Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: Jenni Skeletron    20/04/2012    1 recensioni
Una ragazza che senza rendersene conto si è intrappolata in ciò che una volta era un sogno, fino al quel fatidico incontro. Un ragazzo biondo dallo sguardo triste, uno sconosciuto in grado di farla sentire nuovamente viva ed amata. Il tutto comincia con la notte di San Lorenzo...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cloud Strife, Kadaj, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

31 Ottobre

Un ultimo ritocco al trucco prima che lui mi cinga le spalle in un abbraccio. Ormai era un mese che vivevamo insieme, ma non ero ancora abituata a tutto questo.
- Sei sicura di voler andare?
- Non lo so…
Tutto era diventato così complicato ed ora non facevo altro che domandarmi se andare alla festa in maschera organizzata dai miei genitori fosse una buona idea.
- Possiamo rimanere a casa se vuoi.
Mi prende il viso fra le mani alla ricerca di qualche dubbio, nell’attesa che prenda una decisione. Da quel giorno le cose erano peggiorate e non parlavo con la mia famiglia da settimane, fino a quando Miriam non mi aveva consegnato l’invito.
Avrei voluto far finta di niente, ma sentivo di dover andare, come sentivo che ciò avrebbe potuto distruggermi una volta per tutte.

Un mese prima…

La settimana scorsa Martina e Kadaj hanno deciso di andare a vivere insieme. Ammiro la loro decisione e grazie ad essa io e Cloud passiamo più tempo insieme.
Purtroppo quando le cose vanno bene sotto un certo punto di vista peggiorano da un altro.
Negli ultimi tempi mio padre è divenuto ancora più irascibile e la situazione in casa diviene ogni giorno più tesa; spero solo di riuscire a superare questa giornata.

Non ho il tempo di rientrare in casa che vengo immediatamente attaccata e rimproverata per il mio comportamento “scorretto”. Faccio finta di niente, come se tutte le loro parole mi scivolassero addosso nella speranza che queste terminino al più presto senza troppi danni.
- Ti ho detto di guardarmi quando ti parlo!
Un colpo va a segno ferendomi alla guancia destra, spero non ne rimanga alcun segno. Continuo a massaggiarmi il viso quando delle lacrime cominciano a far capolino. Questa non ci voleva.
- Smettila di piangere e ascoltami quando ti parlo!
Un altro schiaffo arriva inesorabile mentre la sua rabbia aumenta. Istintivamente metto le braccia avanti nella speranza di pararne qualcuno riuscendo solo a peggiorare la situazione.
- Leva subito le mani!
Questa volta sento la sua presa stringersi attorno al mio collo e con essa il terrore ammontare.

La stretta scompare mentre un’altra più delicata mi sorregge per le spalle.
- BASTA! NON VEDE COSA LE STA FACENDO?!
Piccoli ricordi riaffiorano; liti, porte sbattute, tutto stava tornando a galla.
Non era la prima volta che min padre mi metteva le mani al collo ed ora riuscivo a ricordare le volte passate.
- Cloud portami via.
Le ultime parole che sono in grado di pronunciare prima di crollare fra le sue braccia.

A quei tempi non potevo andarmene, ma adesso le cose erano cambiate; potevo scappare.
Fino a quel momento era stata tutta una finzione, niente era reale.
Ricordavo i piani che avevo elaborato per scappare; cose che avevo dimenticato da cinque anni e loro avevano approfittato di tale situazione.

Continuo a piangere mentre le loro urla mi inseguono e le sue mani si stringono convulsamente sui miei fianchi.
Questa sarebbe stata l’ ultima volta, l’ ultimo atto di quella stupida commedia.

-Sei sicura di star bene?
Mi aveva riportato a casa sua ed ora continuavo a stringere il bicchiere che avevo tra le mani.
- Era tutto una bugia.
Queste poche parole, la pura verità che avevo dimenticato, sono come bruciante veleno.
- Ti va di parlarne?
- Ricordo, riesco a capire. Questi ultimi cinque anni non erano che una finzione. Prima dell’ incidente avevamo dei problemi che non sono mai stati risolti.
Le reazioni, i loro comportamenti, tutto era studiato nei minimi dettagli.
Mia sorella mi odia, per mio padre non sono altro che un errore, un peso e per mia madre, bhè, lei è sempre rimasta a guardare senza mai fare niente per migliorare le cose.

Le mie parole vengono soffocate dai singhiozzi che a loro volta si infrangono contro il suo petto.

xoxoxoxoxox

Quel giorno lasciai che, ormai sfinita, Cloud mi portasse in quella che sarebbe divenuta la nostra stanza senza mai lasciare la presa con la quale mi stingevo a lui.
Nei giorni successivi era riuscito a trasportare tutte le mie cose mentre io ero rimasta priva di sensi a causa della crisi.
Capivo bene il suo turbamento, ma qualcosa mi gridava di andare, una sensazione che non riuscivo ad ignorare.
-Andiamo.

Erano state quelle le mie ultime parole prima di sistemare il costume da vampiro ed aver messo il cappotto per uscire.
Cloud indossava una camicia nera ed un gilet rosso ricamato. La cosa peggiore era stata cercare di convincerlo a mettere le protesi dentarie che ci avevano provocato non pochi problemi.
Il completo in stile vittoriano gli stava meravigliosamente conferendogli un’aria affascinante tanto che una volta finito di prepararsi non avevo potuto resistere alla tentazione di baciarlo.
Aveva risposto al bacio mordendomi le labbra per vendetta e sciogliendomi i capelli in precedenza raccolti in una crocchia.

xoxoxoxoxox

Dopo tutto quello che era successo voleva tornare in quella casa ed io non ero in grado di aiutarla.
Quel giorno l’aveva sconvolta ed a causa di ciò che era successo era rimasta tre giorni in uno stato vegetativo, incapace di reagire.
La cosa peggiore erano stati i sensi di colpa che non mi avevano più abbandonato.
Se si trovava in quello stato era a causa delle bugie che le erano state raccontate e sapevo bene che il mio comportamento non era poi così diverso da quello dei suoi. Le stavo nascondendo non solo il nostro passato, ma anche ciò che presto avrebbe potuto distruggerci mentendole.

I miei tentativi di convincerla a rinunciare erano stati vani e quando l’avevo vista con quell’abito avevo completamente perso la testa davanti a tale spettacolo.
Un lungo abito rosso rivestiva la sua figura mentre un corpetto nero fasciava il suo busto. Pizzi e merletti ricadevano lungo la gonna conferendole una maggiore voluminosità; sembra una principessa, la mia principessa e avrei fatto di tutto per proteggerla e cancellare la tristezza che la opprimeva.

Prima di varcare la soglia della casa le rivolgo un ultimo sguardo nella speranza che cambi idea, ma la sento stringermi la mano alla ricerca di coraggio e, dopo un lungo sospiro, ci decidiamo ad entrare.

Portano tutti delle maschere sul viso noi compresi.
Quella di Virginia è in pizzo nero mentre la mia è in ceramica bianca con motivi rossi ed oro.
Quando l’avevo indossata avevo ripensato a tutto ciò che non le avevo ancora detto ed avevo realizzato di nascondermi dietro una finzione. Mi ero sentito un mostro, un egoista, ma non ero riuscito a raccontarle niente spiazzato da una sua affermazione.
Aveva indossato a sua volta la propria e, scoppiando a ridere aveva detto:
- Che cosa comica. Non bastandoci i travestimenti di tutti i giorni ne inventiamo degli altri, non per nasconderci, ma per ritrovare noi stessi. Non siamo altro che ipocriti e non serve la psicologia per questo. Mi sono illusa di conoscere la mia famiglia ed ora ne pago le conseguenze; non siamo altro che marionette incapaci di decidere della nostra stessa vita.

Allora non ne avevo capito il senso, scosso da tali parole in grado di farmi ricordare Sephiroth.
Ciò mi aveva terrorizzato, ma vedendo le lacrime rigargli il volto una nuova certezza aveva preso posto nel mio cuore.
Ormai era divenuto inutile rinnegare il fatto che Virginia fosse in qualche modo legata a quel mostro, ma non mi sarei arreso per niente al mondo e l’avrei difesa a costo della mia vita perché al contrario di lui lei stava soffrendo e cercava in tutti i  modi di lasciare questo dolore per se stessa fino a venirne logorata.

xoxoxoxoxoxox

Avevano addobbato la casa come l’ ultima volta, il giorno in cui tutto era cambiato.

(Piccolo consiglio; durnte questa scena vi consiglio di ascoltare questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=n9lUtrW5cQY; buona lettura)

Faccio di tutto per cercare di confonderci tra gli altri invitati nella speranza di non essere riconosciuti. Una musica da ballo comincia e veniamo trascinati nel bel mezzo della danza senza possibilità di uscita.
Non sono mai stata una brava ballerina ed in questo momento ho paura di fare una figuraccia davanti a Cloud.
- Tranquilla e lasciati trasportare.
Mi avvicina a lui portando il suo braccio sinistro dietro la mia schiena e lasciando che la mia mano si poggi sulla sua spalla.
Rimango sorpresa dalla scioltezza dei suoi movimenti e dalla sua maestria.

-Non pensavo fossi così bravo a ballare.
Sono imbarazzata per la mia incompetenza che viene miracolosamente nascosta dai suoi movimenti.
- Non sono niente di che e poi dipende dalla partner con cui ballo.
Mi stringe ancora di più a se fino a quando qualcuno non mi allontana strattonandomi, una presa che conosco fin troppo bene.

-Guarda guarda cosa abbiamo qui.
- Toglimi le mani di dosso.
- Che caratterino, qualche mese fa non eri così scontrosa.
Prima che possa reagire vedo Cloud torcergli il polso facendolo gridare dal dolore.
- Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro l’ ultima volta.

L’ultima volta, quando mi ero trovata in ospedale, Alan aveva fatto di tutto per innervosire il mio ragazzo che aveva risposto alle provocazioni assestandogli un sonoro pugno sul viso e adesso stava per rompergli un braccio.
- Cloud!
La rabbia che fino a pochi secondi fa affliggeva il suo sguardo sembra svanire al mio richiamo lasciando malamente l’altro che comincia ad inveirmi contro.
- Tu, sporca traditrice non sei altro che una sgualdrina.
Questa volta non riesco a fermare in tempo Cloud che adesso lo stringe per la gola impedendogli di respirare.
- Come hai osato chiamarla in quel modo …  
Non riesco a muovere un muscolo davanti ad una simile scena. Era la prima volta che lo vedevo così infuriato e rimango paralizzata dalla paura che possa fare qualcosa di male.
Non ho idea di dove trovi la forza per avvicinarmi e, posandogli le mani sulle spalle e la nuca nell’ incavo fra esse, riesco a rivolgergli un sussurro prima di perdere il controllo.
- Per favore, lascialo e andiamocene. Non ne vale la pena.

Alcune lacrime sfuggono al mio controllo ed il ragazzo davanti a me lascia lo sfortunato per cingermi fra le sue braccia.
- Mi dispiace.
- Andiamocene prima che scoppi il caos.

xoxoxoxoxox

L’avevo fatta piangere, di nuovo. Non ero riuscito a mantenere la calma davanti a quell’essere disgustoso ed ora lei ne stava pagando le conseguenze.
- Mi dispiace.
- Cosa diavolo…
- Non sono riuscito a controllarmi e ti ho fatta piangere. È solo colpa mia se…
- Smettila. Non devi scusarti di niente; l’unica persona che dovrebbe farlo è Alan.
Come può essere così buona. Ho appena rischiato di mandare una persona all’ospedale e non sembra minimamente infuriata con me.
- Se non mi avessi fermato sarebbe finito all’ ospedale.
- Non mi importava. Ti ho fermato non perché mi importasse qualcosa di lui, l’ho fatto per te.
Si ferma davanti alla porta di casa puntandomi addosso quei magnifici occhi che amavo tanto. Lo sguardo che fino a pochi secondi fa era determinato si addolcisce e le sue gote si colorano per l’imbarazzo.
Sono felice per ciò che mi ha appena detto e mi lascio trasportare dalla gioia baciandola.
- Sono contento che ti preoccupi per me.
Sono le parole che le sussurro appena ci discostiamo provocandole un infinito imbarazzo che la spinge a voltarsi verso la porta.
Sorrido a tale reazione e, non appena varcata la soglia, l’abbraccio nuovamente provocandole un leggero brivido.
Purtroppo veniamo interrotti da Zack il quale fa capolino nella sala.
- Ho interrotto qualcosa? Avete delle facce …
- Tu casa ne dici?
Il mio tono irritato fa ridere la ragazza tra le mie braccia. Sentire il suono della sua risata fa scomparire l’ irritazione  facendomi sorridere a mia volta.
Vederla felice era tutto ciò che desideravo.

 


Angoletto autrice:

Chiedo venia per il terribile ed imperdonabile ritardo. Eccovi il 17 capitolo spero di non aver deluso le vostre aspettative.
Ora il momento dei ringraziamenti a Sweety Lover per la bellissima recenzione ed a tutti voi che mi state seguendo.
Un enorme abbraccio
Jenni




   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: Jenni Skeletron