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Autore: MishaLaMezzElfa    23/04/2012    2 recensioni
Kasumi, dopo aver sconfitto la DOATEC, è costretta a fuggire dal villaggio in cui era nata e cresciuta, perchè bollata come traditrice.
Dietro a questo, però, c'è molto di più: Kasumi, poco prima di scappare, ha avuto un forte legame sentimentale con Ryu, grande amico del fratello di Kasumi, Hayate.
Da qui prende avvio la videnda.
Questa è la prima FanFiction che scrivo...Siate clementi, ma non troppo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tomonobu Itagaki ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kasumi stava correndo il più velocemente possibile, nonostante l’abito  che le impediva i movimenti: doveva raggiungerlo immediatamente e implorarlo d’avere pietà.
Avrebbe anche acconsentito alla sua richiesta, sarebbe divenuta la sua compagna eterna.
 
Non pensi a Ryu?
Cosa farai?
Dopotutto lo ami ancora!

 
Scosse la testa, scacciando quei pensieri: lei e il ninja non avevano più nulla da spartire e, se così volevano gli Dei, sarebbe divenuta puro spirito.
Si inoltrò nella foresta poco distante dalla sua dimora, incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto seguirla.
Svoltò un paio di volte, aggirò un grosso albero e si ritrovò sulle sponde d’un fiume: l’acqua era calma e rifletteva la luce del sole mattutino.
La natura sembrava essersi calmata dopo la nottata di pioggia ma lei le poteva ancora sentire le loro risatine seppur molto flebili: odiava le gocce d’acqua, erano così stupide e infantili e poi erano sue sorelle.
Come poteva non detestarle?
Rimase ad osservare la riva del corso d’acqua per qualche istante poi prese fiato e chiamò:
< Kaito! Fatti vedere! > .
Attese un paio di secondi e aprì nuovamente la bocca per richiamarlo, ma non vi fu bisogno di farlo: l’acqua del fiume iniziò ad agitarsi, creando delle onde che andavano ad infrangersi contro gli argini.
La donna rimase immobile quando dalle profondità del corso  emerse una figura vestita d’acqua: eccolo, la causa di tutti i suoi problemi, Kaito, lo spirito del fiume.
La osservò con sguardo malizioso mentre posava il suo piede diafano sulla nuda terra: intorno a lui cominciarono a germogliare migliaia di fiori dai mille colori.
Lui li guardò con aria malinconica e poi le rivolse la sua attenzione.
< Kasumi, cosa ti conduce fin qui? > Il suo tono era dolce ma dentro di lui la rabbia era tanta e cresceva sempre più.
< Kaito lo sai! Hai ucciso un bambino! >
Lui fece spallucce: < Io non ho fatto assolutamente nulla. Non so niente di questa storia. >
Kasumi si stava alterando.
< Per colpa tua un innocente è morto! > . Disse con tono stizzito.
Un’ombra passò sul viso di lui. < Colpa MIA? Non ero certo io che ieri notte sbaciucchiavo un uomo, infrangendo il NOSTRO patto. >
Era davvero irritato: come poteva permettersi di dargli la colpa? Era lei ad avere torto.
< Kaito io… >. Kasumi, con un enorme sforzo, si chinò a terra. < … Ti chiedo perdono. Non avrei dovuto. È solo colpa mia. > .
Lei non accettava nessun tipo di controllo o sottomissione ma per il bene del villaggio, per la salvezza di suo figlio, avrebbe fatto qualunque cosa, anche sacrificare sé stessa.
Lo spirito sorrise soddisfatto: di questo passo farla diventare sua eterna compagna sarebbe stato molto più semplice.
< Affinché io riporti tutto allo stato iniziale delle cose tu, dovrai diventare il mio Anata ( significa tesoro/amore). Mi sembra una proposta equa. >.
Kasumi non rispose immediatamente ma se lo aspettava: già da molto tempo lui cercava una donna che potesse sostituire Hina, la sua compagna-spirito, intrappolata da secoli nelle cascate eterne di quel luogo.


Cosa posso fare?
Se accettassi chi baderebbe a Shinji? Al villaggio?
Cosa ne sarebbe di me? Della mia vita?
Chi si ricorderebbe di me? Hayate? Shin?
 
Ryu?
 
Lui mi amerebbe ancora?
Sarebbe disposto a fuggire con me, nonostante la punizione divina?
 
No, non posso … L’ho già coinvolto in troppe cose.
È proprio come la volta in cui sono scappata: devo farcela da sola.
 
Però mi piacerebbe vederlo per un’ultima volta.
Confessargli la verità.
 
< Allora Kasumi? Cosa decidi? >.
Kaito fremeva per l’impazienza: voleva una risposta e la voleva subito.
Kasumi si alzò, mostrando fieramente il proprio volto, gli occhi decisi, senza accennare lacrime o tristezza.
Lo spirito la prese fra le braccia: i suoi abiti d’acqua non la bagnarono, anzi le fecero provare calore e rassicurazione.
Kaito, con un veloce cenno della mano guidò delle onde fino a lei, in modo da crearle un vestito di liquido cristallino: era stupendo, semplicemente perfetto.
< Io… >. Cominciò lei ma venne interrotta dall’arrivo di Ryu.
 
Il ninja era riuscito a liberarsi del vecchio e aveva seguito Kasumi: l’agitazione l’aveva distratta e aveva fatto in modo che lasciasse dietro di sé diverse tracce: orme, ramoscelli spezzati e perfino una ciocca di capelli castani.
Quando arrivò al fiume si trovò di fronte ad una scena che aveva immaginato solo nei suoi incubi: Kasumi si trovava fra le braccia di un uomo, un altro uomo.
Era arrabbiato, davvero tanto arrabbiato.
Sapeva che dopo diciassette anni lui non poteva avanzare pretese su Kasumi ma lei era sua, lo era sempre stata.
< Cosa sta succedendo qui? Chi è quel coso? >. Domandò Ryu mal celando la sua irritazione.
Lo spirito sciolse dall’abbraccio la donna, dirigendosi fluidamente verso il ninja: ad ogni passo  crescevano intorno ai suoi piedi migliaia fiorellini colorati.
Squadrò Ryu, avvicinandosi pericolosamente a lui e poi parlò: < Come osi rivolgerti così ad uno spirito? Umano insolente! IO SONO KAITO, LO SPIRITO DEL FIUME! Tu, invece, devi essere Ryu Hayabusa, l’uomo che ha abbandonato Kasumi dopo averla sedotta. >.
L’essere soprannaturale fece un sorrisino compiaciuto davvero irritante: Ryu desiderò spaccargli la faccia, ma non poteva, farlo avrebbe significato attirare le ire divine su di sé e su Kasumi anche se lei, probabilmente, si trovava in un guaio ben più grande.
< Cosa vuole da Kasumi? >. Chiese il ninja con astio.
L’altro sollevò le spalle, dimostrando quanto ritenesse inutile degnarlo di risposta.
Hayabusa si scagliò contro l’altro, spingendolo contro un albero: era certo di volerlo uccidere, Kasumi poteva vedere la furia assassina negli occhi dell’uomo.
Kaito ridacchiò e lo guardò con sguardo pietoso.
< Non puoi farmi del male. >.
< Cosa me lo impedirà? Tu? >. Ringhiò Ryu.
< No. Kasumi. >.
Il ninja si voltò verso di lei, giusto in tempo per scorgere il calcio che stava arrivando: era troppo vicino e non riuscì a scostarsi, prendendo il piede della donna sulla tempia.
Un tonfo sordo. La schiena contro il suolo. Il sapore caldo del sangue.
Hayabusa sgranò gli occhi quando vide Kasumi in lacrime, frapporsi fra lui e lo spirito.
< Scusami. Io sono la sacerdotessa del tempio dell’acqua, se tu attacchi Kaito, io devo difenderlo. >. Disse lei con voce tremante.
< Sei solo un vigliacco! Farti difendere da una donna! Combatti da vero uomo! >. Urlò il ninja rialzandosi.
La donna assunse la posizione d’attacco e attese: non riusciva a ricacciare indietro le lacrime ma doveva difendere Kaito, lo stava facendo per il villaggio.
In quel momento arrivò Gonshiro-Sensei, l’anziano che avevano visto poco prima, e si intromise fra loro.
< Kaito-San è molto scortese da parte tua accogliere un ospite importante come il padre di Shin in questo modo anche se, allo stesso tempo, Hayabusa-San si è comportato in modo riprovevole. Kasumi, figliola, perché si è creata questa situazione? >.
Lei chinò il capo e Ryu corse ad abbracciarla, ringhiando contro lo spirito.
< Ora basta! Kasumi deve fare una scelta. Dalle una notte di tempo per pensare. >. Sentenziò Gonshiro.
< Così sia. >. Acconsentì Kaito. < Una sola notte. Poi dovrai scegliere: o me o lui. Quest’ultima sera potrai passarla con Ryu se vorrai. Potrai dirgli tutto ma non dimenticarti il nostro patto. >.
Detto questo l’essere rientrò fra i gelidi flutti, scomparendo.
Kasumi si abbandonò fra le braccia di Hayabusa, che la strinse a sé.
< Portala a casa. Lì ti dirà tutto. >. Suggerì il vecchio prima di andarsene.
La donna guardò il ninja negli occhi: < Ryu dobbiamo parlare. >.
Lui annuì, la prese in braccio e la portò fino alla sua dimora.
 
ANGOLO DI MISHA
 
Come al solito spero vi sia piaciuto questo capitolo:3
Li sto pubblicando molto vicini l’uno all’altro perché sfrutto il poco tempo libero che ho.
Preciso una cosa: Ho scelto il nome Kaito perché significa “mare” ed era il nome maschile più vicino all’elemento acqua che conoscessi.
Alla prossima:3
 
Misha
  
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