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Autore: ciaomils    20/04/2012    4 recensioni
Holly è la tipica cattiva ragazza. Nessun amico. Nessun legame. Nessun sentimento. Le importa solo di se stessa. Forse un giorno ci saranno nuovi amici. Nuovi amori. Nuovi sentimenti.
Tra indagini, parole non dette e baci non dati, riuscirà a scoprire la vera se stessa?
ATTENZIONE: i ragazzi non sono famosi e sono americani.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
Sono seduta al mio banco. Mi arriva una palletta di carta, la raccolgo e leggo
‘Dovevi vedere Jennifer, era così viola’ mi giro e vedo Debora farmi l’occhiolino e fingersi attenta alla lezione.
‘E poi che è successo?’ scrivo sul bigliettino e lo ritiro indietro. Dopo nemmeno 10 secondi atterra di nuovo sul mio banco.
‘Louis aveva le labbra sporche di rossetto ed ea rimasto imbambolato, Jennifer invece se ne è andata. Sei stata MITICA’. Faccio un sorriso , tra me e me, e anche io torno attenta alla lezione, o almeno così crede il prof.
Suona la campanella, è ora di pranzo. Mi siedo al solito tavolo con Harry, Deb  e Niall. Ma diversamente dal solito, non ridono. Non fanno  casino e, cosa ancora più sorprendente, nemmeno parlano. E io riesco per la prima volta a fare un pasto in completo silenzio. Appena finisco il pasto, vado a lezione di educazione fisica. Ma sul corridoio, senza vederlo, vado a sbattere a Louis. Divento rossa: non l’avevo ancora incontrato, dopo il bacio. Me n’ero solo andata, senza dirgli niente.
-Ciao- lo saluto, sono nel completo panico.
-Ehi- mi risponde lui, nel più profondo imbarazzo. Rimaniamo così per circa cinque secondi, senza avere niente da dire. Poi faccio per andare ma lui mi afferra per il braccio.
-Allora dovrei considerarlo un sì?- mi chiede.
-Ti ho solo detto ciao- gli rispondo. Sono confusa: l’ho solo salutato, e lui non  mi ha fatto nemmeno una domanda, considerare un si? Ma di cosa parla? E cosa ancora più importante: un sì a cosa?
-Il bacio, devo considerarlo un ‘mi piacerebbe uscire con te’?- mi domanda. Ora capisco. Ancora non avevo risposto al suo invito, mi aveva chiesto un appuntamento. Ci penso su.
-Facciamo così: ci vediamo e se l’uscita ve bene, lo consideriamo un appuntamento- rispondo, il mio cuore batte talmente forte che riesco a malapena a riconoscere il suo ‘allora siamo d’accordo, ti vengo a prendere dopo la detenzione’ nel rumore della gente che gira per la scuola. Poi mi sorride e se ne va. Rimango un attimo paralizzata: ho davvero detto sì? Oh mio Dio, ora cosa metto? Ma mi sto sentendo!?! Parlo come una ragazza innamorata.
Mille pensieri attraversano la mia mente mentre mi dirigo verso la palestra. Durante la lezione sono assente, cioè ci sono, ma la mia attenzione è rivolta al sorriso di Louis. Cazzo sono fottuta, mi sono innamorata, cosa faccio ora? Fortunatamente, la campanella mi salva da un altro giro di corsa della palestra. La lezione dopo è di chimica, entro in classe e vedo tutti gli altri intenti a ripassare, o meglio, studiare gli argomenti della verifica. Oh cazzo, la verifica! Tra la punizione, il bacio e la mia figura di merda alla gelateria me ne devo essere dimenticata. E non so assolutamente niente. Elaboro un piano. Mi fingo malata ed esco in fretta dalla classe, verso il bagno delle ragazze. Prendo un sorso d’acqua dalla bottiglietta e fingo di vomitare. Poi mi siedo sul water e aspetto 5 minuti: sarei entrata i classe, fingendo di stare male e sarei tornata a casa. Così mi sarei evitata il compito, la punizione e mi sarei potuta fare un bagno rilassante. Ottimo piano. Delle ragazze entrano nel bagno e si fermano davanti allo specchio, a mettersi il lucidalabbra e a sistemarsi le la carta igenica che imbottisce i loro reggiseni decisamente troppo grandi. Poi iniziano a parlare e io mi metto in ascolto.
-…stamattina Jennifer si è incazzata troppo. Hai visto che Olga ha baciato Louis?- dice una alla sua compagna.
-Si chiama Holly ed è una troia, l’hai vista? E’ anche amica di Josh, e di Harry, e di Niall.- risponde l’altra, e poi continua –le vorrei strappare i capelli a lei e all’amichetta sua, quella Debora, che troie.-
Non ci penso due volte, ed esco dal bagno in cui mi sono rinchiusa. Appena mi vedono fanno una faccia i stupita e abbassano lo sguardo. Io esco dalla porta a testa alta, e lentamente, sculettando. Sono sicura che ora mi stanno fissando, ma mi devo concentrare, devo tornare a casa.
Fortunatamente il prof ci casca e meno di mezz’ora sono nella mia vasca, a godermi il mio bagno caldo. Poi mi stufo e mi rivesto. Ho voglia di una sigaretta, e la fumo in bagno, con le finestre aperte e il deodorante per ambienti a portata di mano. Finita la sigaretta, mi sdraio sul lettone, con le cuffie impiantate nelle orecchie e Lose Yourself a palla. Si fa presto buio, l’iPod finisce di riprodurre l’intero cd di Eminem e io quasi mi addormento. Quasi, perché qualcosa sbatte ripetutamente alla mia finestra e sono costretta a d alzarmi e a vedere che cazzo è. O Chi cazzo è.
Louis. MI ero dimenticata, di nuovo. Apro la finestra.
-Ciao- dico.
-Hey, al prossima volta che torni a casa prima avvertimi, il nostro non/appuntamento è quasi saltato, scendi- mi dice.
-No, vieni tu, aspetta che ti vengo ad aprire la porta- rispondo, ma è troppo tardi. Lui è già sull’albero vicino alla mia finestra ed entra in camera mia.
-Ciao- mi ripete e mi bacia. Rimango paralizzata per un po’, ma poi ricambio il bacio.
-Che si fa?- mi chiede all’improvviso.
-Non so, che vuoi fare?- rispondo io.
-Hai mangiato?- mi domanda di nuovo.
-No, ho fame-
-Allora usciamo così compriamo qualcosa- prendo le chiavi e un po’ di soldi e andiamo in pizzeria. L’odore filtra nei miei polmoni e il mio stomaco brontola. Sto per pagare quando vedo il professore si chimica entrare nella pizzeria. Mi alzo il cappuccio, pago prendo la pizza e trascino Louis fuori, che mi segue . Una volta fuori mi ci abbassiamo e gli spiego tutto.
-Quello è il prof di chimica, gli ho detto che stavo male e sono tornata a casa, ora andiamo- e ci incamminiamo.
A casa ci sediamo in cucina , con la pizza in mezzo a noi, mangiando la Margherita comprata. Lui mi guarda in silenzio, io abbasso lo sguardo imbarazzata. Finiamo la pizza e torniamo in camera mia.
-Sidney?- mi chiede prendendo una foto sul comodino, mia e di mia madre.
-Sì- rispondo sovrappensiero , prendendo una sigaretta dalla borsa, l’appoggio in bocca e mi metto alla ricerca dell’accendino.
-Quella è Londra.- afferma, osservando un’altra cornice, stavolta appesa al muro. Faccio sì con la testa e accendo la sigaretta, posacenere a portata di mano. E iniziamo a parlare.
-Com’è l’Australia?- mi chiede.
-Stupenda-
-Sai andare in bici?-
-Ma che domanda è!?!-
-Rispondi-
-No-
-Ti piace LA?-
-Sì, è bella-
Non so come, ci ritroviamo a parlare dell’Inghilterra, e di mia madre, che ci è nata.
-E’ di Manchester?- mi domanda.
-Sì, ma io sono stata solo a Londra- intanto la mia sigaretta era già finita.
-E tuo padre?- la domanda mi trafigge il cuore, un brivido mi percorre la schiena.
-Non lo so, e non lo voglio sapere, non l’ho mai conosciuto -
-E’…morto?-
-No, mi ha abbandonata, ma è come se fosse morto. Per questo non s andare in bici, non c’è mai stato, non me l’ha mai insegnato- rispondo in fretta, fredda.
-Ah- un semplice ‘ah’ descrive la storia della mia vita. Il discorso si sposta alla sua di vita. Si fa tardi, la mamma è tornata, ma ho il tempo di fargli un’altra domanda.
-Oggi, mi hai aspettata a scuola?-
-Sì, ma poi Jennifer mi ha detto che sei tornata a casa….-
-TU SEI AMICO DI JENNIFER!?!- non so perché mi da tanto fastidio. Ma non gli lascio il tempo di rispondere. –Fuori, esci, dai su-
Lui obbedisce e se ne va com’è venuto.
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Scusate se vi ho fatto aspettare, ho avuto davvero troppi impegni ultimamente. Non continuo se non ricevo tre recensioni.
Vi voglio bene
  
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