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Autore: Jejje    17/11/2006    6 recensioni
- Harry, cosa pensi di me? - dissi. Lo vidi alzare lo sguardo ,stupito. Credevo di dover sentire imbarazzo, da quanto ne sapevo sarebbe stato normale, ma ero assolutamente tranquilla: stavo solo facendo una domanda.Tutto qui. Lui, però, non mi rispose. Riuscì finalmente a chiudere la sua borsa, e se la infilò nelle spalle, senza smettere di sorridere. Non mi stava guardando. - Luna, lo vedi quell'albero? - mi chiese, come se io non avessi parlato. - Sì - gli risposi io, guardando l'albero che lui mi stava indicando con sincero interesse. Era piuttosto alto, ma la chioma non era folta, anche se sembrava sanissimo. - Ecco - riprese lui, con un sorriso - quando cadrà l'ultima foglia, te lo dirò. - e si avviò per il corridoio, senza voltarsi indietro.
Mia seconda Harry/Luna, moooolto OOC.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wecome To PageBreeze

Occhei, dovrei veramente scusarmi per questa one shot O_O E' un'idea che mi è balenata all'improvviso in testa qualche tempo fa mentre cercavo di dormire XDDD E l'ho pensata subito come una Harry/Luna^^. Ed è decisamente, decisamente, ma davvero decisamente (XD) OOC. Spero che vi posso piacere comunque ^.^!

Quando cadrà l'ultima foglia

Era un giorno di inizio primavera, quando me lo disse.

Stavo facendo i miei compiti di Trasfigurazione all'aperto, da sola, come sempre. Adoravo la bella stagione quasi più per il fatto di non essere costretta a chudermi in biblioteca che per lo sbocciare delle Rosate Trasparentine, dei fiori invisibili simili a rose. O forse mi piaceva stare fuori a studiare solo per il fatto che lui era sempre lì, a pochi metri da me, seduto sulla panca più vicina. A volte lui e i suoi due amici mi invitavano a studiare con loro, ed era segretamente l'unico momento della giornata in cui mi divertissi.

Non so perchè lo avevo notato. Non era perchè fosse famoso, perchè io amo anche i Gorbetti Lucenti, e loro non sono famosi. Ho sentito persino dire che qualcuno crede che non esistano. Non era neanche perchè fosse bello, dato che non lo era poi particolarmente.

Lui mi piaceva perchè non guardava ridendo i miei orecchini a ravanello, non mi evitava quando si incrociavano le nostre strade, e forse non mi chiamava neanche Lunatica dietro le spalle.

Insomma, mi piaceva. Mi piaceva e basta. Era un po' come nei miei libri romantici, il cuore mi faceva bum bum quando lo vedevo e la mia faccia diventava calda quando mi sorrideva. In quei libri, quando c'era una situazione del genere, la protagonista di solito lo diceva al ragazzo. Gli diceva che lui le faceva battere il cuore. Non capivo perchè dicessero così, come se il cuore non battesse anche senza quella sensazione strana dentro.

Io comunque non volevo dirglielo, perchè avevo paura che poi anche lui avrebbe cominciato a ridere di me come tutti. Quindi pensai semplicemente di chiederlo a lui. Cosa c'era di male, in fondo? Era una domanda come tutte le altre, niente di particolare, ma sapevo che molti faticavano a pronunciarla. Gente strana.

Un giorno Hermione Granger mi invitò a parlare con loro, ormai a tardo pomeriggio, e io feci loro compagnia senza tanti problemi. Neville diceva che molto presto avrei potuto chiamarli amici, e io mi sentivo davvero felice. Non avevo mai provato cosa significasse averli. Quando il sole cominciava a cadere giù, come tutti i giorni, Hermione Granger e Ronald Weasley rientrarono al castello, salutandomi vivacemente e gridando dietro a lui di muoversi. Lo guardavo cercare di infilare dei libri nella sua borsa, e la domanda mi scivolò di bocca, come se avessi sempre aspettato quel momento.

- Harry, cosa pensi di me? - dissi. Lo vidi alzare lo sguardo ,stupito. Credevo di dover sentire imbarazzo, da quanto ne sapevo sarebbe stato normale, ma ero assolutamente tranquilla: stavo solo facendo una domanda.Tutto qui.

Lui, però, non mi rispose. Riuscì finalmente a chiudere la sua borsa, e se la infilò nelle spalle, senza smettere di sorridere. Non mi stava guardando.

- Luna, lo vedi quell'albero? - mi chiese, come se io non avessi parlato.

- Sì - gli risposi io, guardando l'albero che lui mi stava indicando con sincero interesse. Era piuttosto alto, ma la chioma non era folta, anche se sembrava sanissimo.

- Ecco - riprese lui, con un sorriso - quando cadrà l'ultima foglia, te lo dirò. - e si avviò per il corridoio, senza voltarsi indietro.

Io mi sentii le guance andare a fuoco, e me le sfiorai con una mano. Strano, non era neanche troppo caldo.

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Fin da quel giorno, non feci che girarmi verso le finestre che davano sul parco ogni volta che ci passavo vicino. Sapevo benissimo che non potevo sperare che l'albero si sarebbe spogliato delle sue foglie così velocemente, ma non riuscivo a non sperare, illudendomi, ogni volta. Prima di andare a letto mi mettevo sempre a ginocchioni sulla mia brandina e restavo anche mezz'ore intere a fissare quell'albero dalla finestra, che sembrava fatta apposta per osservarlo. Ma anche se era piuttosto lontano, potevo vedere benissimo che era più folto che mai, con foglie di un verde intenso e bellissimo. Anche se per me non lo era poi così tanto.
Quando anche l'ultima delle mie compagne di stanza si era sistemata per dormire, socchiudevo la finestra che era sopra al mio lettuccio e mi coricavo, chiedendomi se sarei stata tanto fortunata da sapere aspettare così tanto tempo senza impazzire. O magari quell'albero era una quercia velocina, di quelle che hanno le foglie solo per qualche giorno...lo avrei chiesto a mio padre, lui sicuramente sapeva se ce n'erano dalle parti di Hogwarts. Ma poi Hogwarts dove era esattamente?

Intanto passavano i giorni, e Harry continuava a sorridermi sinceramente tutte le volte che ci incrociavamo; era strana la sensazione di felicità che sentivo nel cuore anche solo quando mi guardava, ma a differenza di molte ragazze non cercavo di nasconderlo. Avevo imparato molto da anni passati in un dormitorio fin troppo pieno di ragazzine continuamente innamorate, ma non credevo che le avrei mai capite. Quanto vorrei baciarlo, sentivo ripetere dalle mie compagne, praticamente tutti i giorni, frase che dava il via a numerosi urletti acuti che mi davano spesso il mal di testa. E io mi chiedevo, perchè tutti pensano solo a unire le labbra? Quelle sono solo per bellezza, o per non far cadere tutto il cibo che può scappare di bocca, o per bere bibite alla cannuccia. E poi, anche a me piaceva Harry, ma io pensavo solo a fare i compiti con lui il pomeriggio, nel parco. Volevo solo stare con lui, non mi interessavano le sue labbra.

Un giorno ne parlai pure con Neville, di quella promessa che mi aveva fatto Harry. Glielo avevo detto senza problemi, tanto che in quel momento lo consideravo davvero un amico. Ma lui non mi sembrava molto felice; continuava a guardarsi intorno senza mostrare veramente attenzione a niente, e mi faceva domande a mitraglietta, chiedendomi come esattamente fosse iniziato il mio interessamento per Harry. Sembrava quasi geloso...non credevo tenesse così tanto ad Harry. Comunque, io gli dissi senza problemi che lui mi piaceva e basta, senza grandi motivazioni. Mi piaceva perchè era lui, perchè mi rendeva piacevole anche la trasfigurazione dei porcospini, perchè mi augurava buona giornata quando mi vedeva scendere le scale la mattina. Neville si rovesciò sulla divisa mezzo bicchiere di succo di zucca, sbuffando con fare nervoso. Poi mi promise che non ne avrebbe fatto parola con Harry, o con Ron, o con nessun altro. Perchè, poi? Se Harry mi piace, perchè non lo deve sapere? E' una cosa vergognosa? Forse lo era, perchè molti questo sentimento lo nascondevano. Forse è veramente una cosa brutta.

- No, Luna, non è una cosa brutta - mi disse Neville, mentre tentava di asciugarsi bene la macchia sulla divisa. - ma molti non lo dicono, perchè...perchè no. Si vergognano. -

- Si vergognano perchè non dovrebbe amare? E' per questo? - chiesi io, confusa. Se la gente si vergogna di dirlo, vuol dire che è una cosa vergognosa. Lo dice anche la parola.

- No, no - riprese lui, abbandonando il fazzoletto nel suo piatto vuoto. - è che...non si dice e basta. Perchè se non piaci alla persona che ti piace è...un pasticcio.-

Io sgranai un po' gli occhi. - Ma perchè? Non è un problema, no? Non puoi stare con lei, ma si vive lo stesso, no? Non mi sembra un problema - dissi, credendoci.

Neville mi guardò sconsolato. - Forse un giorno capiterà anche a te di soffrire per amore, Luna. -

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Sentivo che ogni giorno faceva sempre meno caldo. Era una bella, bella sensazione. E anche dalla mia finestra, l'albero sembrava anche solo avere una foglia in meno tutte le sere, e non erano più neanche di quel verde intenso che avevo imparato a non sopportare. Sembravano quasi...rosse. Strano colore per le foglie, anche se cambiavano spesso colore. Un po' come il fuoco del caminetto nella Sala Comune della mia Casa, che diventava sempre trasparente durante le stagioni tiepide.

Harry era sempre gentile con me, anche se non potevamo più fare i compiti fuori. A volte veniva a trovare me e Hermione Granger in biblioteca con il suo amico Ron, e spesso notavo un sorriso sulle sue labbra, anche mentre studiava Pozioni, materia che, come tutti sapevano, odiava. Neville diceva che era perchè gli piacevo, e stava bene con me, ma io ero più propensa a credere che ripensasse a qualche vecchia barzelletta mentre fingeva di studiare per non innescare la furia della sua amica coi capelli crespi.

Qualche sera dopo notai che gli elfi domestici avevano cambiato le coperte a tutti i letti a baldacchino, cambiandole con altre più pesanti. Presa da un'euforia improvvisa trotterellai verso la finestra e puntai gli occhi su quell'albero che ultimamente era tanto osservato, e notai che le foglie erano davvero poche. Forse sarebbero cadute tutte nel giro di qualche notte, e io non me ne sarei neanche accorta. Magari anche Harry si era dimenticato ciò che mi aveva detto tante settimane prima...ma dentro di me sentivo che non era così. Molto probabilmente era il mio angelo germillo che me lo suggeriva. E fu sempre lui a dirmi di andare a sedere sotto quell'albero, due o tre giorni dopo. Fuori faceva freddo, e non c'era quasi nessuno, ma io mi sedetti con la schiena appoggiata al suo tronco e mi sentivo stranamente bene. Guardai in alto, e vidi praticamente tutta la chioma spoglia, a parte qualche foglietta secca sparsa in qua e là. Poi spostai lo sguardo verso terra, e vidi tutte le foglie che avevo osservato così tanto giacere in terra, alcune secche, alcune completamente bagnate dalla pioggia. Ne presi una manciata e cominciai a giocherellarci, canticchiando sottovoce un ritornello per bambini. Una delle poche foglie rimaste si staccò dal ramo e cadde a circa un metro da un piede. Un piede che però non era mio.

- Harry! - esclamai sorpresa, dopo aver riconosciuto chi mi stava davanti. Lui non mi rispose, ma si mise a sedere accando a me, lentamente. Io restai in silenzio, ma non perchè mi sentissi imbarazzata; stavo semplicemente troppo bene per rovinare tutto parlando. Fu lui, invece, ad aprire bocca, ma sentivo che niente era stato rovinato.

- Sei qui per il mio stesso motivo? - mi chiese, guardandomi.

- Dipende, tu per cosa sei qui? - gli risposi con una domanda, seria. Vidi un'altra foglia svolazzare verso il bosco.

Lui ridacchiò, dandomi una pacchetta sulla testa proprio come si faceva con i cagnolini, poi prese la mano che tenevo poggiata sulla mia coscia e la strinse con la sua. Nonostante il clima, aveva un mano caldissima, e il contatto fece passare un brivido tiepido dentro di me. Forse per la prima volta nella mia vita, sentii il mio cuore fare davvero bum bum.

- Non puoi dire niente, fino a quando ci sono ancora foglie su questo albero - sottolineai io, preoccupata dal fatto che lui venisse meno alla sua promessa. Non smise di sorridere neanche un secondo.

- Non sto dicendo niente, infatti - disse. In quel momento la vidi. Lei, l'ultima foglia, si staccò dal suo ramo per un fiato di vento, e lentamente si posò vicinissima alla mia altra mano, quella che Harry non mi stava tenendo e che era ancora ben poggiata in terra. Anche lui la stava guardando, e io la raccolsi, sorridendo, e gliela mostrai.

- Ecco, adesso però devi - dissi, lasciando la sua mano e mettendoci sopra la foglia secca. Lui la strinse senza forza, per non rovinarla completamente, poi la lasciò andare a terra e prese il mio viso fra le sue mani. Lentamente posò le sue labbra sulla mia fronte, in un gesto dolcissimo. Io chiusi gli occhi meccanicamente, sperando che quel momento durasse il più possibile, nonostante lo strano senso di disagio che mi dava. Dopo qualche secondo Harry si staccò da me, sorridendo, e riprese la mia mano con la sua. Non poteva esistere qualcuno che stesse meglio di me, in quel momento.

- Però non vale, non hai detto niente - commentai io, in tono lamentoso.

Lui rise. - Non importa - disse - non importa. - E strinse la mia mano più forte.

 

Occhei, scusateeee XD Be', si capisce che non convince molto neanche me questa ff? XD Mi rendo conto che è OOC all'ennesima potenza, ma non potevo non cambiare Harry per fargli fare la sua parte xD E va be'...se vi va recensite ^___^!

  
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