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Autore: scrittoremascherato    25/04/2012    0 recensioni
25 gennaio 20..? La coda è lunghissima, come sempre. Le persone che la compongono si stringono nei cappotti, la temperatura è abbondantemente sotto lo zero. Dal negozio esce un uomo anziano. Indossa un elegante completo grigio, sembra quasi non sentire il freddo. Incurante della gente che lo osserva con ansia, infila una chiave nella serratura incassata nel muro. Dopo qualche istante una pesante lastra d'acciaio inizia a scendere lentamente coprendo la vetrina. L'uomo si volta e fissa la folla ammutolita. - Andate a casa, ho finito tutto, tornate domani. - Una coppia di anziane donne vicino all'entrata inizia a piangere sommessamente. Uno dei pochi bambini presenti strattona la madre urlando. - Ho fame... ho fame! - Un violento ceffone gli spegne le parole in gola, prima d'essere trascinato via. ...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25 gennaio 20..?


La coda è lunghissima, come sempre. Le persone che la compongono si stringono nei cappotti, la temperatura è abbondantemente sotto lo zero. Dal negozio esce un uomo anziano. Indossa un elegante completo grigio, sembra quasi non sentire il freddo. Incurante della gente che lo osserva con ansia, infila una chiave nella serratura incassata nel muro. Dopo qualche istante una pesante lastra d'acciaio inizia a scendere lentamente coprendo la vetrina. L'uomo si volta e fissa la folla ammutolita.

- Andate a casa, ho finito tutto, tornate domani. - Una coppia di anziane donne vicino all'entrata inizia a piangere sommessamente. Uno dei pochi bambini presenti strattona la madre urlando. - Ho fame... ho fame! - Un violento ceffone gli spegne le parole in gola, prima d'essere trascinato via. Un giovane uomo, inutilmente trattenuto dalla fidanzata, afferra il negoziante per le spalle facendolo voltare. Non ha nemmeno il tempo d'alzare il braccio per colpire. La sua testa esplode con un rumore raccapricciante. Sangue e materia cerebrale investono l'uomo che gli sta di fronte e parte della vetrina.
La fidanzata, inorridita, osserva i due uomini apparsi come dal nulla. Riconosce i famigerati miliziani, gli spietati tutori dell'ordine, corpi speciali voluti dal dittatore in persona. Indossano tute d'assalto nere, il volto coperto da passamontagna che lasciano intravedere solo gli occhi, ghiaccio puro. Sconvolta e furibonda si lancia contro di loro. Una raffica delle micidiali mitragliette a puntamento laser la coglie all'altezza del petto, muore ancora prima di toccare il suolo. I paramilitari la oltrepassano senza degnarla d'uno sguardo.

 Quando arrivano davanti al negozio, l'uomo anziano è ormai solo, la gente è fuggita. Con un fazzoletto cerca maldestramente di togliere le macchie dal costoso abito.
- Tutto bene signore? - L'uomo li guarda spazientito per poi ribattere. - No, non va tutto bene, i vostri capi mi avevano assicurato protezione continua! A momenti ci lascio le penne! - I due si lanciano uno sguardo d'intesa poi quello che aveva parlato per primo continua. - Mi dispiace signore, siamo intervenuti appena ci hanno avvisato dal comando, non succederà più. - L'uomo smette di pulirsi e li fissa sarcastico scuotendo il capo. Estrae quindi le chiavi dalla serratura e indica le decine di telecamere installate praticamente dappertutto. - Ho pagato fior di quattrini al vostro capo per la protezione ed ora... ora mi trovo due cadaveri davanti al negozio! E sono stato aggredito! - Il miliziano che sino a quel momento era rimasto in silenzio scatta come un serpente che si avventi sulla preda. - Senti figlio di puttana, il fatto che tu abbia sempre pagato le tasse non ti da il diritto di rivolgerti così al signor presidente! - L'uomo spalanca gli occhi ed inizia a tremare convulsamente. La morsa dell'altro è ferrea. - Domani potresti trovarti in fila davanti al tuo stesso negozio, assieme a questi miserabili. - Il vecchio annuisce freneticamente e il militare allenta la presa. - Per questa volta non farò rapporto, ma ora liberati di quei due cadaveri. - Indicando col mento gli sventurati fidanzati. Il vecchio scuote ancor di più la testa e, vincendo la nausea, afferra il giovane morto sotto le ascelle per poi trascinarlo verso la porticina di fianco al negozio.


- Incredibile come la gente si faccia ammazzare per un pezzo di pane... - osserva uno dei due mentre si allontanano dalla panetteria. - Vero... - risponde l'altro. - Anche se costa duecento euro al chilo le code sono sempre chilometriche. - A un tratto la radio appesa alle loro cinture emette un crepitio. - Attenzione pattuglia due, movimenti sospetti nei pressi del distributore di carburante di via primo maggio ... passo. - Il più anziano si affretta a rispondere. - Ricevuto comando, siamo in zona, interveniamo subito... passo e chiudo. - Dirigendosi quindi velocemente verso il posto indicato. - Spero di non dover sparare ancora oggi. - afferma il più giovane. - Se le persone reagiscono così per il pane, cosa faranno per la benzina? Proprio oggi ho sentito che ha raggiunto i mille euro al litro. -


25 aprile 20..?


L'anziano dittatore osservò impassibile i monitor. Era la fine ormai. Davanti agli occhi acquosi e stanchi, migliaia di persone stavano mettendo a ferro e fuoco la capitale. Seppe con certezza che, a breve, avrebbero scoperto anche il bunker in cui se ne stava rintanato assieme ai pochi fedelissimi. Vide la propria statua, eretta anni prima nella piazza principale, venir demolita in un batter d'occhio. Vide i pochi miliziani ancora in prima linea, venir circondati e linciati dalla folla affamata e inferocita.
Anni prima, molti anni prima, era stato incaricato di risolvere la crisi che attanagliava il paese. Una situazione temporanea, gli era stato assicurato. E lui, stimato professore ed economista che di politica masticava poco o nulla, aveva accettato subito, conscio che l'impresa sarebbe stata ardua ma con la prospettiva di forti guadagni personali. Tra le prime cose aveva, da subito, introdotto tasse altissime che avevano gettato la popolazione nel panico. I suicidi per disperazione ormai non si contavano più, le famiglie faticavano anche solo a fare la spesa settimanale. Migliaia di negozi avevano dovuto chiudere i battenti, i prezzi, già esorbitanti, erano aumentati in maniera esponenziale, si era ormai sull'orlo del baratro. Nonostante ciò il popolo aveva tentennato a reagire, aveva esitato, ognuno aveva pensato unicamente a se stesso, a come poter risolvere la propria, di situazione. Ed egli aveva sfruttato quelle debolezze, aveva imposto la dittatura con la forza e senza particolari difficoltà.


Questo sino a pochi mesi prima, quando una coppia di giovani fidanzati era stata trucidata davanti a una panetteria. Le persone presenti al fatto, disgustate e ormai al limite, avevano assaltato un distributore di carburante poco distante appiccando il fuoco. Fu il primo segnale della disfatta, a poco a poco gli incendi si erano moltiplicati, la caccia ai miliziani diventò lo sport preferito, nessun prigioniero. Tre mesi di guerra civile misero a ferro e fuoco il paese, morti e feriti non si contavano ormai più.
L'anziano dittatore si passò le mani nodose sul volto quindi fissò il gruppetto di persone che lo attorniavano. Senza dire una parola, si alzò appoggiandosi al bastone e si diresse verso l'uscita del bunker. Gli altri, mestamente, lo seguirono.
  
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