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Autore: Silvereye    15/11/2006    4 recensioni
Hermione viene invitata ad una festa da Ginny,che si è appena fidanzata con un ragazzo misterioso. Draco è nelle medesime condizioni. Blaise vaneggia su una sua ipotetica fidanzata e su una sua amica da fargli conoscere al concerto!
Genere: Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 8 – One Last Dance # Parte Prima (Once Upon A Time

Chapter 8 – One Last Dance # Parte Prima (Once Upon A Time...)

C’era una volta, una bella principessa, dai bellissimi e lunghi capelli color del miele, e dagli occhi dorati, come se una fata sbadata le fosse piombata sopra una notte d’estate.

Il soave a melodioso nome della principessa era Hermione Granger.

La ragazza governava il suo regno, Il Gryffindor, con grande solerzia ed umiltà.

Purtroppo il suo più grande rivale, il principe Draco Malfoy imperatore dei Slytherin, voleva ucciderla, esaudendo così il volere di suo padre, il re Lucius.

La notte del diciannovesimo compleanno della ragazza si sarebbe svolta una festa nello scantinato del castello nascosti così dalla cattiva governante che li perseguitava, Minerva Mcgranitt.

Hermione si stava preparando proprio in quel momento per la festa, ma non sapeva che vi avrebbe partecipato anche il suo più grande rivale, Draco.

“CAZZO! Lavanda! Vuoi uscire da quel cesso si o no?!” la riccia, sempre adoperando quel suo portamento aggraziato chiamò la sua amica ermeticamente incatenata al bagno.

“Non essere scurrile! Comunque ora esco!” ripose una vocetta gracchiante all’interno della stanza.

Lavanda Brown uscì dalla toilet lanciando occhiate malvagie verso la riccia, che seccata sbatté la porta, entrando.

Hermione tirò fuori un vestito piuttosto corto.

Era bianco e a collo alto, ricordava un abito dei fantastici anni Settanta, ma era piuttosto carino.

La riccia se lo infilò. Con una faccia soddisfatta si specchiò, prima di truccarsi.

Un soffice lucido le bagnava le labbra, e gli occhi erano segnati da una sottile linea di matita nera.

I capelli li raccolse in un disordinato chignon, che le davano quell’aspetto da ’carina si, ma non troppo ’.

Finalmente pronta si diresse verso il suo letto.

Ginny si bloccò davanti a lei. “Come sei bella…” sospirò applaudendo. La Gryffindor le sorrise prima di vederla sparire nel bagno.

Tutti gli studenti di Hogwarts erano ammassati nell’atrio, nessuno avrebbe badato quei cento Gryffindor che scendevano a perdifiato le scale.

Dalla Sala Grande si udiva provenire già la musica adatta per la serata.

Harry Potter and Company erano ammassati nell’aula di Pozioni.

“Ma dove cazzo sono quelle dannate Serpi?!” strillò Seamus con aria bellicosa.

“Forse ci hanno imbrogliato.” Ipotizzò Neville.

“No. I Slytherin non sono affidabili ma quando si tratta di feste gli darei anche mio figlio.” Commentò Hermione, tranquilla.

Infatti poco dopo una serie di scoppi provenne dall’ufficio di Piton.

“Oh, che cazzo stanno facendo?!” sibilò Ginny, terrorizzata.

“Non lo so…” disse la riccia inquietata.

‘YMCA, YMCA!!!” dopo un piccolo stacco musicale entrarono Blaise, Draco, Theodore, Tiger e Goyle vestiti da indiani e poliziotti.

“Il mio sistema nervoso non reggerà anche questa botta…” sillabò Hermione passandosi una mano sulla testa.

I cinque pazzi incominciarono a spogliarsi, sotto le grida isteriche di qualche ragazzina di primo anno.

Ginny era diventata di più colori vedendo il suo ragazzo con una piuma sulla testa e… ehm.. solo quello.

Draco, travestito da poliziotto, ammiccava in direzione di Hermione, che imbarazzata negava con il capo.

Fortunatamente, prima che finissero di spogliarsi completamente il cartellone di Draco ‘Slytherin Rules ’ piombò sulla testa di Tiger, che franò a terra privo di sensi.

“Almeno quel dannato cartellone è servito a qualcosa…” disse Ginny all’orecchio della riccia che osservava Draco, rimasto in mutande, camicia e cravatta, aiutare Tiger ad alzarsi.

“E’ uno spettacolo penoso…” Hermione riuscì a riprendere l’uso della parola.

Pansy Parkinson, vestita di pelle nera, salì sul palco, abbracciando un microfono.

“Salve dannata feccia. Se volete divertirvi veramente vi consiglio di spostarvi da quella parte.” Asserì melassosa indicando una stanza a sinistra.

I Gryffindor, ancora terrorizzati, si diressero come un gregge di pecore verso la stanza indicata.

Hermione rimase estasiata, una volta penetrata la porta.

Luci stroboscopiche verdi illuminavano a tratti la sala fondamentalmente in penombra.

Una musica forte ed assordante faceva rimbombare i muri.

Qualcuno sniffava droga, piegato sul tavolino.

“Mai visto nulla del genere, vero Granger?” la voce della Parkinson infastidiva il suo orecchio troppo occupato ad ascoltare quel rumore così tipicamente Slytherinesco.

Hermione percorse la sala, attirando a sé le immagini più strane.

“Bella festa, vero Granger?” una voce che la infastidiva nettamente meno, la chiamò, invitandosi a girarsi.

Draco Malfoy, tornato ad indossare un tranquillo smoking nero abbinato ad una cravatta bianca, si trovava appoggiato al muro, evidentemente reduce da una grande corsa.

“Se non fosse stato per quella buffonata di prima, forse si.” Ripose la riccia, osservandolo ghignare.

“Theodore aveva visto una videocalletta o roba del genere, comunque era robaccia babbana. Ci era piaciuta l’idea ed abbiamo provato.” Chiarì il biondo, avvicinandosi alla ragazza con un flute di champagne.

“Fatti a fidare di Nott…” sospirò la ragazza, sorridendo, ed afferrando il bicchiere.

“Già.” Asserì il biondo.

“Hai deciso quando vuoi uccidermi?” domandò come fosse una barzelletta.

“Sto pensando ad altro…” disse malizioso.

“Sempre a dire sconcerie Malfoy. Datti un calmata!” disse con un tono flebile.

“Finché rimarrai davanti a me, sarà difficile non dirne…”

“Siamo in vena di complimenti stasera?”

“Ti sto ingraziando, così ti farai ammazzare più facilmente.”

“Pensi che riuscirai ad incastrarmi così facilmente?” I loro corpi piano si stavano avvicinando, senza che i due se ne rendessero conto, le loro labbra quasi si sfioravano.

“Si.” Le sussurrò il biondo, prima di annullare ogni distanza, lambendo ogni angolo della sua pura ed inesperta bocca rosea. Affondando la sua lingua fredda nella sua bocca in fiamme, non volendo più smettere.

“Forse hai ragione…” affermò la riccia, afferrandolo per la cravatta e trascinandolo verso una camera qualsiasi.

Doveva essere la stanza di Blaise , date le mille foto di Ginny, appese la muro.

Le tende verdi erano abbassate, creando un’atmosfera tanto surreale quanto stupenda.

Draco spinse la riccia sul letto liberandola da ogni tipo di pensiero.

Hermione si spinse verso la testiera del letto, con una spinta dei suoi piedi.

La cravatta di Draco venne subito buttata sopra una sedia.

“Sei sicura?” disse il biondo tra un ansimo e l’altro.

“Perché non dovrei esserlo?” chiese le riccia, liberandosi della camicia nera del ragazzo.

“Insomma… Fino a ieri mi odiavi!” asserì confuso, slacciandogli i bottoni della camicetta.

“Ti odio ancora Malfoy, ma sento una strana attrazione verso di te… non so come spiegartela…” Draco fece spallucce e disse “Anche questa è una logica…”

I due erano rimasti in biancheria intima, pronti per piombare nell’oblio.

“Poteri ucciderti in ogni momento, non hai paura?” chiese il biondo.

“Correrò il rischio…” affermò felice, cominciando a levargli i boxer.

“Ginny, ti voglio…” la voce di Blaise Zabini intervenne in quel momento tanto inadeguato.

I due innamorati stavano aprendo la porta, la rossa saldamente aggrappata ai fianchi del ragazzo.

Hermione e Draco afferrarono in un nanosecondo tutta la loro roba e si ficcarono nel bagno.

La riccia sbuffando iniziò sbuffare. Il biondo si avvicinò a lei, per calmarla, sussurrandole all’orecchio “Dove eravamo rimasti?” ma lei sbottò.

“Abbiamo perso il momento Malfoy! Levami quella manacce di dosso!” strillò turbata.

“Tu sei malata! Fino a due secondi fa stavamo per scopare ed ora ci stiamo prendendo a parolacce! Ti sembra normale?!” gridò Draco di rimando.

“Non voglio più!” mormorò sedendosi a terra, con gli occhi lucidi.

Draco si accese una sigaretta, per scaricare lo stress, e distese l’orecchio sulla porta, per sentire cosa facevano i due scassaballe.

Dovevano aver finito, perché l’inconfondibile voce di Ginny sembrava piuttosto seria, Draco si ripromise di far notare a Blaise quanto fossero scarse le sue prestazioni sessuali.

“L’altro giorno Harry mi ha parlato…”

“Malfoy! Stai origliando?!”

“No! Sto preparando il presepe! La tua amica sta dicendo una cosa seria! E’ un evento sensazionale!” disse sarcastico.

Hermione si precipitò lungo lo stipite della porta, per ascoltare la loro conversazione.

“Che ti ha detto?” chiese Blaise, atono.

“Che mi ama. Io lo ho mandato al diavolo.” Disse la rossa, stringendo i pugni.

“Se vuoi stare con lui, ti capisco. Sei libera di lasciarmi quando vuoi, non hai nessuna costrizione con me.” Sapeva che quello era punto giusto su cui colpire. La classica furbizia Slytherin.

“E’ per questo che ti amo, Blaise.” Il moro rimase in silenzio.

Draco disse eccitato “Adesso lo voglio proprio sentire! Razza di coglione!”.

“Grazie…” disse Blaise, imbarazzato.

“Grazie?!”

Il moro annuì, passandosi un mano sui capelli.

“Io ti dico che ti amo e tu rispondi ‘grazie’ ?” chiese Ginny incredula, alzandosi dal letto.

“Uh-Uh! Finalmente un po’ di pepe!” gridò Draco, sempre più divertito.

“Zitto idiota!” si scaldò la riccia.

“Ognuno dimostra il suo amore a modo proprio!” si difese il moro.

“Balle!” gridò la rossa, incazzata.

“Ti prego, Gin! Non sono pronto!” la supplicò, prima di rabbrividire al colpo che produsse la porta violentemente sbattuta.

FINE CAPITOLO 8 (PRIMA PARTE)

HOLAAAA!!! SCUSATE PER LA CAZZATA DEL ‘C’ERA UNA VOLTA ’ ED ANCHE ERP QUELLA DI YMCA, ANZI SCUSATE PER TUTTA QUESAT FICCY SURREALISSIMA! ORA VI SALUTO E VI RINGRAZIO PER I COMMY RICEVUTI!!! CONTINUATE!! KISS SILVER

  
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