#2.
I was a
Queen.
Per
la prima
volta da giorni mi alzo dalla brandina, senza più piangere.
Ormai
non ho
più lacrime. All’inizio pensavo che fosse solo un
terribile scherzo, un modo
che Enrico aveva escogitato per punirmi per aver perso suo figlio.
Ancora.
Le
guardie
sono venute nelle mie stanze, gli appartamenti della regina, e senza
alcun
riguardo mi hanno ingiunto di seguirli. Ho potuto portare con me solo
una delle
mie dame.
Sembrava
quasi la mascherata di un ballo, mentre attraversavamo il Tamigi
diretti verso
la cupa fortezza. Ma era tutto reale, terribilmente vero e pericoloso.
Credo di
averlo realizzato quando siamo passati dal Traitor’s Gate.
Mary
ha
saputo dalle guardie- a lei almeno rispondono, quando li interrogo io
ricevo
solo insulti- che stanno interrogando tutte le mie damigelle, alla
ricerca di
non si sa quali prove di qualche terribile ignominia. Le accuse, non
hanno
voluto riferirmi nemmeno quelle, sembrano essere molto gravi. Parlano
di
stregoneria, adulterio, alto tradimento e incesto.
Dalla
finestra della mia camera si vede Tower Hill e ieri lì ho
visto il boia
squartare mio fratello, insieme ad altri gentiluomini della nostra
cerchia. Da
come mi guarda Mary, dagli sporadici sguardi di pietà di
alcune guardie, so che
credono che il mio destino sarà il medesimo.
Ma
io non penso,
sono fiduciosa a dispetto di tutto.
Enrico
mi
ama.
Per
me ha
ripudiato Caterina, ha ripudiato anche sua figlia, preferendole
Elisabetta. Non
sarà mai capace di uccidermi, non lo farà.
Sono
ancora
la regina.
-Maestà…-
Il
tono di
Mary è esitante, quasi come se non sapesse se il titolo mi
spetta ancora. Mi
giro irata, pronta a redarguirla aspramente.
Ma
non sta
parlando con me.
Enrico
è
entrato nella mia cella.
Mi
inchino
sorridendo. Sapevo che non mi avrebbe lasciata qui.
-La
vostra è
una posizione delicata, Milady.- Il suo tono è formale,
distaccato. Lo sguardo
freddo. Sento il mio sorriso svanire.- Abbiamo le prove, sappiamo i
crimini che
avete commesso. Se confesserete avrete salva la vita, potrete andare in
un
convento e finire lì i vostri giorni. Sarà
comunque una soluzione più gentile
di quella che Voi avete riservato a Caterina, una donna infinitamente
migliore
di Voi.
Crollo
come
un sacco sul duro pavimento mentre guardo l’uomo che amavo,
che diceva di
amarmi, voltarsi e uscire senza degnarmi di uno sguardo. Realizzo di
colpo che
i pettegolezzi sono veri, lui ora ama Jane Seymour.
Guardo
Mary
con occhi vuoti. Non sono più nessuno.
Ero
una
regina, una Boleyn, appartenente ad una delle famiglie più
potenti della corte.
Ma nessuno dei miei parenti ha parlato in mia difesa, nessuno dei miei
cosiddetti amici.
Non
sono più
Anne Boleyn, Regina d’Inghilterra. Sono una donna sola e
senza amici, la cui
vita dipende da un uomo accecato dal
proprio potere assoluto.
-Portami
carta e penna, ti prego.
Non
ho scelta,
dovrò confessare quello che loro vogliono che io confessi.
Dovrò dire di essere
una strega, di aver giaciuto con mio fratello, di aver reso impotente
il re.
E forse nemmeno questo servirà.
NdA:
IL soggetto di questa flash è Anne Boleyn, seconda moglie di
Henry VIII. Venne accusata di incesto, adulterio, alto tradimento e
stregoneria e giustiziata insieme a svariati gentiluomini della sua
corte e al fratello george Boleyn.
Le venne realmente proposto
l'accordo di cui parlo nella storia (ma non dal Re in persona, quella
è una "licenza poetica") e Anne in un primo momento
accettò, confessando alcune delle accuse; quando venne
portata al patibolo comunque ritrattò tutto, proclamando la
propria innocenza e affermando di perdonare coloro che l'avevano
accusata.
(fine della noiosissima lezione di storia, spero che la flash sia stata
più interessante XD)