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Autore: gaccia    22/04/2012    20 recensioni
Promemoria: mai scommettere contro Emmett alla WII, potresti ritrovarti come me, in un’altra scuola, per due mesi, con l’unico incentivo di conoscere Bella Swan. Certo! Peccato che sono vestito da donna!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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LO SO! NON E’ OGGI CHE DOVEVO POSTARE, MA HO FINITO E SONO IMPAZIENTE, PERTANTO ANTICIPO IL POSTAGGIO DI TUTTO! SCUSATEMI!

***

Ciao a tutti, bagnati, asciutti ed umidicci, come dico sempre io!

Siamo alla fine… pronti con i kleenex? Preferisco questi alle pallottole…

Sto scrivendo l’ultimo capitolo, so come andrà e cosa succederà ed ho paura che voi entriate nello schermo per tirarmi tante mazzate sulla testa.

Perdonatemi!

 

Per l’ultimo capitolo, ho riservato alla sottoscritta, un ringraziamento di eccezione, regalandole uno dei ruoli più ambiti (e a volte odiati) di tutta questa sezione. Sono vanesia! Caso vuole che, tradotto in inglese, il mio nome risulti nella saga Twilight, quindi lo userò senza problemi… anzi, chi sa dire chi era questo personaggio nella saga originale?

 

Rinnovo il mio ringraziamento a chi ha recensito, facendomi sapere il suo apprezzamento, regalandomi aneddoti ed idee da utilizzare nella storia, facendo diventare questa fic, un pochino interattiva...

 

Ringrazio le tre autrici delle copertine, che pubblico una dopo l’altra in ordine di apparizione. Sono state davvero uno spasso e saranno sempre nei miei incubi! E spero anche nei vostri! (perché, perdonatemi, potete anche non amare Pattinson, ma vederlo così… fa ribrezzo a chiunque, oltre che pena)

Come al solito, avviso che questa lettura è sconsigliata a chi desidera cose serie e drammatiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono arrivato davanti alla porta di ingresso dell’istituto, dove mi aspetta, voltato di spalle, un ragazzo con dei jeans con il cavallo basso e un codino stretto sulla nuca.

«Ciao» mi dice dopo essersi voltato e non riesco a trattenere una gran risata.

Oltre ai pantaloni improponibili, indossa un giubbotto imbottito che deve essere di almeno tre taglie più grande (secondo me potrebbe entrarci Emmett) da cui spunta un collo magro e flessuoso.

Ma quello che mi fa letteralmente spanciare dalle risate, sino ad arrivare alle lacrime, è un paio di baffi neri, foltissimi, sotto a un nasino leggermente all’insù che nascondono il labbro superiore della bocca che sogno da mesi.

«Oddio! Ma come ti sei conciata?» è la prima cosa che riesco a dire tra i singhiozzi.

Tutto mi sarei aspettato come primo incontro con la matrioska, tranne questo.

Lei, a Seattle, vestita da uomo.

«Piacere mi chiamo Lino» risponde lei porgendomi la mano.

 

Mano? Cosa mi interessa della mano! Io voglio tutto il pacchetto, non solo un arto! La agguanto e la strattono verso di me, facendola scontrare con il mio torace.

E in quel momento, quando le passo il braccio dietro la schiena e stringo la mano che ha teso, al mio petto, sorrido. Sorrido come un cretino con la paresi facciale, rispondendo al sorriso che si apre sul suo viso, seminascosto dai baffi.

«Mi sei mancato, Lino» sto al gioco e le brillano gli occhi di malizia quando lo faccio.

«Vuoi dirmi che ti sei trasferito sull’altra sponda?» chiede.

«Nessuno è più gay di me in questo momento. Potrei fare concorrenza a Eric» rispondo avvicinando il viso al suo.

«Hai mai baciato un ragazzo?». Personcina curiosa, il mio cactus.

«Sto per provare adesso, poi ti dico se mi piace» sussurro prima di posare le mie labbra sulle sue.

Momento magico! Se fossimo in un cartone animato ci sarebbero stelline, fiorellini e fuochi d’artificio attorno a noi.

Sento il braccio che ho lasciato libero, spostarsi sulle mie spalle e reagisco stringendola ancora di più a me.

La bacio con dolcezza e passione, e quando mi da libero accesso alla sua bocca, entro senza aspettare un secondo.

Dio! Quanto mi è mancata!

 

«Grace ma quello non è il tuo ragazzo? Sta baciando un uomo!» strilla una tizia dietro le mie spalle.

Cazzo! Non ho neanche sentito la campanella suonare!

Sento bussare alla mia spalla e sono costretto a staccarmi da Bella, senza però lasciarla andare. Non sia mai che a questa salta di nuovo il ticchio di andarsene in Arizona, o in altre parti sconosciute del globo.

«Cullen, tesoro, spostati e fammi conoscere il mio rivale!» dice una voce divertita.

Mi metto a ridere ancora prima di girarmi, anche perché non so mai cosa esca da quella boccuccia di rose che si ritrova la mia finta fidanzata, ma sicuramente mi stronca sempre.

«Tu devi essere Grazia!» esclama la matrioska, tendendo la mano verso la ragazza che è comparsa al mio fianco.

«Grace ti prego, fa molto più americano e meno immigrato. Tu invece devi essere… un momento! Cullen, mi avevi detto che era andata a Phoenix, non a Casablanca a farsi una dose di ormoni extralarge!» esclama guardando me e poi l’istrice.

«Sono tornata, ed ho pensato di fare una sorpresa a Cullen» risponde Bella ridendo.

«Ragazzo ermafrodita, ti prego, raccontami come era Dina. L’idea con lui dentro una gonna mi fa letteralmente impazzire!» fa Grace, prendendo per un braccio la mia Bella e cercando di allontanarla da me.

È pazza? Guai a chiunque me la sottrae, potrei mordere e inoculare un batterio letale!

«Resti a Seattle qualche giorno?» chiede ancora Grace, ignorando bellamente i miei sguardi omicidi.

La matrioska annuisce «Torno a Forks dopodomani pomeriggio». Non riesco neanche a connettere talmente sono felice.

«Allora filate via subito! Io mi occupo dei tuoi libri, tesoro e ci sentiamo la prossima settimana» dice la mia grandiosa finta fidanzata, prima di spingerci verso l’uscita. «Bella, noi ci conosceremo meglio la prossima volta, adesso cerca di tirarmi su di morale questo giovanotto, perché era peggio di una purga senza di te» dice Grace con il suo solito linguaggio nobile da inglese dei bassifondi.

Non posso fare a meno di lasciarle un bacio sulla guancia e sussurrarle un “Grazie” mentre mi infilo in segreteria per firmare la mia uscita.

 

Abbiamo tanto da raccontare che non so da dove iniziare. Lei è qui, accanto a me che sorride. Questo sarà un nuovo inizio, una nuova fase senza bugie né inganni.  

«Allora? Come è stato baciare un uomo?» chiede Bella, appena salita in macchina, togliendosi quei meravigliosi baffi.

«Credo che me ne farò un’altra dose molto presto. È stato fantastico» rispondo attirandola di nuovo a me per un piccolo bacio, prima di mettere in moto e fuggire verso casa.

L’unico posto tranquillo che mi viene in mente in questo momento è la mia camera. Se mia madre è in giro per spese, siamo salvi!

«Mamma?» dico entrando.

In risposta arriva solo l’uggiolare festoso di Light. Siamo diventati amici da quando sono tornato, adesso sono io che mi occupo di lui con enorme gioia di mia madre che vede anche in questo il mio crescere e maturare. Convinta lei! Io l’ho fatto per avere una compagnia che non mi assillasse: è più facile avere a che fare con uno che non ti chiede sempre perché sei pensieroso.

 

«Ciao Light» esclama Bella mentre il mio cagnolino si mette a farle le feste.

«Come fai a conoscerlo?» chiedo stupito.

«Lo sai che tua madre ogni tanto viene a Forks. Io mi sono trovata spesso da Alice in questo periodo e così abbiamo fatto amicizia. Vero cucciolone?». Lo sta accarezzando ma la mia attenzione si è focalizzata su una sola frase: ogni tanto viene a  Forks… mi sono trovata spesso da Alice… quando?

So che mia madre è andata a trovare gli zii in questi mesi, continuava ad invitarmi ma io rifiutavo sempre. Non volevo tornare a Forks e sentire ancora di più la sua mancanza…

«Da quanto tempo sei tornata?» chiedo.

«Metà novembre. Quando ho capito che tu non saresti venuto a cercarmi, ho deciso di tornare. Non te la prendere con tua madre o i tuoi cugini, gli ho chiesto io di non dirti nulla» risponde guardandomi negli occhi.

«Perché?». Non trovo altra domanda da fare. Perché non mi ha fatto sapere nulla, perché mi ha tenuto così a distanza, perché è qui adesso?

«Prima ero arrabbiata e delusa da te. Poi, ho cominciato a leggere le tue mail e i tuoi messaggi e mi sono concessa di respirare a fondo, senza pregiudizi». Siamo arrivati in camera mia, io seduto sul letto e lei sulla sedia alla scrivania.

Per quanto possa aver sognato di avere Bella qui, in questo momento non penso assolutamente a nulla di quanto, un ragazzo di diciotto anni, potrebbe desiderare, davanti alla ragazza dei suoi sogni. Io ho solo bisogno di sapere quale sarà il mio futuro, almeno nell’immediato, e solo la matrioska mi può illuminare.

 

«Ho capito che il fatto di essere travestito è stata la conseguenza di una sciocca scommessa. Io non centravo nulla, semplicemente mi sono avvicinata a te perché eri solo e spaesato e mi sembravi in difficoltà» dice per poi ridacchiare.

«Hai fatto uscire la mia parte caritatevole verso i bisognosi».

Cerco di metterla sul ridere anche io.

«Grazie, non pensavo di fare così pena» borbotto contrariato, ma sono contento di poter parlare tranquillamente con lei. Soprattutto senza balestre o fucili dai soprannomi incredibili.

«Cullen, non eri un bel vedere, sai?» e inizia a ridere.

«Ero una splendida ragazza! Mi venivano dietro tutti!» protesto accompagnando la sua risata.

«Certo, certo, soprattutto Eric». Inutile dirlo, a solo sentire quel nome mi scorre un brivido di ribrezzo lungo la spina dorsale.

 

Non riesco più a trattenermi oltre e pongo la domanda da dieci milioni di dollari.

«Cosa ci porta tutto questo?». Non ho la voce tanto ferma quando parlo. Cerco di darmi contegno, ma sono emozionato.

«Ci ho pensato a lungo. Ho cercato di capire le tue ragioni. Ho anche rivissuto i momenti che abbiamo passato insieme e a come ti sei sempre comportato correttamente quando impersonavi Dina, esprimendo la tua amicizia in ogni gesto. Quindi, tutto questo ci porta…» si interrompe e sospira pesantemente. Io non riesco a fare neanche quello, ho solo questo rumore sordo nelle orecchie che mi segnala un cuore agitato. Il mio cuore agitato.

«… a provare. Voglio darti fiducia, Edward. Non deludermi». La sua voce si assottiglia mentre mormora la sua preghiera ed io torno a respirare.

Non mi ero neanche accorto di aver trattenuto il fiato.

Mi alzo e mi avvicino a lei, per poi inginocchiarmi ai suoi piedi ed alzare la testa per guardarla negli occhi.

«Voglio essere onesto, Bella» le rispondo carezzandole la guancia «Non posso prometterti di non deluderti mai, posso solo giurarti che proverò con tutto me stesso a meritarmi la tua fiducia. Voglio averti vicino e non posso permettermi di perderti, quindi ce la metterò tutta». Inutile raccontare balle, meglio dire la verità e sperare che sia sufficiente. Una volta avrei spergiurato il falso pur di portarmela a letto, oggi non ce la farei più, con nessuna e, a maggior ragione, non potrei mai proprio con lei.

«Non posso chiedere di più» mi risponde scivolando dalla sedia per mettersi in ginocchio alla mia altezza.

Restiamo alcuni minuti a guardarci, godendo delle rispettive promesse, poi mi sento dare uno schiaffetto sulla spalla.

«Allora! Mi vuoi baciare?». Inizio a ridere e annuisco, impossessandomi delle sue labbra. Come posso non ubbidire a un comando così diretto?

 

Inutile dire che non ci siamo mossi dalla stanza per molto tempo, stropicciando adeguatamente le lenzuola, tanto che sono stato costretto a presentare ufficialmente Bella ai miei genitori, che nel frattempo erano rincasati. La cosa ha estasiato mia madre (che conosceva già la mia matrioska) e ha fatto sorridere mio padre.

Spero che non mi veda già sposato! Ho appena conquistato la donna dei miei sogni, ma vorrei anche andare con calma.

Voglio essere responsabile, maturo e costruirmi un futuro da condividere con lei.

Sono consapevole che il solo pensiero di stare con Isabella per gli anni futuri è un poco azzardato, visto che siamo appena diciottenni, ma… chi lo sa? Mai mettere limiti alla provvidenza.

 

Poi, se devo essere sincero… il sesso con lei è una vera bomba! E chi ci rinuncia?

 

---ooOoo---

 

Dieci anni dopo.

Epilogo, prima parte.

 

“Driiinnnn” il suono del cellulare mi sveglia nel cuore della notte.

Velocemente rispondo, senza guardare neanche l’ora. Stavo aspettando quella telefonata, ma ciò non toglie che sia agitato come un ragazzino.

“Pronto, Signor Cullen? Mi hanno detto di avvertirla. Stanno preparando la signora per il parto cesareo”.

Ecco! Lo sapevo! Sempre la solita testona a dirmi che andava tutto bene e che potevo andare a dormire tranquillo a casa.

«Arrivo subito» sibilo seccato. Cerco a tentoni i vestiti ed esco scalzo dalla camera da letto senza accendere la luce.

Dieci minuti dopo, sommariamente lavato e pettinato (si fa per dire) mi precipito in ospedale.

Corro in reparto e mi sento chiamare dall’infermiera

«Signor Cullen. Hanno appena portato sua moglie in sala operatoria. Può accomodarsi da quella parte, in sala d’aspetto. Non ci vorrà molto».

Speriamo, penso solo.

Evito di puntualizzare che io e la ‘signora’ non siamo sposati. È inutile spiegare o disquisire sulle differenze e similitudini di convivenza e matrimonio.

Guardo l’orologio appeso: le tre e cinquanta.

Con tutto il tempo che poteva scegliere per nascere, visto che era in ritardo di otto giorni, proprio di notte doveva decidersi a essere impaziente?

 

Sbadiglio per l’ennesima volta, mentre inizio a mandare messaggi a tutti gli amici, parenti e al lavoro. Prevedo una cospicua invasione oggi pomeriggio!

 

Mentre aspetto, ripenso a quando l’ho incontrata. Ero tornato da Forks dopo che avevo confessato a Isabella di essere un maschio. Dio! Che periodo infernale era stato quello! Vestito da donna a subire cose irripetibili. Eppure, era stata un’esperienza che mi aveva fatto bene, ero cresciuto e mi ero pure innamorato di quella bisbetica di Bella e non riuscivo a togliermela dalla testa.

Poi Grace mi aveva aiutato. Lei aveva bisogno di un finto ragazzo per evitare le pressanti attenzioni di Mark e company, io avevo bisogno di una finta fidanzata per evitare gli assalti delle ragazze assatanate.

Ci eravamo trovati nel posto giusto e al momento giusto e non ci eravamo più persi di vista. Neanche quando ero stato lontano, smettevamo di sentirci.

 

Perso nei miei pensieri non mi accorgo del tempo che passa.

Dopo venti minuti arriva l’ostetrica.

«E’ nato! È un bellissimo maschietto!» annuncia sorridente. «Prego, mi segua», e mi fa entrare nella stanza dove stanno lavando il bambino.

«Grace sta bene?» domando preoccupato. Va bene il bambino ma devo sapere se anche la madre è in salute!

Chissà perché si dimenticano sempre della genitrice quando annunciano il pargolo!

«Sta benissimo, la può vedere attraverso il vetro» mi risponde indicandola.

Fa un po’ impressione vederla sul tavolo operatorio quasi coperta del tutto dai teli verdi. Vedo che ha lo sguardo fisso verso di me, so cosa vuole chiedermi e mi metto subito all’opera.

Appena di consegnano in braccio il fagottino azzurro, controllo le dita delle mani e dei piedi, contandole a una a una, poi guardo il capo, e tasto il corpicino.

È un bambino perfetto e gli faccio cenno che è tutto in ordine.

Da quando è rimasta incinta è sempre stata la sua paura più grande. Ha avuto una sorella nata con una malformazione a una mano che è vissuta solo sei anni ma vederla senza dita per Grace era stato un tormento, non avrebbe sopportato che suo figlio subisse la stessa sorte.

La vedo mimare una parola che colgo al volo e sorrido annuendo.

«Allora signor Cullen, ci dice il nome di questo giovanotto?» chiede l’ostetrica mentre prende il braccialetto dove scriverlo, insieme al numero del letto della madre.

«Mi è stato appena confermato. Vi presento Omar» rispondo stringendo al petto questa nuova vita.

Guardo Grace e mi sento davvero felice.

 

Fine?

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Prima di tirare pomodori (che costano e non bisogna sprecarli) o altro… tengo a precisare che, per chi ancora non lo sapesse (visto che me lo sono lasciato sfuggire spesso) tra pochi minuti potrete leggere il primo piccolo capitolo del sequel di questa storia, dal titolo “Ciao Isabellino”.

 

Come potete immaginare dal titolo, si tratta di una storia con protagonista Bella in versione maschile.

Mi faceva ridere questa situazione e mi sono buttata.

Sarà una storia più matura, leggermente più seriosa visto che siamo ambientati sette anni dopo questa, ma ci troveremo anche in situazioni paradossali, per le quali aspetto anche i vostri suggerimenti come avete fatto per Dina.

 

Per l’epilogo dei dieci anni dopo… beh, è la prima parte! la seconda verrà postata con l'ultimo capitolo di Ciao Isabellino

 

Spero di potervi  annoverare tutti come lettori della nuova storia e, per quanto riguarda “Ciao Edwardina” caliamo parzialmente il sipario

 

Per una volta, torno a permettermi un pochino di pubblicità sulle mie storie

Basta cliccare sul titolo e vi troverete al primo capitolo della storia.

[Ciao Isabellino] in corso, racconto comico romantico, Adesso è Isabella a vestirsi da uomo per ottenere il lavoro dei suoi sogni... e anche altro.

[Dottore dei tubi] in corso, racconto comico romantico, Isabella racconta le sue vacanze di Pasqua quando ha conosciuto un affascinante idraulico.

[AAA – Affittasi moglie]  in corso,  racconto romantico, commedia. Cosa può spingere un giovane uomo affascinante ad affittare una moglie?. Momentaneamente sospesa.

[Si dice – In Vino Veritas]  in corso,  racconto  generale romantico, una sfida tra una Bella ricca e viziata che vuole l’azienda vinicola di Edward. Momentaneamente sospesa.

[Sakura – Fiore di ciliegio]  conclusa , racconto romantico storico, la storia di Bella agli inizi del 1900, che attraversa mezzo mondo per trovare la felicità che merita.

[Boy e girl – scambio d’identità] conclusa,  racconto comico romantico, scambio di corpi, un Edward nel corpo di Bella alle prese con i problemi femminili e Bella viceversa, alle prese con i problemi maschili e un obbiettivo .

[Acqua che cade] conclusa,  mini fic. racconto misterioso, fantasy, Bella adora la particolare pioggia di Forks, che sembra mandata apposta per lei.

[Come Andromeda] conclusa, racconto fantasy romantico, Isabella legata a una roccia, in balìa di un mostro sorto dalle profondità marine.

[Prima di essere un pensiero]  one shot  commedia fantasy, cosa potevano essere i nostri eroi, prima di essere concepiti? Questa potrebbe essere la risposta.

[Un colpo sul retro] one shot  commedia, una giornata particolare, dove quattro ragazze senza pensieri vogliono solo divertirsi.

[Smettere di fumare] one shot commedia. Un incontro tra due amici che non si vedono da tanto e una sigaretta.

[Déjà-vu, il sogno diventa realtà] one shot rating rosso. Il sogno di Bella diventa realtà in modo inquietante e romantico.

 

E con questo tolgo il disturbo

Ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

Grace   (Grazia) ________________________________________________________________________________

  
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