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Autore: tonight    20/04/2012    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima volta che realizzo una fanfiction e, soprattutto, è la prima volta che rendo pubblico qualcosa che ho scritto io. Sto cercando di fare una storia simpatica e non troppo sdolcinata, con nuovi personaggi oltre a Niall, Harry, Zayn, Louis e Liam. Nel racconto infatti troverete anche delle ragazze, praticamente le protagoniste, che non sono Directioners. Quindi non vi dovrete stupire troppo delle cose, che hanno fatto e che faranno nel corso della storia, che noi fans non approveremmo mai. Spero che la storia vi piaccia...buona lettura!!!
*dal testo*
Eravamo in quelle condizioni già da troppo quando qualcosa, o meglio qualcuno, mi vanne addosso talmente forte da farmi cadere a terra. Sbattei un gomito sull'asfalto e mi caddero anche gli ochiali da sole. Un'automobile, evidentemente non soddisfatta della mia già abbondante sfortuna, ci passò sopra, frantumandoli.
Guardai verso l'alto per capire chi fosse stato a venirmi contro, pronta per dirgliene quattro e vendicare i miei occhiali.
Le parole mi si bloccarono in gola.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooo a tuttiiiii!!! So che in quest'ultimo periodo sono un po' lentina con gli aggiornamenti, scusatemiii!!! Comunque ecco il nono capitolooo!! E' leggermente diverso dagli altri, o almeno a me sembra così, perchè è dedicato soprattutto ai sentimenti e alle emozioni delle protagoniste...spero vi piaccia!!!

baci, tonight

PS: proprio perchè ho qualche dubbio sul capitolo, ditemi cosa ne pensate con qualche recensione, pleaseee!!!

Terminato il concerto, mi ci volle più tempo del normale per riuscire ad alzarmi. Il mio didietro non sembrava avere alcuna intenzione di sollevarsi dalla poltrona. Il cervello continuava ad inviargli disperato ogni tipo di impulso, affinchè, se proprio non voleva farmi spostare, mi permettesse almeno di fare qualcosa, di qualunque tipo, per non sembrare una completa idiota. Purtroppo però anche il resto del corpo sembrava essersi coalizato contro di me. Così, mentre tutti lasciavano la sala sorridenti e allegri, io rimanevo incollata al mio posto.
Non pensavo che dipendesse solo dall'emozione del concerto, quanto piuttosto per la paura di quello che doveva venire dopo.
Temevo che Harry ci avesse solo prese in giro, che non avesse alcuna intenzione di visitare Roma con noi, mentre a me sarebbe piaciuto veramente molto, conoscerli. Contemporaneamente però, ero terrorizzata all'idea di passare del tempo con loro, perchè non avevo la più pallida idea di come comportarmi.
Stavo andando nel panico.
<< Sei ancora tra noi? >>.
La voce squillante di An mi riportò alla realtà.
Giusto, non ero sola. C'erano le mie amiche con me.
<< Certo che ci sono! >>, risposi allegra.
Anche il mio didietro sembrò comprendere i miei pensieri e, finalmente, mi lasciò libere di muovermi.
Scendemmo la rampa di scale e ritornammo nella sala principale del backstage. Un mucchio di persone si era radunato lì. Tutti, orgogliosi del contributo dato al successo del concerto, si scambiavano abbracci, complimenti e strette di mano.
Noi ci mettemo in un angolo, per non dare troppo nell'occhio. Eravamo piuttosto indecise su cosa fare.
I minuti passavano lenti, ma ancora nessuno dei ragazzi era uscito dai camerini.
Ormai stavamo aspettando da quasi un quarto d'ora.
Guardai An e Marti. I loro sguardi erano tristi e delusi.
E quali altre espressioni avrebbero potuto avere?
<< Dai ragazze, andiamo >>. Provai a buttarla sul ridere: << Si vede che siamo troppo per loro >>.
Non riuscii a strappargli neanche un mezzo sorriso, ma almeno si mossero.
Uscimmo dal backstage, sperando che, come nelle favole, succedesse qualcosa all'ultimo minuto.
Ma non accadde nulla.
Erano le sei e mezzo passate, fuori l'aria era più fresca e frizzante. Mi fece piacere sentire il vento che soffiava violento. Aiutava a scacciare i pensieri tristi, a sostituirli con altri più risoluti e determinati.
Ripercorremmo la strada che avevamo fatto all'andata. Non parlammo quasi per niente. Cominciai a pensare che, forse, fosse stato meglio così. Forse se fossimo diventati amici, sarebbero subito sorti dei problemi, primo fra tutti la lingua. Noi eravamo italiane, loro inglesi.
Poi la parte razionale del mio cervello si accese e decise di darmi il colpo di grazia.
Ma non farmi ridere!
Era come se una vocina acida e stridula, che ricordava molto quella della mia professoressa di chimica, mi vibrasse nella testa.
Anche tu non vedevi l'ora di fare un giro con loro. Non hai pensato ad altro, durante il concerto! E poi, quali grandi problemi possono nascere da un'amicizia? Nessuno! Gli amici sono dei tesori, non delle maledizioni!
Purtroppo, la parte razionale di me, era molto più sveglia di quanto pensassi. E, per di più, aveva perfettamente ragione. Dovevo solo abituarmi all'idea che, ad un passo dal sogno di migliaia di ragazze della mia età, mi ero lascita sfuggire l'occasione.
Facile, no?
Sentivo l'autostima scivolare lentamente sotto i piedi.
<< E adesso basta però! >>. Mi voltai incredula verso Marti. << Stiamo camminando da quasi mezz'ora e non abbiamo ancora detto una parola! Fino a pochi giorni fa, non sapevamo nemmeno chi fossero i One Direction! >>.
Provai a precisare: << Bhe, in realtà non ricordavamo chi fossero... >>.
Marti mi fulminò con lo sguardo. << E' la stessa cosa. Sono celebrità e sono un po' stronzi come tutti i personaggi famosi. Facciamocene una ragione! >>
Anche lei aveva ragione. Possibile che, l'unica a pensare cose prive di senso, fossi io?
Ormai era andata così. Inutile piangerci addossso.
Anche An aveva assunto uno sguardo più vivo.
Stavamo camminando sulla strada ai lati del fiume. Il sole, ormai prossimo al tramonto, si rifletteva sull'acqua. Creava giochi di luce spettacolari.
Salii in piedi su una panchina, pronta a far venire un'attacco di risate alle mie amiche.
<< E allora, adesso, andiamo tutte al ristorande di papà a festeggiare! >>, urlai.
An e Marti mi guardavano sconvolte. Non eravamo le uniche, sul viale. Numerosi occhi si voltarono a fissarmi. Un gruppo di cinesi mi fece anche una o due foto.
<< I One Direction ci hanno dato buca! In ogni caso non è una cosa che in molti possono dire di aver provato! >>. Non ero del tutto convinta di ciò che stavo dicendo, ma dovevo avere un'espressione tanto seria, da far scoppiare le mie amiche in una risate ben più fragorosa del solito.
Ero riuscita nel mio intento.
Anche io mi lasciai andare a quella malinconica allegria.
<< Andiamo ad abbuffarci con i frullati al pomodoro di mia mamma, sicuramente ci tireranno su il morale! >>.
Nel vedere le loro facce schifate, le mie risate divennero tanto forti da farmi quasi soffocare.
Fu il rumore di un motore alle mie spalle, che mi salvò.
L'auto doveva essere molto vicina alla panchina. Mi girai lentamente. Non si trattava di un'automobile, ma di un furgoncino con i vetri oscurati.
Un finestrino si abbassò. Quando riconobbi la persona che si era affacciata, per la sorpresa, caddi dalla panca.
<< Possibile che tu finisca a terra ogni volta che vi incontriamo?! >>

 
  
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