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Autore: TooLateForU    24/04/2012    27 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LET’S WASTE TIME, CHASING CARS, AROUND OUR HEADS..
Del tipo che oggi sono euforica perchè ho preso 7 ad antologia #winforme Ma sono di fretta perché devo uscire a fare la pAxxèRèLLààà (?) con una mia amica.
Mi sento sempre un po’ una merdina a non rispondere alle vostre recensioni, ma voi lo sapete che vi amo vero? Voglio dire, non rispondo non perché credo di avercela d’oro, ma solo perché non ho mai tempo.
Però vi ammmmo da morire.
Detto questo, prendetevi questo capitolo. Spero non vi faccia schifo #love

 
 
 
 
 
 
 
Mi rigirai tra le lenzuola, intorpidita, mentre sbattevo lentamente le palpebre.
Dalle tendine color panna filtravano dei pallidi raggi di sole, cosa alquanto insolita considerato che il merdoso clima che caratterizzava Londra.
Ma non roviniamo questo idilliaco momento.
Dicevo, i pallidi raggi di sole filtravano dalle tende colpendomi dritta sul viso, ed illuminando il resto del letto. La stanza era calda, e così anche le lenzuola che mi avvolgevano..
..Che ci avvolgevano. Girai la testa verso Zayn, che dormiva beatamente al mio fianco. Vedevo il suo petto nudo alzarsi e abbassarsi ritmicamente e un’espressione serafica alleggiare sul suo viso.
La guancia sinistra era illuminato da qualche raggio di sole, e non potei fare a meno di pensare che era incredibilmente bello.
Zayn era ‘incredibilmente’ un sacco di cose. Incredibilmente stupido, incredibilmente permaloso, incredibilmente bello, incredibilmente divertente, incredibilmente bravo a letto, incredibilmente bravo a pattinare, incredibilmente romantico (quando voleva) ed incredibilmente mio.
Mi avvicinai di più al suo viso ed allacciai le braccia dietro al suo collo, prendendo ad accarezzargli i capelli morbidi.
“Zayn…” lo chiamai, mormorando, prima di lasciargli un bacio sul collo. Fece un verso incomprensibile, muovendosi appena.
Continuai a lasciargli dei baci qua e là, e lui strinse la presa sulla mia schiena, tenendo però sempre gli occhi chiusi.
Stava dormendo? Ancora? Oddio santo, un mammut avrebbe un sonno meno pesante del suo.
“Malik, svegliati.” Lo chiamai di nuovo, alzando un po’ la voce. Lui mugugnò qualcosa, avvicinandomi ancora di più a lui. E vi assicuro che eravamo già vicinissimi.
“ZAYN!” urlai nel suo orecchio, e lo sentii sobbalzare. Aprii gli occhi, confuso, e mi guardò stranito.
“Mmm, che cazzo Liz..Stavo facendo un sogno favoloso, dove mi svegliavi in tutt’altro modo..” mormorò, con la voce impastata dal sonno.
“Ho tentato, scemo..” ribattei, punzecchiando un suo fianco “Peccato tu abbia il sonno di un alpaca in letargo.”
Zayn richiuse gli occhi, prendendo ad accarezzarmi tutta la schiena, lentamente “Sei morbida.” Sussurrò, compiaciuto.
“Non posso dire lo stesso di te, ma credo sia un bene.” Replicai, trattenendo un sorriso malizioso.
Lui aprì un occhio, lanciandomi uno sguardo ammiccante, poi scoppiò a ridere “Che razza di pervertita! Molto peggio di me!”
Io feci una faccia offesa, allontanandomi dalla sua presa “Mi stai dicendo che sono una specie di maniaco?” chiesi, inacidita.
Malik mi riavvicinò a lui con un gesto veloce, e tirò il lenzuolo sopra le nostre teste. Le nostre fronti quasi si sfioravano mentre posava un braccio accanto alla mia testa, senza togliermi i suoi occhi scuri di dosso.
“Sei una visione.” Mormorò, prima di chinarsi sulle mie labbra e baciarmi, togliendomi il fiato come al solito.
“Mmm, dobbiamo andare a scuola.” Dissi debolmente, staccandomi a malincuore dalle sue labbra.
Lui sbuffò, prima di iniziare a lasciarmi piccoli baci sul collo “Oggi…non..ci..andiamo.” rispose, tra un bacio e l’altro.
Avrebbe fatto meglio ad allontanarsi, se voleva che mantenessi la mia precaria stabilità mentale.
Gli lasciai un bacio a fior di labbra, veloce, prima di scivolare via dalla sua presa e tirar via il lenzuolo.
“Intanto pensa ad un modo per farmi uscire da casa tua senza che tuo padre mi veda.” Gli consigliai, raccogliendo la mia biancheria da terra, ed indossandola.
Zayn crollò a peso morto sul letto, con un altro sbuffo “Sai che mi frega, ha visto passare più ragazze dalla mia porta che in un bordello.” Ribattè.
Io mi voltai lentamente verso di lui, scoccandogli un’occhiata gelida “Questa te la potevi risparmiare.” Dissi tra i denti, afferrando brusca la mia maglietta.
“Eddai Liz, stavo scherzando!”
“Sì, come ti pare.”
Presi i miei jeans, e li infilai con stizza. Il mio umore era cambiato nel giro di venti secondi e tutto a causa di una pessima battuta, che forse battuta non era.
Sentii il letto scricchiolare, mentre probabilmente Malik si alzava. Alzai gli occhi, e lo trovai in boxer a pochi centimetri da me.
Fanculo, la natura non poteva essere così generosa con una sola persona.
“Betty, lo sai che a me piaci solo tu, vero?” cominciò con una voce stupida, punzecchiandomi un braccio.
Io feci una smorfia, infastidita “Sai che odio quando mi chiami Betty.”
“E’ per questo che ti chiamo così.” replicò, con un sorriso divertito. Vedendo che rimanevo in silenzio si avvicinò, e mise una mano tra i miei capelli, accarezzandoli.
“Sono stato con parecchie ragazze Liz, ma tu sei l’unica che voglio sempre anche la mattina dopo.” Soffiò sul mio viso, piano.
Io abbozzai un sorriso, prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
Io e lui, in quella stanza.
E il mondo fuori.
 
Due valige aperte si trovavano al centro della mia stanza, e una valanga di vestiti si riversava sul letto, o per terra.
“Che stai facendo, Madeline?” chiesi, preoccupata.
Lei mi scoccò un’occhiata irritata, mentre finiva di piegare un paio di jeans per poi buttargli nella valigia “Faccio le valige.” Rispose, secca.
“Grazie al cazzo, l’avevo notato. Perché stai facendo le valige?”
“Perché me ne vado. Ce ne andiamo.” Precisò, senza guardarmi.
Restai in silenzio, mentre l’unico rumore che si avvertiva era il piegare veloce di Mad dei suoi abiti. Evitava il mio sguardo, e preferiva tenerlo fisso sulle pile di oggetti intorno a lei.
“Smettila con questa stronzata, non andate da nessuna parte.” Mi opposi, brusca. Lei fermò un attimo le mani, per riservarmi l’ennesima occhiata gelida “Mi dispiace dirtelo, ma non sei nella posizione di decidere per me. Di nuovo.” Aggiunse, sibilando.
“E’ per quello? E’ perché ho detto a Niall quello che non hai avuto il coraggio di dire tu?”
“Non mi parlare di coraggio, Liz! Non ti azzardare!” esclamò, stridula, prima di lanciare con forza un pacco di pannolini sul letto. “Tu non hai idea di cosa significhi avere coraggio, va bene? Ho avuto coraggio quando ho accettato di proseguire la gravidanza, ho avuto coraggio quando mio padre mi ha cacciata di casa, ho avuto coraggio il giorno del parto, ho avuto coraggio quando mi sono trasferita a cento chilometri dal posto in cui sono nata!” cominciò ad elencare, gridando.
“Hai deciso tu di fare tutto da sola! Sai benissimo che Horan è ricco da far schifo, e che la sua famiglia è tra le più influenti qui a Londra. Se glielo avessi detto forse lui ti avrebbe aiutata, ti sarebbe stato vicino!” replicai, gesticolando.
“Oh sì, come mi è stato vicino quando è scappato da casa nostra, l’altro giorno.” Ribattè, tra i denti, e stavolta non seppi che rispondere.
Restammo qualche attimo in silenzio, ferme l’una davanti all’altra. Poi lei si piegò sulle valige, e chiuse bruscamente le zip. Traballando si avviò verso la porta della stanza, con quelle al seguito.
“Mia madre mi aspetta in macchina con Jesse, torniamo a Manchester.” Mi informò, incolore.
Io presi un profondo respiro “Scappare non servirà a niente, Madeline”
“Ci vediamo, Liz.” Mi salutò, lanciandomi un’ultima significativa occhiata con i suoi grandi occhi nocciola.
Poi uscì dalla mia stanza, e mi sentii come se un double-decker bus mi fosse passato sopra diverse volte, facendo poi retromarcia e passandomi sopra un’altra volta.
Sentii sbattere la porta d’ingresso, e subito dopo vidi sbucare la testa riccioluta di Charlie dalla porta della mia camera “Chi è uscito?” chiese, ignara.
“Mad. Se ne è andata.” ribattei. Poi posai gli occhi su un cellulare abbandonato sul letto, che riconobbi facilmente.
Lo afferrai, sapendo già cosa fare.
 
 
“Fammi capire, noi siamo a dieci chilometri dalle nostre case, nel pieno centro di Londra, in un quartiere di fighetti che se la tirano fino a strapparsela per..Niall Horan?” chiese incredula Jude, guardandomi quasi sconvolta.
“Attenta analisi della situazione, ispettore Barnaby. Ora se magari tenessi gli occhi aperti davanti a te mi faresti un piacere, dato che dobbiamo ancora trovarlo.” Risposi sarcastica, cercando tra la folla un’ossigenata testa bionda.
“Non credo di ricordare com’è fatto.”
“Biondo, palesemente tinto, occhi azzurri, un metro e ottanta su per giù, aria da spaccone. Scommetto che te lo ricordi benissimo.” Replicai “E comunque ho provato a chiamarlo con il cellulare di mia cugina, ma non mi risponde.”
“Forse perché ha riconosciuto il suo numero.” Ipotizzò Jude.
“Ma figurati, quello non ricorderà neanche il suo nome.”
Sentii il mio telefono vibrare nella tasca destra dei jeans, e velocemente lo tirai fuori.
“Pronto?”
“Liz, luce dei miei occhi, dove cazzo sei finita?” la voce di Zayn, resa leggermente metallica dal microfono, risultava abbastanza irritata.
“Sono davanti ai Kensington Garden, sai quel posto dove si dice che stava Peter Pan..”
“E perché?”
“Sto cercando Horan, perché mia cugina oggi se ne è andata.” Spiegai, e lo sentii sbuffare.
“Quel finto biondo comincia a stare un po’ troppo tra le palle. Comunque, sto andando agli allenamenti, ma se vuoi stasera ci vediamo..”
“Mia madre ha detto che sto troppo fuori casa in questo periodo. Io le ho risposto che tutti i carcerati hanno le ore di libertà, e a quanto pare ho ‘urtato la sua sensibilità’, quindi sono in punizione. Se vuoi puoi entrare dalla finestra..” gli proposi, tranquillamente.
“Ma per chi mi hai preso? Io non mi arrampico sugli alberi! Troveremo un modo per farti uscire. Ci vediamo splendida.” Mi salutò, con la sua solita voce bassa e muccccccccho sexy.
“Ciao Zayn!” feci il rumore di un bacio per il telefono, prima di attaccare ed incrociare lo sguardo disgustato di Jude.
“Che c’è?” chiesi, confusa.
“Mi chiedo come sia stato possibile che tu e Malik..” rabbrividì, schifata “Non riesco neanche a pensare a quello che farete insieme.”
“Oh, come se non potessi immaginarlo! Forza, continuiamo a cercare Horan.”
 
DUE ORE DOPO
“Mi fanno male i piedi..” si lamentò Jude, sistemando meglio un sandalo Laboutine sul suo piede.
Sbuffai, prima di adocchiare una panchina e lasciarmi cadere su di essa, stanca. “In due ore e mezza non abbiamo risolto niente. Eppure ero sicura che abitasse qui!” Ragionai ad alta voce.
“Magari si è trasferito.”
“Magari se ne è andato da Londra.”
“Magari è in Galles.”
“Magari è crepato.”
Jude mi lanciò un’occhiataccia “Non si augura la morte a nessuno.” Mi rimproverò.
“Tu la auguri a Zayn.”
Fece un gesto seccato con la mano “Dettagli, dettagli..”
Mi rigirai il cellulare di Mad tra le mani, e sospirai “Mia cugina mi odia.” Dissi, amareggiata.
“Non ti odia, Liz. Come potrebbe? Siete cresciute insieme! E’ solo ferita per la storia di Horan..” tentò di consolarmi Jude.
“Alla fine aveva ragione, comunque. Quello stronzo è scappato.”
“Bhè, prova a metterti nei suoi panni..Lo hai portato in una casa sconosciuta, davanti ad un bambino di un anno appena e gli hai detto ‘Ciao, questo è tuo figlio’. Come avresti reagito tu?”
Tentennai per qualche secondo, insicura “Tanto per cominciare io ricordo le lezioni di Educazione Sessuale in seconda media, e so cosa sono le precauzioni.” Puntualizzai.
“Lo spero, perché non ho intenzione di aiutarti a crescere un piccolo talebano!”
Le diedi una spinta, e le feci una linguaccia.
Che idiota che era la mia migliore amica.
 
 
 
 
 
 
   
 
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