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Autore: sopra_al_rumore    26/04/2012    1 recensioni
Odiavo mia madre,l’odiavo davvero in tutti i sensi ma la cosa che più mi faceva male è che prima mi incoraggiava nei miei sogni e poi per degli stupidi scatti d’ira me li riduceva in brandelli,che schifo di vita…
Ogni sera nel mio letto chiudevo gli occhi,ma non dormivo,vedevo davanti a me i volti delle persone che stimavo, e spesso mi scendeva una lacrima che soffocavo nel mio cuscino, pensavo a quanta forza riuscivano a trasmettermi, quel poco che mi bastava per andare avanti ogni giorno. Mi ripetevo: ‘Voi siete la mia forza, grazie a voi io un giornò sarò libera, ed andrò avanti nutrendomi di ciò che solo voi sapete offrirmi!’
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 10 -
 
La nonna, mia nonna, ansiosa e chiacchierona ma pur sempre la mia nonnina, anche se mi faceva impazzire perchè dovevo ripetergli le cose 50 volte, l’adoravo, lei c’era sempre e gli raccontavo tutto, tutto ciò che non raccontavo a mamma sapeva lei, era come la mia migliore amica. Non so se lei sapeva di questa ‘New Entry’ e non so nemmeno se avrebbe apprezzato Neymar, ma ero curiosa e anche se lei non stava bene mi sentivo in dovere di presentarglielo. Tornai in camera mia e mi chiusi a chiave per evitare disturbi, entrai in bagno e feci scorrere l’acqua, non dovevo lavarmi, ma mi serviva un rumore per non far sentire ciò che le raccontavo, la chiamai e lei rispose con aria di sempre, non sembrava che stesse male.
 
‘Ciao nonna, ti devo raccontare tante cose! Ti ricordi quel ragazzo che ti feci vedere in un video tanto tempo fa?'.
 
E continuai a spiegargli tutto per bene, lei rispondeva e come me era curiosa di sapere come mai non giocava più e come ci fosse finito in casa mia.
Prima di riattaccare dissi:
‘Nonna possiamo venire a trovarti?’
Non esitò nel darmi una risposta affermativa ed io ero tanto contenta, sapevo che gli sarebbe piaciuto. Quando finii di parlare al cellulare con nonna riscesi di sotto, volevo aiutare mamma con la cena ma a mia sorpresa qualcun altro aveva preso il mio posto.
 
"Ehi, ti sei svegliato?"
"Si, ho fatto un incubo ed il mio sonno è durato ben poco…"
"A, quando sono entrata in camera tua dormivi come un sasso…"
Mamma si intromise:
"Che ci facevi tu in camera sua?"
"Sono entrata per restituirgli un CD ma lui dormiva per cui l’ho appoggiato sulla scrivania…" 
Enorme bugia, ma se avessi detto la verità avrebbe capito che ero stata sveglia tutta la notte e chissà cosa avrebbe immaginato…
Con mia grande sorpresa lui aggiuse:
"Ah si, infatti l’ho trovato lì, grazie!"
Mamma riprese in mano in dialogo:
"Allora Ilary, questa settimana sarà dura, dovrai imparare a Neymar a scrivere, saprà anche parlare bene ma con lo scritto è una frana, tu sei brava in italiano, forza!"
"Certo mamma, non c’è problema…"
Guardai prima lei e poi lui e sorrisi.
Cenammo e mamma uscì di corsa, forse alla nonna serviva aiuto, come al solito io mi occupai di riordinare. Neymar era in salotto che guardava la tv ed ogni tanto lo sentivo ripetere termini a lui nuovi che sentiva nelle trasmissioni o nei tg. Dopo aver finito tutto decisi di risalire ma mi sentii chiamare…
"Oggi non vedi la tv?"
"No, non voglio riaddormentarmi come ieri e poi perdere sonno…"
"Ti tengo sveglia io, vieni qui…" continuò "...stasera niente film strappalacrime o romantici…"
"E cosa vuoi vedere?" Mi venne spontaneo chiedere.
"Ho visto che trasmettono un film horror, ti và di vederlo?"
"Non se ne parla proprio!" Risposi secca.
"Hai paura…?" Disse con aria di sfida.
"Non è che ho paura, mi fanno impressione!" Grandissima cazzata io avevo terrore dei film Horror! 
"Dai, ci sono qua io, se hai paura prometto che spengo la tv!"
"Okey, ma la spegni eh!" Sorrise e mi fece posto.
Il film iniziò dopo appena due pubblicità ed io già me la facevo sotto di brutto! Che orrore pensavo tra me e me, le scene di quel film erano troppo impressionanti, lui mi guardava e rideva, io lo guardavo e pensavo ‘ma che gran deficiente!’
Ad un trattò ci fù una scena da accantonare la pelle e io presa dalla paura mi strinsi a lui, insomma era l’unica persona che avevo vicino! U.U
La cosa davvero imbarazzante fu quando la mia testa sul suo petto venne stretta attorno alle sue braccia, era un abbraccio protettivo in tutti i sensi. Stavo benissimo, ero al settimo cielo, era la stessa sensazione che provavo quando Nico mi abbracciava, forse anche meglio. Dopo la scena inquietante tutto tornò al solito ed io mi staccai letteralmente da lui che si limitò a sorridere, dopo qualche minuto aggiunse: 
"Ma sei proprio paurosa!"
Lo guardai con aria innocente:
"Io non sono paurosa, sono i film ad esserlo!"
Sorrise ancora e continuammo a vedere quel film, anche se non ero tra le sue braccie praticamente eravamo incollati, io avevo paura e lui voleva proteggermi, non c’era nulla di male no? Si,lo so,stavo giocando col fuoco, e mi sarei fatta davvero male, ma che ci potevo fare? Quella era pura attrazione fisica, forse come quella di cui mi aveva parlato lui, ma io a differenza sua non avrei fatto sciocchezze. Mamma tornò a casa poco dopo la fine del film e mentre io e Neymar salivamo nelle nostre camere sentimmo la porta d’entrata aprirsi, era parecchio tardi e non avevo voglia di discutere con mamma sull’orario, specie in sua presenza. Così d’istinto misi una mano sulla bocca di Neymar mi avvicinai all’orecchio e dissi: "Ora vai in camera tua ed io nella mia, fingi di dormire se ti riesce perché di sicuro verrà a trovarci e se inizia a parlare a quest’ora è la fine."
 
Gli tolsi la mano dalla bocca ed indietreggiai, ero sulla porta d’ingresso della mia camera quando si avvicinò a me più del dovuto e disse: 
"Okey io vado, buona notte nel caso non né esca vivo, se ci riesco torno a trovarti!" 
E fece un occhiolino.
La mamma come previsto fece il suo giro di ‘perquisizione’ e assicurandosi che era tutto a posto ritornò nella sua stanza al piano di sotto e spense tutte le luci. Io ormai conoscevo i suoi passi a memoria e sapevo tutte le sue strategie. Dopo due secondi mi alzai e presi un libro, non riuscivo a dormire dopo quel film. Mi sedetti sul letto ed iniziai la mia lettura, ad un tratto la porta si aprì, temevo che fosse la mamma, ma per mia fortuna era lui.
"Che ci fai qui?"
"Ho detto che se sopravvivevo sarei tornato!" Disse sorridendo.
Lo guardai con una che ha l’aria di essere la ragazza più felice del mondo e dissi: 
"Bene visita fatta ora puoi tornare in camera tua…" Ma quelle parole dalla mia bocca erano poco, anzi pochissimo credibili.
"Lo so che non vuoi che vada via…!"
"Ah si, e cosa te lo fa pensare?" Dissi con aria di sfida.
 
"Non hai sonno, stai leggendo, preferisci stare con un mucchio di fogli o con una persona in carne ed ossa…?"
"Non è vero che non ho sonno…"
"Allora perché leggi?"
"Perché, perché quel film mi ha spaventata, ecco tel’ho detto!"
Trattenne la risata e disse: 
"Se ti tengo io compagnia ti addormenterai come una brava bambina?"
"Non sono una bambina e non ho bisogno di te!"
"Ah si? Scommettiamo che se esco da quella porta dopo due secondi mi vieni a chiamare?"
"Vai pure!"
Si alzò ed andò via veramente, non credevo che l’avrebbe fatto! Ero terrorizzata e le scene di quel film si facevano spazio nella mia mente una dopo l’altra, dovevo andare da lui! Quando apri la porta lui era dietro di essa, lo sapeva che sarei andata a cercarlo e si fece trovare pronto!
"Stupido!" Esclamai sotto voce…
 
Mi spinse dentro la camera, i miei insulti avrebbero svegliato mamma e chiuse la porta…
"Non lasciarmi più okey? Specie dopo che mi hai fatto vedere un film dell’orrore!"
"E’ tutta scena, nulla di quello che vedi è vero perché tanta paura?"
"Mi chiedo come puoi tu non averla?"
Si avvicinò e mi disse: 
"Promesso,non ti lascio più!"
 
Quelle parole nella mia testa presero un altro significato ma dovevo mantenermi lucida, infondo lo aveva detto riguardo hai film horror, lui sarebbe andato via comunque…
Sorrisi e dissi: 
"Vado un attimo in bagno, metto il pigiama e torno, non andartene e non nasconderti…"
I suoi occhi s’illuminarono.
In circa 5 minuti uscì dal bagno e lui non era lì, mi voltai e lo vidi fare "Booooooooooooo"
Stavo per gridare quando mi trattenne stringendomi a lui e rimasi in silenzio, nel silenzio più totale, eravamo due adolescenti abbracciati nel pieno della notte!
Ebbi solo il coraggio di sussurrargli all’orecchio 3 parole:
"Tu sei pazzo!"
Lui sghignazzò ed io lo mollai.
Mi sedetti sul mio letto e dissi: 
"Non farmi mai più scherzi del genere, se urlavo sarebbe successo il fini mondo!"
"Nàà sciocchezze!"
"Ah no? Mamma sarebbe salita di corsa e ti avrebbe trovato qui, non oso immaginare cosa avrebbe pensato…"
"Scusa non lo faccio più!"
Io ero seduta sul mio letto e lui era per terra seduto davanti a me.
Ad un tratto disse:
"Credi davvero che se tu madre mi trovasse qui penserebbe che noi, si insomma che..."
"Sono una ragazza, entra e vede te a quest’ora in camera mia, cosa vuoi che pensi che stiamo giocando a nascondino?"
"Hai ragione, se ti faccio una domanda rispondi sinceramente"
"Dimmi…"
"Ma se Nico o Martin ci provassero, tu ci staresti?"
La domanda mi lasciò a bocca aperta.
"Sincerità eh? Allora forse con Martin ci starei, ma con Nico no!"
"Scusa ma non dovrebbe essere il contrario?"
"No, ti spiego, Nico mi prenderebbe solo in giro perché sa che io son qui ad aspettare un suo ‘si’ da anni, mentre Martin non so, so solo che se dovessi scegliere, sceglierei lui."
"Però ami Nico, Ok non ci capisco più niente…"
"Non c’è da capire, sono sentimenti non si possono spiegare…"
"Non sono sentimenti, perché se lo erano ragionavi con il cuore, questi sono pensieri fatti col cervello, perché il tuo cuore batte per Nico ma la tua mente dice che Martin sarebbe la scelta più sana e tu ti limiti a seguire questo meccanisco, quindi vuol dire che non ragioni col cuore…"
"Ovvio" Dissi spiazzata! "Non voglio certo farmi male!"
 
Rimase perplesso, mai infondo è un maschio, cosa puoi aspettarti?
"Allora da domani si fa così:
-Mattina usciamo e il pomeriggio studiamo ok?"
 
"Un’ultima domanda e poi parliamo di tutto ciò che vuoi tu…" Disse non curandosi della mia frase precedente.
"Dimmi…"
"E’ mai successo qualcosa tra te e Martin o tra te e Nico? Un bacio o altro…" so dove voleva andare a parare ma le sue domande erano strane, cosa gli interessava della mia vita?
"Neymar, ne parliamo un’altra volta, ho sonno."
"Buonanotte…" Disse sorridendo ed uscì dalla mia camera.
Io mi distesi nel letto e non capivo quella strana sensazione provata dal mio stomaco dopo la sua uscita. 
Alle 8:00 suonò la sveglia ed io mi precipitai in camera sua, pur non sapendo se mia madre c’era o meno.
"Neymar…!"
Uscì dal bagno con l’accappatoio ed il resto fu pura fantasia per la mia immaginazione.
Guardai fisso il pavimento e dissi: 
"Vestiti, stamattina andiamo a far visita ad una persona importante per me!"
Si avvicinò e disse: 
"Prima di tutto solleva la testa perché non sono scomposto o meno, seconda cosa dammi il tempo di vestirmi, ci vediamo in salotto."
Sorrisi e tornai in camera mia, solo quella scena di lui in accappatoio si faceva spazio nella mia mente, nella mente di 16enne.
Una doccia in meno di 5 minuti e via ero pronta ma come al solito lui aveva finito prima di me ed era in salotto che mi aspettava, mamma era in casa e disse: 
"Dove andate?"
"A fare dei servizi, ci vediamo all’ora di pranzo!" Risposi frettolosa, lo presi per braccio e via, ero fuori dal controllo di mia madre.
Andammo dalla nonna e durante il tragitto nessuno dei due toccò l’argomento della sera prima o tanto meno la scena della mattina stessa. Quando entrammo come al solito c’era il baccano della radio, mia nonna adorava sentire musica, era la sua compagnia, dal momento che si rifiutò di venire a vivere con me e la mamma.
"Nonna!"
"Ah sei tu, non ti avevo riconosciuta…" 
 
Ogni volta che andavo diceva sempre la stessa cosa, io notai che stava bene, non riuscivo a capire tutte quelle visite della mamma.
Sorrisi e dissi: 
"Ecco lui è Neymar…"
Lei sorrise, sapeva chi si trovava davanti e non fece parola in proposito.
"Ah che nome! Mi chiedo come farò a ricordarlo!"
Lui sorrise, non sembrava essere in imbarazzo, mia nonna poi non trattenne l’entusiasmo, per lei era già uno di famiglia.
Lo guardò e disse:
"Ragazzo mio, ai miei tempi chi si conciava i capelli in quel modo veniva definito pazzo!"
Lui rise di gusto e disse: 
"Chiamatemi pure pazzo signora!"
Io li guardavo dialogare pacificamente in disparte e dopo un po’ fui costretta ad interrompere la nonna…
"Nonna adesso si è fatto tardi hai bisogno di qualche commissione? Altrimenti noi andiamo via, il cammino è lungo…"
"No, và tranquilla! Sono a posto! Più tardi di certo verrà a trovarmi la mamma, è stato un vero piacere conoscerti giovanotto, scusa ma il tuo nome non lo so pronunciare!"
Lui sorrise e disse: 
"Piacere mio signora, e comunque Neymar, è facile!"
Salutai la nonna e andammo via, lo portai per negozi in centro e ad un certo punto mi fermò.
 
"Hai intenzione di non rivolgermi la parola per tutta la giornata? Scusami per ieri, non volevo darti fastidio!"
Lo guardai e risi così tanto che non credo di averlo mai fatto con nessuno in vita mia, lui mi guardò perplesso.
"Perché ridi? Cos’ho detto ora?"
"No è quello che hai pensato, non è vero che non voglio parlarti, come ti viene in mente una cosa del genere?"
"E che ne so, tu fai la misteriosa così bene che mi lasci turbato…"
Ed io pensai ‘guarda chi parla di mistero!’
 
CAPITOLO 11 -
 
La scuola non tardò ad iniziare ma le mie lezioni furono abbastanza efficaci da metterlo in pari con il resto della classe, ormai i giorni passavano e noi trascorrevamo molto tempo insieme, era diventato il mio tutto, se tornavo a casa e lui non c’era mi facevo dei problemi assurdi, se non andavamo a scuola insieme mi preoccupavo, se qualche ragazza della mia scuola si avvicinava a lui ero super gelosa, se non era con me io non ero più la stessa.
E tutta la mia voglia di scoprire cosa lo portava qui spariva giorno dopo giorno, pensavo solo a godermi quel favoloso regalo che Dio mi aveva offerto.
 
Erano le 22:30 quando mamma entrò in camera mia.
‘Tesoro devo portare la nonna in ospedale,non preoccuparti torno presto.’
Mi alzai di scatto e misi la prima camicia che trovai nel armadio, volevo andare con lei, ma uscì così velocemente che non ebbi il tempo di raggiungerla, aprì la porta della camera di Neymar e non c’era, lo cercai per tutta la casa, ero disperata, sola.
Aprì la finestra delle mia camera ed andai sul tetto, era il posto ideale in un momento come quello, anche se faceva freddo lì mi sarei trovata bene di sicuro.
La sorpresa fu immensa nel trovarci lui lì.
 
"Che ci fai qui fuori? Fa freddissimo!" Disse cedendomi la sua felpa e facendomi rientrare.
"La mamma è andata via, ha detto che porta la nonna in ospedale perché non sta bene, mi sentivo sola, sono entrata in camera tua e non c’eri…" Scoppiai in lacrime "Ho immaginato per un attimo se fosse successo quando tu eri tornato a casa tua, forse non sarei sopravvissuta a tanto dolore tutto insieme."
Mi strinse a se, ma non disse nulla, le mie lacrime continuavano a scendere, la nonna non stava bene, ed io ero preoccupata, quando i nonni raggiungono una certa età si capisce a cosa si va incontro, e in tanto dolore avevo immaginato di ritrovarmi a casa da sola, con il ricordo di una persona che ormai sentivo mia, ma che per forza di cose mi avrebbero portato via.
Volevo parlargli, volevo dirgli di non andare via, volevo dirgli che ormai mi ero abituata alla sua presenza e che senza sarai stata persa, volevo dirgli che non m’importava nulla del suo passato, volevo dirgli che in qualche modo da quando è arrivato mi ha cambiato la vita, mi ha dato più sole, anche se spesso litigavamo era normale, gli volevo bene e forse anche di più, ormai non era più un poster da conservare dentro il mio armadio. Strinsi i pugni e mi allontanai da lui, sembravo così piccola in una situazione così grande, sapevo che se la mamma era andata via in quel modo è perché non voleva vedessi qualcosa che mi avrebbe traumatizzata, era giusto così ma io ora ero lì, e la mia mente non pensava ad altro, avevo immaginato che se fosse successo qualcosa alla nonna non mi sarei mai perdonata il fatto di non averla saluta per l’ultima volta.
Neymar si avvicinò a me, prese le mie mani e disse:
"Non ti preoccupare andrà tutto bene, succeda quel che succeda tu hai la coscienza pulita, la nonna l’abbiamo salutata insieme, era felice e voleva che pensassi solo a divertirti, rimani con questo ricordo di lei…"
Era come se mi avesse letto nel pensiero ma nonostante la mia felicità nell’averlo accanto dissi acida:
"Tu non puoi sapere come ci si sente con la coscienza in certi casi, tu non hai mai perso nessuno…"
Il tono della mia voce fu letale e d’impatto sull’ultimo pezzo e vidi davanti ai miei occhi solo un ragazzo che mortificato abbassò la testa. Ero così presa da quello che stava accadendo che dimenticai chi avevo davanti.
"Mi dispiace ok? E’ solo che sto male, e se vuoi andare via non ti trattengo, mi sono comportata male, non so niente di te e mi sono permessa di dirti quelle parole, se vuoi andare puoi farlo…"
Alzò lo sguardo e disse:
"Non è mia intenzione scappare dai problemi o portare rancore verso una persona che parla perché non sà…" continuò "...è proprio arrivato il momento che tu sappia, e lì qualsiasi cosa per me andrà bene, andrò via nel momento che dici tu, non aspetterò la scadenza del viaggio…"
"Neymar scusa, io davvero non volevo che finisse così, da quando sei arrivato mi hai stravolto la vita, non è facile avere in casa un calciatore e fingere che sia solo un normale ragazzo delle ‘vacanze studio’…."
 
Fu come se i suoi occhi brillarono nel bel mezzo della notte, che cosa avevo fatto? Avevo detto che sapevo.
La sua reazione fu incomprensibile, prima accennò un sorriso e poi si diresse verso il mio armadio che nella fretta avevo lasciato aperto e quindi avevo dato a lui modo di sbirciare.
 
"Tu vuoi farmi credere che sapevi chi ero ed hai finto per così tanto tempo? Tu hai stravolto la tua camera per me, hai nascosto la tua passione solo per me? Perché lo hai fatto?"
"Non lo so perché l’ho fatto, so solo che non volevo infastidirti, la gente fa cose stupide quando è…"
 
Mi bloccai di getto, non riuscivo più a parlare, cosa volevo dire? Che mi stava succedendo, mi sedetti sul letto e non alzai il volto dal pavimento, ero in imbarazzo…
 
"Non hai fatto una cosa stupida, tu lo hai fatto per il mio bene, come potrei arrabbiarmi o infastidirmi? Sono certo che nessun altra persona al mondo l’avrebbe fatto!"
 
Ma io non mi mossi di un millimetro non accennai parola, e la sua reazione fu immediata. Si chinò davanti a me e disse serenamente: 
 
"Certo che dovevi volermi realmente tanto bene anche prima di conoscermi per mettere in opera tutto questo…."
 Sorrise e disse: "...io avrei fatto la stessa cosa se ci fossimo invertiti i ruoli…"
Pensando alla situazione inversa sorrisi, ma subito dopo iniziai a piangere, a piangere dall'emozione ora era tutto alla luce del sole, la mia passione per lui, lo adoravo ancor prima di conoscerlo. 
Era una sensazione unica non lo so ma forse mi ero innamorata davvero! Era diverso da come amavo Nico, era un'amore più profondo, era qualcosa da non riuscire a spiegare.
Nel vedere la mia reazione si mise a ridere.
"Ora perchè piangi?"
"Piango perchè sono stata una stupida a nasconderti tutto questo, per me eri davvero tutto il mio mondo, eri qualcosa a cui non potevo rinunciare e quando ti ho visto all'aeroporto non riuscivo a credere ai miei occhi e non so nemmeno io perchè ho finto di non conoscerti. Volevo scoprire però che ci facevi in casa mia..." 
Dopo poco nel vedere il suo bel viso, sorrisi. Sorrisi come mai ho fatto in vita mia.
"Ora ridi? Non puoi ridermi in faccia proprio ora che sto facendo il serio! Sono rare le volte in cui sono serio, dovresti saperlo visto che mi conosci anche meglio di quanto io pensassi." Disse ridendo.
"Rido perchè mi fai ridere!"
"Non spevo di essere spiritoso e di fare ridere!"
"Ah, allora non ti sei mai sentito cantare, i tuoi video sono finiti su you tube, eri meglio come calciatore…"
Il suo volto si rattristì di colpo ma disse: 
"Già, in effetti, anche se ci mettevo l’anima, cantare non era per me…"
Sorrisi e tutto quello che mi venne da fare in quel momento fu accarezzargli il volto.
"Perché hai lasciato la tua carriera, perché ora sei qui?"
Basta,avevo bisogno di sapere la verità…
 
CAPITOLO 12 - FINALMETE LA VERITA'
 
Nella stanza regnava il silenzio totale, dopo la mia domanda non si udì più nessun suono, di qualsiasi tipo. Proprio mentre perdevo le speranza di ricevere risposta lui alzò il volto, mi sorrise e disse: 
"Per amor di un figlio si fa di tutto…"
Non esitai e lo lasciai parlare, continuò:
"...quando seppi che la mia migliore amica era incinta non potevo crederci, ma la sorpresa arrivò quando mi provò che ero io il padre, a 18 anni si ha ancora molto da imparare ed io non ero pronto per crescere un bambino, non volevo farlo finire in orfanotrofio, anche perché lei era minorenne, e glielo avrebbero portato via, accettai di riconoscere il bambino e di mantenere tutti i costi della gravidanza e del bambino stesso dopo il parto, lo vidi un paio di volte…" 
 
Il suo volto si fece sempre più cupo e triste ma continuò:
"Prima ancora che lui nascesse diedi alla mamma una collana, c’era scritto il suo nome, si chiamava Davi, dietro ci avevo messo la mia sigla NJR che sta per ‘Neymar Junior’ e sono certo che dovunque lui ora si trovi avrà un pezzo di me con sé…"
Mi intromisi e dissi: 
"Perché dove sarà?"
Mi guardò e disse: 
"Io non avevo intenzione di sposare sua madre, e così lei scappò via con il bambino, la ferita è fresca, è accaduto tutto 8 mesi fa, il problema è che ora non ho più notizie per quanto abbia cercato e ricercato, non sembrano esserci tracce, e questo mi fa paura, non so se il piccolo è ancora vivo…"
Per poco non pianse nel raccontarmi l’accaduto ed io era incredula a quello che sentivano le mie orecchie, mi chinai fino a raggiungerlo e lo abbracciai, la sua testa era appoggiata sul mio petto, di certo sentiva il rumore del mio cuore che batteva all’impazzata. Gli accarezzavo i capelli ed il volto, mi sembrava una cosa così facile, era come avere tra le mani un bambino che ha bisogno del calore di sua madre, e nonostante la differenza di età da parte mia sentivo di poterlo consolare in qualche modo…
 
"Sta tranquillo, ritroveremo il bambino, lui non è morto, son certa che è nascosto da qualche parte e son certa che sua madre si sta prendendo cura di lui, non temere…"
 
Un attimo di silenzio e poi il tremolio del suo corpo, era agitato lo sentivo, ed io ero totalmente pietrificata, non sapevo come ci si comporta in certi casi.
Lo strinsi a me e dissi: 
"Te lo prometto, lo ritroveremo, insieme!"
Non so ancora come avrei fatto data la mia età, ma se c’era qualcosa, qualsiasi cosa che potevo fare per aiutarlo ci avrei provato!
 
Udì un: "Grazie…"
Sollevò il suo corpo e mi diede la mano per rialzarmi e disse: 
"Non sono venuto qui per cercare nessuno, non sei stata la mia ‘copertura’, mia madre credeva che mi servisse un po’ di svago, non giocavo più, il mondo si era dimenticato di me ed io ero distrutto, pensava che questa vacanza mi avrebbe cambiato in qualche modo. Aveva proprio ragione.."
"Che intendi?" risposi..
"Tu mi hai cambiato, ogni giorno che ho passato qui, con te. Non sono mai stato meglio, sai è dura da persona famosa trovare qualcuno che ti voglia realmente bene per quello che sei. Tu mi hai accettato nonostante sapessi del mio passato e mi hai insegnato tanto, mi hai dimostrato che da qualche parte, nel mondo c’è sempre qualcuno pronto a tenderti la mano e ad aiutarti, qualcuno pronto a volerti bene ed a regalarti il suo cuore…!"
Mi avvicinai e dissi: 
"Okey devo dirti una cosa, non è facile per me, ma devo dirla. Ormai il mio cuore è tuo, io non ti ho solo voluto bene, ti ho amato prima e dopo, non hai idea a che ora di notte mi svegliavo per vederti giocare con il Brasile! Non hai idea di tutti i soldi raccimolati e spesi per comprare le tue maglie o cappelli, non hai idea di quando ti ho adorato solo perché giocavi a calcio, e non hai idea di quanto ti amo ora solo perché ho capito chi sei veramente…"
 
Ormai manca poco, credo che il mio primo bacio è vicino, credo che avrei provato davvero quella cosa che chiamavo follia nelle opere dei poeti che tanto mi annoiavano a scuola, ero pronta, stavo amando, amando più di me stessa e stavo bene perché sentivo di essere ricambiata, sentivo che nulla sarebbe andato storto, sentivo che l’amore sarebbe trionfato, non sentivo nessun tipo di differenza tra lui e me.
"Ti amo"
Non credevo che sarei mai riuscita a dire quelle parole, davvero non ci credevo, eppure era stato così semplice buttarle fuori. Il resto andò da sé lui si avvicinò e mi baciò, era follia pura, quella che circondava i nostri volti, nessuno ci avrebbe mai creduto, nessuno ci avrebbe mai scommesso, eppure eravamo lì pronti ad amarci, eravamo lì pronti per diventare grandi, insieme, nessuna differenza.
Dopo un abbondante minuto il bacio si interruppe ma solo per sentire qualcosa di ancora più dolce e bello: 
 
"Ti amo Ilary, ti prego non abbandonarmi…"
"Io ci sarò se tu ci sarai, è una promessa."
 
Il nostro bacio continuò e niente e nessuno poteva interrompere quel momento, indietreggiai di qualche centimetro dimenticando che dietro di me c’era il letto, e caddi, niente e nessuno poteva interromperci a parte una figuraccia, ma lui non se ne accorse nemmeno e sul mio letto c’era un’atmosfera particolare, avrei anche potuto far l’amore con lui da un momento all’altro, ma era giusto aspettare, tutto a tempo debito, avrei aspettato lui. 
Per il resto ci cullammo in quello che sembrava un distesa di rose rosse, soffici e pronte ad accogliere lo sbocciare di un nuovo amore. 
 
CAPITOLO 13 - TU E IO ORA MAI UNA COSA SOLA
 
La notte scorreva, ma non c’era ancora un solo raggio di luce che penetrava la finestra, forse era mezza notte, forse era mattino presto, fatto sta che eravamo ancora nel buio, immobili tra di noi, svegli e amanti della notte. Non sapevo cosa stava succedendo in ospedale e la mamma non era ancora tornata, sentivo che ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto con Neymar al mio fianco.
Il mio cellulare squillò, era un messaggio ed io mi alzai di scatto, poteva essere la mamma.
lo aprii, ed infatti notai che era proprio lei:
 
‘Tesoro i medici stanno lottando, io sono in sala d’attesa, non so come finirà ma la nonna mi ha detto di dirti che ti vuole bene e che non ti ha mai vista così felice e che se Neymar è la tua felicità non lasciarlo andar via. Vuole vederti sorridere, sempre. Hai la sua approvazione per qualsiasi cosa in futuro…
..Ti bacio, mamma.’
 
Scoppiai in lacrime e come un fulmine lui era dietro di me, mi abbracciò e mi girò mi strinse a lui ed il mio telefono cadde per terra.
 
"Non preoccuparti, ci sono io ora…"
Quelle parole nonostante tutto il dolore che provavo in quel momento mi diedero la forza di sorridere, la nonna voleva vedermi sorridere qualsiasi cosa fosse accaduta, ed io non volevo deluderla, lei approvava Neymar, approvava un futuro con lui e in quei soli 5 minuti di presentazione aveva capito già tutto, tutto quello che io ancora non sapevo.
 
Mi strinsi a lui e le lacrime ormai erano andate via, gli sussurrai all’orecchio: 
"Sono pronta, qualsiasi cosa accadrà questa notte io voglio te, ora e sempre."
 
CAPITOLO 14 - LA BAMBINA E' CRESCIUTA
 
Quel letto che fino al giorno prima aveva accudito una bambina inesperta in amore, stava per trasformarsi nella culla della mia prima esperienza, la prima esperienza di un'adolescente che avrebbe dedicato la sua vita al suo ragazzo.
Per lui non era di certo ‘la prima volta’ di sicuro era più esperto di me, ma non m’importava, io mi fidavo, non mi avrebbe mai fatto del male, ero sua, poteva far di me quel che voleva.
Mi guardò e disse: 
"Se per te va bene questa notte cresceremo insieme, è una promessa."
Pian piano mi appoggiai sul letto e lui non mosse un solo arto verso di me, ero distesa, aspettavo lui e quando mi venne incontro si limitò a baciarmi e disse: 
 
"Mi hai insegnato ad amare ed io ora posso solo insegnarti a fare l’amore."
Sorrisi e dissi: 
"Sei il primo. E spero anche l'ultimo."
"Ilary, qualsiasi cosa accada io ti amo e resterò con te.."
 
E così consumammo la notte ad insegnarci cose l’un altro, cose nuove, cose che ne io ne lui credevamo di poter apprendere, era proprio come in quell’immagine che tanto mi piaceva:
 
‘Lei gli insegnava ad amare e lui le insegnava a fare l’amore'.
Si vedeva, in fatto di sesso era più preparato di me, però aveva paura di toccarmi, non so cosa gli prendeva, era imbarazzato quanto me che non sapevo nulla in materia:
 
"Te lo giuro, non ho mai baciato nessuno prima di te e ti giuro che non ho mai fatto altro con nessun altro."
Queste parole mi vennero naturali, volevo rassicurarlo e poi era una cosa che mi aveva chiesto in passato, ma senza dargli una risposta. Era giunto il momento di farlo e lui sorrise dicendo:
 
"Ci avrei scommesso, tu non amavi Nico e nemmeno Martin, l’amore doveva ancora venire a trovarti. E sono felice di essere stato io a portartelo."
 
Erano le parole che avevo detto qualche mese prima, ma allora non pensavo di averle realizzate con lui.
 
"Non ci avrei mai scommesso che il mio ‘amore’ saresti stato tu…"
 
Lo dissi tranquilla mentre lui mi sbottonava la camicia che non avevo avuto il tempo di togliere dopo che mamma mi svegliò.
Guardai le sue mani, dopo che lo avevo rassicurato erano diventate più decise. Ed in quel momento capì che nulla al mondo avrebbe potuto separarci.
Il resto della notta volò ed io diventai donna, il passaggio che tutte le adolescenti temono ma con lui al mio fianco non fu poi così male, sentivo dolore ma ero felice, adesso sarei stata sua per sempre. 
Quando ascoltavo le mie amiche, che raccontavano la loro prima volta, ricordo che dicevano che non era stata un granchè, avevano sofferto e pure tanto. Io mi sento fortunata perchè lui il dolore non me lo faceva sentire, non pensava a lui in quel momento. Solo a me e a farmi stare bene, mi sentivo protetta anche in quel momento. E' stato come nelle favole, è stato bellissimo.
Ci addormentammo sfiniti e le lenzuola erano l’unico velo di pudore che era rimasto tra di noi, quelle lenzuola che avrei conservato qualsiasi cosa fosse accaduta.
Mi svegliai presto, prima del solito, erano le 8 e la mamma non era ancora tornata, scesi in cucina e preparai la colazione, tornai di sopra per prendere il mio cellulare, dopo la caduta non lo sentii più.
Lo accesi, e notai due nuovi messaggi:
 
‘Tesoro la nonna non cel’ha fatta, ha detto hai medici di ripeterti ancora una volta che ti vuole bene e che vuole vederti sorridere, lo so è dura ma devi farcela.’
 
Secondo messaggio:
‘Sono ancora io, supereremo questo momento, sono in ospedale per sbrigare le ultime pratiche, spero di tornare per le 12, occupati tu della casa e aiuta Ney ha preparare le valigie…
Un bacio, mamma.’
 
Dio, quell’ultimo messaggio mi spaccò il cuore, e tornai subito a letto, non volevo svegliarlo, adoravo quando dormiva, ma non potevo restare ferma e soffocare questo dolore.
 
"Neymar, svegliati,svegliati ti prego…"
Mi guardò con aria assonnata e disse:
"Cos’è successo Ilary…?"
"Quando vai via? Non è possibile che già vai via, ti prego non andare!"
 
Si sollevò ed a un tratto il suo sonno sembrò svanito,mi abbracciò e disse:
"Ilary ho detto che non ti lascio, comunque andrà io resterò con te…"
Quelle parole mi rassicuravano ma l’espressione nei suoi occhi no, se andava via sarei andata via anch’io non mi importava di nulla, non avevo nulla che mi legasse a questa stupida città, la mamma avrebbe capito, io non potevo lasciarlo andare.
"Tu, tu mi hai cambiato la vita, l’hai resa migliore, tu ora sei la mia vita." Dissi.
"E' lo stesso per me, non temere, non ti lascio."
  
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