Finita la frase chiuse il file di word che si chiamava semplicemente "Diario" perché lei lo vedeva come il suo diario personale, non le era mai piaciuto scrivere a mano perché dopo un po’ era costretta a fermarsi per il dolore al polso e alla mano. Lì, scriveva tutti i pensieri che le venivano in mente: ricordi, idee, considerazioni… Spense la luce, era stanca anche se erano solo le 21:30, era stata tutto il giorno a danza, dalle 8:30 alle 20:30 di quella sera, dovevano prepararsi a meglio per la gara del giorno dopo. La gara! L’indomani c’era la gara e lei era ancora li a pensare, guardò l’orologio digitale sul comodino, segnava le 21:45, decise di prendere il cellulare che non prendeva da quella mattina e vide che aveva un messaggio. Era di Viola, la sua migliore amica, una delle poche in realtà, e diceva: -Domani dormi da me!Non accetto un no come risposta, dovremo discutere della gara!Buona notte "bambina della luna"!-

Le rispose:- Non ti avrei comunque risposto di no!Buona notte...ma se io sono "la bambina della luna", tu saresti un fiore!-

-Che c'entra io mi chiamo Viola, nella lingua che stiamo parlando mentre il tuo nome significa "bambina della luna" in questa lingua!-

-Non ha molto senso...lasciamo perdere va, notte!-

-Si dai!Dormiamo che domani bisogna vincere!-

Spense il cellulare e lo poggiò sul comodino,si sedette sulla cassapanca davanti alla finestra e scostò le tende.

C'erano poche stelle nel cielo e la luna era ancora crescente, lei amava la luna, amava le stelle e amava il cielo notturno lo trovava misterioso e la luna le sembrava una donna saggia che aveva vissuto così a lungo da conoscere tutti i segreti dell'universo.Appoggiò la schiena ai cuscini che c'erano sulla cassapanca, chiuse gli occhi e, senza accorgersene, si addormentò.

Dormiva serena, era bella con i suoi capelli neri, lisci, che cadevano morbidi sulle spalle eleganti, gli occhi un pò a mandorla, erano chiusi, rilassati e ricordavano il tratto orientale ma erano chiaramente il frutto di un miscuglio con la razza occidentale che veniva subito notato da chiunque la osservasse. La delicata luce della luna che entrava dalla finestra (aveva lasciato le tende aperte), quasi brillava sulla sua pelle candida e morbida che, a toccarla, sembrava di velluto, nessuno avrebbe mai osato dire che era esteticamente brutta, tutti la trovavano bellissima ma solo poche persone riuscivano a conoscerla così bene da sapere che dentro quel corpo così sottile ed elegante c'era l'animo di una ragazza dolce, gentile, con una buona dose di fantasia che dava a vedere ogni volta che ne capitava l'occasione ma allo stesso tempo testarda, forte e determinata ad ottenere ciò che voleva e a tratti malinconica. Si chiamava Tsukiko, il nome l'aveva proposto la madre e la famiglia lo aveva subito accolto di buon grado, un nome giapponese che significa "bambina della luna" il che era molto coerente con il suo amore per il paesaggio notturno.