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Autore: Cassie95    26/04/2012    5 recensioni
Parte dalla 3x19
Dalla storia:
“ Ecco- continuò Elena spostando gli occhi verso il camino- una volta mia madre mi disse che non si capisce niente della vita finchè non si comprende la morte, e anche se io mi sono trovata faccia a faccia con la morte milioni di volte, non ho mai capito che cosa significasse vivere. Forse perché ho visto più morti che vite, non ho mai avuto un esempio completo di chi sia vissuto fino alla fine e sia morto in un letto circondato da nipoti e nipoti di nipoti. Ma quando ieri abbiamo condiviso un momento così significativo, ho capito che devo vivere ciò che mi è dato di vivere e non avere paura del futuro, perché del doman non c’è certezza.”
**********************
"Non ci provare Elena- le disse il vampiro con aria minacciosa- giuro che se le dai fiducia, ti soggiogo con le mie mani.” Assottigliò gli occhi in un’aria severa e intimidatrice. Elena non se ne curò, e cercando di sciogliere la presa dal vampiro gli disse: “ Non lo faresti mai, Damon, ti odierei a morte dopo”.
Il vampiro sorrise sghembo, e avvicinando il volto a quello dell’umana, gli sussurrò, così che solo lei potesse sentirlo: “ E poi mi amerai a morte nel mio letto, non è vero, Buffy?”.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ecco il quarto capitolo di questa fic ( senza pretese mi raccomando!), ringrazio ancora chi l'ha inserita trale seguite/ ricordate/preferite, ma soprattutto chi recensisce e mi rende taaaanto felice.Spero ancora che qualcuno dei lettori silenziosi voglia lasciarmi un piccolo commentinoinoino.
Un bacio. Vi lascio al capitolo







“ Dannazione!- urlò per l’ennesima volta Damon- non si trova niente in questi dannatissimi libri: tutti polvere e niente arrosto!”. Lanciò il vecchio tomo della libreria di famiglia contro la parete opposta al divano e si passò le mani tra i capelli.
“ Damon, questo non è il momento di perdere le staffe, dobbiamo calmarci tutti e pensare a cosa può essere successo ad Elena”. Disse Alaric sedendosi di fronte al vampiro e cercando di catturare la sua attenzione.
Damon era arrivato da quasi un giorno e il suo unico obiettivo era stato quello di catapultarsi fuori per andare a cercare la ragazza, solo otto braccia erano riuscite a fermarlo: per prime quelle di Stefan che lo avevano preso per la gola e sbattuto al muro prima che potesse uscire dalla stanza: “ Non risolverai nulla in questo modo Damon, non abbiamo la più pallida idea di dove possa essere finita o di chi l’abbia potuta prendere”.
“ Hai idea di cosa sia Elena? Stupido mangia scoiattoli- aveva sputato velenoso Damon svincolandosi dalla sua presa-  una calamita che attira guai appena mette piede fuori casa. A quest’ora potrebbe esserle successo qualcosa e noi siamo qui a guardarci in faccia e a girarci i pollici. Dobbiamo agire!”.
Poi, all’ennesimo scatto del vampiro, si erano sommate a quelle di Stefan le braccia di Klaus che era rimasto ansioso per la sorte della sua sacca di sangue vivente e preoccupato per i suoi futuri Ibridi non ancora nati: “ Non credo che potrò resistere ad un’altra delle tue sfuriate, Salvatore, quindi, o ti dai una calmata e metti il tuo bel sederino su quel fottutissimo divano, oppure sarò costretto a ripetere il soggiogamento di qualche settimana fa, ricordi?”. Gli disse con fare minaccioso l’Originale.
Alche Damon scoppiò ancora di più: “ E io devo ricordarti , Santa Klaus dei miei stivali, che faccio Colazione da Verbena da quando voi Originali vi siete messi in mezzo oppure sei duro di comprendonio?, Chi mi dice che non sei tu ad aver rapito Elena e che sei qui solo per sviare i sospetti dalla tua persona?” Damon assottigliò gli occhi prima di subire il colpo di Klaus che lo sbatteva senza troppe cerimonie al muro e lo inchiodava con un pugno allo stomaco. Ma Damon non voleva arrendersi facilmente, così all’ennesima mossa per scampare alla morsa dei due vampiri che lo avevano inchiodato alla parete si sommò quella di Caroline: “ Smettetela di fare i bambini voi tre”. Disse scoccando un’occhiata omicida prima a Damon, poi a Stefan e infine a Klaus, il quale notò negli occhi della bionda la stessa luce che aveva visto la sera in cui aveva deciso di salvarla dal morso di Tyler donandole il suo sangue: voglia di combattere.
Dopo che i quattro vampiri ebbero fatto un mutuo accordo e ebbero lasciato l’uno la presa dell’altro, si diressero nel salone, con un’aria sconfortata e con l’intenzione di sfogliare libri su libri alla ricerca del minimo indizio.
“ Perché non chiamiamo la strega!-. Sbottò Damon infastidito dal non poter fare nulla- quando serve non c’ è mai!”.
“ Non troviamo nemmeno Bonnie, questa è un’altra cosa strana- disse Caroline appoggiandosi allo schienale del divano con aria sconfortata- Siamo stati da lei perché avevamo bisogno del suo aiuto per questa faccenda della sparizione di Elena e del fattore Klaus che ci sembrava c’ entrasse qualcosa- continuò la vampira scoccando un’occhiata contrariata all’Originale che nel frattempo stava sorseggiando un po’ di bourbon da un bicchiere di cristallo- ma non abbiamo trovato nessuno in casa, e lei non risponde al cellulare.”
“Sia lodato Santo Stefan- proruppe Damon con una risata amara- ci siamo finalmente liberati di un gran peso in groppa!”.
“ Non sei divertente Damon- Disse Stefan vedendo la faccia sconvolta e frustata di Caroline- abbiamo davvero problema: sapere che probabilmente Klaus non è l’ultimo dei nostri nemici non ci fa sentire meglio.”
“ Vuoi dire che io sono il vostro antagonista preferito e che adesso che è cambiato il reggimento avversario voi siete tristi e sconfortati da avere nostalgia del buon vecchio Niklaus?- Disse L’Originale mimando un labbruccio debole e facendo ondeggiare il liquore- Oh mio Dio, sono commosso-. Concluse portandosi  una mano alla fronte con fare svenevole- vi sono entrato nel cuore”.
“ Sì, come un dannatissimo paletto intriso nella verbena.” Prese a parlare Caroline puntando i suoi occhi rabbiosi contro quelli dell’Originale, che avrebbe felicemente ribattuto alla risposta della vampira se non lo avesse fermato Damon dicendogli:
“ Amico, gradirei che non usufruissi del mio bourbon del ’90, è di uso personale e ha un valore affettivo ineguagliabile.”
“ Si certo, è stagionato  e ammuffito talmente tanto che ha fatto inacidire anche chi lo beve”. Disse la vampira bionda scoccando un’occhiata a Damon che le rivolse un sorriso di scherno.
“ Ricapitoliamo la situazione- disse Alaric cogliendo l’attenzione di tutti i vampiri, gli sembrava proprio strano sentirsi a suo agio in quella strana Compagnia dei canini, ma forse voleva dire soltanto che si stava conformando nella sua nuova uniforme da starno psicotico dal doppio ego, ed era già un passo avanti- Circa quattro giorni fa, alle 7/8 del mattino, la Gilbert Elena è scomparsa misteriosamente dal suo domicilio senza lasciare tracce di sé, come attesta il qui presente fratello della vittima Jeremy.- e scoccò un’occhiata eloquente al ragazzo- Contemporaneamente è stata individuata anche la sparizione di Bonnie Bennett: la ragazza è  stata assente nello stesso lasso di tempo della giovane sopracitata.”
“ E poi dite che io sono lo psicopatico che beve la gente- disse Klaus alzandosi dal divano- questo qui si è bevuto il cervello.” Concluse andandosi a sedere di fianco a Caroline che lo guardò male spostandosi a sua volta verso il lato del divano libero.
La tensione era palpabile: ognuno voleva smaltirla con qualche battutina sarcastica pur di non pensare all’inevitabile: non era possibile che dopo mesi a combattere tra la vita e la morte, Elena se ne andasse così, rapita da solo cielo sa chi. Damon non riusciva a perdonarsi di essersene andato e averla lasciata sola.
“ Se solo non fossi partito- pensava passandosi una mano tra i capelli- a quest’ora io avrei il cuore a pezzi, ma lei sarebbe ancora qui, sana, salva, viva. E comunque ho il cuore a pezzi lo stesso senza saperla al sicuro.”
Il fuoco nel camino scoppiettava allegro, unica presenza rumorosa nella stanza, mentre mangiucchiava gli ultimi resti della legna che era stata messa qualche ora prima; le pagine dei libri ingialliti coronavano la scena più tragica di un’esistenza da vampiri: l’attesa.
Prima ancora di poterlo percepire con i sensi affinati dei tre vampiri e dell’ibrido nella stanza, il campanello tuonò come un fulmine a ciel sereno, spezzando l’atmosfera silenziosa e ansiosa che si era creata. Caroline si precipitò ad aprire seguendo la scia dell’odore dello sceriffo Forbes poco oltre la porta.
Facendo passare sospiri di vento aprì l’immenso portone di casa Salvatore trovandosi la madre che cercava di sorreggere un corpo esanime tra le sue braccia: era Elena, svenuta e completamente insanguinata.
 
 
 
Damon si precipitò a prendere la ragazza dalle braccia dello sceriffo prima ancora che qualcuno potesse fare qualcosa per fermarlo, e la adagiò cautamente sul divano facendo attenzione a non sfiorare le ferite.
“ Chi cazzo l’ha conciata in questo modo!!”- urlò fuori di sé dalla rabbia.
“ Non lo so- rispose lo sceriffo togliendosi la giacca in pelle e facendo girare lo sguardo tra i presenti- l’ho trovata nella statale che porta al Wickery  Bridge in questo stato, ma non ho visto nessuno lì nei paraggi. Ho pensato di portarla direttamente qui da voi per non destare ulteriori sospetti relativi alla sua scomparsa. C’è sempre il vostro sangue da usare.”
“ Non dovremmo neanche pensare di usare il nostro sangue per salvarla, non dovrebbe neanche essere ridotta in questo stato”. Damon continuava a far passare le sue mani per tutto il corpo della ragazza per accertarsi che non ci fosse nessuna costola rotta, e l’emorragia si stesse fermando. Dopo essersi provocato un profondo taglio sul polso, lo avvicinò alla bocca della ragazza per farla bere: “Bevi Elena, forza, so che puoi farcela, sei forte, sei la mia principessa guerriera”. Le sussurrava tra i capelli, e mentre sentiva le sue piccole labbra che lambivano il suo polso e si accostavano a bere il suo sangue, gli nacque un sorriso autentico tra le labbra: era salva.
Dopo che ebbe bevuto quello che le sembrava sangue, dal sapore ferroso che aveva, Elena aprì piano gli occhi ritrovandosi su una superficie morbida e una mano fredda che le accarezzava il taglio profondo che aveva sulla guancia destra, istintivamente si sporse verso quel contatto, ritrovandosi a due passi dal suo mare personale: gli occhi di Damon  la scrutavano ansiosi e preoccupati, attenti a ogni sua mossa e lei si sentì nuda di fronte a quello sguardo indagatore, profondamente risentita per come lo aveva trattato.
Ricordava cosa era successo con Damon , ogni minimo particolare, la sua dichiarazione, la notte passata insieme, le sue braccia che la stringevano dolci e possessive, i dolci baci caldi e infuocati, e poi la mattina, il suo oblò personale di pace e libertà che si era aperta sulla sua vita massacrante. Gli veniva ancora la nausea per quello che gli aveva detto, ma non poteva farne a meno: doveva mettere le cose in chiaro con Stefan, sconfiggere Klaus, sapere che Jeremy era al sicuro, risolvere la situazione di Rick, poi, e solo allora, sarebbe arrivata lei, da buona altruista quale era.
Solo allora però si rendeva conto di quanto egoista invece fosse stata, anche Damon meritava un po’ di felicità, e lei gliela aveva strappata dopo avergliene dato un assaggio. Mostro, mostro, mostro.
“ Ehi, tutto bene- la mano di Damon non si era mai fermata dall’accarezzarla, spostandosi su e giù sulla sua guancia ferita, e lei si sentiva così in pace con se stessa- dovresti riposare- continuò Damon- se vuoi ti porto di sopra, così ti stendi.”
Elena riuscì soltanto a fare un gesto affermativo con la testa, prima di sentire due braccia possenti che la sollevavano e la portavano lungo le scale. Socchiuse gli occhi ancora in tempo per vedere la stanza dove la stava conducendo Damon: la camera di Stefan.
“ No- disse agitata, quasi urlando e dimenandosi tra le sue braccia- non voglio stare sola, no, no”.
“ Dove vuoi che ti porti allora, Elena”. Le chiese il vampiro con un’espressione preoccupata sul viso, allentando di poco la presa.
“ Voglio stare con te-. Gli disse Elena con voce flebile e gli occhi lucidi- non lasciarmi ti prego”. Si strinse ancora di più la sua camicia e sentì gli occhi di Damon su di lei prima che la adagiasse sul comodo letto della sua camera e la coprisse con il lenzuola.
“ Non andare via, rimani qui, per favore”. Il vampiro vide la piccola figura avvolta nel lenzuolo che lo stava supplicando e pensò che avrebbe certamente staccato la testa a chi l’aveva ridotta in quello stato.
Prima però doveva occuparsi di lei. Si stese al suo fianco, ed Elena lo arpionò con le sue gracili braccia. Così cominciò ad accarezzarle i capelli cullandola nel dolce ristoro della notte.
 

  
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