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Autore: cescapadfoot    21/04/2012    21 recensioni
"And I will love you, baby, always!
And I'll be there forever and a day, always!
I'll be there 'till the stars don't shine,
'till the Heavens burst and the words don't rhyme
And I know when I die,
You'll be on my mind,
And I'll love you, always!"
[Jon Bon Jovi_ALWAYS]
Lily e James: i Malandrini, le amiche, la guerra, i primi veri amori...e l'inizio della storia d'amore tra i genitori di Harry Potter.
[personaggi e pairing: Lily Evans/James Potter, Sirius Black/Dorcas Meadowes, Remus Lupin/Marlene McKinnon, Frank Paciock/Alice Prewett, Mary MacDonald, Peter Minus, Lord Voldemort, Mangiamorte, Silente, l'Ordine della Fenice]
(storia modificata e corretta)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We will live to fight another day [James Potter/Lily Evans]'
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La vita scolastica ritornò lentamente alla normalità, anche se ovviamente permeava la preoccupazione fra tutti gli studenti, impauriti e spossati da tutte quelle nuove e dure misure di sicurezza.
A scaldare però gli animi a Hogwarts era anche un altro fatto: la finale della Coppa di Quidditch delle Case che si sarebbe disputata fra le due Case finaliste, Serpeverde e Grifondoro.
James aveva trovato un nuovo Battitore per sostituire Neville: Noah Preston, che era il migliore amico del giovane Paciock e che era arrivato secondo alle selezioni del Battitore vinte a suo tempo da Neville.
Gli allenamenti che James imponeva erano serrati, lunghi e duri, ma nessuno se ne lamentava: volevano vincere la Coppa per Neville e per punire i Serpeverde, colpevoli di essersi mostrati apertamente e totalmente indifferenti verso quella morte ingiusta.
Per molti di loro era anche per un motivo di rivalsa: per Frank significava vendicare il suo fratellino rompiscatole che gli mancava ogni giorno di più. Per Noah significava giocare per il suo migliore amico. Per Mary significava dimostrare ai Serpeverde che lo scherzo di due anni prima di Avery e Mulciberg non la poteva più scalfire. Per Sirius significava dimostrare a Regulus che lui combatteva per dei buoni principi. Per James era una somma di tutte quelle cose.
Non si potevano evitare però gli scontri tra gli studenti di entrambe le Case; l’infermeria era piena solo di loro e Madama Chips fu costretta a trovare un’aula vuota vicino all’infermeria per poterli curare. Perfino i giocatori non furono immuni a questo, ma nel caso dei Grifondoro si trattava di difesa personale, poiché James aveva ordinato loro di non picchiarli per primi e di rispondere solo in caso di attacco; lui, Sirius e Frank si ritrovarono tre o quattro volte in infermeria a farsi medicare le varie ferite e i vari ematomi.
E ovviamente, in risposta a questi atti di bullismo fioccavano le punizioni da parte degli insegnanti.
Perfino le ragazze finirono in punizione e le prime furono, incredibilmente, Lily e Marlene che avevano difeso dei primini di Grifondoro da alcuni studenti del quinto anno di Serpeverde; inutile dire che anche loro furono insultate e che loro risposero per le rime e con varie fatture.
- Da voi due non me lo sarei mai aspettato.- disse il professor Lumacorno in tono molto deluso quella sera a cena, quando andò al loro tavolo a comunicare la loro punzione.
- E noi ci saremmo aspettate che i suoi studenti avessero più rispetto per gli altri.- replicò Lily.
- Ma…
- Professore, hanno offeso degli studenti del primo anno, hanno chiamato Lily Sanguesporco e mi hanno dato della puttana!- sbottò Marlene con impazienza.- Non mi dica che questa è buona educazione.
A quella replica Lumacorno non disse niente, ma mormorò soltanto:
- Vi aspetto stasera alle nove nei sotterranei per la punizione.
- Che sarebbe?- chiese James, appena il professore si fu allontanato.
- Pulire i calderoni senza magia.- rispose Lily con calma, ma piena di rabbia dentro di sé.
Le due ragazze dopo cena si diressero a scontare la punizione, scortate da James e Remus; appena le due scomparvero dietro la porta dell’aula di Pozioni, James rivolse uno sguardo a Remus, che annuì. Entrambi si sedettero per terra appoggiati al muro e a gambe incrociate, aspettando fino alle dieci mezza, ora in cui le due uscirono.

*.*


Venne la sera della vigilia della partita.
Su alla Torre di Grifondoro la tensione era palpabile per tutti, che non avevano la forza di fare niente, nemmeno una partita a scacchi.
Peter era impegnato a rodersi le unghie quasi come un castoro rode gli alberi mentre Mary gli diceva severamente:
- Vuoi continuare all’infinito con quelle unghie?
Sirius non aveva nemmeno la forza di fare i suoi soliti scherzi per alleggerire la tensione, ma continuava a strusciare i piedi per terra e a tamburellare insistentemente con le dita sul bracciolo della poltrona. James ricontrollava per l’ultima volta lo schema di gioco: era buono, ma dovevano essere perfetti, non doveva esserci nemmeno una falla; non aveva nessunissima voglia di offrire ai Serpeverde un’occasione per fare punti.
Alla fine andarono tutti a letto.
Il giorno dopo la tensione era ormai insopportabile: fra i Grifondoro e Serpeverde correvano occhiate assassine e battute molto scurrili e colorite, i Tassorosso e i Corvonero invece avevano coccarde rosso-oro che esibivano con ostentazione, poiché anche loro volevano vedere i Serpeverde sconfitti.
- Mary, mangia qualcosa, forza!- la redarguì Alice.
- Non ho fame.- borbottò la ragazza in risposta.
- Mary, dai!- rincarò Lily.- O altrimenti non ti lascio uscire per andare a giocare.
- Vuoi incappare nella mia ira, per caso?- chiese James sorridendo, ma perfino Lily notò che quello era un sorrisetto fin troppo debole e stiracchiato e che mal celava la tensione.
James si alzò per primo e la squadra lo imitò.
Lily lo strinse forte a sé e gli mormorò:
- Andrà tutto bene, vedrai.
- Lo spero.- borbottò lui.
- Vedi di vincere o vado con il Battitore di Corvonero.- minacciò Lily per alleggerire la tensione.- Mica voglio stare con un perdente, io!
James le sorrise, grato che stesse cercando di non farlo preoccupare.
- Grazie…
I due si scambiarono un bacio, poi si separarono.
Lily sospirò, preoccupata: tra il funerale di Neville e gli allenamenti, era molto preoccupata per James e sperava che il ragazzo ritornasse ad essere il suo solito rompiscatole.
Poco dopo, tutta la scuola era sugli spalti attorno al campo di Quidditch, il brusìo che si faceva insistente.
- Non avete paura che i Serpeverde possano fare qualcosa durante la partita?- chiese Peter, terrorizzato.
- Credo che Silente abbia addottato delle misure.- rispose Remus.- Insomma, non credo si aspetti che tutti rimangano buoni buoni il giorno di questa partita.
Lily annuì, concordando con le parole dell’amico: aveva anche lei paura che i Serpeverde potessero fare qualcosa, ma sentiva che Silente aveva pianificato qualcosa per poter controllare la situazione.
In quel momento si sentì la voce di Bradley Jordan, il cronista delle partite, un ex studente di Grifondoro che talvolta veniva chiamato a far la telecronaca alle partite scolastiche, urlare:
- Ed ecco a voi i Grifondoro, capitanati dal nostro Capitano, l’unico che merita di avere la C maiuscola…James Potter!
Si sentirono le urla di sostegno di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso mentre i Serpeverde lanciavano i loro fischi ai sette giocatori vestitit di rosso appena entrati in campo; avevano ancora al braccio la fascia da lutto per Neville.
- Ed ecco a voi i Serpeverde.- si limitò a dire Jordan in tono schifato.- Che dire, pensavo avessero capito che va’ enfatizzata la bravura, non la taglia da scimmioni.
Altri fischi di disapprovazione da parte dei Serpeverde.
- È inutile che facciano così.- sbottò Marlene.- Regulus Black è l’unico magro in quel gruppo di scimmioni!
E Lily convenne che era vero: Regulus era l’unico a non sembrare uno scimmione che cavalcava un ciocco di legno incantato.
- A proposito di Black, guarda.- disse Lily a Dorcas.
La ragazza assottigliò i suoi occhi blu e vide Sirius e Regulus lanciarsi uno sguardo freddissimo.
- Spero non abbia in mente qualcosa di losco.- mormorò Dorcas.
In quel momento entrò Madama Bumb con la scatola delle palle da gioco.
- Capitani, datevi la mano!- disse la donna.
James strinse la mano al Capitano di Serpeverde, che cercò di stritolargliela; il ragazzo non battè ciglio.
I due Bolidi e il Boccino furono liberati, ma rimasero fermi a galleggiare prima che iniziasse la partita; Madama Chips si mise in sella sulla sua scopa con la Pluffa in mano e si mise qualche piede più in basso rispetto ai Cacciatori.
- Mi raccomando, voglio un gioco pulito da entrambe le squadre.- si raccomandò la donna, lanciando una lunga occhiata ai Serpeverde, poi lanciò la Pluffa in aria, che Mary acciuffò subito.
- Partiti!- urlò Jordan.- MacDonald di Grifondoro prende la Pluffa e la passa a Black, scarta un Bolide di Pucey di Serpeverde e la passa a Paciock, che la passa a MacDonald…argh! Pluffa intercettata da MacFist di Serpeverde, ma grazie a un Bolide del nostro Noah perde la palla, Black la recupera, scarta MacFist, scarta Brockleigh, scarta Nelson…E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!
- Ahi!
Sirius si voltò e si massaggiò la spalla sinistra, dove aveva ricevuto un pugno; vide MacFist ghignare al suo indirizzo. Sirius strinse un pugno.
- Non pensarci nemmeno!- gli urlò James, volando accanto a lui.
Sirius annuì, incazzato; mentre si allontanava gli sembrò di sentire Dorcas urlare un epiteto poco colorito in direzione di MacFist.
“Sto rovinando quella ragazza…” si disse Sirius accennando a un sorrisetto verso di lei prima di intercettare Frank con lo sguardo.

- Brutto figlio di puttana!
- Dorcas!
- Ma avete visto che roba?!? Solo io posso ammazzare Sirius, coglione figlio di puttana e di un Troll!
Lily e Remus si guardarono ridacchiando - ed era già tanto se non scoppiavano a ridere - e il licantropo disse a Dorcas:
- Ribadisco il concetto: essere la ragazza di Felpato ti fa’ male!
Lily sorrise nel vedere Dorcas fare spallucce come suo solito ed esultò con gli altri quando Mary segnò; in quel momento, però, vide qualcosa che la preoccupò.
- Rem…?
- Che c’è?
- Severus!
Lily vide Piton estrarre la bacchetta e puntarla verso James, che in quel momento stava sorvolando l’area dei Serpeverde; la ragazza tirò fuori a sua volta la bacchetta e la puntò verso il Serpeverde. Lo vide mormorare qualcosa ma…
- Che è successo?- chiese Alice, confusa.
Davanti a Piton si erano formate come delle increspature che si vedevano sull’acqua quando veniva colpita da un sasso.
- Silente.- rispose Marlene con un sorrisetto sollevato.- Deve aver messo delle barriere protettive attorno agli spalti e attorno al campo di Quidditch.
Lily sospirò di sollievo, lieta che il Preside avesse avuto quell’idea: James era ad una grande altezza.
“E solo io posso minacciarlo di ogni tipo di morte!” pensò divertita la ragazza, tornando a guardare James che cercava il Boccino.
La partita continuò a vantaggio di Grifondoro grazie ad una tripletta di Frank e ad altri due goal che segnarono Sirius e Mary; ma era diventata anche una partita molto scorretta, soprattutto da parte delle Serpi che commettevano ogni sorta di fallo o scorrettezza. A fare da contorno i commenti favorevoli di Jordan per i Grifondoro e le sue imprecazioni sui Serpeverde che collimavano con le occhiatacce e i rimproveri da parte della McGranitt, seduta lì accanto a lui.
- OTTANTA A ZERO PER GRIFONDORO!- urlò Jordan, applaudendo il goal di Sirius.
Ma cinque minuti dopo…
- FALLO!
- Calma, Dorcas!- le disse Alice, mettendole le mani sulle spalle mentre la ragazza stringeva spasmodicamente il legno della tribuna coperto dagli striscioni rosso-oro.
Sirius si era appena beccato un Bolide nello stomaco praticamente davanti alla loro tribuna, facendogli perdere un po’ di quota; il fatto grave era che non aveva la Pluffa in mano.
Il gioco s’interruppe un attimo e James ne approffittò per vedere se trovava il Boccino; si sentiva un po’ in colpa per quello che stava facendo, ma Sirius gli aveva intimato prima di andare in campo che in caso di fallo a qualcuno di loro lui ne doveva approffittare per trovare la pallina dorata e concludere la partita.
- E BLACK È VIVO!- urlò Jordan, una nota di sollievo nella sua voce.
Le tribune rosso-oro accolsero al risalita di Sirius con urlo e James gli rivolse un sorriso sollevato mentre continuava a cercare il Boccino e il gioco riprendeva.
- Sono vivo, tranquilli!- urlò Sirius a Lily e gli altri con il suo sorrisetto malandrino prima di tornare in campo.
- Lui e la sua faccia tosta.- sibilò Dorcas, sollevata.
James continuò a volare; erano al di sopra di cinquanta punti, poteva prendere il Boccino e concludere la partita con un gran punteggio. Doveva prendere il Boccino.
E in quel momento intravide un bagliore dorato vicino alla porta dei Grifondoro: il Boccino svolazzava lì.
James accelerò con forza e uscì in fretta dall’area dei Serpeverde dove si trovava ora; si stava avvicinando…
Riuscì a vedere appena in tempo qualcosa di verde e oro sbarrargli in fretta la strada e si vide davanti il ghigno di Regulus Black; a malapena riuscì a stare in equilibrio, ma perse un po’ di quota.
- FALLO!- urlarono tutti in tribuna mentre i Serpeverde esultarono.
- TU, MALEDETTO SUDICIO IMBROGLIONE!!!- urlò Jordan.- IO TI…
Il ragazzo s’interruppe, sorpreso: la McGranitt stava urlando contro Regulus.
- È ufficiale.- pigolò Peter.- Se anche Minnie sta imprecando contro Regulus Black durante una partita di Quidditch, il mondo andrà definitivamente a rotoli.
Tutti risero di cuore, mentre Lily controllava ansiosamente che James stesse bene.
James si risollevò giusto in tempo per vedere Frank segnare dietro punizione e mandare la palla a segno; il Boccino, intanto, era sparito.
“Grazie, Regolino…” pensò con rabbia James.
In quel momento ci fu un boato di delusione: MacFist aveva segnato e poco dopo si aggiunse il goal di Brockleigh.
- NOVANTA A VENTI?!?- urlò Jordan.- RAGAZZI, DAI!!!
In quel momento vide il Boccino e James si tuffò subito, con Regulus che lo tallonava; erano testa a testa.
- Fuori dai coglioni, Potter!- urlò Regulus.
James, in tutta risposta, accelerò ancora di più; seguendo la scia del Boccino, stavano volando a pochi metri dal terreno, con Regulus che gli urlava parolacce e imprecazioni per distrarlo. James non gli rispose perché in realtà quel piano aveva una grande falla, e Regulus non se n’era accorto: preso com’era ad insultarlo, non si era accorto che volavano praticamente rasoterra e quindi il Serpeverde cadde non appena la coda della scopa entrò duramente a contatto con il terreno; Regulus rovinò rumorosamente a terra e James continuò ad inseguire il Boccino, che ora si era alzato. Cautamente, inclinò la scopa verso l’alto e lo inseguì, mentre Mary segnava ancora; erano a cento punti, un vantaggio di ottanta punti sulle Serpi.
Si fece sempre più vicino. E…
- SIIIII!!!
Quell’unico boato risuonò per tutto lo stadio quando videro James stringere il Boccino, che ancora si divincolava debolmente nella sua stretta.
James fu raggiunto dalla squadra al completo, tutti i componenti pieni di graffi; sapeva che nemmeno lui era messo tanto bene, tuttavia non potè trattenersi e commentò ghignando:
- Ragazzi, siete orribili!
- Ha parlato quello bello!- commentò Mary, scuotendo la testa divertita.
James sorrise, poi puntò il pugno con il Boccino verso l’alto e tutti i componenti della squadra fecero lo stesso: era il loro tributo a Neville. Frank sbattè più volte le palpebre, gli occhi lucidi.
Poco dopo ricevettero la Coppa da Silente, che sorrise loro; la McGranitt singhiozzò in loro direzione, senza nemmeno preoccuparsi di nascondere le lacrime.
Dopo aver fatto la doccia, uscirono dagli spogliatoi; ad attenderli c’erano gli altri.
- Dorcas ti farà la ramanzina.- commentò James, vedendo il volto della ragazza da lontano; mentre si rivestivano aveva riso alla rassicurazione che Sirius gli aveva detto di aver urlato ai loro amici.
- Sì, lo so…- ghignò Sirius.
- Black, maledetto tu e la tua faccia tosta!- gli urlò la ragazza saltandogli addosso a peso morto.
- Sì, ti amo anche io, Meadowes!- replicò lui con il suo ghigno e caricandosela sulla spalla fra le risate di lei.- La scopa…
-…te la portiamo noi, lo sappiamo.- disse Peter, prendendola in mano.
James si avvicinò a Lily, che rise e gli disse:
- Sei proprio messo male!
- Ehi!- protestò lui, sorridendo.
- Sei più disordinato del solito!
- Non è vero! Io sono sempre ordinato!
- Ma per favore, sei brutto da far paura!
Gli occhi di James s’illuminarono pericolosamente, mentre il suo solito ghigno compariva in faccia.
- Beh…- fece Lily con il suo sorrisetto divertito, iniziando a correre.- Io andrei.
- Si, ho capito.- disse Remus, prendendogli la scopa.
- Grazie!- urlò James correndo dietro a Lily.
Lily corse a tutta velocità verso il lago, sperando di seminare James, ma aveva i suoi dubbi: nonostante, grazie alle corse estenuanti di Malocchio, fosse diventata più veloce, James riusciva ancora a raggiungerla. E infatti, sentì il corpo di James premere da dietro contro il suo.
- Presa!- gridò James trionfante, cadendo lateralmente sull’erba.
Una volta atterrati “morbidamente” per terra, James continuò a tenere Lily stretta a sé; la ragazza era già in preda alle risate.
- Non ti sto facendo nemmeno il solletico e già ridi?- obiettò divertito James, voltandola verso di sé e mettendosi sopra di lei per poterla vedere meglio in viso.
- Che ci posso fare se mi fai ridere?- rise Lily, le lacrime agli occhi.
- Beh, almeno sono divertente.- disse James, aggiungendosi alle risate di Lily.
- Non cominciare a fare l’egocentrico vanitoso.- lo avvertì la ragazza ammonendolo scherzosamente con l’indice.
- Nah, chi c’ha voglia, ora?- commentò lui, sfiorandole la guancia con il naso.
Lily rabbrividì mentre James le baciava la guancia, la punta del naso e raggiungeva le labbra, limitandosi prima a sfiorarle e poi a baciarle prima piano e poi con crescente passione; Lily rispose a quel bacio, giocherellando con i suoi capelli. Ad un certo punto però, la ragazza sentì qualcosa premerle contro la gamba e si staccò dalle labbra di James, leggermente imbronciata.
- Ma che…
- Ops…- fece James imbarazzato e tirando fuori dalla tasca della tuta il Boccino appena catturato.- Abbiamo trovato il colpevole.
Lily alzò un sopraciglio, un po’ divertita e un po’ infastidita.
- Sempre quella stupida pallina…- commentò Lily.
- Tranquilla.- disse James alzandosi.- Non mi metto ad usarlo.
- Davvero?
- No…- James ghignò divertito.- Lo userai tu.
- Scherzi, vero?- rise Lily.
- Lily, io sono sempre serio su queste cose.- le disse James con un sorrisetto serafico.
Lily non fece in tempo a dirgli: “Scordatelo!” che James la tirò su da terra e dopo essersi seduti sotto il solito faggio le mise in mano la pallina dorata.
- James…- fece Lily.- Che ci dovrei fare?
- Lily, credevo sapessi tutto di tutto.- si sorprese fintamente James.
- Ma pensavo avessi capito che la mia cultura sul Quidditch è praticamente nulla.- gli ricordò Lily.
- Nulla?- ridacchiò James.
- O quasi…- si corresse lei.
- Sì, certo!- la prese in giro lui.
- Brutto antipatico!
- Ehi!
Come al solito finì tutto di nuovo tra risate e solletico, ma alla fine James riuscì a “costringere” Lily a provare alcune prese…che si risolsero in un mezzo disastro.
- Ci sono, ci sono…- mormorò Lily per l’ennesima volta, ma non fece in tempo a finire la frase che prese per un pelo la pallina ma rovinò addosso a James, ridendo come una pazza.
- Ok, è ufficiale.- rise James.- Lily, sei negata a prendere il Boccino!
Lily, per tutta risposta, continuò a ridere, distesa su James.
- Ok, torno seria…- ansimò Lily, senza fiato.
- Per fortuna!- fece James con un ghigno divertito.
Sentì le labbra di Lily premute sulle sue e in un istante James invertì le posizioni, perdendosi un attimo a vedere i capelli rossi di Lily sparsi in tutte le direzioni sull’erba.
- Ti sei imbambolato?- chiese Lily.
- Chissà perché…- mormorò James sulle sue labbra.
Lily rispose al bacio che seguì, abbandonandosene totalmente; si chiese come fosse possibile che ogni bacio le facesse annullare il contatto con la realtà, che la facesse stare bene come la prima volta che si erano baciati. Non quando si erano messi insieme, ma quando James le aveva rubato quel bacio al sesto anno, il giorno dopo l’attacco a Hogsmeade durante il quale avevano sfidato Voldemort insieme per la prima volta; si era sentita già allora protetta, al sicuro…felice.
- Ti amo, Potter.- bisbigliò Lily appena si staccarono.
- Ehi, come mai siamo così zuccherose?- chiese James accarezzandole la guancia.
- Sai, qualcuno ogni tanto dice che il diabete fa’ bene.- rispose Lily.- E siccome questo qualcuno ha pure vinto, direi che oggi posso dimostrargli che sono anche un po’ diabetica, no?
- Davvero?
- Ma domani ritorno normale, cosa credi?
- Ti pareva…- sbuffò divertito James, baciandola ancora.
James sentì le labbra di lei, sottili ma morbide e delicate, premute sulle sue; lasciò dei semplici baci su quelle labbra che adorava, chiedendo silenziosamente che si aprissero per lui. Dopo essersi divertita a farlo penare un po’, il ragazzo sentì le labbra di Lily che si schiudevano e le loro lingue intrecciarsi. Il ragazzo fece scendere lentamente le mani lungo i fianchi di lei, per la prima volta totalmente rilassato e felice: avevano subito giorni d’inferno che ora erano momentaneamente finiti; lei gli era stata accanto silenziosamente, sopportando i suoi malumori e le sue angosce, sostenendolo come poteva e di questo le era assolutamente grato. Si staccò da lei e passando una mano fra i suoi capelli rossi le disse:
- Ti amo anch’io, Evans.
Lily sorrise, arrossendo un pochino.
“Sempre a farmi quest’effetto…” pensò divertita lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

*.*


Poco dopo, quando rientrarono, videro Sirius e Dorcas sulla soglia del dormitorio maschile con un’espressione leggermente confusa sui volti e Mary e Marlene davanti alla porta del bagno, dal quale giungevano singhiozzi; Peter e Remus erano accanto a loro, senza sapere cosa dire o fare.
- Ma che succede?- chiese James.
- Boh, siamo appena arrivati pure noi.- rispose Sirius.
- Si nota…- commentò James indicandogli un piccolo graffio alla base del collo del ragazzo.
Sirius scrollò le spalle, come se fosse una cosa normale avere un graffietto sul collo, mentre Dorcas arrossì con forte imbarazzo.
- Alice, dai!- fece Marlene, preoccupata.- Esci!
In quel momento arrivò Frank, preoccupato.
- Non è ancora uscita?- chiese il ragazzo.
- Che le hai fatto?- domandò Mary, cercando di essere calma, ma la rabbia che le ribolliva dentro e con il segreto proposito di ammazzare il giovane Paciock se avesse ferito l’amica in qualche modo.- Mica l’avrai mollata, eh?
- Ma ti pare?!- esclamò Frank, scandalizzato.- Io le avevo solo chiesto di sposarmi.
Nel dormitorio calò subito il silenzio.
- Frankuccio bello…- cominciò James.-…che cos’hai detto?!?- concluse poi insieme a Sirius.
- Eddai, che avete capito!- sbuffò Frank, sorridendo impacciato e imbarazzato.- È solo che io gliel’ho detto e non ho fatto nemmeno in tempo a tirare fuori l’anello che è scoppiata a piangere e si è fiondata in bagno; sono arrivati gli altri e io sono andato fuori a calmarmi un po’ perché credevo di aver fatto un casino…
I singhiozzi di Alice si erano fatti più sporadici, così Lily ne approffittò per avvicinarsi alla porta del bagno.
- Alice?- la chiamò cautamente.
La porta del bagno finalmente si aprì e ne uscì una Alice rossa in viso e con gli occhi lucidi.
- Tutto bene?- chiese Marlene.
Alice annuì e pigolò a Frank:
- Scusa…
Frank sorrise e, tirando fuori una scatolina e mettendosi in ginocchio, disse:
- Direi che ora mi posso dichiarare meglio.
Aprì la scatolina e disse:
- Alice Geraldine Prewett…vuoi sposarmi?
Lily trattenne il fiato, stringendo la mano di James per l’eccitazione.
Il labbro inferiore di Alice tremò appena e la ragazza singhiozzò:
- Sì, Frankie!
Nel dormitorio si sentì un forte boato appena Alice ebbe l’anello al dito e Frank la baciò; appena si separarono iniziarono i festeggiamenti per la vittoria.
Per una volta, Lily si lasciò andare alla più completa baldoria; di solito, lei si ritirava ad una certa ora insieme a James per stare da sola con lui.
Andarono a letto alle due del mattino, quando la McGranitt venne a dire loro di smetterla.
- Non credo tu voglia andare subito a letto.- le mormorò all’orecchio James, abbracciandola da dietro.
- Dipende se la soffitta è occupata…- disse Lily facendo spallucce, sorridendo un po’ maliziosa.
- No.- rispose James sicuro controllando la Mappa.- Quindi, ora sei mia.
Lily non fece in tempo a dire niente che si ritrovò sulla spalla di James, scombussolata dalle risate.
Risate che divennero mormorii e parole a mezza voce fra delle lenzuola bianche di un vecchio letto a baldacchino.

Lily si svegliò, sbattendo un attimo le palpebre e guardandosi attorno, un po’ spaesata, chiedendosi perché indossasse una camicia enorme.
Dopo pochi minuti riconobbe la soffitta della Torre di Grifondoro e la pelle di James a contatto con le sue dita, ricordandosi che, come al solito, erano rimasti a dormire lì dopo aver fatto l’amore.
Lily lo guardò mentre dormiva e sorrise con tenerezza nel vederlo completamente immerso nel mondo dei sogni, pacifico e senza preoccupazioni; gli accarezzò dolcemente la guancia e lo vide sorridere placidamente nel sonno.
Dopo avergli dato un bacio sulla guancia, Lily posò di nuovo la testa sul suo petto, pensando ad Alice e Frank che si erano fidanzati ufficialmente - Frank, forse non tanto sobrio, aveva urlato che per il matrimonio voleva tutti e quattro i Malandrini come testimoni - e pensò anche lei a come poteva essere se un giorno James si fosse dichiarato.
“Lily Charlotte Potter” pensò Lily, divertita. “Beh, non suona neanche male…”
In quel momento sentì James sbuffare e quando alzò lo sguardo lo vide aprire gli occhi.
- Ciao, dormiglione.- lo salutò Lily.
- Ciao…- borbottò James, sbadigliando e passandosi una mano sugli occhi, regalandole un sorriso ancora un po' assonato.
Appena James si fu svegliato completamente, le disse:
- Senti, Lily…devo dirti una cosa.
- Ovvero?- chiese Lily, pensando: “Mica vorrà sposarmi…”
Nonostante lo amasse e avesse pensato a se stessa come sua moglie, capiva però che sarebbe stato un po’ troppo affrettato per loro; erano ancora giovani, dopotutto.
- Ho pensato a noi e al nostro futuro dopo il diploma.- disse James.- E pensavo che non voglio perderti.
- Nemmeno io.- disse Lily.- Ma che c’entra tutto questo con…
- Verresti a vivere con me?
Lily sbattè le palpebre un paio di volte prima di mormorare:
- Che cosa…?
- Sai, dopo Hogwarts pensavo sempre di andarmene da casa mia per essere più indipendente.- spiegò James.- E ho anche trovato un appartamento a Godrick’s Hollow. Ed ecco, pensavo che magari noi due, visto che seguiremo entrambi il corso per diventare Auror…
James s’interruppe e poi disse, un po’ imbarazzato:
- E poi vorrei svegliarmi accanto a te ogni mattina, litigare anche per le cazzate più stupide e inutili, dormire accanto a te, fare l’amore con te…insomma, voglio averti accanto, Lily. Ecco, non devi rispondermi subito, prenditi tutto il tempo che vuoi per pensarci; basta che mi fai sapere.
Lily non ebbe nemmeno bisogno di pensarci che disse subito:
- Sì.
- Sì cosa?- chiese James, sentendo uno strano calore all’altezza del petto.
- Devo essere pazza a costringerti di passare la tua vita accanto ad una pazza nevrastenica, bisbetica, perfettina e amante delle regole come me…- rise Lily.-…ma io voglio vivere con te, James e…
Lily non fece in tempo a finire la frase che subito si ritrovò stritolata amabilmente fra le braccia di un James che rideva felice. La ragazza sorrise, felice a sua volta: aveva avuto già da tempo una mezza idea di andare a vivere per conto suo una volta finita la scuola, ancora prima della morte dei suoi genitori; quell’idea si era poi radicata bene dopo la loro morte. E ora James le aveva proposto di passare la vita insieme.
“E magari, poi, chissà…” pensò Lily sorridendo.
C’era la guerra, fuori; ma vivere uniti per fronteggiarla insieme era la cosa migliore che c’era. E poi anche lei voleva le stesse cose di James: svegliarsi accanto a lui dopo aver fatto l’amore, litigare anche per le cose più stupide, vivere ogni piccola cosa insieme…voleva tutto questo.
- Quindi, appena finito il diploma andiamo nella casa nuova.- le disse James.
- Non vedo l’ora.- sorrise Lily avvicinandosi al suo volto.
James sorrise a sua volta prima di baciarla e toglierle quella camicia troppo grande per lei e raggiungere ogni centimentro della sua pelle mentre Lily lo accoglieva dentro di sè. Quando finirono, James si mise a guardare Lily che, raggomitolata contro di lui e con la testolina rossa posata sul suo petto, regolarizzava il respiro, mentre il braccio di lei gli circondava delicatamente il basso ventre; guardò la mano di destra di lei sul suo petto e, anche se sapeva quanto prematuro potesse essere un gesto del genere, si chiese come sarebbe stato vedere quella mano indossare una fede nuziale.
Poco dopo, entrambi si riaddormentarono.



















 
 
 
 
 

NOTE: allora, come avete letto, sono stata di parola! e tranquille, non ci saranno più capitoli pieni di pericolo.
anche se ci sarà comunque un po' di malinconia; ebbene sì, ancora due capitoli e...fine. :'(   per fortuna che però c'è il sequel, così le lacrime vere e proprie le lascio per quello.
beh, allora? che ve ne pare???
aspetto i vostri pareri, fatemi sapere se è stato di vostro gradimento o no...
bye bye :)
  
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