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Autore: john pranzo    26/04/2012    0 recensioni
tivoli, provincia di roma, una città simbolo per molti da queste parti ... una città ben vista, una città che ha sempre avuto l'arte nel cuore ... ma il crimine è sempre dietro l'angolo ...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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22 CAPITOLO:
 
Nell’ufficio del sindaco, il silenzio e l’oscurità erano i soli elementi che riuscivano a trasparire. Il sindaco Ferri, immerso nei suoi più intimi pensieri, sorseggiava un bicchiere di spumante, quasi per festeggiare la fine del crimine tiburtino. E avrebbe dovuto ringraziare il piccolo, grande Kobra, il suo migliore amico. Da criminale a servitore della legge, un grande cambiamento per una persona come lui. E il Kobra ne era estremamente felice, lo avrebbe supportato per le elezioni come presidente della provincia, fino a raggiungere il dominio dell’intera regione e, addirittura, dell’intera nazione. I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo della giovanissima domestica di casa Parro.
Finalmente … Ho sentito degli spari e mi sono preoccupato per lei, Diamante … Puoi lasciarci, Damiano “
L’inserviente, con un ghigno beffardo, lasciò l’ufficio del sindaco, mentre Diamante se ne stava lì, quasi imbronciata, senza alcun movimenti e con troppi pensieri in testa. Lo avrebbe voluto uccidere, ma sapeva di non avere speranze. Era una ragazza dolce, tranquilla, nonostante avesse abitato per molti anni in una casa come quella del Parro.
Sto aspettando un amichetto, che vorrebbe vederla, signorina Diamante. Non crede sia giusto andarsi a fare un giretto? “
Diamante lo guardò storto, neanche avesse detto chissà cosa. Non sopportava il suo modo di prendere in considerazione l’intera faccenda, non avrebbe retto molto, era sì tranquilla, ma anche lei aveva una dignità ed essere trattata in quel modo, be’, proprio non lo sopportava.
Sai chi ti vorrebbe conoscere? “
Diamante non lo guardò minimamente. Rimase in piedi, a pochi centimetri dalla porta dalla quale era entrata e non si era mossa di un millimetro. Si limitò a fissare il pavimento con sguardo perso.
Guardami negli occhi e rispondimi … Ti prego … Siediti … Non ti mordo, lo giuro “
E le fece cenno di accomodarsi proprio davanti alla sua immensa scrivania, piena di utensili antichi e non e di documenti su documenti. Uno di quelli era noto come il “ Progetto Sterminio “ e qualcosa gli diceva che aveva a che fare con quello che stava accadendo. Anche lo sguardo del sindaco cadde su quel file e commentò cercando di fare lo spiritoso …
Ma sì, ma penso che sono tutte brave persone, abbiamo solo bisogno di controllare le loro faccende … Mi capisci, no? “
Diamante alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi con uno sguardo inviperito. Era davvero un gran pezzo di merda.
Fossi in lei, n me comporterei ssosì!!! Fossi in lei, starei attentu a  quillu da fa!! Fossi in lei, me ne starei chiuso qui dentru!!! Fossi in lei, m’ammazzeria!!! “
Un ampio sorriso apparve sul volto del sindaco, come un bambino quando scarta un regalo. E lo fece tambureggiando i palmi delle mani sul tavolino.
Okay, ha ragione “  Disse ironicamente il sindaco ampliando sempre di più il suo falso sorrisino da ebete. “ Ma tornando alle cose serie, devo dire che l’uomo che la verrà a prendere tra circa dieci secondi sarà l’uomo che, assieme al mio eccellente impegno, ha cambiato il volto di questa cittadina, facendola risorgere. “
Diamante ebbe un fremito di terrore. Lo guardò negli occhi e vide la figura del Kobra alle sue spalle. Era già qui. Aveva aperto così velocemente la porta che neanche aveva fatto in tempo a girarsi.
E’ tutta tua, Kobra “
Un uomo dall’espressione dura, fredda, crudele era appena apparso alle sue spalle. Indossava un giubbotto verde militare, colore che sembrava venerare visti anche i pantaloni. I suoi occhi erano portatori di morte, di sventure, di maledizioni.
Senza perdere altro tempo, prese Diamante per un braccio, trascinandola via, quasi fosse carta straccia. A forza di trascinarla in quel modo, le avrebbe fatto pulire l’intero corridoio del palazzo.
Lasciame sta, aiutooooo!!!!!! “
Ma il Kobra non perse tempo a renderla innocua colpendola con un destro dritto in bocca. La ragazza cadde in un profondo silenzio mentre il Kobra la portava in auto.
Bravo, Kobra, sei l’amico ideale per i miei piani … E la poverina Diamantina, se ne va … Anche questo, concluso!! “
Diamante sarebbe stata portata via un luogo alquanto sicuro, lontano da quello che sarebbe accaduto, non la voleva tra i piedi, o comunque non avrebbe voluto neanche vederla morta. Non era un serial killer come il Kobra, doveva comportarsi da sindaco e avrebbe fatto di tutto pur di veder trionfare la giustizia.
 
Dai pensieri di un uomo che sembra aver vinto tutto quanto, passiamo a quelli di un gruppetto di sette fuggiaschi che non vedono l’ora di trovare un rifugio più che sicuro. La villa segreta di Asma li aveva aiutati, rallentando le operazioni della polizia, ma non aveva dato i danni sperati. D’altro canto, qualcuno li aveva salvati. E per di più, la ferita alla gamba di Cane Pazzo li aveva rallentati notevolmente negli ultimi venti minuti. Il capo aveva deciso di continuare e questo doveva andare bene a chiunque stesse dalla sua parte.
Ma poi Cane Pazzo toccò terra con tutto il corpo, rovinando addosso all’Infame che, incazzato come non mai, lo allontanò con un calcio e gli puntò violentemente l’arma contro:
Asma, famo quillu che dovemo fa!! “
Lo sguardo dell’Infame non prometteva nulla di buono, era diventato un tipo alquanto violento nelle ultime settimane, specialmente dopo il suo fallimento. L’essere stato curato da gente perfettamente sconosciuta, l’essere sempre in vetta alla lista dei ricercati e l’essere la persona meno amata del gruppo lo stava rendendo sempre più aggressivo nei confronti di chi non poteva stare al suo passo. Fefe si buttò sul corpo del suo uomo come per prendersi quelle pallottole destinate a lui, ma Asma esitò un attimo prima di estrarre la pistola e questo permise al Parro di intervenire puntando loro l’arma contro.
Lu Doce e il Secco fecero lo stesso, guardando in maniera quasi incredula un loro grande amico, come l’Infame. Era cambiato e avrebbe potuto dare molti guai alla squadra, specialmente in quelle condizioni mentali. E Cane Pazzo non rendeva tutto ciò migliore.
“ Fermi!!! Ma state male??? Dovemo salvallo, lo abbiamo portatu via da loco e mo lo volemo fa fori??? Non semo ssosì, noi, semo na famigghia!! Cane Pazzo ha ancora na vita, potemo farcela, se solo ce credemo, regà!!! Infà, ascoltame, gi la faremo, ma finimola co sta storia, ok? “
L’infame non smise di guardare con disprezzo una Fefe addolorata per il suo uomo che, seppur a sento, cercava di rimettersi in piedi per riprendere il cammino.
“ Si morimo, è colpa tea, Parro!!! “
 Le brusche parole dell’Infame sembravano aver scosso anche Asma. C’era una grande tensione di paura nell’aria a cui nessuno voleva pensare, ma era il momento di parlare chiaro. L’Infame si voltò verso Asma, l’unico che fino a qualche minuto prima sembrava volergli dar retta, ma nei suoi occhi comparve solo terrore. Il suo sguardo era rivolto verso l’alto dei cieli, dove un elicottero stava facendo la sua comparsa. Gli sbirri!!!!!!!
Cazzo!!! Via, via, la miniera!! Tutti loco!!! “
Cane Pazzo venne preso in spalla dal Parro che, con tutta la sua energia residua, riuscì a trovare il riparo proprio in extremis. Per fortuna, l’elicottero non era riuscito a visualizzare niente e nessuno e questa era la cosa più importante. L’ingresso della miniera non era ben visibile ma il fatto di essersi fermati li aveva paradossalmente salvati. Se avessero continuato a camminare senza sosta, di quell’ingresso non ce ne sarebbe stata neanche l’ombra.
Cane Pazzo, gi l’avemo fatta, su!! “
Il Parro cercava di far riprendere d’animo l’ex capo della Sterminio anche se, come si dice spesso, se uno è in procinto di lasciarci, niente può fermare la morte. Aveva perso troppo sangue e il Parro lo sapeva perfettamente. Anche Lu Doce e Er Secco sembravano preoccupati.
“ Accendini e famo luce!! “
L’Infame, Er Secco e il Parro erano gli unici a possederli e non si sapeva fino a quando sarebbero durati. E quella miniera? Sarebbe terminata presto? E dove li avrebbe portati?
“ A dì lu vero, n me pare na miniera. E’ più na caverna dall’aria piuttosto maligna “
Commentò sarcasticamente Asma, illuminato dalla luce dell’accendino dell’Infame. I due erano sempre rimasti in ottimi rapporti, mentre il Parro non sembrava molto fiducioso nei suoi confronti. Che gli stesse nascondendo qualcosa?
“ Argghhhh!!!! Noooooooo!! Cazzoooooooooooo!!!!! “
Quasi in simultanea, la caverna venne infiammata dalle voci di Cane Pazzo e del Parro. Entrambi erano rimasti stesi a terra, Fefe si gettò sul suo uomo mentre, senza perdere tempo, da vero professionista, l’Infame calpestò la testa dell’aggressore. Si trattava di una piccola vipera dall’aspetto a dir poco inquietante. Della piccola testa triangolare ne era rimasto ben poco. Asma si tuffò sul corpo del Parro mentre Lu Doce e Er Secco cercavano di badare a Cane Pazzo. Cane Pazzo, morso sulla gamba già malandata in precedenza, aveva la pelle biancastra, quasi fosse già un cadavere e il Parro sembrava aver perso i sensi.
Lu veleno sta facenno la parte sea, cazzo!! “
A quelle parole di Asma, Fefe iniziò a gridare terrorizzata, in preda ad una qualche forma di strana malattia mentale. Iniziò ad andare avanti ed indietro, a sbattere la testa dovunque, tanto che Er Secco con le forze dovette calmarla.
Dovemo torna ndietro, trovà n’antidoto e “
Ma l’Infame la colpì con un forte schiaffo sulla guancia. Fefe scivolò al suolo mentre incrociava lo sguardo pieno di odio del killer.
Ricordate, n so come lu Parro!! Se continui a frignà, io te lascio qui … Morta!!! “
Fefe non fiatò più per un po’ di minuti fino a che svenne per la tensione.
  
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