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Autore: ___MoonLight    25/04/2012    4 recensioni
«Tu sei riuscito a creare qualcosa di buono, non solo per te stesso. Qualcosa in cui credi.»
Tony gli riservò solo un ostinato silenzio, al che Bruce esitò.
«Ci credi ancora, vero?»
«Che importanza ha? Ho mandato tutto in fumo,» replicò piattamente lui.
«Sei già rinato dalle ceneri, Tony. Davvero non puoi farlo ancora?»

L'Afghanistan ha segnato Tony e gli ha donato l'opportunità di cambiare in meglio la sua vita. Ma il destino ha tutte le intenzioni di mettergli nuovamente i bastoni tra le ruote, e l'immagine corazzata che si è costruito e dietro la quale tenta di riparare i torti commessi e quelli subiti non è più abbastanza per proteggerlo. Cosa succede quando l'uomo diventa davvero di ferro, anche senza armatura?
[Storia completa e revisionata]
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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9


Stumbling




"I'll face it with a grin,
I'm never giving in.
On with the show!"


[The Show Must Go On – Queen]



«Io sono Iron Man.»
Il boato del pubblico e della giuria soffocò la sua stessa voce.
Vide Kyle assumere un'espressione serafica per nascondere la sua sorpresa, Ian che strabuzzava gli occhi e Pepper che si stringeva la radice del naso scuotendo la testa.
Tony si girò appena verso di lei e le fece l'occhiolino con un mezzo ghigno divertito. Se lo stava godendo, il suo momento di gloria... per poco.
Pepper strinse il pugno e lo abbattè sul palmo dell'altra mano con sguardo omicida, cancellando il sorrisetto dalla faccia del suo capo, che si affrettò a riportare la sua attenzione al Senatore allibito.
"Ops... Forse ho esagerato."

***

4 Marzo, Tribunale di Washington D.C, due ore prima...

Tony continuava a cimentarsi nell'annodare per l'ennesima volta la cravatta senza ottenere grandi risultati. Pepper fece per aiutarlo, ma lui sfuggì alla sua presa con un'espressione risentita.
«Ce la faccio da solo. Se queste dannate dita rispondessero ai miei comandi sarebbe tutto più semplice!» imprecò sottovoce, fissando con astio la protesi che aveva momentaneamente liberato dal tutore appeso al collo.
Per fortuna si era ricordato di mettere i guanti, uno dei quali leggermente imbottito: le dita erano ancora decisamente primitive e ben lontane dal poter ingannare la giuria.
«Come vuole,» sospirò Pepper, lasciandolo ai suoi nodi. «Vado di là, recupero Kyle e torno. Non combini disastri,» lo implorò, prima di uscire dalla saletta d'attesa per andare incontro all'avvocato, che sarebbe arrivato a breve.
Tony rimase solo con la cravatta che continuava a ribellarsi alla sua volontà.
Erano arrivati a Washington sul filo dei minuti, esattamente dieci prima dell'inizio del processo. Tutto perché Tony aveva avuto una crisi su cosa indossare e aveva infine insistito per presentarsi nel suo sgargiante completo bluette, nonostante Pepper avesse cercato di indirizzarlo verso qualcosa di più discreto. Il ritardo non era piaciuto al procuratore, tale Julien Knight, un uomo slavato sulla trentina che, dal modo viscido in cui lo aveva salutato, sembrava essere una vecchia conoscenza di Kyle.
«Siete un team molto... affiatato, a quanto vedo,» aveva commentato in tono di aperta derisione accennando alle loro sedie a rotelle, subito prima di svicolare via come una serpe per entrare nell'aula già gremita.
Tony l'avrebbe volentieri mandato istantaneamente a quel paese, ma Kyle l'aveva bloccato con una semplice occhiata che la diceva lunga sui loro trascorsi. La cosa non prometteva bene.
Pepper rientrò dopo pochi minuti, fissandolo perplessa.
«Non ha intenzione di entrare in aula conciato così, vero
Tony la fissò imperturbabile, con la cravatta rossa annodata in testa in stile Rambo e i capelli scombinati: si era arreso all'evidenza di non essere in grado di annodarla.
«Ovviamente, Pepper! Speravo giusto di lanciare una nuova moda!» rispose iniettando nella sua frase una buona dose di sarcasmo, dato che avrebbe dovuto rinunciarvi per almeno le successive tre ore.
O almeno, così sperava Pepper.
Ian e Kyle entrarono appena dietro la sua assistente e gli si accostarono in rapida successione sommergendolo di raccomandazioni mediche e legali che lui ascoltò a malapena, troppo agitato e impegnato a districare quella maledetta cravatta per prestare loro orecchio. Appena uscirono per prendere posto in aula, Tony iniziò a sua volta a tempestare la sua assistente di domande, facendosi finalmente prendere dall'ansia:
«Pepper, ho un attacco di panico. Mi fa male il braccio destro, ho un dolore all'occhio sinistro e devo andare al bagno. Ora
«La prego, non dica stupidaggini,» mormorò pacata lei, liberandolo dal cappio che si era stretto in testa.
«Quale delle tre ritiene sia una stupidaggine?»
«Lei è andato al bagno, spero, prima del processo, ha avuto fitte all'occhio dall'incidente e stamattina ha preso gli antidolorifici come sempre.»
«Come sempre?»
«Con i suoi soliti due cucchiaini di zucchero nei tre litri di caffè che beve.»
«Si spiegano molte cose. E magari è anche decaffeinato?»
«Ultimamente sì. Ordini del dottor Mitchell,» concluse lei, finendo di annodargli decentemente la cravatta.
Gli raddrizzò il colletto stropicciato, domò i suoi capelli scomposti nonostante la brillantina e tentò di camuffare con del correttore una leggera ma ostinata bruciatura che si era rimediato sullo zigomo, senza molto successo. Tony si sistemò infastidito il braccio al collo, evidentemente insofferente al tutore, ma non riusciva ancora a muovere abbastanza bene la protesi da poterne fare a meno. Era più saggio far credere che avesse un braccio infortunato.
«Sono presentabile?» le domandò, rassettandosi le pieghe della giacca; si passò poi una mano sul pizzetto, non ricordandosi se si fosse rasato o meno quella mattina, e si tranquillizzò un poco nel sentirne il contorno ben definito.
Ora che ci pensava, aveva controllato la protesi? E aveva oliato per bene le giunture? E la garza sull'occhio era a posto?
"Oh, buon Dio..."
«Come sempre, signor Stark,» la risposta di Pepper attenuò i suoi timori per qualche istante. «Dubita forse del suo fascino?» lo punzecchiò poi, con un lieve sorriso incoraggiante che catturò il suo sguardo.
«Assolutamente no,» rispose sornione, e spinto da un impulso repentino la attirò brevemente a sé, stampandole un fugace bacio all'angolo delle labbra.
Lei non ebbe tempo né modo di reagire, ma quando si staccò rimase paralizzata, non credendo a quello che era appena successo.
«Mi serviva un incoraggiamento, cerchi di capirmi. E poi dovevo ancora farmi perdonare per la serata di beneficenza,» ruppe il silenzio Tony, non provando alcun rimpianto ad aver agito d'istinto e sentendosi ancora più su di giri di prima.
«No, non la capisco affatto.» ribatté lei, serissima, diventando dello stesso colore dei suoi capelli e scuotendo la testa nel tentativo di riprendersi e di convincersi che, no, il suo capo non aveva davvero tentato di baciarla.
Tony la scrutò attento: non sembrava furiosa come si era aspettato... solo colta alla sprovvista, enormemente confusa e decisamente più turbata di quanto ritenesse ragionevole. Dopotutto lui aveva inteso il gesto come un'avance scherzosa. Più o meno. Gli venne in mente solo allora che forse non aveva avuto un ottimo tempismo.
«Cosa non capisce?» la incalzò, agitandosi appena sulla sedia.
«Perché lei debba sempre complicare la mia e la sua esistenza.»
Tony sembrò pensarci un attimo, poi fece un sorrisetto furbo:
«Perché la mia esistenza è ormai abbastanza complicata, e complicarla ancora in questo modo, e quindi intrecciare la mia esistenza con la sua, complicandola a sua volta, le rende entrambe più interessanti. Non crede?»


***


«Ordine, ordine in aula!»
Finalmente il pubblico, che era esploso in una sorta di ovazione da stadio all'ingresso di Tony, si quietò.  
Una schiera serrata di giornalisti occupava le prime file; dietro di loro erano sedute alcune delle personalità più importanti del Paese tra cui molte conoscenze e rivali di Tony, che aveva invece preso posto accanto a Kyle al banco della difesa. Accanto a quest'ultimo sedevano Mitchell e Pepper, un po' distaccati nel tentativo di non dare troppo nell'occhio. Knight sedeva da solo al banco dell'accusa, perfettamente rilassato e con l'aria di essere seduto al bancone di un bar senza una sola preoccupazione al mondo, in paziente in attesa del proprio drink. Qualche fila più indietro Tony aveva intravisto Rhodey, che aveva evitato platealmente il suo sguardo quando aveva rivolto un cenno nella sua direzione.
"Fantastico, adesso mi tiene anche il broncio," pensò, ignorando di avere esattamente la stessa espressione immusonita sul volto.
Come da programma, il giudice era il Senatore Stern, che aveva già avuto qualche contrasto con Tony riguardo alla sua decisione di interrompere il rifornimento di armi all'esercito. Sembrava comunque piuttosto tranquillo, e un'espressione neutra dominava il suo volto da mastino. Tony sperava rispecchiasse il suo modo di giudicare. Introdusse brevemente, con voce monotona, le cause e concause del processo in atto e i membri della giuria, dell'accusa e della difesa, per poi rivolgersi direttamente a Tony.
«Imputato, dichiari il suo nome completo.»
«Tony Stark. Pensavo mi conoscesse...» borbottò tra sé a voce più bassa.
Kyle gli assestò una gomitata discreta, approfittando del fatto di essere seduto dal suo lato sano. Lui trattenne bruscamente il fiato e si tastò la costola ancora contusa.
"Bel colpo. Ahia."
«Qui ci risulta diversamente, signor Anthony Edward Stark.»
«Anthony Edward...» Tony roteò appena l'occhio sano. «Sì, lo so, ci mancherebbe. Ma allora mi conosce!» sogghignò sarcastico.
Il Senatore alzò appena gli occhi dal foglio, evidentemente seccato.
«Signor Stark, per amor della verità l'astio verso suo padre non dovrebbe impedirle di usare il nome con cui l'ha battezzata,» intervenne l’avvocato dell’accusa con fare provocatorio.
Il sorrisetto sprezzante di Tony si affievolì appena prima di congelarsi sul suo viso. Si girò lentamente verso l'avvocato, rivolgendogli un'occhiata tagliente.
Pepper captò il suo sguardo, notando con preoccupazione la mascella serrata dell'uomo: raramente aveva visto Tony adirarsi, ma parlare di suo padre era un ottimo modo per fargli perdere le staffe in tempi record. Scambiò un’occhiata nervosa con Mitchell, che sembrava condividere i suoi timori: non iniziava bene.
«Obiezione, Vostro Onore: l'osservazione, oltre a essere stata posta al di fuori del contro-interrogatorio dell'accusa, non è pertinente al caso ed è chiaramente volta a innervosire il mio cliente,» intervenne Kyle, pacato, con un'occhiata penetrante in direzione del suo rivale.
«Accolta. Signor Knight, non divaghiamo prima ancora di iniziare.»
Knight fece un sorrisetto viscido, scostandosi i capelli chiari dagli occhi altrettanto chiari.
«Scusate, Vostro Onore. Credo che un lieve nervosismo sia comprensibile, date le circostanze...»
«Si prega inoltre l’accusa di non dilungarsi troppo: mi fa male la gamba,» intervenne Tony a voce molto alta nonché nel momento meno indicato.
Qualche risatina provenne dal pubblico e Tony fece un gesto ammiccante verso di esso. Il Senatore era adesso palesemente infastidito dal suo atteggiamento più adatto a un varietà che all'aula di un tribunale, ma fece un ammirabile sforzo per non darlo troppo a vedere.
«Iniziamo con l’indicare le accuse che le si imputano.»
Il Senatore aprì una voluminosa cartella, iniziando a sfogliare i documenti e a leggerli con voce macchinosa.
«Il signor Anthony Edward Stark è formalmente accusato del possesso di armamenti bellici illegali nonché ritenuti potenzialmente pericolosi per l’ordine pubblico; di occultamento di identità; di danni a strutture ed infrastrutture pubbliche e private; del sospetto convolgimento nella scomparsa e presunta morte di Obadiah Stane; è inoltre accusato di...»
«Mi perdoni, Vostro Onore, vorrei proporre di esaminare ogni capo d'accusa separatamente per ordine di importanza, ovviamente a discrezione della giuria,» lo interruppe il più delicatamente possibile Kyle.
«Bravo K, ottima mossa. Iniziavo a sentirmi soffocare,» commentò Tony sussurrando, almeno secondo i suoi parametri.
In realtà lo udì mezzo tribunale, giudice incluso. Kyle rivolse un’occhiata implorante verso Pepper: “lo fermi” sembrò pregare. Lo stress stava decisamente peggiorando l'esuberanza incontenibile di Tony.
La giuria parlottò per un paio di minuti discutendo l'intervento di Kyle, infine il Giudice battè il martelletto.
«Che l'imputato salga al banco di deposizione. Inizieremo dalla scomparsa del signor Stane.»
Mitchell a quelle parole si alzò subito e trasferì la sedia a rotelle nel punto richiesto, sotto gli occhi di una guardia armata che fortunatamente decise che Tony non era nelle condizioni di nuocere a nessuno.
“Si va a spasso,” pensò Tony poco divertito, sentendosi per la prima volta a disagio nell'essere al centro dell'attenzione.
Si impegnò a sfoggiare un'espressione neutrale e una voce ferma mentre prestava giuramento di dichiarare "la verità, solo la verità, nient'altro che la verità", ben consapevole che non l'avrebbe mantenuto del tutto.
Il Senatore riprese a leggere quanto documentato:
«Obadiah Stane è stato visto l’ultima volta il 5 gennaio alle Stark Industries, intorno alle sei di sera, come risulta dalla deposizione della signorina Virginia Potts rilasciata alla polizia quella sera stessa. Conferma?»
«Confermo, Vostro Onore.»
«In seguito si è persa ogni sua notizia ed è dato a credere che sia deceduto in seguito all'incidente avvenuto alla sezione 16 delle Stark Industries, nonostante il suo corpo non sia stato rinvenuto. L'imputato Anthony Stark emerge come unico testimone diretto dell'accaduto. A lei l’interrogatorio, avvocato Knight, può procedere.»
«Grazie, Vostro Onore. Signor Stark,» iniziò Knight, alzandosi e prendendo a passeggiare davanti a Tony con l'atteggiamento che avrebbe avuto un predatore di fronte a una preda messa all'angolo, «potrebbe spiegarci le strane circostanze in cui il signor Stane è venuto a mancare?»
«Varrebbe a dire che si è disintegrato in seguito alla sua accidentale caduta nel reattore arc? Non mi sembra che ci sia molto da aggiungere, ma le posso spiegare le dinamiche chimiche e fisiche dell’accaduto, se necessario.»
«La sua è molto fantasiosa come ipotesi, signor Stark.»
«Peccato che sia la verità.»
Tony appoggiò sovrappensiero le braccia sul banco, sotto gli occhi terrorizzati di Pepper, che seguiva ogni suo minimo movimento.
Un secco
clonk risuonò nell'aula quando la mano metallica urtò il legno un po' troppo bruscamente, e Tony s'irrigidì appena.
«Cos'è stato?» Knight interruppe la domanda che stava per porre, incuriosito.
Pepper afferrò improvvisamente il braccio di Ian, agghiacciata. Sperò ardentemente che Tony non agisse d'impulso; le sue manie di protagonismo potevano giocare brutti scherzi...
Questi esitò per una frazione di secondo, preso in contropiede.
«Oh, il mio Rolex,» rispose poi, alzando le spalle – altra mossa piuttosto pericolosa.
Scrollò il polso sinistro con un ghigno provocatorio, tirando su la manica e rivelando il costoso orologio che aveva avuto l'ignaro buon senso di indossare quella mattina, riuscendo a distogliere l'attenzione dalla protesi, che lasciò scivolare nuovamente giù dal banco, appesa al suo tutore.
Pepper strinse i denti, orripilata: una minuscola parte del polso destro si era scoperta, lasciando intravedere il metallo sottostante; un dettaglio del tutto trascurabile, ma ai suoi occhi appariva come se Tony si fosse appena denudato sul banco dei testimoni. Nessuno ci fece caso, concentrati più sull'orologio che su Tony stesso o sul suo braccio apparentemente infortunato.
«Piace?» chiese lui disinvolto, scatenando risatine da parte del pubblico.
Il giudice sospirò.
«Molto, signor Stark. Ora, se ha finito di pavoneggiarsi, possiamo tornare a questioni più importanti?»
Pepper era sicura di essere stata l'unica oltre a Ian e Kyle ad aver notato il lampo di panico che era brillato per un attimo sul volto di Tony in quel frangente delicato. Questi intercettò di sbieco il suo sguardo: c'era mancato davvero poco.
Knight tossicchiò e riprese il suo interrogatorio:
«Dunque, vuole spiegarci più nel dettaglio come, esattamente, è deceduto il signor Stane?»
«Con estremo piacere,» si lasciò sfuggire Tony, momentaneamente accecato dal ricordo di Obadiah e di cosa stava passando per causa sua.
Colse l'occhiata ammonitrice di Kyle, ma fortunatamente Knight non sembrò notare la sfumatura ostile di quelle parole, interpretandola come l'ennesima provocazione strafottente.
«Prego, allora.»
Tony chiamò a raccolta tutti i dettagli che aveva discusso con Kyle per modificare l'accaduto in modo credibile, poi iniziò a raccontare:
«Eravamo sulla terrazza, saranno state le otto di sera. Stavamo discutendo degli ultimi avvenimenti alle Stark Industries; immagino che ricordiate tutti una delle mie ultime conferenze stampa, soprattutto il Senatore Stern...» rivolse uno sguardo eloquente a quest'ultimo, guadagnandosi un'occhiata astiosa. «Insomma, era una stupenda serata quando ad un tratto c'è stato un malfunzionamento nel reattore arc che potrei spiegare in dettagli tecnici, ma non so fino a che punto vi interessi una lezione di fusione nucleare a freddo...» tentò di svagare Tony, con successo. «La vetrata sul tetto è andata in frantumi...» si bloccò un attimo, folgorato da un improvviso dolore all’occhio.
Sfiorò la benda il più delicatamente possibile lasciandosi sfuggire un lieve lamento; Ian lo guardò preoccupato, così come il giudice.
«Sto bene, era solo una fitta,» minimizzò, sfuggendo lo sguardo perplesso di Knight.
In realtà aveva visto un forte lampo blu. Parlare dell'incidente ne risvegliava anche il ricordo fisico? si chiese preoccupato, ma accantonò il pensiero dopo il primo momento di shock e continuò come se niente fosse, sudando appena per il nervosismo:
«Dicevo: Stane era molto vicino alla vetrata ed è stato investito dall'onda d'urto. È precipitato nel reattore prima che potessi avvicinarmi e si è, come dire... fuso. Letteralmente. E dovete sapere che un corpo umano che precipiti in un qualsiasi reattore nucleare esistente a questo mondo non causa mai conseguenze pacifiche. È esploso mentre ero ancora sul tetto, di qui le mie innumerevoli lesioni. E poi sono svenuto. Il dottor Ian Mitchell qui presente può illustrare un quadro clinico molto dettagliato delle mie attuali condizioni fisiche, ma credo che non vi interessi neanche questo.»
Knight stava per intervenire, ma fu troncato dal giudice:
«Penso che le sue condizioni fisiche siano piuttosto evidenti a tutti.»
“E non ha ancora visto niente!” esclamò tra sé Tony, mordendosi la lingua per non dirlo ad alta voce.
Pepper tirò un sospiro di sollievo e smise di stritolare il braccio di Ian, che aveva a sua volta sudato freddo quando aveva captato il suo nome. Kyle ascoltava concentrato, con due dita a sorreggere la tempia, annuendo di tanto in tanto e fulminando con occhiate omicide il procuratore che, rigidamente in piedi, non sembrava trovare falle nella deposizione. Dopotutto non aveva le competenze idonee per contestare le allusioni tecniche dell’imputato.
«Riguardo a questo può bastare; chiariremo in seguito le dinamiche esatte dell'incidente e convocheremo qualche esperto che possa giudicarle competentemente,» concluse il giudice.
«Consiglierei Justin Hammer; ha già collaborato con...» iniziò Knight.
«... un branco di incapaci.» tossicchiò Tony, seccato.
Il giudice lo guardò interrogativo, al che Tony si ricompose.
«Non rientra nelle mie simpatie, ma invitatelo pure alla festa.»
“Sarà divertente. O forse no.”
«Prenderemo seriamente in considerazione questa possibilità,» ribattè Knight con un sorrisetto perfido.
«Adesso... se la giuria è d'accordo vorrei discutere della sua identità piuttosto controversa.»
Era chiaro che fosse quello l'argomento principale del processo e che tutti non vedessero l'ora che venisse affrontato.
«Non capisco cosa intende.» cadde dalle nuvole Tony
«Se si riferisce alla quisquilia del mio nome di battesimo, posso assicurarle che sono in tutto e per tutto Anthony Edward Stark.»
«Ha letto i giornali, immagino,» insinuò Knight, subdolo.
«Sono stato piuttosto impegnato a salvaguardare la mia salute, avvocato.»
«Dubito che non abbia neanche sentito parlare di...»

«Obiezione. Signor Knight, sta fuorviando l’imputato e ponendo domande irrilevanti. Il signor Stark non è tenuto a informarsi se non lo desidera, soprattutto in quanto convalescente.»
«Obiezione accolta,» gli accordò a fatica il giudice.
«Comunque, si parlava del cosiddetto “Iron Man”. Un presunto supereroe o robot high-tech che spara raggi laser e distrugge beni pubblici. Le rammenta qualcosa?»
«Oh, sì. Ne ho sentito parlare. Era su tutti i giornali per il suo intervento in Gulmira qualche mese fa, se non sbaglio,» rispose candidamente Tony.
Poteva sentire gli occhi di Rhodey trapassarlo, ma non spostò lo sguardo su di lui.
«Quello, e un'altra decina di intromissioni in zone calde o di confine nel corso di scontri armati, a volte accompagnato da altri combattenti di dubbia entità,» puntualizzò Knight, scrutando la sua reazione, ma lui rimase impassibile.
Pepper annuì piano tra sé: poteva andare peggio, poteva andare molto peggio... ringraziò la prontezza della SHIELD nell'aver criptato o eliminato le testimonianze di quegli scontri.
«E cosa c'entra un paladino della giustizia con l'incidente alle Stark Industries?» lo incalzò Tony, con apparente brio.
«Testimoni oculari affermano di aver visto questo "supereroe corazzato", d'ora in poi "Iron Man" per comodità, scontrarsi con un'entità presumibilmente robotica non meglio identificata, proprio in prossimità della sezione 16 delle Stark Industries. Mi dica, lei ha visto o sentito qualcosa?»
«Onestamente, avvocato, ero piuttosto intento a discutere con il signor Stane e il reattore è molto rumoroso; non ho fatto caso a ciò che avveniva attorno a noi.» obiettò lui, piuttosto debolmente.
«Vostro Onore?» intervenne solo allora Ian, facendo sobbalzare Pepper e voltare l'intera aula verso di lui, che riuscì eroicamente a mantenere la sua freddezza nel sentirsi analizzare da poco più di duecento paia d'occhi «Il mio paziente, per sua sfortuna, soffre di una leggera amnesia in seguito al trauma subito. Non è in grado di ricordare esattamente tutto l'accaduto, in particolare suoni, colori specifici o dettagli marginali.»
«Obiezione: il dottor Mitchell non può testimoniare in questo momento,» protestò Knight, piccato per quell'intromissione.
«Obiezione: il dottor Mitchell ha facoltà di testimoniare in quanto supervisore medico nel caso del signor Stark sin dall’inizio dell’inchiesta.»
«Signor Andrews, accolta; signor Knight, respinta,» dichiarò il giudice, battendo un'unica volta il martelletto.
«Tre a zero, Knight; è in netto svantaggio,» commentò ironico Tony, sentendosi più tranquillo.
Kyle non riuscì a trattenere un sorrisetto compiaciuto, anche se avrebbe volentieri messo le mani al collo di Tony per ogni parola di troppo che lasciava la sua bocca.
«Tornando a noi... sembra che lo scontro sia stato molto violento, arrivando a coinvolgere civili, danneggiare veicoli e causare danni alle infrastrutture adiacenti le Stark Industries e la Howard Stark Memorial Lane,» riassunse brevemente Knight «Sembra che entrambe le... unità robotiche, o qualunque cosa fossero, abbiano fatto uso di armi a lungo raggio simili a flussi di energia.»
A quel punto si fermò per fissare Tony negli occhi, come aspettandosi un commentò da parte sua, che puntualmente arrivò:
«Potrebbe anche affermare che un gigante verde ha distrutto mezza città e sarei costretto a crederle, avvocato. Amnesia, ricorda?» Tony si toccò appena la tempia a sottolineare il concetto. «Quale sarebbe il punto?» chiese poi, ignorando l'occhiata di rimprovero che Pepper gli aveva scoccato nel sentirgli nominare indirettamente Hulk.
«L'esplosione del reattore arc potrebbe essere stata una mera coincidenza, oppure causata dal suddetto scontro. Conferma? Intendo, un simile scontro che coinvolga altre fonti di energia avrebbe potuto causare l'esplosione del reattore?» chiese Knight, suscitando la sua attenzione «Mi rimetto alle sue conoscenze tecniche,» lo blandì mellifluo.
Kyle fiutò il pericolo e stava per obiettare, ma Tony iniziò a parlare prima, non dandogliene modo.
«Non posso escluderlo. Per farla semplice potrebbe essere stato un malfunzionamento dovuto a un sovraccarico di energia nel nucleo, oppure lo scontro ha danneggiato qualcuno dei trasformatori, ma è anche vero che la vicinanza tra due flussi di energia arc può originare delle interferenze non trascurabili...» s'interruppe di colpo.
Kyle si morse nervoso le labbra: aveva previsto che Knight avrebbe fatto leva sull'ego di Tony e sulle sue vaste conoscenze scientifiche per spingerlo a dire più del dovuto. A volte detestava avere ragione.
«Signor Stark, ha per caso detto
due?» chiese infatti Knight, falsamente stupito.
"Lo sapeva... sapeva tutto," pensò allarmato Kyle, implorando Tony di non cadere in trappola.
«Due? Ho detto due?» una nota di panico incrinò la voce di Tony, che si sforzò di mantenere la sua proverbiale
nonchalance .«Intendevo dire il reattore e l’ipotetica energia che alimenta l’armatura...»
«Armatura? È già stato usato in precedenza questo termine?» si finse interdetto Knight.
Kyle corse ai ripari:
«Obiezione! Signor Knight, non ne faccia una questione di semantica; quando la smetterà di evidenziare dettagli irrilev–...» tentò di salvare la situazione, capendo di essere vicino a un punto critico, ma lo schiocco del martelletto troncò le sue parole.
«Respinta. Il verbale cosa dice?» chiese il giudice rivolgendosi al dattilografo, che scorse velocemente le pagine del verbale.
«Mai usata, Vostro Onore.»
Knight si girò trionfante verso l'imputato.
«Non avendo mai visto lo scontro, a quanto sostiene, e non essendosi informato, sempre secondo ciò che ha dichiarato, come fa a definire “armatura” questo neo-supereroe, finora identificato come un robot? Tanto più che la descrizione calza a pennello, a detta dei testimoni.»
«Avrò visto qualche immagine di sfuggita e il mio intuito tecnico deve aver fatto il resto,» borbottò Tony, messo alle strette.
«Devo deluderla: non risulta alcun documento fotografico o audiovisivo di Iron Man dai frangenti in cui è apparso nell'ultimo anno. Inoltre le uniche immagini dello scontro a Los Angeles sono state estrapolate da video di pessima qualità, nei quali non è assolutamente distinguibile con chiarezza un'“armatura”, soprattutto se le ha viste di sfuggita; ma secondo i testimoni oculari si tratterebbe proprio di questo: un'armatura. Cosa ne dobbiamo dedurre, signor Stark?»
Pepper si sentì sprofondare, e stavolta si trovò a maledire la solerzia con cui la SHIELD aveva occultato ogni prova tangibile dell'esistenza di Iron Man. Lanciò un'occhiata a Tony, che sembrava sul punto di voler rispondere per le rime a Knight, ma un’occhiataccia di Kyle lo convinse che sarebbe stato più saggio stare in silenzio.
Knight si concesse un sorriso soddisfatto.
«In via del tutto eccezionale dispongo di una foto della suddetta “armatura”,» annunciò, e un mormorio sorpreso si diffuse tra il pubblico.
«Obiezione! Questa prova non è pertinente a...»
«Respinta,» lo troncò di netto il giudice, più interessato alla foto che alla sua attinenza col processo in corso. «Ce la mostri, procuratore.»
Tony si sentì mancare e fissò Kyle in cerca d’aiuto; lui scrollò le spalle, facendogli cenno di mantenere il sangue freddo.
Knight tirò fuori una foto piuttosto grande e un po' sgranata, ma anche perfettamente distinguibile: era senz'ombra di dubbio un’armatura dalle cromature rosso-oro, apparentemente inquadrata dalla telecamera di sicurezza di un'auto che sembrava sospesa a qualche metro da terra, sorretta dall'armatura stessa. Tony poggiò con sconforto il mento sul braccio sano, ricollegando la scena a quel poco che ricordava dello scontro: era abbastanza sicuro che la persona alla guida di quell'auto gli dovesse la vita, e fornire all'accusa prove sottobanco non gli sembrava un gran modo per ringraziarlo.
Si impose il silenzio, assieme a un'espressione distaccata.
«Prego la giuria di prestare attenzione a questo “piccolo” dettaglio.» Knight puntò il dito sulla luce azzurrina che brillava sul petto di Iron Man.
“Merda.” Tony si allentò il colletto della camicia, improvvisamente accaldato.
«Secondo i nostri tecnici, sarebbe proprio la fonte di energia che alimenta quest'aggeggio... signor Stark, cosa le ricorda?»
«La lampadina azzurra che avevo sul comodino da piccolo,» sparò a caso Tony, cercando di mantenere la sua faccia tosta.
«Ah, davvero? E magari gliel’ha costruita suo padre Howard Stark, inventore del reattore arc.»
«Obiezione. Di nuovo fuori tema.»
«Accolta. L'allusione al reattore arc è pertinente, ma si astenga da altri riferimenti ai familiari del signor Stark; al momento non ci interessano.»
«Nemmeno a me, sinceramente,» commentò Tony, nel tentativo di allentare la tensione.
Kyle scosse vigorosamente la testa, intimandogli di finirla con quella sceneggiata.
«Questo sembra indiscutibilmente un reattore arc. In quanto esperto del settore, signor Stark, come lo definirebbe
oggettivamente?» lo incalzò Knight.
«A prima vista direi proprio un reattore arc,» si trovò costretto ad ammettere Tony «Ma ciò non è possibile, perché mio padre e di conseguenza la mia industria ne detengono il brevetto,» aggiunse subito dopo trionafante, credendo di riuscire così a trarsi d'impaccio; notò troppo tardi l'occhiata ammonitrice di Kyle.
«Infatti,» confermò Knight, «secondo i nostri esperti corrisponde unicamente come forma, luce e altri parametri che conoscerà sicuramente, alla tecnologia arc o derivate. E dunque in suo
esclusivo possesso.»
«Vedo che ha fatto i compiti a casa, signor Knight.»
Lui sorrise soddisfatto prima di essere troncato dalla voce di Kyle.
«Obiezione: la sua tecnologia potrebbe essere stata sottratta da concorrenti.»
«Esatto!» Tony colse al volo l'occasione «Da Stane!»
«Ma non era con lei sul terrazzo?»
«Lui era
fisicamente con me, ma la sua tecnologia, cioè quella sottratta a me medesimo, era lì sotto, non-so-perché, a combattere contro un tizio in armatura!»
Un brillio pericoloso si accese negli occhi di Knight.
«Mi perdoni, signor Stark: si sta riferendo all'arma robotica ancora ignota o ad Iron Man?»
Tony ebbe un attimo di esitazione, realizzando ciò che aveva appena detto.
«A... a entrambe.» balbettò infine.
Pepper si mosse a disagio, allibita dal madornale passo falso del suo capo, e il fatto che avesse appena balbettato – lui, Tony Stark, che
balbettava – voleva dire che Knight era finalmente riuscito a metterlo in seria difficoltà.
«È curioso come lei sostenga di non sapere nulla dello scontro ma sia in grado di affermare che anche l'altro robot fosse alimentato da un reattore arc,» commentò Knight con un sorrisetto di condiscendenza. 
Tony ammutolì, consapevole di non poter controbattere con argomentazioni convincenti.
«Lasciamo un attimo da parte le sue accuse infondate verso Stane. Lei ha definito Iron Man "un tizio in armatura"; cosa sensata, visto il nomignolo affibbiatogli dai media e la sua nomea di "supereroe". Ma cosa le fa affermare con tanta certezza che l’armatura non fosse un robot telecomandato o altro?»
«È un sistema di controllo obsoleto! Quell'armatura, o qualunque cosa fosse, è troppo complessa per essere teleguidata.» Tony si sarebbe mangiato la lingua per quello che stava dicendo, ma il suo ego aveva buttato al vento ogni cautela.
«E questo come lo deduce non avendola mai vista coi suoi occhi?»
«Lei è estremamente pignolo. Davvero una spina nel fianco,» sbottò Tony, iniziando ad irritarsi. 
Insomma, era abituato a non essere – quasi – mai contraddetto.
«Dunque?»
«Dunque sono in grado di trarre conclusioni in campo robotico in base a criteri che non devo certo spiegare a lei, a meno che ovviamente non abbia un paio di lauree al MIT, cosa di cui dubito alquanto,» commentò con arroganza.
Pepper si era ormai ancorata al braccio di Mitchell vedendo degenerare la situazione di secondo in secondo e anche lui non poteva fare altro che assistere impotente al loro sfacelo.
Kyle fremeva accanto a loro alla ricerca di una via d'uscita che Tony non si fosse già precluso.
«Signor Stark, la richiamo all’ordine,» gli intimò il Senatore.
«Ma certo, Vostro Onore. Scusatemi enormemente,» ribattè lui con un po' troppa enfasi.
Ribolliva di rabbia repressa nei confronti dell'avvocato e in generale di tutto ciò che l'aveva cacciato in quel vicolo cieco.
E pensare a Stane non lo aiutava affatto.
"Quel bastardo traditore doppiogiochista..." sibilò tra sé, vedendo rosso per un istante e sentendosi i moncherini in fiamme.
«Sto ancora aspettando una risposta, signor Stark.»
Tony lo fissò in modo tanto penetrante che l'avvocato sembrò tentennare.
«Infatti, stavo giusto dicendo che la
mia tecnologia, perché di mia si tratta, è stata banalmente ed indegnamente clonata dal mio "amico" e "collaboratore" Obadiah Stane, che tra l’altro vendeva alle mie spalle armi ai ribelli dei Dieci Anelli, gli stessi che hanno avuto la gentilezza di ospitarmi per tre mesi in Afghanistan su suo diretto ordine. Evidenziamo questo dettaglio nel verbale, grazie.»
Kyle fece il gesto di intervenire, ma ormai Tony era come un fiume in piena.
«Stane da un pezzo voleva sbarazzarsi di me e ottenere le mie industrie e quando ha messo gli occhi sulla tecnologia arc ha trovato un modo perfetto per farlo.»
«Signor Giudice, il mio cliente sembra in evidente stato confusionale.» Kyle cercò con lo sguardo il supporto di Ian, facendogli cenno di confermare, ma prima che il medico potesse intervenire fu zittito dal martelletto.
«Respinta. Il signor Stark mi sembra nel pieno possesso delle sue facoltà decisionali.»
«Che bravo, Vostro Onore, dopo il mio nome si ricorda anche della mia salute mentale. Lo trovo molto gratificante. Comunque sia, questa condotta irresponsabile e scorretta da parte del mio ormai ex-collega mi ha costretto ad intervenire in prima persona.»
«Cosa intende con "in prima persona"?»
«Vedete, Vostro Onore, signor Knight, gentile pubblico...»
"Pepper, respira. Non lo sta veramente per dire."
«Io sono Iron Man.»




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Revisione effettuata il 21/02/2018


Note Delle Autrici:

"Tony è un deficiente.": pensatelo pure, perché avete ragione!
In effetti, ci siamo ispirate abbastanza al processo che si svolge nel secondo film, visto che dopotutto molte tematiche lì presenti verranno affrontate in seguito in questa FF (non credevate mica che se la potesse cavare con un solo processo... vero? Sarà una cosa molto lunga...) 
Comunque, ringraziate se tornerà intero a casa... Pepper vorrebbe scannarlo :3 Ma in realtà lo ama! *scorgono Pepper che affila mannaia* O forse no...
Ringraziamo Rogue92 e alliearthur che continuano a seguirci e recensiscono regolarmente :3 Ci fa davvero tanto piacere :) (Glaucopis, ti aspettiamo... e aspettiamo USQ!)

Moon&Light

P.S. Sappiamo che il capitolo è lunghissimo, e il prossimo lo sarà altrettanto, ma c'è davvero molto da dire e le tiritere legali tendono ad essere lunghe e prolisse, anche se cerchiamo di ridurle al minimo ;)




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