Bene
è finita, bene no perchè adesso la mia vita
tornerà vuota ed
insignificante ma io odio le storie troppo lunghe, perdono di
significato e diventano ripetitive e delle copie di altri capitoli
quindi ho deciso a malincuore di chiuderla qua perchè oltre
a
scrivere ho conosciuto persone stupende che ho aggiunto su fb con cui
parlo quasi tutto il giorno (nicole, fede, giusy un tempo u_u Alice)
insomma sono felice e commossa davvero.
Mi mancherà tutto questo
ma sopratutto mi mancherete voi. Mi mancherà svegliarmi la
mattina e
leggere i vostri commenti pieni di bellissime parole che mi
incoraggiavano a scirvere.
Mi manchera guardare indiana jones e il
teschio di cristallo mentre scrivo il capitolo, mi mancheranno tante
piccole cose che si perdono alla fine di un avventura ma proprio con
questo dico che chiusa una porta si apre un portone, ho gia un
prologo fatto e una storia in mente su Niall prima dei one direction,
sono stufa di vedere e cito una mia carissima che quando
leggerà
capisce subito, quelle storie dove ci sono fans che basta un occhiata
e un ciao per dire “ il loro era amore” u_u no sed
etiam non!
Anche in latino lo dico pur non facendolo!.
Come un emerita
cretina ho pianto mentre ascoltavo moments, more than this, ther's a
place for us e evacuation to London vi metterei i link ma mi pesa il
popò quindi se volete ascoltarle chiedetemi e vi
sarà dato.
Minchia quanto parlo ok basta ringrazio ognuno di voi persona per
persona, momento vado alle recensioni. Ringrazio in ordine di
apparizione mi sembra ovvio
ringrazio :
Alice che con i suoi
che dirti mi faceva saltare i nervi ma io la amo per
questo!
Ringrazio sweetwitch che mi ha seguito sempre e mi ha
fatto piacere averti convertito ai one direction dato che questa
è
stata la tua prima ff su loro. Poi ringrazio tosta_payne che ha
scritto una fanfiction che ho letto ed è bellissima
vabbè pace alla
pubblicità occulta, rigrazio iaia91 anche se l'ho vista solo
una
volta, ringrazio susi_Horan che mi ha anche aggiunto su facebook,
ucancallmethief perdonami una volta ho
scritto male il tuo nome.. che poi mi
spiegherai e poi arriviamo alla mia cucciola dolciosa a cui voglio un
bene dell'anima NikiTomlinson che vabbè credo e spero almeno
da
parte mia sia nata un amicizia, poi rigrazio vanexx che non ho piu
visto ma spero abbia letto e poi una nuova che arrivata al penultimo
capitolo si è trovata subito la fine. Tranquilla cara ne ho
gia un
altra spero che continuerai a seguirmi ed è
NoJimmy_protested.
Ho
parlato davvero tanto ma davvero grazie, grazie, grazien!
Lasciai
stare lo zaino però usci uguale, fuori la tempesta del
pomeriggio si
era placata ma nonostante tutto faceva freddo e infatti mi trovai a
tremare come una foglia lungo la passeggiata del parco. Era un po
inquietante a dire il vero, il vento scuoteva le foglie e sembrava
tanto di essere nella foresta e non in un parco, avrei pagato per
essere a casa di Niall in questo momento, o almeno con lui.
Ero
una stupida su tutti i fronti perchè ero andata via di casa?
Tanto
sarei dovuta partire uguale, mio padre non ci poteva fare niente. Che
palle! - urlai nel nulla, battei i piedi per terra come una bambina
piccina bizzosa –perchè? - guardai il cielo nero
come invocando
Dio – perché a me spiegamelo! - non mi aspettavo
una risposta
sinceramente ma quello che arrivò fu meglio, qualcuno mi
abbracciò
da dietro facendomi saltare per aria, poi riconobbi il profumo
–
Zayn? - mi voltai e vidi proprio lui, avvolto da una tuta verde
–
vas happenin Grace? Che ci fai fuori a quest'ora? - mentre parlava
correva sul posto evidentemente per non perdere il ritmo – oh
sai
avevo bisogno di un po di aria fresca – ma lui
sembrò non caderci,
si fermò e mi guardo seriamente mentre si mise le mani in
tasca.
Forse forse Zayn era l'unico con cui non avevo legato piu di tanto,
non ci avevo mai fatto un discorso per intero come con gli altri. Ma
forse questa sembrava la sera giusta.
Continuava a guardarmi con
quegli occhi penetranti come se mi stesse leggendo dentro –
ti va
di parlarne ? - rimasi a bocca aperta, davvero leggeva nella mente o
era davvero uno bravo a capire quando uno mentiva o meno –
emm di
cosa? - non mi andava di parlare di quello che avevo appena saputo,
dovevo ancora digerire la batosta. In quel giorno solo erano successe
un sacco di cose, la dichiarazione di Niall, la pace fatta con gli
altri, il dover tornare in Francia.
-Del motivo che ti ha spinto
ad uscire di casa a quest'ora e venire qui – non aveva smesso
un
attimo di guardarmi e questo mi stava facendo saltare giusto in nervi
così lo guardai insistentemente come faceva lui ma sembrava
fargli
piacere –sembri quasi una ragazza da quanto ti piace essere
guardato – commentai dopo un paio di minuti di silenzio in
cui lo
avevo esaminato. Alzò le spalle e tornò a
guardarmi così da farmi
cedere e raccontargli tutto.
Non pensavo che sarebbe stato cosi
difficile, mi sedetti su di una panchina guardando per terra
cominciai a spiegare tutto.
Lui non mi interruppe mai durante il
mio lungo racconto. Gli raccontai che quando avevo tre anni i miei
smisero di parlarsi e mia madre mi portò via di casa.
Dovettero
minacciarla per farmi tornare a casa e da quel giorno mio padre
chiese il divorzio da mia madre e chiese al giudice di impedirle di
vedermi. Pensavo fosse una cosa che si sarebbe risolta in poco tempo,
i bambini non capiscono certe cose ma invece, tutto questo durava
ormai da tredici anni. Poi mio padre ebbe la promozioni a lavoro e
cominciammo a viaggiare. Da quando feci sei anni io ebbi mai un
attimo di stop con i viaggi, ero stata un po in tutto il mondo.
La
Francia per me era diventata un ricordo lontano, non ci andavo quasi
mai, solo per le feste. Poi quattro anni fa mio padre fu richiamato
la e ripresi la mia vita come se nulla fosse, facendomi amici e
qualche ragazzo man mano che crescevo ma mia madre non la vedevo
mai.
Per poi arrivare ad oggi, mio padre mi aveva detto che le
mancavo e che voleva che tornassi a vivere con lei, lo aveva chiesto
al giudice e che gli aveva accordato il permesso.
- quindi
tornerai in Francia – annui con un cenno del capo senza
pronunciarmi oltre e quando mi domandò come avrei fatto con
Niall
scoppiai a piangere, era proprio quello il problema, come glielo
avrei detto. Mi abbracciò e cominciò ad
accarezzarmi la schiena con
fare paterno mentre cercavo di smettere di piangere, avrei dovuto
dirglielo. Il prima possibile, non sapevo quanto tempo ancora mi
mancava alla partenza. Singhiozzai e tirai su con il naso mentre mi
sistemavo il trucco colato mentre era al telefono, un paio di parole
poi richiuse e mi guardò -vieni ti porto da Niall- lo
guardai con
gli occhi ancora lucidi, non avevo parole per ringraziarlo, scesi
dalla panchina e lo segui in silenzio fino alla sua macchina. Per
tutto il viaggio rimasi in silenzio cercando le parole per parlarne
con lui e con gli altri.
Fermò la macchina davanti ad una
villetta illuminata da due luci sul portico e dalle luci che
filtravano dall'interno che mi permisero di scorgere una sagoma sulla
soglia, seduta sugli scalini con la testa fra le mani. Niall.
Scesi
dalla macchina ringraziando più volte Zayn per avermi
ascoltata e
portata da lui. Con un cenno di mano e un leggero sorriso
salutò il
suo amico ancora seduto sui gradini poi se ne andò. Presi un
respiro
profondo prima di entrare nel giardino davanti casa, era ben tenuto
con alcuni ciuffetti di fiori sparsi qua e la, e come se si fosse
appena accorto di me si alzò e mi venne incontro, senza
dirci
nemmeno una parola ci abbracciammo ma prima che potesse dire qualcosa
o io, scoppiai di nuovo a piangere. Lo vidi seriamente preoccupato in
quel momento, il suo viso era contratto in una smorfia, diviso tra
incredulità e “ perché cazzo stai
piangendo?”. Mi strinse piu
forte e mi portò dentro casa.
All'interno
c'era un bel calduccio, il camino era acceso anche se era strano dato
che era primavera però dava una sensazione di calma e di
pace
veramente assoluta e un uomo era seduto su di una poltrona davanti al
caminetto intento a rimirare il fuoco, si girò quando
sentì
qualcuno rientrare. Accennai un sorriso cortese non sapendo come
comportarmi, si alzò e mi avvicinai a Niall che ridacchio
stringendomi a lui per un fianco sembrava stesse per urlarmi contro
ma invece mi sorrise e mi strinse calorosamente la mano strappandomi
dal fianco di Niall portandomi in cucina. La mi presentò la
signora
Horan, ovvero la madre di Niall. Quei due erano tremendamente
identici, non solo nell'aspetto ma anche nel modo di fare, anche il
padre era gentile e dolce, mi accolsero davvero a braccia
aperte.
Durante la cena mi fecero un sacco di domande, ovviamente
nessuna che riguardasse cose imbarazzanti ma, su cosa mi piacesse
mangiare o su quale fosse il mio colore preferito, se la torre eiffel
fosse davvero così alta come dicevamo noi francesi.
Quando
finimmo di cenare non perse tempo in chiacchiere e mi portò
di
sopra, in camera sua, strappandomi all'interrogatorio dei suoi
genitori. Come fummo soli tirai un sospiro di sollievo nonostante i
suoi genitori li amassi di già.
Cominciai a guardarmi intorno
curiosa, c'erano tante foto appese al muro, lui con i suoi amici, da
piccolo, insomma tantissime poi in un angolo vicino al letto vidi una
chitarra – la sai suonare? - non ci eravamo detti ancora
niente da
quando ero arrivata e quella mi sembrava una buona scusa per
cominciare ma non ci cascò. Si sedette sul letto e mi spinse
a fare
lo stesso prendendomi per mano – che ci facevi nel parco a
quell'ora? - la sua mano era ancora stretta sulla mia -dovevo fare
due passi – mi sdraiai a pancia in su sul letto e guardai il
soffitto. Le pareti della sua stanza erano blu però non
avevo notato
le fibre ottiche sul soffitto, si girò e spense la luce per
poi
prendere posto accanto a me. Il soffitto adesso sembrava tempestato
di stelle e rendevano la camera stupenda. Assorta a guardare quelle
finte stelle sospirai e lui lo prese come un momento di indecisione e
mi domandò nuovamente cosa ci facessi nel parco a quell'ora
ma
ancora non risposi, due lacrime leggere tornarono a rigarmi il volto,
non avevo il cuore di dirgli che sarei dovuta partire. Sentì
il
letto cigolare leggermente e i suoi occhi davanti ai miei -ti prego
mi dici che sta succedendo o ti giuro impazzisco - , lo abbracciai
forte stringendo le braccia dietro al suo collo e lui fece lo stesso.
Tra un singhiozzo e l'altro gli raccontai tutto e dopo una leggera
disperazione da parti di entrambi ci trovammo a coccolarci sul letto
con le lacrime agli occhi. Non avevo mai pensato di vedere un ragazzo
piangere, tanto meno il mio e invece eccolo la che sotto le coperte,
con me tra le braccia piange come un bambino. Mi girai verso di lui e
lo guardai dolce ma triste -non fare cosi ti prego – gli
presi il
viso tra le mani e gli accarezzai una guancia per poi baciarlo
dolcemente sulle labbra. Mi avvicinò ancora di piu a lui,
come se
fosse possibile e chiusi gli occhi cercando di calmarmi -un modo lo
troviamo. La francia e l'inghiterra poi non sono tanto lontane-
sorrisi leggermente poi tornai disperata.
La mattina seguente una
fioca luce apparve dalle tende tirate, avevo cambiato posizione ma
eravamo ancora uno tra le braccia dell'altro, ero finita a pancia in
giù con un suo braccio sulla schiena e un mio braccio sotto
di lui. Una posizione molto contorta a dire il vero ma fu la notte in
cui
dormi meglio di tutte.
Mi alzai leggermente e guardai Niall che
ancora dormiva accanto a me, afferrai il cellulare per controllare
l'ora, era ancora presto ma non abbastanza per sapere che sarei
partita la sera stessa. Senti di nuovo il mondo crollarmi in testa e
le sue braccia stringermi. Mi prese il cellulare dalle mani e lo mise
sotto al cuscino -è giusto che lo sappiano anche gli altri-
dissi,
il mio tono preannunciava un altra ondata di pianto che non
tardò ad
arrivare, lui mi voltò velocemente verso di lui e mi strinse
a lui
-piccola. Continueremo a sentirci, io continuerò ad amarti e
gli
altri a volerti bene- anche lui tornò a piangere. Sospirai e
cominciai a giocare con il ciuffo biondo, con una mano e con l'altra
presi il cellulare ed inviai ad ognuno di loro un
messaggio.
-andiamo?- domandai guardandolo e mordendomi il labbro.
Annui ed uscimmo dal letto. Ci stiracchiammo e scendemmo al piano di
sotto. I suoi non c'erano fortunatamente sennò avrebbero
pensato
chissà che cosa.
Ne io ne lui mangiammo niente, continuavamo a
guardarci per poi abbassare lo sguardo in silenzio. In silenzio come
il viaggio fino al bar e silenzio come quando arrivarono gli
altri.
Guardai Niall poi da capo spiegai tutto a tutti,
scoppiarono anche loro a piangere, credevo che Niall piangesse
perchè
ero la sua ragazza ma evidentemente loro ci tenevano tanto a me da
piangere per la mia partenza. Passammo il pomeriggio a parlare e a
ricordare i bei tempi poi venne il momento dei saluti, fu una cosa
straziante, baci abbracci e di nuovo da capo non riuscivo a staccarmi
come loro da me.
Il peggio venne davanti alla porta di casa mia,
mio padre mi aspettava in macchina, il dover salutare Niall che mi
aveva riportato a casa. Non riuscivo a dire niente se non a
balbettare e piangere come una disperata. Mi strinse forte a lui e
dopo ci baciammo, l'ultimo lungo bacio bagnato dalle lacrime. Mio
padre non ci interruppe, non suonò il clacson e non
uscì per
picchiarlo dato che mi stava baciando davanti a lui. Sembrava aver
capito che per me lui era diventato importante piu degli altri anche
se in poco tempo. Mi voltai e di corsa sali in macchina e dissi a
mio padre di partire il piu in fretta possibile per evitare di
scendere e non mollarlo piu.
- mi dispiace vederti in questo stato
piccola mia- mio padre mi guardava ma non dissi nulla, non ce la
facevo a parlare, adesso mi aspettavano due ore di volo prima di
rivedere mia madre.
Arrivammo all'aereo porto tutto illuminato.
Presi la valigia e mi incamminai per i corridoi immensi, lasciai la
valigia e andai a finire i controlli quando mi senti chiamare e
travolgere -ragazzi!- erano venuti a salutarmi. Tutti tranne Niall.
Abbassai lo sguardo. Forse è stato meglio così
avrei evitato di
piangere e di vederlo stare male ulteriormente.
Passai i dieci
minuti piu belli della mia vita in quell'aereoporto e quando
chiamarono il mio volo non piansi, volevo che mi ricordassero con il
sorriso sulle labbra e non con le lacrime agli occhi. Sali sul
pulmino mentre loro mi salutavano urlando.
Sono stati solo tre
mesi ma mi erano entrati nella pelle quei cinque ragazzi, uno anche
nel cuore e gli avrei portati con me, sempre.
Sali in aereo e mi
misi le cuffie, accesi l'ipod e misi la prima canzone che trovai,
quella sarebbe stata la nostra canzone, che mi avrebbe fatto
ricordare loro, tutti i momenti passati insieme
(http://www.youtube.com/watchv=RKF2MzAHe8Y&feature=endscreen&NR=1
)
come un fiume in piena le lacrime mi invasero perchè mille
ricordi si impossessarono di me sulle note di quella canzone
così
bella quanto triste.
Quando arrivai a casa pioveva, forse era un
segno del destino.
Non rivolsi la parola a mia madre per settimane
e fu proprio tre settimane dopo che successe una cosa che mai avevo
sperato o pensato.
Era una bella giornata di fine maggio inizio
giugno, la scuola stava per finire e nonostante tutte le promesse
fatte non avevo sentito piu i ragazzi. Qualche volta Niall ma erano
piu i pianti che facevamo perciò dopo poco lascio perdere
anche lui.
Speravo solo si fosse trovato un altra ragazza.
Era l'ora per me
di uscire di scuola e stavo camminando al fianco di Nicole nel viale
davanti alla porta quando vidi quattro ragazzi davanti al cancello.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata e lasciata
Nicole
corsi da loro una volta che mi ero sincerata che fossero loro e non
altri. Gli abbracciai forte, non credevo possibile che fossero
davvero anche se quello che mi mancava di piu non c'era oppure no. Si
spostarono e vidi un ragazzo biondo appoggiato al muretto, il respiro
mi mancò come la prima volta e lasciati anche loro gli corsi
incontro, si staccò dal muretto e venne verso di me per poi
prendermi in braccio al volo per stringermi forte a lui. Mi mori il
labbro per non piangere, non dovevo piangere in un momento simile. Me
ne fregai di tutti e lo afferrai per il colletto della polo per
avvicinarlo a me e baciarlo.