Sento una guardia che pronuncia il mio nome a chiare lettere, sento un brivido salirmi lungo la schiena
Un qualcosa che non ho mai provato prima mi assale … Paura? Rabbia? Frustrazione? Timore? Non so darmi un senso a quello che sento .. Mi ritrovo dietro delle sbarre fredde, gelide senza colore …. Sento uno strano odore di alcool misto a sudore che si sparge nell’aria fino a penetrarmi nel naso. Mi guardo attorno con aria confusa, cerco di ricordare che cosa mi sia successo prima di essere finito qui … ci penso ci ripenso e ci penso ancora ma niente .. ogni ricordo è sfumato ogni singolo fotogramma è stato tagliato dalla mia mente.. eppure ricordo solo un particolare che si è scolpito nella mia mente .. LEI …
Ecco che la guardia si avvicina e mi mette le manette per non farmi scappare, poi le lega ad una corda che usa come guinzaglio per trascinarmi verso , quella che penso sia, la mia fine … ed è qui che rivango la mia storia …
“Conan sbrigati o faremo tardi!” cerco di incoraggiare mio fratello che come al solito è una lumaca.
“Arrivo non mettermi fretta! E smettila di urlare!” mi grida lui dal secondo piano. Dopo varie urlate (che non sto a raccontare) finalmente eccolo che scende, con i suoi corti capelli biondi scompigliati e due enormi occhi blu cielo che mi cercano nel salotto.
“Perché ti sei vestito così elegante?” gli chiedo, siccome non era consuetudine che mio fratello si mettere una camicia tutta bianca pulita ed ordinata per andare a ‘fare la spesa’.
Mi guarda con aria seccate e mi risponde “ e a te che te ne importa scusa ?!” sembra un ragazzo di 23 anni che decide lui come vestirsi, quando uscire ecc; peccato che tra di noi il ragazzo di 23 anni sono io .. e non lui che ne ha solo 10 e si crede il re del mondo.
Do una gomitata al braccio destro di mio fratello per incitarlo a rispondere a nostra madre, ma lui ,come al solito, se ne frega allora mi avvio io verso la cucine attraversando il corridoio senza colore. “stiamo andando a fare la spesa Mamma non ci aspettare d’accordo?” le dico cercando di essere il più spigliato possibile, ma lei mi guarda incerta e viene verso di me “ non cacciatevi nei guai figli miei altrimenti non saprei come fare” , dopo queste parole mi stringe in un abbraccio , tipico delle madri preoccupate.
Sono molto emozionata non posso credere che finalmente sto andando a Londra! Mio padre me lo aveva promesso da tanti anni ma non avrei mai pensato che alla fine mi ci avrebbe portato sul serio!
Stiamo percorrendo gli ultimi tratti in carrozza per giungere finalmente alla grande capitale, “Evviva” mi scoppia un urlo involontario ed immediatamente mi tappo la bocca, urlare non è un atteggiamento molto consono ad una principessa.
Mio padre mi lancia uno sguardo fulminante e allo stesso tempo severo, allora capisco che devo rimettermi dritta e composta senza fare movimenti bruschi.
Ma non posso ancora credere che stiamo andando nella città dove è nata la mia carissima mamma.
continua...