Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _EpicLoVe_    26/04/2012    0 recensioni
Aveva un dolore, Harry Potter, nascosto negli occhi, all’angolo della bocca, nei movimenti che qualche volta apparivano stanchi.
Era il dolore della perdita, tipico di chi perde una persona importante e finge di averlo dimenticato.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lily Luna Potter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nella tua assenza 1° parte

Nella tua assenza

Gli dissero che l’avevano vista galleggiare sull’acqua come un cigno in una calda mattinata di Aprile.

Sua moglie era morta affogata.

Non erano mai riusciti a capire bene le dinamiche dei fatti e questo era ciò che lo rendeva nervoso ogni qual volta che pensava alla sua morte, cosa che succedeva sempre.

Non aveva mai realmente smesso di pensare alla morte di sua moglie.

Quando si svegliava, la mattina, il primo pensiero correva ad Hermione e alla sua assenza e a volte faceva così male che a stento riusciva ad alzarsi dal letto.

Pensava a lei sempre.

Quando era solo, nel silenzio della sua casa troppo grande o quando era in mezzo alla gente, ad una festa, al lavoro.

Pensava a lei costantemente perché quell’assenza pesava come un macigno sul cuore.

Si ritrovava spesso a pensare cosa avrebbe fatto Hermione in quella situazione o cosa avrebbe detto in merito a quella determinata persona.

A volte si ritrovava a sorridere da solo, immaginando la sua risposta tagliente e il tono ironico.

La sentiva ancora.

La sentiva dentro, come il ricordo di un pugno allo stomaco, la sentiva attorno a sé, in casa loro, al suo fianco.

La sentiva sempre, riusciva a percepire la sua presenza, ma non riusciva a vederla mai e questa cosa lo infastidiva.

Non era stato facile da accettare e dubitava che ci sarebbe mai riuscito davvero, del resto è sempre troppo difficile accettare la morte di una persona cara, abituarsi alla sua assenza.

Era proprio ciò che più gli pesava, rinnovare le proprie abitudini.

Draco era sempre stata una persona piuttosto abitudinaria e rinunciare ad una qualsiasi delle sue abitudini era stato estremamente fastidioso per lui, eppure non aveva potuto farne a meno.

Di solito si addormentava con lei al suo fianco e si svegliava con il calore del suo corpo, fatta eccezione quando qualche emergenza la faceva correre sul lavoro, portandola lontana da lui.

E solitamente la domenica andavano a cena dai Potter.

Non aveva mai amato quelle cene in verità ed Hermione lo sapeva bene, eppure continuava ad accompagnarla ogni settimana perché sapeva che quelle cene la facevano star bene, la rendevano felice.

Da quando lei era morta aveva dovuto riabituarsi a dormire da solo e non c’era nessun corpo caldo al suo risveglio, non c’era il suo sorriso tranquillo, la dolcezza delle sue carezze o l’odore della sua crostata di mele che riempiva la cucina.

Non c’erano più neanche le cene della domenica, nonostante Harry e Ginny continuassero ad invitarlo tutte le settimane.

Lui rifiutava sempre con una scusa o con un’altra.

Quelle cene non avrebbero avuto lo stesso sapore senza di lei.

Era certo che non sarebbe riuscito a tollerare neanche un minuto in compagnia dei Potter e dei Weasley senza la presenza rassicurante di Hermione al suo fianco.

E poi, dalla sua morte, aveva iniziato a preferire la solitudine. Non che prima avesse mai amato uscire, ma spesso si lasciava convincere da Hermione, da Blaise o magari da sua madre a partecipare a feste e cene, adesso gli unici eventi a cui partecipava erano quelli lavorativi.

Una volta Blaise e Daphne erano riusciti a trascinarlo ad uno degli eventi di beneficenza organizzati da Narcissa. Aveva presenziato per quasi un’ora, salvo poi fuggire con una bottiglia di wisky per rifugiarsi nella sicurezza della sua casa.

Si era ubriacato e aveva passato tutta la notte a frugare tra le cianfrusaglie di Hermione.

Aveva lasciato ogni cosa al suo posto dopo la sua morte.

Non aveva avuto il coraggio di spostare nulla, avrebbe fatto troppo male e lui non voleva soffrire.

Non voleva star male, ma non desiderava nemmeno star bene, tutto ciò che voleva era non provare niente, assolutamente niente, era per questo che prendeva le sue pillole.

Due al giorno gli bastavano a farlo sprofondare in sonni profondi che somigliavano tanto a lunghi stati di incoscienza.

Quattro al giorno non lo lasciavano neanche dormire, ma lo privavano di forza e lo aiutavano a rimanere ore e ore sdraiato sul divano del salotto a perdersi in ricordi felici, in un tempo in cui c’era ancora Hermione e lui riusciva a sorridere.

Sapeva che lei avrebbe disapprovato quel suo modo di comportarsi, ma poco gli importava.

Lei non c’era più e con sé erano andati via anche i suoi moralismi e le sue prediche.

Delle volte Draco la desiderava così tanto che le sembrava quasi di vederla ancora, seduta accanto a lui.

A volte, in alcuni dei suoi stati di incoscienza, gli pareva che lei fosse lì e lo stesse guardando con tristezza e disapprovazione e lui riusciva quasi a sentirsi offeso da quello sguardo.

Daphne l’aveva costretto a vedere un analista e questo gli aveva chiesto cosa avrebbe voluto dire a sua moglie se mai avesse avuto la possibilità di rivederla.

Draco ci aveva pensato a lungo, infine era arrivato alla conclusione che, con ogni probabilità, le avrebbe urlato addosso che era una stronza e che non aveva nessun diritto di fare ciò che aveva fatto.

Il caso di Hermione non era ancora stato chiuso, Draco voleva sapere com’era morta e Narcissa aveva giurato di far incarcerare tutte le autorità coinvolte se la verità non fosse venuta fuori.

Eppure le indagini proseguivano con scarsi risultati.

Non si trovava niente, né un movente, né un colpevole.

“La tesi più valida fin’ora è quella secondo la quale sua moglie si sarebbe suicidata”.

Gli avevano detto un giorno e quelle parole, nella sua testa, erano diventate soltanto rumore.

Hermione non si era suicidata.

Non si sarebbe mai tolta la vita volontariamente.

Non era il tipo da ammazzarsi, da abbandonare i suoi problemi, Hermione non aveva alcun bisogno di morire.

“Ne è sicuro signor Malfoy? Ci pensi bene. Le sembrava strana sua moglie nell’ultimo periodo?”.

“No, certo che no. Me ne sarei accorto se avesse avuto qualche problema, non crede?”.

Era stato il silenzio di quell’agente durante il suo interrogatorio la risposta migliore.

“Lei sapeva che sua moglie era incinta?”.

E Draco si era sentito improvvisamente solo e ferito.

Hermione aspettava un bambino.

Lui ed Hermione aspettavano un bambino.

Lui non lo sapeva.

Questo era ciò che più lo faceva arrabbiare.

L’aveva scoperto il giorno della sua morte, dopo le analisi che erano state fatte sul suo cadavere.

Aspettava un bambino dal sesso non ancora identificato.

Era incinta da due mesi e lui non ne sapeva nulla.

Spesso si era chiesto perché lei glielo avesse nascosto per così tanto tempo.

A volte si fermava ad immaginare il momento in cui lei glielo avesse detto e nella sua mente era sempre bellissimo.

Perché lui non sapeva della gravidanza?

Questa domanda lo ossessionava.

C’erano stati tanti momenti, durante quei due mesi, in cui lei aveva avuto l’opportunità di dirglielo, ma non l’aveva mai fatto.

“Forse semplicemente non voleva farlo” aveva ipotizzato Blaise un giorno.

Il tono leggero e il volto rilassato, com’era solito essere, mentre sorseggiava un bicchiere di wisky.

“Forse non era il mio” aveva risposto invece Draco, dando voce ai pensieri che il suo migliore amico si era ostinato a mascherare dietro altre parole.

Ed entrambi erano rimasti in silenzio.

Forse fu proprio per quel motivo che Draco si trovò davanti alla porta dei Potter in un freddo giorno di Gennaio.

Voleva sapere tutto su quella gravidanza, era alla ricerca di una qualsiasi verità che potesse donargli un po’ di pace.

“Lei non ti tradiva, Draco”.

Ginny sembrava sincera mentre glielo diceva eppure lui non riusciva a crederle comunque.

“Come lo sai?”

“Perché conoscevo Hermione e la conoscevi anche tu. Lei non ti avrebbe mai tradito”.

Eppure Draco sentiva di non aver ottenuto nessuna risposta.

Un anno dopo la sua morte era ancora alla ricerca di risposte che nessuno gli avrebbe mai dato.

Cosa ci facesse Hermione alle quattro del mattino sulle sponde del lago e come ci fosse finita dentro era ancora un mistero.

La sua morte era ancora un mistero irrisolto, le pagine di un fascicolo ormai impolverato che di rado qualcuno sfogliava.

I giornalisti avevano ormai esaurito le domande e l’attenzione sul caso era andata man mano scemando.

Era esattamente ciò che Draco desiderava eppure era quasi infastidito da quella disattenzione che il trascorrere del tempo aveva portato con sé.

Gli altri ormai avevano superato l’accaduto, avevano accettato la sua morte, c’era una sorta di muta rassegnazione sul volto delle persone che la conoscevano.

Hermione era ormai diventata un ricordo da conservare nel cuore, un caro ricordo, ma soltanto un ricordo, nulla di più e lui non riusciva ad accettarlo.

Si chiedeva spesso come gli altri avessero fatto ad accettare la sua morte e perché, per quanto lui continuasse a provarci, non ci riuscisse mai, ma non trovava mai risposta alle sue domande.


Spazio autrice: Ed eccomi qui, dopo un lungo periodo di silenzio torno con questa cosetta piuttosto triste. Non ho mai smesso davvero di scrivere, ma ho avuto una
di quelle cose fastidiosissime che la gente chiama "blocco dello scrittore", anche se non sono mai stata una scrittrice.
Non riuscivo più a scrivere nulla di convincente e continuavo a cancellare le poche frasi che riuscivo a buttar giù e più di tutti ne ha risentito il fandom di Harry Potter.
Poi, un paio di giorni fa, ho buttato giù questa cosetta che mi frullava nella mente da un po'. All'inizio la storia era completamente diversa, poi ha preso una forma sua, decidendo autonomamente da che parte andare ed io mi sono semplicemente limitata ad assecondarla.
In totale sono circa dieci pagine, per questo ho deciso di postare la storia in due capitoli.
Prima di concludere questo sproloquio vorrei ricordarvi che nel mondo di Harry Potter si diventa maggiorenni a diciassette anni, quindi non sto infrangendo nessuna legge.
Spero solo che la storia sia di vostro gradimento e vi ringrazio per l'attenzione.

Alla prossima _EpicLoVe_

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _EpicLoVe_