No ragazze, non avete le allucinazioni: ho veramente
aggiornato^^””””
Scusate l’enorme ritardo!!!!!!!!!!!
Non voglio farvi attendere oltre, ringrazio le persone che
hanno recensito lo scorso capitolo: Magic_Life, Yo91, piper1831,
sakura_kinomoto, Alessandra, Malfoy_lover e Willow Malfoy. Grazie ragazze,
spero di risentirci al più presto!
Baci baci
By Lily-Rose
CAPITOLO 19°
“LA REGINA DI CUORI”
Speranza lo fissò attentamente in quelle iridi scure,
trovandovi pura verità.
- Ti hanno ordinato di controllare le mie mosse? – gli
domandò con impeto.
- Proprio così, bambola. Non sei la benvenuta in questa
casa.
Alla bionda sfuggì un sorriso di sbieco: era scontato che la
sua presenza non fosse ben gradita, eppure non capiva perché l’accogliessero
alla festa visto che sospettavano di lei.
- E guarda caso, hanno scelto proprio te…che ironia della
sorte! – esclamò la ragazza con voce bassa e sicura.
- Tu credi? – domandò lui.
- Conoscendoti…no…
- Diciamo che mi sono offerto volontario per starti alle
calcagna: sai che la cosa mi fa estremamente piacere…
- È tutto tuo, Gaynor…- rispose secca l’ex Grifondoro.
- Hai finito di farti toccare da quel porco schifoso?
Melania Halle Gothiclan, voltata di spalle e intenta a
giocherellare con le punte dei capelli mentre sorvegliava vigile la stanza da
ballo, sorrise soddisfatta, mordicchiandosi il labbro inferiore.
- Sembra quasi tu sia geloso, Dexter…
Il giovane Auror sbuffò infastidito, scolandosi l’intero
contenuto del bicchiere.
- Hai almeno ottenuto qualche informazione utile, mentre
sculettavi al centro della pista?
La mano della mora partì velocemente in direzione della
guancia del ragazzo, ma Dexter afferrò al volo il suo polso, parando
l’eventuale schiaffo che avrebbe altrimenti ricevuto.
- Non cambi mai…
E allontanandosi da lui, trattenne rabbia e lacrime quando
il solo sguardo avrebbe potuto incendiare qualsiasi cosa.
- Maledetto!! – urlò l’irato Serpeverde, lanciando al povero
Colin Canon un incantesimo di schianto, il quale però rimbalzò inutilmente
contro il muro – vattene, mezzosangue! Sarà solo colpa tua se quel piccolo
mostriciattolo oserà pubblicare quella dannata foto!
Solo colpa sua?
Ah ecco: prima si avvicina, non riuscendo più a scollarsi da
lei e poi scarica tutta la colpa sulla cara Grifondoro? Comodo…
- Senti brutto scaricabarile, non conviene né a me, né a te
che quella foto venga pubblicata: quindi escogita un modo per farti dare quel
rullino!
- Granger, sei patetica. La tua presenza
m’infastidisce…vatti a fare un giro…
La ragazza, stizzita, fece lievitare, col solo sguardo, due
pesanti enciclopedie riposte negli scaffali in fondo all’aula, le quali
precipitarono sulla testa dell’arrogante serpentello. Poi soddisfatta, richiuse
la porta, sbattendola e tornando ai propri dormitori, mentre all’interno un
irato Draco Malfoy stringeva i pugni e controllava l’istinto di lanciarle un
bel Avada Kedavra.
- Chi è quella signora là in fondo con quell’abito antico? È
la prima volta che la vedo qua – domandò la ragazza dai capelli color
caramello, mentre buttava giù il terzo bicchiere di vino.
- Non ne ho idea…- rispose il dannato; sicuramente egli
aveva ignorato una nuova presenza come quella, visto che non poteva portarsela
a letto, avendo all’incirca il doppio della sua età, pensò Speranza.
Ma il bello fu quando la donna, come richiamata, attraversò
tutta la sala, per giungere presso di loro.
- Buonasera.
I due Auror salutarono cordialmente, un po’ titubanti e
allarmati, ma mantenendo la massima sicurezza.
- Finalmente ci rincontriamo Speranza dei Moussant –
sussurrò la donna con voce sibila. Dalle rughe intorno agli occhi dimostrava
una quarantina d’anni e l’abito estremamente antico ne dava la prova.
- Ci conosciamo?
- Tu non mi ricordi – svelò, non staccando mai gli occhi da
quelli verdi della ragazza, quasi le ricordassero qualcuno – eppure conoscevo
Dante e Lavinia.
I suoi genitori.
Speranza ebbe una fitta al cuore, come ogni volta che li
ricordava o venivano semplicemente nominati.
Morti da eroi, da vincitori. Come avrebbero voluto.
Ma se ne erano comunque andati, per sempre.
Insieme.
Lasciando due figli orfani.
- Voi, madama, conoscevate i miei genitori?
- Credo che nessun altro conosca meglio di me Lavinia e
Dante Moussant ed è per questo che sono qui: per aprirti gli occhi, ragazza
mia. E per renderti note cose che non sai…la vera storia dei coniugi Moussant
come non te l’ hanno mai raccontata…
Speranza rimase basita, eppure essendo di natura molto
scettica, non prestò fede alle grandi parole pronunciate dalla donna.
- Scusate madame, mi sfugge il vostro nome – domandò pacata.
La signora alzò il mento, fiera e decisa, increspando le
rosse labbra.
- Mi chiamano la Regina di Cuori.
Quell’incontro e il colloquio che seguì alterò l’umore e le
emozioni della fredda Speranza, tanto che il giorno seguente se ne rimase tutto
il giorno chiusa in camera.
In silenzio.
Sola.
Così come credeva di essere.
Questo strano comportamento allarmò il fratello della
ragazza, ma Dex conosceva bene sua sorella: mai come in questi momenti,
desiderava essere lasciata in pace.
Eppure l’amore e la preoccupazione per una persona cara,
superavano anche il rischio di essere sbattuti fuori a calci con qualche
fattura appresso.
- Sorella, il vostro adorato fratello reclama la tua
attenzione…- disse il giovane Moussant, entrando nella buia camera con le
persiane volutamente chiuse.
- E il mio adorato fratello sa bene che se non verrò
lasciata in pace, la cara sorella scatenerà l’inferno, vero? – attaccò la
bionda, con tono piatto, restando sdraiata sul proprio letto con lo sguardo fisso
al soffitto.
- Cos’è che t’infastidisce? – domandò premuroso,
accomodandosi sul materasso a fianco, appartenente a Melania.
- La tua presenza in questa stanza, mio caro fratello,
quando ho chiesto esplicitamente di non essere disturbata per nessun motivo…
- Dylan, Saffron e Caspar stanno partendo per Eldenprince:
Silente ha affidato loro una missione. Non ti degni nemmeno di venire a
salutare?
- Non è necessario che io scenda: potrò benissimo
rincontrarli al loro ritorno, non morranno di certo…
Sua sorella era fatta così: scorbutica, irascibile, sicura
di sé e nessuno avrebbe mai cambiato il suo caratteraccio formatosi con le
sofferenze che la vita le aveva riservato.
- Come ti pare, sorella. Come sempre, ovviamente. Ricordati
però che la nostra cara madre gradiva le buone maniere: ti avrebbe rimproverato
questa tua poca cortesia.
Speranza strinse i denti, restando nel suo silenzio
nonostante lo stomaco ribollisse di nuove verità.
Quella quiete mattina di novembre non fu un buon giorno per
tutti: uscì fresca di giornata la Gazzetta di Hogwarts e ovviamente tutta la
scuola fu colta alla sprovvista dalla foto in prima pagina.
A colazione non si parlava d’altro: appena la protagonista
dell’articolo fece la sua comparsa in Sala Grande e andò ad accomodarsi al
proprio tavolo, fu circondata da bisbigli e male chiacchiere.
Hermione Granger si era già preparata psicologicamente ad
una possibile romanzina da parte dei suoi amici, ma ai soliti posti del tavolo
dei Grifondoro dove erano soliti sedersi, trovò solo Ginny, intenta a
sorseggiare del thè, mentre scorreva con gli occhi i titoli del giornale.
- Buongiorno Herm – salutò cordialmente la rossa - sai c’è
un bel articolo…
- Sì, lo so – rispose secca la Grifondoro, afferrando la
marmellata.
- Dunque è per Malfoy che ho convinto Harry a farti prestare
il mantello dell’invisibilità?
Suonò come un lamento, ma non voleva essere tale. Le due
amiche si fissarono negli stessi occhi di ragazza.
- Sì…ma non è come credi tu.
- Non lo credo io, bensì tutta la scuola. E in poche ore lo
sapranno anche Harry e mio fratello.
La riccia sospirò, mentre cercava di non far caso alle
migliaia di occhiate che stava ricevendo quella mattina. Malfoy non si era
nemmeno preso la briga di scendere ed Hermione lo reputò alquanto furbo, tanto
che lei avrebbe voluto fare lo stesso.
- Senti qua: “Tresca amorosa tra le due Case rivali? Pare
proprio di sì e la foto lo ben dimostra! Studenti di Hogwarts, non diffidate!
Nessun fotomontaggio anche se credo che i due faticheranno ad ammettere ciò che
è ben visibile attraverso questa foto!”
- Ginny, ti prego non leggerlo…ci sono scritte solo una
marea di bugie…
La rossa Grifondoro le diede retta e posò il giornale sul
tavolo, facendosi più vicina all’amica e abbassando il tono della voce.
- Allora dimmela tu la verità…che è successo tra te e
Malfoy?
- Assolutamente nulla! – esclamò la Granger, strabuzzando
gli occhi - è tutto troppo complicato, ma ti giuro che il serpentello non mi ha
sfiorato nemmeno con un dito!
- Nemmeno un bacio?
- No, nemmeno uno, ci mancherebbe!
Ginny abbassò lo sguardo, un po’ perplessa e curiosa più che
mai di farle un’altra domanda.
- Ma ti lasceresti baciare?
Era ben diverso.
La rossa purtroppo non ebbe risposta, poiché l’amica fu
presa di peso e trascinata via da Harry e Ron, arrivati proprio in quel
momento, ma l’esitazione di Hermione aveva già confermato l’idea che la piccola
Weasley si era fatta.
Draco Lucius Malfoy se ne stava bello spaparanzato sul
proprio letto a baldacchino negli umidi sotterranei dei dormitori grigio-argentei:
aveva già mandato una lettera di minacce al piccolo Colin Canon, convinto che
il giornale non fosse stato pubblicato e così restava ad oziare prima
dell’inizio delle lezioni.
Nemmeno l’aiuto e l’intervento di suo padre erano riusciti a
far mollare la presa a quella testarda mezzosangue ed ora si ritrovava di nuovo
da capo.
Sul suo braccio erano ancora marchiate le due parole che
formavano il nome della Grifondoro e, più passava il tempo, più la scritta
s’imprimeva a fondo sulla pelle lattea del serpentello.
In quel momento entrò in camera Blaise Zabini, reduce della
colazione.
- Dunque te la spassi con la Granger?
L’occhiata di poca considerazione che il biondo gli rivolse
non sminuì il moro Serpeverde, il quale scaraventò la Gazzetta di Hogwarts sul
petto dell’amico, per potersi annodar meglio la cravatta.
Descrivere con solamente degli aggettivi il mutamento di
espressione che subì il volto di Malfoy sarebbe alquanto riduttivo, tanto che
preferisco lasciare spazio alla vostra immaginazione.
- Dannato Grifondoro!! – lo maledì Draco, precipitandosi
fuori dalla loro camera, proprio nel momento in cui stava per entrare la
Parkinson.
- Draco aspetta…- lo richiamò con la sua vocina stridula -
ti ha spiegato cosa vuol dire tutto questo? – chiese a Blaise, indicando il
giornale che teneva in mano.
- Appena l’ ha saputo, è scappato via…
- Ti rendi conto che fine fa la sua reputazione?
Zabini sbuffò infastidito: chiunque avrebbe compreso la sua
gelosia, ma lui non capiva tutto questo interessamento che la moretta provava
nei confronti di Malfoy.
- Blaise, che facciamo per aiutarlo?
- Io assolutamente niente, se la caverà da solo – rivelò,
incrociando le braccia al petto per poi poggiarsi al muro della stanza.
- Ma Blaise, è tuo amico! Dobbiamo fare qualcosa!
- Non è vero…
La Serpeverde scalpitò, battendo i piedi a terra.
- Te lo chiedo come favore personale.
Il moro, udendo quelle parole, si avvicinò al cospetto di
Pansy, la quale involontariamente indietreggiò di un passo.
- Per te farei di tutto, tranne che aiutare il mio rivale…
Caspar Rosier, Saffron e Dylan Wassal si misero in groppa
alle loro scope e s’alzarono in volo, in direzione di un piccolo villaggio a
nord di Londra, Eldenprince.
Non solo una missione, ma nuove verità attendevano i tre
ignari Auror in quel posto sperduto: il gruppo della Punta d’Argento si
divideva, eppure tutti sapevano che al loro ritorno si sarebbe nuovamente
riunito.
Per questa volta…