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Autore: sunako chan    19/11/2006    2 recensioni
La festa di San Valentino vede complice lo sbocciare di un nuovo amore nato dall'incontro di due cuori che si amano sin dalla più tenera età!!!!!!!!
Holly/Patty
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fujisawa High School

Un San Valentino Davvero Speciale

 

 

Nankatsu School. Sulla terrazza della scuola una ragazza dai corti capelli castani, che le arrivavano un po’ sopra le spalle, occhi marroni, furbi da cerbiatta, ma al contempo malinconici, vestita dalla divisa scolastica, una gonna a pieghe verde acqua che arrivava un po’ sopra le ginocchia, una camicetta bianca e un colletto alla marinara a strisce verde e bianco, stava pensando, guardando il panorama, oltre il recinto della terrazza.

Anche se non molto ricco di colori, la ragazza amava osservare quell’accumulo d’erba che formava il campo da calcio della scuola, si, si rilassava tantissimo guardare quel campo da calcio, anche perché per lei aveva un significato particolare. Era li, che 5 anni prima, aveva conosciuto il ragazzino tutto pepe, di cui si era innamorata. Già, erano passati 5 anni, come volava il tempo, si ritrovò a pensare, sorridendo. “Effettivamente, - pensò - credo di essermi innamorata subito di lui, del suo meraviglioso sorriso, del suo carattere aperto al dialogo. Il sorriso di prima si catapultò in un sorriso amaro, eh si, quel campo era stato il mezzo con cui, per anni, lei era stata a contatto con Oliver Hutton, era stato solo grazie a quel campo, se Holly parlava con lei.

 

-Ehi…-

                                                                                                                     

Una ragazza dai capelli neri e occhi dello stesso colore, vestita della stessa divisa, dai capelli castani, interruppe i pensieri della ragazza che guardava il campo da calcio.

 

-Ancora niente, vero?-

 

Perché aveva fatto quella domanda? Non sapeva già la risposta? Eh si, eccome se la sapeva. Tutti, nessuno escluso, le porgevano sempre e la solita domanda: “Ancora niente, vero?” Che piacere avevano tutti a porgerle quella domanda? Forse volevano aumentare ancora di più quel dolore e rancore che si portava dietro da 4 anni? Ma no, che andava a pensare? I suoi amici più cari potevano mai farle questo?

 

-Di che parli?-

-Di Holly!-

-Ah.- Fece, la finta tonta, la ragazza dagli occhi furbi da cerbiatta. -Già Eve... niente... ma è tornato qui in Giappone solo da poche settimane, quindi che pretendevi?- Chiese infine la ragazza con un tono pacato.

-Dai... si… è vero!!- Sorrise, guardandola, Evelyn. –Ah!!! Sai, oggi è San Valentino, e ho comprato un pupazzo per Bruce... è una graziosa scimmietta con un cappellino a righe... glielo darò pomeriggio!- Concluse la ragazza cercando di cambiare argomento.

-Eve… chiedimelo, so che stai morendo dalla curiosità!-

-Chiederti cosa Patty?- Finse di non capire Eve.

-Chiedimi se e cosa ho comprato per Holly! So che vuoi chiedermelo.-

-Ehm… ma che dici??-

-Se vuoi saperlo, gli ho comprato un braccialetto con la sua iniziale, la H, disegnata al centro di un piccolo pallone...-

Evelyn scoppiò a ridere lasciando Patricia con aria perplessa. Ma cosa diavolo ci trovava da ridere in un braccialetto con un H disegnata al centro di un piccolo pallone da calcio? Più la guardava, e più Patty dava risposta alla domanda che echeggiava nella sua testa: La sua amica era forse diventata pazza? La sua risposta? Un secco e conciso, SI!

-Cosa ci trovi da ridere?-

-Oh nulla, il tuo regalo è talmente grazioso che è come se fosse stato fatto apposta per lui, amica mia!!!- continuò a ridere Eve.

Patty non capiva proprio cosa ci trovava da ridere. Boh. La sua amica era diventata pazza da quando lei e Bruce stavano assieme. Ricordava ancora quel 20 Dicembre dell’anno passato. Bruce Arper, in Type (si scrive cosi? O.o NdA.) sotto casa della brunetta, sotto sollecitazione sua e dell’amico Benjiamin Price.

 

Evelyn si ricompose, e, udendo il suono della campanella che segnava l’inizio delle lezioni, salutò l’amica con un grosso abbraccio e si diresse a passo svelto in classe.

 

Pomeriggio, ore 15.00.

 

Ora pomeridiana di allenamento, Eve e Patty camminavano in direzione del club di calcio per preparare tutto l’occorrente per l’allenamento. Facevano quel lavoro da quando avevano deciso di diventare manager della New Team, squadra di calcio della Nankatsu School.

Parlavano allegramente e scherzavano, finché la prima Manager, Patricia, si fermò e notò con aria interrogativa che il club era aperto.

Domandò subito all’amica se per caso aveva lasciato il club aperto quella mattina, ma l’amica le rispose che era sicura di averlo chiuso sotto sollecitazione dell’allenatore.

Le due amiche interruppero il loro discorso quando sentirono dei rumori che provenivano dall’interno. Così, con passo svelto, Patty entrò nello spogliatoio delle Manager, seguita a ruota da Evelyn, che non staccava la sua mano dalla divisa della sua amica nemmeno un secondo, prese una mazza da baseball e diresse i suoi passi verso quei rumori rumori: l’ufficio dell’allenatore. Ormai Patty n’era quasi certa: un ladro si era addentrato nel club, era entrato nell’ufficio dell’allenatore per rubare. Ma cosa? In quell’ufficio non c’era niente che assomigliava, nemmeno lontanamente, a qualcosa di prezioso o scambiabile in denaro. Ma come si dice, c’è sempre qualcosa da rubare. Ed è quello che pensò la nostra prima Manager.

Si fermò un attimo dietro la porta, fece un respiro profondo, e senza timore aprì la porta e, chiudendo gli occhi, si avvicinò, correndo, all’essere che era immobile davanti alla scrivania, scagliò in aria la mazza da baseball, che poco prima aveva preso nel suo spogliatoio, e con tutta la forza che aveva in corpo, colpì violentemente il presunto ladro.

 

-Non ti hanno insegnato che non è molto carino rubare? Ma poi rubare cosa qui? Mah… Così impari!!!-

-Ma cosa… Patty sei impazzita???-

La manager riconobbe subito quella voce, così si abbassò velocemente per soccorrere colui che aveva colpito.

-Dhò! Scusami capitano! Non sapevo che ci fossi tu qui!-

-Certo, e chi ti sembravo? Un ladro forse????- Chiese Holly, un po’ arrabbiato, toccandosi la parte colpita.

-Mi dispiace...!- Patty era davvero dispiaciuta. Che ne poteva sapere lei che era stato Holly ad aprire il club. E poi con quali chiavi?

-Ma cos’hai apposto del cervello, un pallone da calcio?-

-Il pallone da calcio l’hai piantato tu, in testa, perché hai forzato la porta del club per entrare!!!-

-E quindi?-

-Ma dove eri quando il Signore ha diviso i sensi? Eri per caso in ultima fila con uno scolapasta in testa? Non potevi chiedere a me le chiavi, pezzo di rincitrullito?!?-

-Ah. Vero. Sei tu che hai le chiavi, l’avevo completamente dimenticato!-

Evelyn, che fino a quel momento aveva assistito alla scena ridendo sotto i baffi, all’ultima affermazione detta dal suo capitano, cadde a terra stile cartone animato, con le gambe in aria e con mega gocciolone in testa. Aveva finalmente compreso, Oliver Hutton non era figlio di un capitano di una nave, ma figlio di un idraulico, non capiva veramente un tubo!! (O.o bella questa battuta vero???? XD… NO! NdTutti. Beh. È carina U_U NdA.)

Patty guardava prima Holly e poi la mazza da baseball che aveva in mano, doveva o no dargli un colpo in testa così da farlo ragionare un pochino? I suoi pensieri assassini furono interrotti dalla domanda di Oliver.

 

-Dove hai preso quella mazza da baseball?-

-Bhe... ecco... per le evenienze come questa!!! Ma scusa... una curiosità capitano!- disse Patty con sguardo interrogativo.

-Dimmi Manager!!-

-Ma tu non dovevi essere al recupero di matematica adesso?-

-Bhe... ecco... ma... io... veramente...-

-Non si marinano le lezioni...-

-Dovevo allenarmi... sai la partita New Team - Toho di dopo domani?-

-Ah! Ma la matematica non aspetta mica te! E poi se non superi gli esami Roberto non ti riporterà mai in Brasile!-

-Già... manager... mi aiuti?-

 

Ancora quello sguardo dolce. No, non poteva usare quello sguardo da cane bastonato.

Beh in fin dei conti, se lui non avesse superato quei benedetti esami di matematica, non sarebbe partito, e quindi non l’avrebbe mai lasciata, ma come poteva non aiutarlo? Anche se fosse rimasto lì con lei, non avrebbe mai più sorriso come prima, non sarebbe più stato contento. Ed era quello che voleva? No, certo che no! La tentazione di dirgli di no era tanto forte, ma quel maledettissimo sguardo dolce, da far sciogliere anche un pezzo di ghiaccio proveniente da un Iceberg, face svanire i suoi cattivi propositi, quindi accettò, si sarebbero visti la sera stessa per un ripasso complessivo di matematica.

 

******************

 

Patty tornava da sola a casa. Quel giorno gli allenamenti erano stati pesantissimi, e se sarebbe rimasta, un altro po’ al campo, avrebbe ucciso l’allenatore, poiché trovava ogni scusa buona per rimproverare tutti i presenti, manager comprese. E poi per cosa? Per qualunque cavolata che succedeva. Mah, quell’allenatore perdeva colpi ogni giorno che passava, si ritrovò a pensare Patty mentre sorrideva.

Patty sussultò non appena sentì una mano cingerle il braccio. Con sguardo omicida si girò verso colui che l’aveva fermata. Non poteva fare tardi, tra qualche minuto Holly sarebbe andato a casa sua per recuperare matematica, e non poteva farlo aspettare! Un pugno partì in direzione della faccia del mal capitato, che prontamente lo bloccò senza esitazione.

 

-Scusa... non volevo spaventarti!- Disse il ragazzo dai capelli castani lunghetti che gli arrivavano fino alle spalle, occhi dello stesso colore, vestito dalla divisa della stessa scuola della manager, composta da un pantalone verde acqua e da una camicia a maniche lunghe bianca, con una cartella che portava solo su di una spalla.

-Ma cosa, Takeshi?!-

-Si!-

 

Patty lo guardò stranita. Che ci faceva il capitano del club di karatè in quella zona di Fujisawa? Lui non abitava dall’altra parte del paese? Glielo chiese.

 

-Ma che ci fai qui? Non abiti dall’altra parte del paese?-

-Si, ma... se non ti dispiace... ti devo fare una proposta!- disse lui arrossendo come un peperone.

-Che genere di proposta?-

-Si... vedi... è San Valentino...-

No, un altro ragazzo le stava proponendo di uscire quella sera e, diversamente dagli altri, quello non era niente male! A lei erano sempre piaciuti i ragazzi come quel Takeshi: alto, capelli lunghetti neri, occhi scuri, bello da mozzare il fiato.

Stava per accettare l’invito ma, il pensiero di lui prese il sopravvento. Era già impegnata per quella sera, doveva dare ripetizioni al signor Hutton! E se… no, non poteva, in fin dei conti, non vedeva l’ora di vederlo!

 

-… e mi domandavo se avevi impegni!- concluse la sua frase, Takeshi.

-Bhe ecco... si, ho già un impegno...-

-Ok... ho capito!- disse lui abbassando il capo.

-No...- Patty arrossì -No... non.. non nel senso che credi tu...-

-Eh?-

-Ho già promesso al capitano che l’avrei aiutato a studiare matematica!-

-Capisco!-

Il ragazzo sorrise un po’ imbarazzato. Sapeva già dall’inizio che non avrebbe avuto speranze con lei, ma ci voleva provare lo stesso, magari lei si sarebbe accorta che lui l’avrebbe trattata meglio di quel suo capitano, ma come volevasi dimostrare, non aveva capito nulla!

Takeshi salutò timidamente la ragazza con un bacino sulla guancia e poi scappò via, probabilmente alla ricerca di qualche altra preda.

 

Nel frattempo Holly e Tom camminavano a passo svelto in verso casa. Tom non capiva il motivo per cui l’amico camminava così velocemente, solitamente Holly era il primo a rimproverare chi camminava a passo svelto quando si tornava a casa, lui diceva sempre che era un bene tutta la natura e che bisognava sempre osservare tutto quello che li circondava, in quanto opera d madre natura, quindi opere di bellezza e magnificenza infinita.

Tom era troppo curioso, non riusciva più a tenere il becco zitto, doveva assolutamente chiedere al suo capitano il motivo per cui avanzava a passo svelto verso casa.

 

-Capitano, sicuramente vorrai tornare a casa prima oggi, e siccome non so il motivo, ti andrebbe di dirmelo?-

-Ho un appuntamento con la manager stasera!-. Rispose Holly non diminuendo la velocità della sua camminata.

-Ohoh… il nostro Holly, la capra vivente, finalmente si è svegliato! E non solo, ha chiesto alla nostra Patricia Gatsby, nonché prima manager e mascotte della nostra squadra, di uscire stasera. Dove andate di bello????- Tom si bloccò in mezzo alla strada, facendo così fermare un imbarazzato Holly, che gli dava ancora le spalle.

-Ma che vai a pensare scemo?!?- Holly era visibilmente imbarazzato, cosa che venne subito capita dall’amico, che cominciò a ridere a crepapelle.

-L’hai detto tu o no, che hai un appuntamento con la manager?-

-Bhe si… ma non si può proprio considerare un appuntamento! Devo andare a casa sua tra pochissimo, mi darà ripetizioni di matematica, visto che me la cavo da  schifo!-

-Ah, d’altronde la capra non si poteva svegliare tutta in una volta!-

-Ma che dici? Scemo!-

-Come va con Patty?- Diventò serio Tom, avanzando con passo lento, superando di qualche passo Holly e ponendosi davanti a lui.

-Come vuoi che vada!-

-Perchè non le dici semplicemente che ne sei innamorato?-

-E ti sembra facile?-

-Bhe... e che sarà mai... vediamo, da quanto tempo e che hai scoperto di amarla? Da quanto avevi 15 o 16 anni?-

-Da quando aveva 14 anni! Quando la vidi li, a bordo campo che m’incitava a non arrendermi, a segnare un goal. E così ho segnato quel goal che contrassegnava la vittoria della nostra squadra, ma soprattutto, quel goal l’ho dedicato a lei!-

-So tutto, so tutti i particolari, me li avrai raccontati non so quante volte, che quasi quasi so questa storia più di te!- Sorrise Tom, seguito da Holly, ma diventò ancora una volta serio. –Amico mio, dille tutto!!!-

-Farò un tentativo stasera!-

-Bravo amico mio! Chissà che matematica farete voi stasera!!! Poi voglio i particolari!- Tom rise guardando la faccia seria e imbarazzata dell’amico. Holly con passo spedito si diresse verso casa, salutando il suo amico con il cenno della mano.

 

Quando Patty arrivò a casa, con sconcerto, apprese da un semplice bigliettino, che i suoi genitori non erano a casa, che sarebbero tornati il giorno dopo, e che la cena era ben riscaldata in forno.

Rilesse bene il bigliettino. No, non poteva essere, lei aveva insistito tanto per far venire lui a casa sua, che cosa avrebbe pensato Holly? No, non ci voleva pensare, sarebbe stato proprio una tragedia, ma poi si tranquillizzò subito: “Holly è imbranato e puro, non penserà di certo a qualcosa di non pulito in quella situazione.” Così, con il sorriso stampato in faccia, si diresse in camera sua, dove si cambiò d’abito, e dove attese che l’ospite tanto bramato arrivasse.

 

******************

 

Quando il campanello suonò, Patricia Gatsby corse subito ad aprire la porta, consapevole di chi fosse stato a suonare. Prima di aprire, diede un’occhiata alla sua immagine riflessa dallo specchio, che si trovava accanto alla porta di entrata, sistemò un po’ i capelli che ribelli uscivano da una mezza coda, prese un respiro e aprì la porta delicatamente.

 

-Ciao Capitano!- disse infine sorridendo alla figura che le era davanti.

-Manager!- rispose al saluto Oliver Hutton con uno dei suoi soliti sorrisi.

 

Poi guardò la figura posta davanti a lui: un paio di pantaloncini bianchi, le risaltavano le gambe quasi perfette che aveva, e quella magliettina, rosa con lo scollo a barca, le risaltava  le curve non abbondanti ma che lui trovava splendide.

 

-Holly…-

 

Perché la osservava in quel modo adesso? Aveva qualcosa che non andava? Prima guardò Holly e poi si guardò allo specchio. No, era tutto apposto, non c’era niente che non andava, a parte i capelli: quella coda non voleva proprio saperne di stare in ordine. Poi si mise di nuovo ad osservare il capitano, e si accorse che lui guardava i capelli ma che osservava fisso all’altezza del seno e ogni tanto il suo sguardo si posava anche sulle gambe. Abbassò lo sguardo arrossendo leggermente, poi lo alzò e lo richiamò nuovamente.

 

-Holly!!!!-

-Dimmi Patty!-. Finalmente aveva risposto al richiamo della manager, e, un po’ imbarazzato, sorrise di rimando.

-Andiamo in camera mia, li staremo più tranquilli, anche se, i miei non sono a casa in questo momento, e non credo torneranno prima di domani!-

-Ah… i tuoi non sono a casa?- Chiese Holly sgranando gli occhi.

 

Non gli aveva detto che sarebbero stati da soli in casa. Ecco perché aveva insistito tanto per farlo venire a casa sua, si ritrovò a pensare, un po’ imbarazzato.

 

-Già, quando sono tornata a casa, ho trovato questo bigliettino sul tavolo della cucina.-

 

Dopo aver porto il bigliettino ad Holly, Patty sorrise imbarazzata, sperava tanto che il capitano non avesse capito qualcosa di male.

 

Holly rilesse più volte il bigliettino, sospirando non appena finì di leggerlo. Allora la manager non sapeva che i genitori fossero usciti di casa, bene, almeno aveva avuto la certezza che lei non era cambiata.

 

-Andiamo! Seguimi!-

 

Patty diresse i suoi passi verso la sua stanza, seguita da Holly che la guardava da dietro.

 

La stanza di Patty non era poi così grande, aveva solo un letto ad una piazza sotto una finestra che si trovava dalla parte opposta alla porta, una scrivania che si trovava sul lato destro della porta e un armadio che si trovava sul lato sinistro. La cosa che colpì più Holly fu che tutta la stanza era cosparsa di tantissime fotografie, che ritraeva la sua manager in tutto il corso dei suoi anni fino a quel momento: foto di quando era piccola, foto di lei adolescente, foto di lei con tutta la squadra, ed infine, foto di lei con lui. Quelle foto gli riaccesero dei ricordi dolcissimi che gli scaldarono il cuore. Patty era sempre stata accanto a lui, in ogni momento della sua vita, quando si infortunava, o quando era felice per una vittoria. Sorrise ancora, e si sedette infine accanto a Patty che era seduta in una sedia della scrivania.

 

-Allora... quanto fa 2 + 2!- Scherzò Patty, ridendo subito dopo.

-Non prendermi in giro!-

-Ok... iniziamo... cosa non sai fare?-

-I radicali...-

-Sono facilissimi! Allora...-

Patty iniziò a spiegare a Holly i radicali che però la ascoltava ma la osservava.

Ad un certo punto Patty si fermò e disse…

-Che cosa c’è?-

-Sei così bella!-

-Cosa?!-

Holly accorgendosi delle parole appena detto chinò il capo.

-Scusa non volevo turbarti...-

 

Sia Patty che Holly erano diventati rosso peperone.

 

-Patty... devo darti una cosa!-

 

Holly si alzo e prese un pacchettino porgendolo alla ragazza.

 

-Che cosa è?- Domandò Patty stupita e sorpresa, guardando il pacchettino che aveva tra le mani. Holly le aveva fatto un regalo, com’era stato dolce. Non se lo face ripetere e aprì il regalo.

Si trovò davanti ad un orsetto con una maglietta da calcio numero 10 che teneva in mano un pallone.

 

-Holly... è bellissimo!- disse sorridendo Patty osservando prima il regalo e poi colui che glielo aveva fatto.

 

-Davvero? Mi fa piacere!-

-Anch’io devo darti una cosa!-

Patty aprì la sua cartella e ne uscì un pacchettino.

-E’ per me?-

-Vedi qualcun altro qui a cui posso darlo?-

Holly sorrise e aprì il pacchettino.

-E davvero bello! Grazie!-

-Prego! Appena l’ho visto ho pensato a te!- Disse la ragazza arrossendo appena e abbassando lo sguardo.

Holly abbracciò Patty, e le sussurrò all’orecchio un tenero e dolce “Grazie”. Patty diventò ancora più rossa di prima ed Holly accorgendosi del gesto appena fatto si allontanò da lei.

-Scusami… non so cosa mi è successo…-

Patty abbassò lo sguardo.

-Patty devo dirti assolutamente una cosa! Posso?-

Patty annuì.

-Patty... io...- Doveva dirlo, ormai non poteva più tirarsi indietro, niente e nessuno poteva fermarlo. Prese fiato e continuò a parlare. -…mi sono innamorato di te!-

Patty non credeva alle parole che aveva appena sentito. Dopo un attimo di silenzio, che per loro sembrò un’eternità, la ragazza scoppiò a piangere.

-Patty cosa ho detto di male? Mi dispiace!-

Perché Patty piangeva? Le aveva fatto male forse? Non capiva (e quanto mai te a capire…O.o NdA.).

Patty fece segno di no e Holly si avvicinò alla ragazza e la baciò con dolcezza e passione e questo bacio durò molto ma molto tempo...

 

L’amore è un sentimento incontrollabile e che quando entra nel tuo cuoricino, non va via tanto facilmente.

 

 

THE END

 

Salve a tutti ragazzoli^^… eccomi qua a ripubblicare la mia prima fic!! Vi starete chiedendo perché ho deciso di ripubblicare anche questa storia, bhe semplice, ho notato che mancava di narrazione e di descrizioni sia di personaggi sia di altro, così ho decido di riprenderla!

Cosa ne pensate? Vi fa schifo, non vi piace, vi piace, la amate (cosa che non è probabile XD)… beh fatemelo sapere, perché non è bello aprire il proprio account e vedere che la storia e stata letta ma non recensita, beh, in fin dei conti, è grazie alle vostre recensioni che un’autrice capisce se deve o meno continuare a postare sue storie, se le sue storie piacciono o meno… beh questo è il mio pensiero.

 

Questa Fic è dedicata soltanto a 2 dei miei più cari amici, che adesso stanno assieme^^ beh, si, è dedicata a voi Yoghettolo e Stefignola^.^ vi voglio tanto bene^^

 

Adesso vi lascio… ci si vede alla prossima, un bacio^^

Asuki

 

  
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