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Autore: sweety19    22/04/2012    2 recensioni
e se sia damon che stefan decidessero di allontanarsi da Elena per smettere di soffire? E se Elena di accorgesse di non poter vivere senza Damon?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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QUARTO CAPITOLO
 
POV STEFAN
 
Se Klaus voleva portarla via con se, se Klaus era così tranquillo da lasciare Mistic Falls con Elena voleva dire che non sapeva che tutti i vampiri erano collegati in una linea di sangue, compresi i suoi amati ibridi e proprio per questo forse c’era ancora una possibilità di fare un patto con lui.
Stefan si diresse verso la grande casa dell’originario e una volta entrato se lo trovò davanti
-Klaus, sono qua per parlarti- disse con tono grave ma il vampiro non sembrava in vena di parole –Dove sono i miei paletti?- lo aggredì cosi Stefan dovette mettersi a spiegare il piccolo problema che avevano avuto con Alaric prima di poter continuare – detto questo, oltre ai paletti c’è ancora tua madre Klaus, e visto che le cose sono leggermente cambiate dal momento che uccidere un originario vuol dire uccidere anche tutta la sua linea di sangue sono qua per chiederti un’alleanza, tra me te e Damon, per trovare il paletto mancante e sconfiggere Ester. A prova della mia buona fede ti lascio i due paletti che avevamo. Tutto questo ad un patto, che tu lasci vivere ad Elena una vita normale, che non la porti via dalla sua casa- Klaus versandosi una sacca di sanue in un grosso bicchiere di cristallo ci riflettè un istante per poi voltarsi e stringere la mano a Stefan –Affare fatto, hai la mia parola, non la porterò via dalla sua vita, ma continuerò ad usare il suo sangue.-
 
POV DAMON
 
Vederla dormire tra le sue braccia gli dava una tranquillità che aveva provato solo molto tempo prima, quando era ancora un essere umano e ciò lo fece quasi commuovere.
Com’era possibile che si fosse innamorato a tal punto di quella piccola umana, non riusciva a darsene una ragione, e tanto meno a darsi pace.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, compreso sparire dalla sua vita pur di renderla felice. L’amava a tal punto che avrebbe sacrificato qualsiasi cosa per lei, anche se era ben consapevole che un’intera esistenza senza quei dolci occhi non avrebbe avuto senso.
Era li a guardarla e nello stesso tempo aveva un senso di timore, si ricordava perfettamente ogni istante e ogni gesto della sera prima, avrebbe potuto farla sua, ma aveva desistito proprio per non rischiare che in quel momento lei si pentisse, ma conoscendo la sua piccola Elena era possibile che nonostante ciò lei si chiudesse in se stessa ugualmente.
La vide iniziare a muoversi dolcemente, a stiracchiare gambe e braccia prima di aprire i suoi grandi occhi nocciola e guardarlo.
Lo sguardo che vede però non era pieno di timore ed imbarazzo, bensì era tranquillo e cordiale.
-Buongiorno principessa- soffiò nel tono più dolce che fosse capace di emettere e lei sorrise –Buongiorno Damon- ed inaspettatamente si rannicchiò ancora di più tra le sue braccia.
Il vampiro rimase piacevolmente sorpreso e la strinse ancora più a se prima di iniziare a farle il solletico per cercare di svegliarla. Sarebbe rimasto volentieri per sempre in quella posizione ma avevano una missione da rispettare.
-Damon, cinque minuti… ho troppo sonno- disse mentre si contorceva dalle risate per il solletico –Ah ah… la mia piccola principessa soffre il solletico?! Bè mi spiace pelandrona, ma dobbiamo proprio sbrigarci se vogliamo andare a prendere Jeremy, per quanto ti assicuro rimarrei qua, e non solo a farti il solletico- le disse facendo spuntare quel suo sorriso sghembo che aveva conquistato centinaia di donne nell’arco della sua non vita.
Le sue guance si arrossarono immediatamente, probabilmente ripensando ai baci appassionati che si erano scambiati poche ore prima in quello stesso letto che sapeva così tanto di loro.
Damon nel mentre si era alzato ed era gia sotto la doccia, cercando anche di togliersi dalla testa i baci e le carezze della notte, era ben consapevole che probabilmente quella era stata l’unica notte che lei gli avrebbe concesso, e sapeva che per quanto era stato un gentiluomo non era certamente andata come lui aveva desiderato.
Dopo aver preso una colazione veloce si rimisero in viaggio, non mancava molto e passarono le ultime miglia a chiacchiere e ridere.
 
POV ELENA
Si sentiva strana, era sorpresa di riuscire a ridere e scherzare così con Damon, si sentiva per la prima volta da tanto tempo una ragazza normale, anche se di normale non aveva nulla.. era strano che proprio il vampiro era la persona che la rendeva tranquilla e la faceva star bene.
Ma tutto quello che era accaduto nelle ultime ore non riusciva comunque a farla sentire totalmente tranquilla, il pensiero di Stefan a casa la rendeva triste, quello che aveva fatto l’aveva fatta sentire sporca, l’aveva fatta sentire come Kathrine, e forse era proprio quello il problema, era molto più simile a lei di quanto pensasse.
 
Una volta preso Jeremy gli spiegarono la situazione, e gli chiesero anche di parlare con Rose, per riuscire a scoprire chi era l’originario da cui discendevano, per riuscire a scoprire qual era il vampiro da non uccidere assolutamente ma Rose disse loro che non era stato uno della famiglia a trasformarla, bensì una certa Mary Porter. Appena sentito quel nome a Damon spuntò un sorriso malizioso che Elena proprio non riuscì ad ignorare
-Cosa hai da sorridere?- le chiese la ragazza visibilmente infastidita
-Nulla, era una…diciamo che abbiamo avuto modo di conoscerci negli anni- disse con un ghigno
-Possibile che tu sia andato a letto con tutti i vampiri che hai incontrato?- urlò Elena sorprendendo Jeremy e Damon che subito si affrettò a calmare la situazione –Elena forse è il caso che ti calmi e ne parliamo più tardi- ma la ragazza era come impazzita –Parlare? Di cosa dovremmo parlare? Del fatto che non sei in grado di non portarti a letto qualsiasi ragazza, vampiro o umana che tu incontri? Rose, Rebekah, Caroline, Kathrine, mia madre,Sage e  ora anche questa Mary-
Damon accostò la macchina, scese e chiese a Jeremy di aspettare un attimo, trascinò per la seconda volta in ventiquattro ore Elena giù dal sedile e una volta allontanati abbastanza da poter parlare senza che Jeremy potesse ascoltare iniziò a urlare lui –Adesso mi spieghi cosa ti prende? Lo sai che sono in giro da 145 anni, e oltre all’ elenco che hai stilato pochi attimi fa ce ne sono molte altre, ma questo non riguarda te, non riguarda noi e soprattutto la tua reazione non ha senso per niente , te ne rendi conto?- sbraitò il vampiro fuori di se, non riusciva a capire perché Elena fosse impazzita così.
Dopo che lei l’aveva baciato si era resa conto che la ragazza provava qualcosa per lui, ma se qualcuno doveva farsi saltare i nervi era lui, non certamente lei. –Elena, pensaci, sei tu quella che bacia me e va a letto con Stefan, non osare mai più venire a farmi una morale fino a quando non avrai preso una decisione definitiva-
Elena improvvisamente si vergognò di se stessa, non riusciva a comprendersi, quell’uomo la faceva andare via di testa, la faceva comportare in un modo che non le apparteneva.
-Damon, mi spiace, non dovevo urlarti in faccia, tu mi fai perdere il controllo, tu senza volerlo tiri fuori il peggio di me. Volevo capire i miei sentimenti per te in questo viaggio, e per quanto non posso negare che ci siano, non sono sani, salutari. Non puoi essere tu la mia scelta. Mi spiace Damon-
Il vampiro la fissò con quei grandi occhi azzurri senza dispiacere, ma con rabbia, ma il tono rimase sorprendentemente calmo e pacato –Sei una codarda, non mi stai dicendo che non sono la tua scelta perche non mi ami, ma perché con me vivi, perche con me non passi le tue giornate sapendo cosa accadrà il minuto dopo. Bè sai, mi hai fatto capire che non sono io a non essere la tua scelta, ma sei tu che non sei la mia. Ora se non ti dispiace risaliamo in macchina, non vedo l’ora di arrivare a Mistyc Falls per lasciarla definitivamente- detto questo si incamminò verso la macchina e a nulla servirono le suppliche di Elena e i tentativi di fermarlo.
 
UNA SETTIMANA DOPO
 
Damon aveva abbandonato la città, dicendo a Stefan che avrebbe trovato Mary e gli avrebbe fatto sapere chi l’aveva trasformata e di chiamarlo se ci fossero state emergenze. Non aveva nemmeno salutato Elena, non la voleva vedere. Le sue parole l’avevano ferito e deluso. Avrebbe potuto accettare di sentirsi dire che non provava sentimenti per lui, ma essere accantonato perché lei non riusciva ad accettare di essere gelosa di lui era inconcepibile.
 
Elena era nella sua stanza, era una settimana che si sentiva vuota, si scopriva ogni tanto a fissare la finestra in cui troppo spesso Damon era solito entrare e sorprenderla con le sue battute sottili e quel suo sorriso enigmatico. Eppure lei aveva scelto Stefan, anche se sempre più spesso si trovava a pensare di non aver scelto affatto. Di aver voluto semplicemente lasciare tutte le cose come stavano senza complicare nulla.
Lui non l’aveva nemmeno salutata,una volta arrivati a casa dal viaggio a Denver, le aveva semplicemente aperto la portiera senza degnarla di uno sguardo ed era sgommato via.
Aveva scoperto solo due giorni dopo da Stefan che appena arrivato a casa aveva sistemato le sue cose e se ne era andato. e Elena aveva provato a chiamarlo più volte, ma lui aveva sempre rifiutato ogni chiamata, aveva provato a chiedere a Bonnie di rintracciarlo, ma sembrava come scomparso dalla terra, aveva chiesto a Stefan se sapeva dov era andato il fratello ma nemmeno quello era servito a molto.
Jeremy era molto preoccupato per la sorella, era da ormai una settimana che non usciva di casa, mangiava a malapena e non voleva vedere nessuno. Si era subito reso conto che il motivo era Damon, che doveva essere successo qualcosa in quei due giorni di viaggio, e per quanto se avesse potuto scegliere lui per lei avrebbe preferito Stefan, si era altrettanto convinto che lei doveva dare un’occasione a Damon per riuscire ad essere felice.
Damon non aveva salutato Elena, ma la notte prima di partire era andato da lui, gli aveva detto di chiedere a Rose di rintracciare Mary e gli aveva dato un numero per le emergenze e Jeremy decise che era arrivato il momento di utilizzarlo:
-Dimmi Jeremy, è successo qualcosa?-
-Hai trovato Mary?- gli chiese per iniziare
-Si Jeremy, ma purtroppo l’aveva trovata prima Kol, è morta, dovrai chiedere a Rose di rintracciarla per noi-
-Ok Damon, ma ora è meglio che torni presto a casa- il vampiro rimase sorpreso da quella richiesta, era stato chiaro sul fatto che non voleva tornare
-Cosa è successo Jeremy? Elena sta bene?- chiese seriamente preoccupato
-No Damon, non esce dalla sua stanza da quando sei partito, non mangia, non vuole vedere nessuno, non mi interessa il motivo per il quale avete litigato, e quanto ancora vorrete fare gli orgogliosi, ma non posso passare un’altra notte sentendola singhiozzare.-
-Va bene, per l’ora di cena sarò da voi, ma non tornerò a Mistyc Falls, farò in modo che mangi.
Elena era seduta sul letto da ore oramai, teneva in braccio il suo orsacchiotto, quello stesso orsacchiotto che Damon eveva tenuto in braccio tante volte quando era venuto a infastidirla.
Aveva scelto di non scegliere Damon, e si era resa conto in quella settima che aveva sbagliato, o che almeno non lo voleva perdere 
Sapeva che non poteva chiedergli di rimanergli accanto in eterno ad aspettare che lei trovasse il coraggio di dare voce ai suoi sentimenti, ma non poteva immaginare una vita senza quei due occhi chiari che la scrutavano dentro.
 
-Hai intenzione di lasciarti morire di fame?- le chiese sedendosi accanto a lei.
Elena era sorpresa, aveva chiuso gli occhi per un istante e quando li aveva riaperti si era vista Damon li sul suo letto.
-Pensavo che te ne fossi andato- disse con una voce che preoccupò Damon, era assente, senza tono con lo sguardo triste e gli occhi segnati da occhiaie e arrossati.
-Infatti, ma Jeremy mi ha chiamato, mi ha detto che non stavi bene, ed ero preoccupato, mi spieghi cosa sta succedendo? Pensavo di aver capito che io facevo uscire il peggio di te, pensavo che andandomene tu saresti stata meglio- le disse sinceramente prendendole la mano e accarezzandola piano col pollice
-Mi manchi Damon, pensavo che sarebbe stato più facile ignorare i miei sentimenti per te, ma non ci riesco. Continuo a pensarti, continuo a chiedermi dove sei, cosa stai facendo, se mi stai pensando. Sto impazzendo Damon, e non eri te a tirar fuori il peggio di me, era il mio negare i miei sentimenti che mi stava facendo impazzire.-
-Facciamo una cosa piccola, ora tu vai in bagno, ti lavi il viso e scendi con me in cucina. Devi mangiare qualcosa, poi parleremo e troveremo una soluzione, te lo prometto.-
Elena sorrise, per la prima volta da una settimana e fece come gli aveva detto quel vampiro impulsivo che la stava guardando con tale dolcezza da farla sciogliere.
Damon era ai fornelli quando lei scese in cucina, dopo essersi sistemata per avere un aria decente.
Provò a ringraziarlo per essere tornato per l’ennesima volta ad accuparsi di lei ma lui le si avvicinò serio alzando un dito vicino al suo viso e le disse bloccandola–No no signorina, prima finisci di mangiare, poi avrai tutta la mia attenzione- cosi Elena fece come gli aveva detto e finì tutto il cibo, sparecchiò e si mise a sedere sullo sgabello accanto a Damon
  -Che cosa farai ora Damon?- le chiese con voce timorosa e lui la fissò facendo quello strano gioco con gli occhi che le era tanto mancato
-Mi assicurerò che tu stia bene, e poi penso che me ne andrò, cercherò di rifarmi una vita- le disse sincero mentre riprendeva a coccolarle la mano
-Ti prego Damon, non andartene, non lasciarmi di nuovo.- lo implorò Elena gettandosi tra le sue braccia e Damon non potè non sciogliersi sentendosela addosso. Gli era mancato il suo odore, la sua pelle soffice e quei capelli che gli accarezzavano il viso. Elena iniziò a singhiozzare sommessamente stringendolo più forte a se e lui le alzò il mento con il pollice e le sorrise, il sorriso più dolce che Elena avesse mai visto.
-Principessa, ora devi dormire, ti prometto che non me ne andrò da nessuna parte se preferisci così, ma voglio che tu stia meglio.- Elena finalmente si calmò, e con uno sguardo velato di lacrime trovò il coraggio di chiederglielo –Rimarrai a dormire con me Damon?- il vampiro la prese tra le sue forti braccia e la portò nella sua stanza, accoccolandosi a lei nel letto soffice e riempendola di dolci baci sulla fronte e sulle guance finchè finalmente lei non cadde in un sonno tranquillo.
 
  
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