Rea
era leggermente più alta di Laura,
aveva gli occhi scuri e i capelli ramati e la faccia piena di lentiggini.
Laura,
al contrario, era piccola e bionda, con gli occhi verdi che potevano diventare
celesti a seconda del sole. Il suo sguardo era dolce e incerto. Quando conosceva
una persona ci metteva un po’ per abituarsi, ma poi riusciva tranquillamente a
starci insieme.
Durante
tutta la settimana di vacanza che avevano passato, le due si erano ambientate
piuttosto bene: avevano conosciuto alcuni ragazzi che frequentavano i loro
stessi corsi ed erano riuscite a farci amicizia. Inoltre avevano ottenuto una
mappa della scuola tramite uno degli insegnanti e così adesso non avevano più il
problema di perdersi.
La sera
prima dell’inizio dei corsi, stavano cenando da sole in
camera.
“Come credi che sarà il primo giorno di scuola?”
chiese Laura.
“Sinceramente, non lo so. Non pensavo neanche che avrei mai dovuto tornare a fare la studentessa dato che
avevamo finito il liceo, però devo dire che questo posto ha qualcosa di magico.
Mi attira molto l’idea di passare i prossimi tre anni qui” (NOTA: HO UNITO LE NOSTRE ETA’ CON LA SCUOLA
GIAPPONESE, CHE TI FA FARE TRE ANNI DÌ UNIVERSITA’ UNA VOLTA FINITO IL LICEO.
ABBIAMO COMUNQUE 18 ANNI)
“Già, è una scuola molto particolare. Chissà se ha qualche
segreto” ipotizzò Laura.
“Tipo incantesimi e magie o tipo mostri e
spettri?”
“Entrambi, credo”
“Forse questa scuola è nata secoli fa per combattere il
male!”
“Sarebbe meraviglioso se
fosse così!” sospirarono insieme.
Fin da
piccole erano state molto particolari, entrambe: avevano sempre la testa tra le
nuvole e non facevano altro che sognare. Di sicuro non le aiutava il fatto che
passassero metà del loro tempo leggendo fumetti, guardando cartoni e sfogliando
libri di ogni genere. Nonostante si conoscessero solo da quattro anni, in
qualche modo era come se si conoscessero da sempre. Erano più o meno
inseparabili.
“Mi fa quasi paura questa nuova avventura,
sai?”
“Perché?”
“Pensaci un secondo: dobbiamo ricominciare da capo, farci
nuove amicizie, creare un nuovo giro per uscire, non possiamo tornare a casa quando vogliamo, siamo lontane dai nostri
genitori…”
“Laura, forse questo è un bene, no? Insomma, dobbiamo
riuscire a conquistare un po’ di sicurezza in noi stesse, di
indipendenza” le disse Rea.
“E se non ce la faccio?”
“Perché non dovresti, scusa?”
“Non lo so. Forse è solo la paura che mi fa parlare,
dopotutto” rispose ridendo
Laura.
Nonostante
le parole rassicuranti dell’amica, però, quella notte Laura non riuscì a
chiudere occhio. Aveva mille dubbi, mille ansie, mille paure che l’assillavano
insistentemente.
E poi
c’era anche qualcos’altro… una specie di sesto senso che le diceva che in quella
scuola c’era più di quanto non pensasse.
“Magari sono solo io che mi faccio troppi problemi. Ora è
meglio se dormo un po’” pensò cadendo in un
sonno profondo.