I will break into your thoughts
with what's written on my heart.
*
Rinvenne che era buio, ma sapeva di non essere sola.
Scopri' quasi subito di essere ancora vuota, di non aver bisogno di respirare, di non essere piu' in grado di piangere.
Era stanca di quella notte.
Era stanca di quel posto, il tetto di una città senza nome sul quale era salita.
Ma soprattutto, era stanca di lui, di quel suo sorriso vuoto, di quelle sue mani gelide, di quel suo viso pallido e quel suoi occhi immensi e neri come due voragini, di quei suoi boccoli scuri e morbidi sulle spalle magre, del suo corpo scheletrico ed elegante.
Era stanca della sua bellezza inarrivabile, della sua sadica incapacità di mettere fine a quel suo dolore inadeguato.
Era arrivata ad odiarlo, e lui, nel suo sorriso crudele, lo aveva capito.
Si guardo' intorno, angosciata, cercandolo, disperandosi nella ricerca del fuoco giusto per trovarlo nella cecità della notte: era al solito posto, seduto all'orlo del parapetto, silenzioso.
“Basta!” grido', ma dalla sua bocca usci' un sussurro strozzato, come se l'aria non fosse sufficiente a farle vibrare le corde vocali.
Lui si volto' comunque, alzando le gambe sul muretto, e la guardo'.
I suoi occhi nerissimi brillavano come se racchiudessero le stelle che non c'erano in cielo.
“Te lo ripeto, se vuoi” disse lui con gentilezza “Non posso scegliere per te, io eseguo soltanto cio' che mi chiedi di fare per te...”
La ragazza abbasso' la testa, mentre lui saltava giu' dal bordo del parapetto e le si avvicinava a lunghe e lente falcate; la colse il desiderio di alzarsi.
“Come fai a spezzarmi cosi'?” chiese in un filo di voce quando furono faccia a faccia.
Lui non rispose, le tese le braccia e lei si lascio' stringere contro il suo petto profumato, abbandonandovisi.
Sentiva di non odiarlo piu' mentre la sua stretta si faceva una morsa, e il suo respiro le sfiorava i capelli; le sue braccia, forti nonostante la sua magrezza, si fecero piu' dure e l'energia dell'abbraccio penoso.
Le costole si piegarono dolorosamente, arrivando a toccare i suoi punti vitali, ma le mani del ragazzo non smettevano di aumentare la stretta.
Un rumore secco di spezzarsi d'ossa le trapasso' le orecchie, poi smise di sentir rispondere le braccia, e le clavicole s'infransero contro quelle di lui.
Lo sterno fu l'ultimo a sbriciolarsi sotto il peso della spina dorsale, crollata in lei.
Si senti' cosi' molle che basto' una carezza a spezzarle il collo.