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Autore: callmemissmalik    22/04/2012    1 recensioni
Mi alzai e, presa la valigia, mi trascinai verso la porta.
“Ah scusa. Piacere Harold ma chiamami pure Harry”.
Mm Harold, cos'era? Come minimo aveva anche un secondo nome.
“In realtà il mio nome completo è Harold Edward Styles ma non penso ti importi” disse sorridendomi. E che sorriso!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Mio padre se ne stava seduto sulla sua poltrona, un pacchetto di patatine in mano e gli occhi fissi sulla televisione. Le finestre erano spalancate e la voce del telecronista riecheggiava per tutta casa.

Da quando era morta la mamma pensava solamente al football e alla sua ferramenta, io non esistevo, o perlomeno ero solamente una spesa.

La sua foto era lì sul davanzale della finestra che mi sorrideva con i suoi occhi verdi smeraldo. Anche se non c'era più, ancora l'amavo e desideravo averla lì accanto a me.

Io e mio padre passavamo la maggior parte del nostro tempo a litigare, io non sopportavo lui come lui non sopportava me, ed ogni volta che tornava a casa cercavo il più possibile di stargli lontana ed evitare di parlargli.

Alcune sere lui e i suoi amici se ne stavano lì per ore ed ore nel salotto a giocare a poker e a bere birre e quanto di più alcolico facendo di tanto in tanto battutine su di me e sul mio sedere.

Mi alzai rumorosamente dal divano e con passo pesante mi diressi verso le scale.

Ei cerca di fare più piano o altrimenti non riesco a sentire la TV” mi urlò dietro mio padre.

Mi girai appena, le braccia erano distese lungo i fianchi, i pugni stretti tanto da sentire le unghie farmi male sui palmi. Avrei voluto tanto controbattere, dirgli una volta per tutte di lasciarmi vivere in pace questa mia fottuta vita ma lentamente lasciai la presa e mi diressi verso la mia camera senza fare il minimo rumore.

Tirai giù dallo scaffale più alto del mio armadio una vecchia valigia, misi dentro dei vestiti, non feci più di tanto caso all'ordine, e la chiusi. Presi poi la borsa dalla sedia davanti alla scrivania e ci misi dentro il mio cellulare, un cencio di telefono da 20 euro, il massimo che mio padre aveva voluto spendere per me, un iPod che mi era stato regalato dai nonni per il compleanno e quei pochi soldi che avevo messo da parte durante tutti quegli anni.

Scesi le scale il più piano possibile, se mi avesse sentito sarebbero stati guai e probabilmente mi avrebbe confinato per sempre in camera mia, magari senza neanche passarmi da mangiare, e uscii di casa. Non mi preoccupai neanche di scrivergli un biglietto, speravo almeno che quel cervello bacato avesse capito.

Iniziai ad incamminarmi verso la stazione, avrei preso il primo treno. Volevo allontanarmi il più possibile da quell'uomo a cui era unita solo per uno stupido legame di sangue e che meritava di essere chiamato in tutti i modi tranne che “papà”.

 

 

 

 

 

Notes:

Eccomi qui questa volta da sola però.

Dunque ho deciso di pubblicare il prologo per vedere se la storia può andare.

Ho già in mente il primo capitolo ma penso di pubblicarlo solo se vedo che questa storia vi interessa.

I One Direction ancora non sono entrati in scena ma non preoccupatevi dal prossimo capitolo li vedrete in azione.

Sto cercando di fare una storia abbastanza particolare e che comunque interessi, quindi che non sia noiosa * che genio ù.ù *

Naturalmente se avete voglia di lasciare una recensione anche piccolina-ina-ina a me farebbe molto piacere.

Peace&Love Betta.

Se volete seguirmi o contattarmi sono @callmemissmalik su twitter

  
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