavano cinque minuti insieme per colmare giorni di distanza; abitavamo in due città completamente diverse e vederci all'infuori dell'orario scolastico era davvero complicato considerando che i miei genitori era deficienti e non volevano mai darmi passaggi. all'improvviso, mentre guardavo distrattamente fuori dal finestrino, completamente persa nel mio mondo fatto di i-pod, cuffie e musica a palla, una piccola e leggera  vibrazione al cellulare mi avvisò che era arrivato un messaggio di risposta.
 

Chris sono emozionatissima anche io, non vedo l’ora che arriviamo a scuola così avremo qualche notizia in più. Ti adoro anche io

Oh, che bello, mi aveva risposto. Era una delle prime volte che mi rispondeva a meno di un'ora di distanza, era un evento! tanto che cominciai a pensare che potesse perfino avverarsi la canzone del famosissimo cantante Gigi d'Alessio... presto avrebbe nevicato in Agosto! ( -.-") Nella nostra classe eravamo in cinque ad aver fatto domanda per i Comenius e speravo con tutto il cuore che tutte e cinque potessimo essere prese, sarebbe stato bello, sarebbe stato grandioso! nel modulo di richiesta, spinte da un moto di sorellanza, e avevamo messo come conditio sine qua non l’andare tutte e cinque insieme. più che altro il sacrificio era loro visto che io ero la più scarsa in inglese e quella con più probabilità di non essere presea. Il tragitto fino a scuola fu come mai lunghissimo, 45 minuti di pura agonia a sperare che le macchine davanti al bus si dissolvessero o che apparisse dal nulla una moto giusto per portarmi via; hey, sognare non ha mai fatto male a nessuno, o quasi.  Avevo l'aria così elettrizzata, sprizzavo così tanta agitazione positiva che neanche mi accorsi delle cattiverie e degli sguardi omicidi che le odiose ragazze del bus mi rivolgevano; era una cosa normale, ci ero abituata! e poi quel giorno qualsiasi cosa sarebbe passata in secondo piano, niente contava di più della risposta alle domande per il Comenius.
Arrivata a scuola, però, mi ci volle un bel po’ per essere chiamata a colloquio, che palle, e io che mi ero data tanta pena di arrivare in orario! le ore di scuola passavano senza che io, o le altre ragazza riuscissimo a concentrarci sulle materiee da studiare o sulla spegazione dei prof. era una noia mortale! il mio turno arrivò quasi alla fine delle lezioni. oh cielo, mi sentivo estremamente agitata, euforica, spaventata; e se non mi avessero presa? il professore incaricato di svolgere il colloquio era decisamente spaventoso e metteva in soggezione; non potevano mandarne uno più socevole? il colloquio cominciò

signorina  *****, lei ha fatto richiesta di partire, meta ancora da stabilirsi, insieme con le sue compagne, giusto?-

il tono era di uno che si era trovato costretto a fare una cosa ma che in realtà avrebbe preferito fare dell'altro. ottimo!

-si, è esatto. io e le mie compagne ci teniamo davvero tanto a fare quest'esperienza.-

diplomatica  e convincente, il mix perfetto per apparire sicura e non intimidita come in realtà ero. e che cavolo, uno piò affascinante e malleabile no? purtroppo lo sguardo di quell'uomo esprimeva tutt'altro, non si era lasciato convincere da un viso sicuro e da due occhi fermi e decisi.

- lei sa a cosa va incontro, vero?-

continuò con un tono decisamente minaccioso che non prometteva nulla di buono. e che sarà mai, qualche mese all'estero in un albergo o casa famiglia, mica in vietnam a combattere tra le mine antiuomo? in quel momento cominciai pensare che avevo sbagliato strategia e che avrei dovuto essere più dolce e meno strafottente e diretta, ma io era così perchè cambiare? se andavo bene per il comenius era per la mia condotta impccabile, tralasciando tutti i ritardi e gli scherzi ai bidelli, e il mio rendimento scolastico, che in fin dei conti non era poi così malaccio, non di certo per quel mio caratterino.

- lei dovrà ottemperare ai suoi doveri di studente per ben tre mesi, dovrà rispettare le regole e mantenere un comportamento idoneo, rispettoso e conforme al suo ruolo, è pronta? Se non lo è lo dica subito perché cerchiamo la massima serietà ed affidabilità! non è richiesto l'obbligo di frequenza a scuola per gli studenti, anche se consigliamo sempre di frequentare i corsi perchè l'esperienza diretta aiuta. nonostante tutto, alla fine del corso ci sarà un esame per testare le vostre competenze acquisite durante il periodo di permanenza e il risultato del test inciderà al trenta per cento sul vostro rendimento scolastico annuale.- 

Bene, era riuscito a far diventare pallosa anche un’esperienza di tre mesi all’estero. un'esperienza che fino a tre minuti prima mi appariva elettrizzante e eccitante.Comunque non mi lasciai influenzare minimamente da quel tono così dispotico e subito risposi a tono. e poi, " ottemperare ai suoi doveri di studente?" perchè, in italia che facevo? prendevo a schiaffi i prof e masticavo pagine di libri nel tempo libero?, bah!

-certo che sono sicura!  non sarò un’alunna modello, soprattutto nelle lingue, in cui sono palesemente negata, ma la mia determinazione e la mia affidabilità non sono da mettere in dubbio. io e le mie compagne saremo delle ottime studentesse e ci impegneremo al massimo per  conseguire dei buoni risultati alla fine del viaggio. la prego, ci lascia andare tutte insieme.-

avevo concluso il mio discorso addolcendo un po' la voce, rendendomi un po' ridicola praticamente, e lasciando che trasparisse tutta la mia voglia di partire e di allontanarmi da quella dannata scuola, ma soprattutto da tutto e da tutti.
I colloqui si tennero fino alla fine della  mattina e solo all’una fummo tutte  riconvocate, insieme con altri ragazzi di altre scuole,per sapere i risultati.
La lista  delle persone scelte per partire era davvero breve, su 50 persone che solo nel nostro istituto  avevano fatto richiesta ne furono scelte 7, su 1800 studenti in totale , 25. Il mio gruppo era tra questi: non potevo crederci! eravamo state scelte perchè anche senza volerlo tutte e cinque avevamo dato sempre la stessa risposta.   i restanti venti ragazzi furono suddivisi in gruppi di cinque, ognuno con una meta diversa. i dieci ragazzi del linguistico furono mandati o in Spagna o in Germania. i ragazzi dello scentifico invece in svizzera e in francia. a noi, ovviamente la sfiga, non fu data una destinazione. eravamo state aggiunte all'ultimo minuto, senza essere previste dal bando del concorso, per cui la destinazione era ancora da definirsi e molto probabilmente sarebbe stato così fino a pochi giorni prima della partenza. eravamo in cinque :Chris, Dory, Allie, Varry e Martys. Tutte e cinque completamente diverse, grandi amiche da tanto tempo, tutte con un stesso grande sogno in comune, andarsene via e conquistare ognuna il proprio posto nel mondo. tutte e cinque determinate a non lasciarci sfuggire quella così grande opportunità, eravamo finalmente libere, anche se provvisoriamente, libere di seguire ognuna il proprio sogno.

Note dell’autrice:

 salve sono Cristina e ho 17 anni. indovinate un po'? il mio è il personaggio di Chris. questa storia si basa su personaggi tutti reali, i protagonisti sono ovviamente gli 1 D ma poi entrano in gioco anche delle mie carissime amiche a cui sto facendo un regalino. per i personaggi minori sto cercando di ispirarmi a gente comune, per rendere le situazioni più verosimili. lo so, non sono molto brava ma con l'andare dei capitoli la storia credo migliorerà. ringrazio le mie poche ed appassionate lettrici, a volte non so proprio come faccia a piacervi, io la cancellerei ogni volta!! se siete nuovi vi prego di lasciare una recensione, anche il " fa schifo" è ben accetto. ho bisogno di un supporto morale, sono una persona estremamente insicura. detto questo spero che la storia vi appassioni... non fermatevi alle apparenze, andate avanti e BUONA LETTURA

postscriptum, oggi 9/11/12 ho aggiornato la storia, il capitolo era un po' diverso ma così credo che vada un pochino meglio. continuerò presto a migliorare i capitoli passo passo fino a quando non riprenderò a scrivere sconvolgendovi, spero, con il finale che ho immaginato.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: khristie