Chapter 8 – One Last Dance # Parte Prima (Once Upon A
Time...)
C’era una volta,
una bella principessa, dai bellissimi e lunghi capelli color del miele, e dagli
occhi dorati, come se una fata sbadata le fosse piombata sopra una notte
d’estate.
Il soave a melodioso
nome della principessa era Hermione Granger.
La ragazza
governava il suo regno, Il Gryffindor, con grande solerzia ed umiltà.
Purtroppo il suo
più grande rivale, il principe Draco Malfoy imperatore dei Slytherin, voleva
ucciderla, esaudendo così il volere di suo padre, il re Lucius.
La notte del
diciannovesimo compleanno della ragazza si sarebbe svolta una festa nello
scantinato del castello nascosti così dalla cattiva governante che li
perseguitava, Minerva Mcgranitt.
Hermione si stava
preparando proprio in quel momento per la festa, ma non sapeva che vi avrebbe
partecipato anche il suo più grande rivale, Draco.
“CAZZO! Lavanda!
Vuoi uscire da quel cesso si o no?!” la riccia, sempre adoperando quel suo
portamento aggraziato chiamò la sua amica ermeticamente incatenata al bagno.
“Non essere
scurrile! Comunque ora esco!” ripose una vocetta gracchiante all’interno della
stanza.
Lavanda Brown uscì
dalla toilet lanciando occhiate malvagie verso la riccia, che seccata sbatté la
porta, entrando.
Hermione tirò fuori
un vestito piuttosto corto.
Era bianco e a
collo alto, ricordava un abito dei fantastici anni Settanta, ma era piuttosto
carino.
La riccia se lo
infilò. Con una faccia soddisfatta si specchiò, prima di truccarsi.
Un soffice lucido
le bagnava le labbra, e gli occhi erano segnati da una sottile linea di matita
nera.
I capelli li
raccolse in un disordinato chignon, che le davano quell’aspetto da ’carina si,
ma non troppo ’.
Finalmente pronta
si diresse verso il suo letto.
Ginny si bloccò
davanti a lei. “Come sei bella…” sospirò applaudendo. La Gryffindor le sorrise
prima di vederla sparire nel bagno.
Tutti gli studenti
di Hogwarts erano ammassati nell’atrio, nessuno avrebbe badato quei cento
Gryffindor che scendevano a perdifiato le scale.
Dalla Sala Grande
si udiva provenire già la musica adatta per la serata.
Harry Potter and
Company erano ammassati nell’aula di Pozioni.
“Ma dove cazzo sono
quelle dannate Serpi?!” strillò Seamus con aria bellicosa.
“Forse ci hanno
imbrogliato.” Ipotizzò Neville.
“No. I Slytherin
non sono affidabili ma quando si tratta di feste gli darei anche mio figlio.”
Commentò Hermione, tranquilla.
Infatti poco dopo
una serie di scoppi provenne dall’ufficio di Piton.
“Oh, che cazzo
stanno facendo?!” sibilò Ginny, terrorizzata.
“Non lo so…” disse
la riccia inquietata.
‘YMCA, YMCA!!!”
dopo un piccolo stacco musicale entrarono Blaise, Draco, Theodore, Tiger e
Goyle vestiti da indiani e poliziotti.
“Il mio sistema
nervoso non reggerà anche questa botta…” sillabò Hermione passandosi una mano
sulla testa.
I cinque pazzi
incominciarono a spogliarsi, sotto le grida isteriche di qualche ragazzina di
primo anno.
Ginny era diventata
di più colori vedendo il suo ragazzo con una piuma sulla testa e… ehm.. solo
quello.
Draco, travestito
da poliziotto, ammiccava in direzione di Hermione, che imbarazzata negava con
il capo.
Fortunatamente,
prima che finissero di spogliarsi completamente il cartellone di Draco
‘Slytherin Rules ’ piombò sulla testa di Tiger, che franò a terra privo di sensi.
“Almeno quel dannato cartellone è servito a
qualcosa…” disse Ginny all’orecchio della riccia che osservava Draco, rimasto
in mutande, camicia e cravatta, aiutare Tiger ad alzarsi.
“E’ uno spettacolo
penoso…” Hermione riuscì a riprendere l’uso della parola.
Pansy Parkinson, vestita di pelle nera, salì
sul palco, abbracciando un microfono.
“Salve dannata
feccia. Se volete divertirvi veramente vi consiglio di spostarvi da quella
parte.” Asserì melassosa indicando una stanza a sinistra.
I Gryffindor, ancora
terrorizzati, si diressero come un gregge di pecore verso la stanza indicata.
Hermione rimase
estasiata, una volta penetrata la porta.
Luci stroboscopiche
verdi illuminavano a tratti la sala fondamentalmente in penombra.
Una musica forte ed
assordante faceva rimbombare i muri.
Qualcuno sniffava
droga, piegato sul tavolino.
“Mai visto nulla
del genere, vero Granger?” la voce della Parkinson infastidiva il suo orecchio
troppo occupato ad ascoltare quel rumore così tipicamente Slytherinesco.
Hermione percorse
la sala, attirando a sé le immagini più strane.
“Bella festa, vero
Granger?” una voce che la infastidiva nettamente meno, la chiamò, invitandosi a
girarsi.
Draco Malfoy,
tornato ad indossare un tranquillo smoking nero abbinato ad una cravatta
bianca, si trovava appoggiato al muro, evidentemente reduce da una grande
corsa.
“Se non fosse stato
per quella buffonata di prima, forse si.” Ripose la riccia, osservandolo
ghignare.
“Theodore aveva
visto una videocalletta o roba del genere, comunque era robaccia babbana. Ci
era piaciuta l’idea ed abbiamo provato.” Chiarì il biondo, avvicinandosi alla
ragazza con un flute di champagne.
“Fatti a fidare di
Nott…” sospirò la ragazza, sorridendo, ed afferrando il bicchiere.
“Già.” Asserì il
biondo.
“Hai deciso quando
vuoi uccidermi?” domandò come fosse una barzelletta.
“Sto pensando ad
altro…” disse malizioso.
“Sempre a dire
sconcerie Malfoy. Datti un calmata!” disse con un tono flebile.
“Finché rimarrai
davanti a me, sarà difficile non dirne…”
“Siamo in vena di
complimenti stasera?”
“Ti sto
ingraziando, così ti farai ammazzare più facilmente.”
“Pensi che
riuscirai ad incastrarmi così facilmente?” I loro corpi piano si stavano
avvicinando, senza che i due se ne rendessero conto, le loro labbra quasi si
sfioravano.
“Si.” Le sussurrò
il biondo, prima di annullare ogni distanza, lambendo ogni angolo della sua
pura ed inesperta bocca rosea. Affondando la sua lingua fredda nella sua bocca
in fiamme, non volendo più smettere.
“Forse hai
ragione…” affermò la riccia, afferrandolo per la cravatta e trascinandolo verso
una camera qualsiasi.
Doveva essere la
stanza di Blaise , date le mille foto di Ginny, appese la muro.
Le tende verdi
erano abbassate, creando un’atmosfera tanto surreale quanto stupenda.
Draco spinse la
riccia sul letto liberandola da ogni tipo di pensiero.
Hermione si spinse
verso la testiera del letto, con una spinta dei suoi piedi.
La cravatta di
Draco venne subito buttata sopra una sedia.
“Sei sicura?” disse
il biondo tra un ansimo e l’altro.
“Perché non dovrei
esserlo?” chiese le riccia, liberandosi della camicia nera del ragazzo.
“Insomma… Fino a
ieri mi odiavi!” asserì confuso, slacciandogli i bottoni della camicetta.
“Ti odio ancora
Malfoy, ma sento una strana attrazione verso di te… non so come spiegartela…”
Draco fece spallucce e disse “Anche questa è una logica…”
I due erano rimasti
in biancheria intima, pronti per piombare nell’oblio.
“Poteri ucciderti
in ogni momento, non hai paura?” chiese il biondo.
“Correrò il
rischio…” affermò felice, cominciando a levargli i boxer.
“Ginny, ti voglio…”
la voce di Blaise Zabini intervenne in quel momento tanto inadeguato.
I due innamorati
stavano aprendo la porta, la rossa saldamente aggrappata ai fianchi del
ragazzo.
Hermione e Draco
afferrarono in un nanosecondo tutta la loro roba e si ficcarono nel bagno.
La riccia sbuffando
iniziò sbuffare. Il biondo si avvicinò a lei, per calmarla, sussurrandole
all’orecchio “Dove eravamo rimasti?” ma lei sbottò.
“Abbiamo perso il
momento Malfoy! Levami quella manacce di dosso!” strillò turbata.
“Tu sei malata!
Fino a due secondi fa stavamo per scopare ed ora ci stiamo prendendo a
parolacce! Ti sembra normale?!” gridò Draco di rimando.
“Non voglio più!”
mormorò sedendosi a terra, con gli occhi lucidi.
Draco si accese una sigaretta, per scaricare
lo stress, e distese l’orecchio sulla porta, per sentire cosa facevano i due
scassaballe.
Dovevano aver
finito, perché l’inconfondibile voce di Ginny sembrava piuttosto seria, Draco
si ripromise di far notare a Blaise quanto fossero scarse le sue prestazioni
sessuali.
“L’altro giorno
Harry mi ha parlato…”
“Malfoy! Stai
origliando?!”
“No! Sto preparando
il presepe! La tua amica sta dicendo una cosa seria! E’ un evento
sensazionale!” disse sarcastico.
Hermione si
precipitò lungo lo stipite della porta, per ascoltare la loro conversazione.
“Che ti ha detto?”
chiese Blaise, atono.
“Che mi ama. Io lo
ho mandato al diavolo.” Disse la rossa, stringendo i pugni.
“Se vuoi stare con
lui, ti capisco. Sei libera di lasciarmi quando vuoi, non hai nessuna
costrizione con me.” Sapeva che quello era punto giusto su cui colpire. La
classica furbizia Slytherin.
“E’ per questo che
ti amo, Blaise.” Il moro rimase in silenzio.
Draco disse
eccitato “Adesso lo voglio proprio sentire! Razza di coglione!”.
“Grazie…” disse
Blaise, imbarazzato.
“Grazie?!”
Il moro annuì,
passandosi un mano sui capelli.
“Io ti dico che ti
amo e tu rispondi ‘grazie’ ?” chiese Ginny incredula, alzandosi dal letto.
“Uh-Uh! Finalmente
un po’ di pepe!” gridò Draco, sempre più divertito.
“Zitto idiota!” si scaldò la riccia.
“Ognuno dimostra il
suo amore a modo proprio!” si difese il moro.
“Balle!” gridò la
rossa, incazzata.
“Ti prego, Gin! Non
sono pronto!” la supplicò, prima di rabbrividire al colpo che produsse la porta
violentemente sbattuta.
FINE CAPITOLO 8
(PRIMA PARTE)
HOLAAAA!!! SCUSATE
PER LA CAZZATA DEL ‘C’ERA UNA VOLTA ’ ED ANCHE ERP QUELLA DI YMCA, ANZI SCUSATE
PER TUTTA QUESAT FICCY SURREALISSIMA! ORA VI SALUTO E VI RINGRAZIO PER I COMMY
RICEVUTI!!! CONTINUATE!! KISS SILVER