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Autore: KikiAsuka    26/04/2012    2 recensioni
Uno strano individuo che segue Kaname, un imminente ballo scolastico e Sousuke alla ricerca di sè stesso. Seguiteci nell'ardua battaglia del nostro soldato preferito nello scoprire cosa vuol dire fare dell'ultimo anno scolastico l'anno più memorabile della sua vita!
Traduzione dalla fantastica fanfiction di Fabulist :D Spero vi entusiasti tanto quanto ha entusiasmato me!
Kiki.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Dazed an Confused
Autore:
Fabulist
Originale: http://www.fanfiction.net/s/2423778/1/Dazed_and_Confused
Commenti della traduttrice:
OH finalmente riesco ad aggiornare! Camera mia non è ancora completa ahimè, ma fortunatamente ho già scrivania, internet e pc *___*
Questo capitolo è stato una faticaccia, ma ce l'ho fatta alla fine XD la citazione di Leo Buscaglia che trovate verso i 3/4 del capitolo è stata da me appositamente cercata su internet u_u inizialmente avrei voluto semplicemente mettere la traduzione dall'inglese, ma poi mi sono detta "E se poi Leo mi viene a cercare per vendicarsi?". Meglio evitare, sisi. Per chi volesse cercare altri suoi aforismi il libro è "Nati per Amare", e da quello che ho letto dev'essere caruccio *A*  *se lo segna nella lista dei libri da leggere
Grazie ancora a tutti coloro che recensiscono e leggono la fic *_* questo lavoro di traduzione mi esalta un sacco, e vedere i vostri commenti mi rende sempre più felice >//////<
Io e Fabulist vi auguriamo buona lettura!

Kiki



 
Capitolo 5 - Un'incidente dopo l'altro

Fu difficile per me dormire quella notte, la mia mente continuava a tornare sugli eventi del pomeriggio, rimproverando me stesso per la mia mancanza di coraggio. Arrivavano troppe cose alla volta, era quasi impossibile per me mettere bene a fuoco i miei pensieri su una cosa in particolare. In primo luogo quello stalker. Quel fenomeno da baraccone avrebbe avuto una ritorsione piuttosto pesante da parte mia per tutto quello che mi aveva fatto passare. Mi sentivo fin troppo frustrato a causa della mancata riuscita dell‘inseguimento del giorno precedente, e ciò semplicemente non doveva ripetersi. Non avrei lasciato soffrire Kaname a causa di uno dei miei stupidi errori.

Poi c'era Noumen, che doveva aver avuto una qualche relazione con l‘accaduto. Mi sembrava una coincidenza troppo evidente il fatto che avesse lasciato gli spalti poco prima dell’apparizione dell'uomo mascherato, in più mi aveva visto sulla panchina con Kazuki, ed era riuscito a tornare al campo di softball giusto in tempo per fare la sua sviolinata a Kaname. Ero sicuro che fosse coinvolto in tutta la faccenda, ma in quale misura, non ne avevo idea.

Poi c'era la questione del ballo. Mi aveva causato profondo disagio vedere Kaname così abbattuta, e anche se non ero sicuro del perché il ballo significasse così tanto per lei, o perché un ammasso di persone che oscillano avanti e indietro per ore potesse davvero rivelarsi divertente, odiavo l’idea di essere in qualche modo causa della sua infelicità. Dovevo fare qualcosa in fretta prima di danneggiare definitivamente il nostro rapporto... Qualsiasi fosse il nostro rapporto.

Forse quello che mi preoccupava di più era il fatto che questa cosa dell'amore avesse interferito così pesantemente con la mia missione. Ero stato così assorto a calmare i miei nervi agitati alla partita che non mi ero accorto dell'uomo mascherato finché questi non era giunto a pochi metri da Kaname. Ora Kaname prendeva a scaricarmi su un binario ferroviario e a rendermi la sua protezione molto più difficile solo perché i miei sentimenti avevano offuscato la mia razionalità e reso quasi impossibile la mia capacità di comunicazione. Dovevo fare qualcosa al più presto, o la missione e la vita di Kaname avrebbero potuto essere in serio pericolo. La cosa importante per ora era rimanere in buoni rapporti con lei in modo da non permetterle di opporsi costantemente alla mia presenza, ma sarebbe stato sbagliato ottenere rapporti troppo buoni? Sembrava che più io e Kaname ci sentivamo vicini, più mi capitava di deluderla.

Sospirai, fissando la parte inferiore del mio letto e sistemandomi meglio sul pavimento. Era in momenti come questi che avrei voluto avere rinforzi. Tuttavia, tutto ciò che sia Kurz che Melissa sembravano essere in grado di fare era prendermi in giro e confondere ancora di più le mie idee. Le cose erano molto più facili quando ancora mi trovavo nel deserto, impegnato con tattiche di guerriglia e mine.

... Ma non mi mancavano quei giorni, non del tutto. La presenza di Kaname nella mia vita sembrava aggiungere qualcosa che non vi era mai stato prima, aprendo una serie completamente nuova di possibilità che non avevo mai immaginato. Mentre la prospettiva di tanto territorio inesplorato di solito provocava in me sudori freddi, era troppo anche per me riuscire a spazzare via tutti quei pensieri. Forse una volta che si incontrava qualcuno, qualcuno come Kaname, non c'era strada di ritorno.

Sentii un lieve sibilio e mi lanciai immediatamente fuori da sotto il mio letto, afferrando un walkie-talkie, gemello di un altro che avevo dato a Kaname. Ci fu una pausa, e poi udii la voce di Kaname, dal suono insolitamente spaventato e vulnerabile. Ciò quasi mi causò agitazione, Kaname raramente provava paura, ed era così arrabbiata con me che ero sicuro mi avrebbe contattato solo in caso di assoluta emergenza.

"Sousuke ..?"

"Roger, Chidori, qual è il problema?" Iniziai a correre fuori dalla porta mentre aspettavo una risposta, ansioso di raggiungere il suo appartamento e assicurarmi che tutto andasse bene.

"Che cosa hai detto a proposito di quel tizio che era fuori dal dogout questo pomeriggio?"

La mia mano si strinse fuoriosamente intorno al walkie-talkie, se quell’uomo aveva provato a dare il minimo fastidio a Kaname, stava per assaggiare tutto il mio rancore. Mi schiarii la voce, facendo attenzione a tenere un tono calmo. "Era di media altezza e corporatura normale, vestito tutto di nero con una maschera a forma di scheletro. Non sembrava essere armato."

Ci fu un borbottio, ma non riuscii a distinguere le parole. Apettai un attimo prima di chiedere "Chidori, c'è stato un intruso?"

"Ah... no, non esattamente..."

Non esattamente? Affrettai il passo, scattando in un feroce sprint. Quello stronzo, stavolta l’avrebbe pagata, non può andare in giro a tormentare Kaname sotto il mio naso e poi farla franca.

"Cioè..." balbettò, apparentemente incredula. "E giù sul marciapiede sotto il mio balcone... Sembra stia esaminando la mia spazzatura."

Mi fermai, il suo appartamento ad alcuni metri da me. Come aveva detto Kaname, l‘uomo mascherato era lì ai cassonetti che ridacchiava maniacalmente mentre frugava nella spazzatura, guardando le cose una alla volta e gettandole alle spalle quando trovava qualcosa di poco interessante.

"Chidori," dissi in tono solenne, nascondendomi dietro un cespuglio. "Devo cortesemente chiederti di allontanarti dal balcone e rimanere dentro. Preferibilmente sotto un tavolo."

"Cosa?"

Aggrottai la fronte, guardando il mio orologio. Solo pochi secondi... "Per favore Chidori, fidati di me".

Lei non disse nulla, ma la vidi scuotere il capo dal balcone e gettare le braccia in aria, facendo scorrere la porta dietro di lei mentre si ritirava all’interno. Una volta che fui certo che lei fosse al sicuro nel suo appartamento mi chinai, coprendomi la testa con le braccia appena in tempo per schivare il mare di fumo e detriti causata dalla mina a tempo che avevo messo nel suo bidone della spazzatura.

Quando la polvere si diradò abbastanza da lasciarmi vedere, schizzai fuori dal cespuglio e vidi il colpevole zoppicare lontano dalle macerie. Ah-hah! Stavolta non mi sfuggirai! Corsi verso di lui, lo raggiunsi e quasi afferrai la sua spalla quando qualcosa di oscurante comparve davanti ai miei occhi, la mancanza improvvisa di visione mi fece inciampare e atterrare sulla faccia. Lottai per rimettermi in piedi, il vento mi soffiò contro, facendo scivolare via ciò che mi era finito sul viso, mi preparai a lanciarlo all‘uomo mascherato, ma...

Sorpresa, sorpresa, se ne era andato.

"Sousuke! Che cosa stai facendo con i miei pantaloncini da ginnastica? Li ho cercati dappertutto!" Alzai gli occhi per vedere Chidori che era tornata sul suo balcone e mi stava fissando con rabbia attraverso un pezzo mancante di ringhiera che non c'era prima dell'esplosione. "E guarda cosa hai fatto al mio appartamento!"

"Sono profondamente dispiaciuto, Chidori. Hai visto dove si è diretto l‘uomo?"

"No, ero dentro sotto un tavolo come hai detto tu, idiota di un pazzo. Non ho visto nulla, a parte il mio balcone che veniva fatto saltare in aria".

Feci un gemito di frustrazione, facendo scorrere il mio sguardo sui balconi e le altre scale antincendio, sugli angoli degli edifici, nei cassonetti, infine mi misi stancamente le mie mani tra i capelli. "Tutto questo è ridicolo."

"No", mi richiamò duramente Kaname. "Quello che è ridicolo è che tu abbia fatto esplodere la mia spazzatura. Qualsiasi netturbino avrebbe potuto essere fatto a pezzi!"

"Negativo", scossi la testa, spostandomi di pochi metri in modo da poter rivolgere meglio lo sguardo verso di lei. "Era una bomba a orologeria che si attiva solo con l‘intromissione da parte di terzi di lunga durata. Era impostata in modo da non interferire con gli ordinari servizi pubblici di pulizia o con altri movimenti di questo genere, ma la prolungata azione di rovistamento ne causa l‘esplosione. È importante che la tua privacy rimanga protetta. Un qualsiasi maniaco potrebbe trovare nei rifiuti qualche indizio sulla tua vita personale. "

Kaname sospirò, gemendo e facendo un passo indietro mentre il resto della sua ringhiera cedeva e cadeva rovinosamente ai miei piedi. "Come i miei pantaloncini da ginnastica?" disse crollando a terra.

"Credo che in questo caso il furfante fosse semplicemente alla ricerca di oggetti da lui trovati personalmente attraenti."

"Che diavolo stai farneticando?"

"Non posso incominciare a spiegarti il funzionamento delle menti malate, Chidori."

"Ma il fatto è, Sousuke," disse, strofinando la fronte con rabbia. "Che quelli provengono dal mio armadietto della palestra, io non li ho buttati via. Ero veramente arrabbiata quando ieri non li ho trovati dove avrebbero dovuto essere, e ho dovuto prendere in prestito un paio."

Queste nuove informazioni mi causarono un forte disturbo. Chiunque fosse l'uomo mascherato, aveva avuto accesso allo spogliatoio delle ragazze, e il tempo di afferrare l’obbiettivo senza essere catturato, nonché il desiderio inquietante di portarli in giro con lui per tutto il tempo, anche quando si aggirava di notte. "Mi scuso, Chidori, per il mio fallimento nel proteggere te e i tuoi effetti personali."

Lei alzò gli occhi. "Di cosa stai parlando? Lo hai quasi fatto esplodere".

Infilai le mani nelle tasche, cercando di rimanere serio, ma era difficile farlo quando lei se ne stava lì a fissarmi in pigiama. Questo completo in particolare aveva disegnate delle piccole anatre. Sembrava adorabile. Scossi la testa per cancellare i miei pensieri. Non era una cosa da ridere. "Questa è la terza volta che fallisco nel catturarlo," spiegai. ".È una cosa inaccettabile". Dov’era tutta la mia preparazione ed esperienza, se non riuscivo nemmeno a prendere un pervertito comune? Sospirai, raddrizzandomi. Il rimpianto e il rimorso erano inutili sentimenti in quel momento. Tutto quello che potevo fare ora era usare la mia esperienza per prepararmi ad un prossimo attacco. "Chidori," dissi. "Ti prego di rimanere nel tuo appartamento. Salirò alcuni momenti per essere certo della sicurezza dell‘area."

"Oh, vai a casa, Sousuke. Quel tizio non tornerà certo dopo essersi trovato ad affrontare degli esplosivi. Torna a dormire."

"Negativo", dissi con fermezza. "Potrebbe essere nelle vicinanze in attesa che io me ne vada per compiere altre nefandezze". Non sembrava convinta, un sopracciglio alzato in modo scettico. "Per favore, Kaname," dissi, deglutendo. Dire il suo nome in un tentativo di addolcirla, eh? "Preferirei saperti al sicuro."

Anche da dove mi trovavo potei vedere la sua espressione infastidita rilassarsi, lasciando spazio a una sorta di rassegnato affetto. "Come vuoi, basta che non stai in piedi lì, è un miracolo che i vicini non si siano ancora svegliati, meglio che la smettiamo di parlare ad alta voce così."

Sorrisi, facendomi un appunto mentale di pulire il casino dato dall’esplosione la mattina seguente, e entrai per l'ingresso principale, facendo le scale due a due per arrivare velocemente da Kaname. Stavo per bussare alla porta quando questa si spalancò, rivelando Kaname in piedi, appoggiato con noncuranza... okay, in modo piuttosto seducente, al muro accanto a lei.

Deglutii, cercando di dare un senso alla sua postura, al perché i suoi capelli fossero stati raccolti su una spalla facendo ricadere la frangetta sui suoi occhi, che in quel momento avevano uno strano, malizioso scintillio nelle pupille. Quella era una normale operazione di sicurezza, non qualche un qualche rendez-vous serale...

"Ehi, straniero", disse con un tono somigliante a delle fusa.

Sbattei le palpebre. "Ah... ciao...?" Pensai a quanto la voce di Kaname suonasse molto bella normalmente. Le fusa la rendevano ingiustamente attraente. Non aveva senso che lo facesse mentre io stavo cercando di proteggerla.

Lei rise, raddrizzandosi e tirando un leggero pugno alla mia spalla. "Sto solo giocando!" mi prese in giro, voltandosi e entrando nel suo appartamento, facendomi segno di seguirla. Solo giocando, eh? Beh, era... quasi deludente. "Allora," disse, il braccio che spaziava sulla stanza mentre chiudevo la porta dietro di me. "Fai i tuoi controlli, o qualsiasi altra cosa tu debba fare. È tardi".

Annui, controllando i blocchi sulle varie finestre e tutte le prese d'aria e le altre aperture. Kaname mi guardava, apparentemente divertita, dalla porta della cucina. Si era arresa in modo sorprendentemente facile questa volta. Di solito trovavo molta più resistenza da parte sua e non le piaceva che io controllassi il suo appartamento. Forse mi aveva perdonato per il mio comportamento del pomeriggio precedente.

Una volta soddisfatto, mi trasferii in balcone e mi sistemai a mo‘ di indiano, con la schiena rivolta verso il muro esterno, ad osservare il buio della notte. Avrei voluto vedere quel tizio provare a eludere la mia sorveglianza, ero in una posizione difensiva perfetta.

"Ah... Sousuke?" mormorò Kaname dietro di me, senza muoversi da dove siera posizionata. ".È tutto ok ora, giusto? Puoi andare a casa."

"Negativo, Chidori. Devo vegliare nel caso in cui l'uomo mascherato decidesse di fare qualcosa di sospetto di nuovo".

"Oh no", Kaname disse con fermezza, mettendosi accanto a me. "Quel tizio non tornerà, puoi tornare a casa a dormire. Sono quasi le tre del mattino, e abbiamo un domani test di inglese, io ho bisogno di riposo."

Irrigidii la mascella, la mia mente concentrata. "Puoi andare a riposare, Chidori, io resterò qui a proteggerti. Non c'è bisogno che ti preoccupi."

Kaname sospirò, mettendo le mani sui fianchi e guardandomi negli occhi. "Se ti ostini a rimanere, almeno lascia che ti prepari il divano per la notte, okay? Non puoi stare qui."

"Non è una questione di comfort," dissi, "questo è l'ingresso più vulnerabile di tutto il tuo appartamento, quindi è qui che devo rimanere".

Si voltò e rientrò in casa, borbottando qualcosa sul mio essere pazzo. Francamente, non capivo la sua logica. Aveva visto l'uomo mascherato vagabondare intorno al suo spazio vitale, di quali altre prove aveva bisogno? Perché insisteva sul fatto che non ero mentalmente sano quando il mio desiderio di proteggerla era così ovvio? Aggrottai la fronte, incrociando le mie braccia sul petto. Beh, non importava quello che pensasse. Non volevo che le accadesse qualcosa di male.

Rimasi sorpreso quando sentii qualcosa di caldo e pesante stabilirsi sulle mie spalle, e guardai in alto per vedere Kaname in accappatoio e pantofole mentre sistemava su di me una coperta. Lei fece una smorfia, prendendo posto accanto a me e raccogliendo le gambe al petto.

"Fa freddo qui fuori", disse semplicemente, stabilendosi con la schiena contro il muro, la sua spalla che toccava la mia.

Cadde un silenzio quasi confortevole, faceva un po’ freddo, ma c'era un calore tra noi che mi fece sorridere. Non mi sarebbe dispiaciuto continuare così per il resto della nottata, ma Kaname iniziò a parlare.

"Guarda Sousuke, mi dispiace per essermi arrabbiata e essere scappata in quel modo oggi."

La guardai sorpreso. Kaname raramente chiedeva scusa, soprattutto in casi in cui non era necessariamente nel torto. "Non è importante, Chidori".

"No, invece lo è," Kaname aggrottò la fronte. "È che sono già molto stressata per gli esami, l’università, il Consiglio degli studenti e il ballo, e ora questo tizio inquietante... Ma non avrei dovuto prendermela con te."

Non so da dove mi partì quell‘impulso, ma non mi interessa. Spostai il mio braccio da sotto la coperta e con delicatezza le presi la mano, trattenendo il respiro e rimanendo completamente immobile nel timore che potesse darmi uno schiaffo o spingermi giù dal balcone o dare prova di un qualche altro suo sbalzo d‘umore.

Kaname non fece niente di tutto questo, bensì appoggiò la testa sulla mia spalla, sospirando leggermente. Espirai lentamente, rilassandomi un po‘, volendo appoggiare la mia testa contro il sua, ma non volendo sfidare oltre il mio coraggio e la mia fortuna.

"Sai," disse con calma. "Credo che il problema sia che troppo spesso mi dimentico che la tua intenzione non è quella di farmi imbestialire ... Semplicemente non sai fare di meglio."

Per qualche motivo le sue parole trafissero il mio stomaco come un coltello. Era vero... Non sapevo fare di meglio. Mi sentivo male all‘idea del il fatto che il mio mondo fosse così scollegato dal suo da rendere vani anche i miei sforzi più grandi. Non era certo di conforto pensare che alla fin fine io non ero in grado di capire davvero Kaname o il suo mondo, che ero un estraneo, e tante altre cose.

"Ci sto provando" sussurrai abbassando un po’ la testa, e lei si voltò a guardarmi, il suo naso a pochi centimetri dalla mia guancia, il suo respiro caldo che soffiava contro la mia pelle. "Sto provando a… fare di meglio".

Lei rise leggermente, tornando con la testa appoggiata alla mia spalla e le dita intrecciate con le mie. "Che ci tu creda o no, ne sono sicura".


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Mi svegliai con la luce del sole che mi abbagliava gli occhi, trovandomi il fondoschiena piuttosto congelato per colpa del pavimento freddo e la schiena distrutta per la posizione in cui mi ero addormentato, una gamba piegata al petto e l'altra dritta davanti a me. Sbadigliai stiracchiandomi, quando capii di aver dormito sul balcone di Kaname, probabilmente dopo essermi appisolato durante il mio compito di sentinella. Mi alzai in tutta fretta dal momento che realizzai che Kaname non era più a mio fianco. Cercai di calmare i miei battiti cardiaci. Probabilmente si era alzata per andare a letto o in bagno, o... il mio panico aumentò quando vidi un foglietto accanto a me, piegato ordinatamente.

Una lettera di riscatto? La afferrai frettolosamente, aprendola con mani tremanti.


Sousuke
Ho un seminario sull‘orientamento, quindi esco prima. Sul tavolo trovi i cereali e il latte è in frigo, sai dove trovare tazza e cucchiaini, quindi non ci sono problemi. Ci vediamo in classe.
Kaname


Mi chiesi se qualcuno avesse imitato la sua scrittura, ma dopo aver controllato l'appartamento non notai alcun segno di effrazione o di una lotta, quindi mi rilassai. Devo ammettere che rimasi comunque piuttosto scosso dall‘accaduto. Non capivo come avevo potuto non accorgermi della sua assenza, o non sentire la porta chiudersi, o il rumore della doccia. Questa faccenda dei miei fallimenti nel catturare l'uomo mascherato iniziava a mettere seriamente in discussione le mie capacità. Che stessi iniziando a perderle? La mia vita da civile stava forse prendendo il sopravvento sulle mie abitudini?

Ci riflettei sulla strada verso scuola, interrogandomi anche sul recente crescendo del numero di seminari di orientamento di Kaname. Era sempre stata una persona ambiziosa, quindi era probabile che avrebbe intrapreso una qualche carriera di alto livello, ma era già stata accettata all‘Università di Tokyo, e ciò non avrebbe dovuto più preoccuparla, quindi non avevo la più pallida idea del perché ha avesse continuato quei seminari. Forse non era una cosa che riguardava il college, forse era un affare famifglia o una cosa emotiva. Kaname aveva avuto la sua parte di periodi neri, probabilmente aveva il bisogno di scaricare qualche peso dal petto. Per un breve istante il poster che avevo visto qualche giorno addietro in segreteria fece capolino nella mia testa...


SEI GAY? E‘ TUTTO OK!


...Ma lo respinsi prontamente. Kaname poteva essere autoritaria e leggermente aggressiva, ma ciò non faceva di lei una lesbica. Inoltre, le lesbiche non stanno amorevolmente affianco ai loro amici maschi sotto le stelle. O lo fanno?

Risi di me stesso, offrendo a Kaname un piccolo sorriso entrando in classe. Era proprio lì dove doveva essere. Non era stata rapita o ferita o qualsiasi altra cosa fuori dall'ordinario. Lasciai andare un sospirò che nemmeno mi ero accorto di aver trattenuto e feci per prendere posto al mio banco quando venni trattenuto per il gomito da qualcuno.

Aggrottai la fronte, voltandomi per vedere Noumen trascinarmi in corridoio, per poi mettersi accanto a me con la testa china verso il basso, la sua voce sommessa.

"Ehi, Sagara, giusto?"

Annuii lentamente, non particolarmente in vena di conversare con quel gradasso.

"Senti, ho bisogno di chiederti un favore."

Un favore? Sì, contaci. Sollevai in maniera critica un sopracciglio in risposta.

Sorrise, per una qualche sconosciuta ragione, interpretando la mia espressione come un assenso. "Okay, so che tu e Kaname siete davvero buoni amici."

Hah! Almeno questo ce l’hai chiaro.

"Comunque, ho davvero un debole per lei ..."

Ma dai, non l‘avrei mai detto.

"...E io speravo che tu potessi darmi una mano. So che vi parlate spesso. Mi chiedevo se potessi darmi qualche indicazione riguardo i suoi gusti. Sai, di cosa dovrei parlare con lei, dove le farebbe piacere andare per un appuntamento, eccetera ... "

Cooosa?? Stai scherzando? Ha la minima idea di con chi stai parlando? Perché diavolo dovrei fare qualcosa di simile? Aggrottai la fronte, chiedendomi se forse i miei sentimenti per Kaname non fossero davvero così palesi come avevo immaginato. Sicuramente, se Noumen avesse saputo che amavo Kaname non mi avrebbe mai fatto una tale richiesta. "Ho paura che ciò non sia possibile," dissi seccamente.

Noumen sembrava sinceramente confuso e sorpreso di ricevere una tale risposta. "Cosa? Perché?"

Sospirai, pensando accuratamente a cosa dire. Non ero sicuro di quanto avrei voluto dirgli sulla questione. Avrebbe potuto usare quelle informazioni contro di me, o contro Kaname, oppure sarebbe semplicemente andato a diffondere pettegolezzi nei pressi della scuola che probabilmente avrebbero messo a disagio sia me che Kaname. Fu allora, mentre rivolgevo distrattamente i miei occhi verso il pavimento, che notai che Noumen si appoggiava a delle stampelle, e che la sua gamba era ingessata.

Contenei la mia rabbia, sapendo gridare senza alcuna prova concreta che lo studente/atleta orgoglio della scuola aveva avuto l’hobby di indossare una maschera a forma scheletro per inseguire la ragazza che amavo sarebbe stato inutile, nonché piuttosto sciocco da parte mia. Optai per un semplice, rude sguardo. "Sarebbe un estremo conflitto di interessi"

Mi allontanai da lui, dirigendomi velocemente verso Kaname per informarla della mia scoperta. Avrei dovuto fare attenzione a Noumen da ora in poi. Tutto tornava, non vi era alcun errore. Quasi risi al ricordo che il giorno precedente avrei voluto che Noumen avesse fatto qualcosa per chiedere a Kaname di tenersi a debita distanza da lui, e ora vedevo il mio desiderio esaudito. Ero stato quasi fortunato. Anche se in realtà era una cosa abbastanza sconcertante . Ora ho solo dovuto coglierlo sul fatto.

Presi posto accanto a Kaname, chinandomi verso di lei per parlarle in privato. Non volendo solo spiattellare i miei risultati, decisi di girare attorno all’argomento per una volta. "Com’è andato il seminario di orientamento, Chidori?"

"Oh, è stato annullato," sbadigliò. "A quanto pare Mr. Takamori è ammalato. Dovrò tornare nei prossimi giorni". Annuii, e apparentemente non fui abbastanza bravo a nascondere il mio stato d‘animo, perché lei mi disse "beh, che hai? Sembri un topo che ha adocchiato il formaggio."

"Chidori, so chi è l'uomo mascherato".

"Davvero?" disse, alzando le sopracciglia. "Chi?"

"Noumen Danko," dissi risolutamente.

"Cosa? Oh per favore, Sousuke, è ridicolo".

"No, non lo è," insistetti. "Ieri ha lasciato la partita proprio poco prima che l'uomo mascherato apparisse, poi mi ha visto in centro con Kazuki sulla panchina, e poi è riuscito a fare ritorno poco prima di me. Poi ieri sera ho visto l’uomo mascherato fuggire zoppicando per una ferita a causa dell’esplosione e Noumen oggi ha una gamba fasciata. "

"Ho sentito che ha fatto un incidente in bici la notte scorsa."

"Penso che sia una storia di copertura," dissi. "Le coincidenze sono troppe".

"Non lo so", disse con calma Kaname, appoggiandosi allo schienale della sedia. "Danko è molto popolare, è circondato da ragazze tutto il tempo. Perché avrebbe bisogno di tendermi agguati da dietro il dogout o rovistare nella mia spazzatura? Non ha senso".

"I misfatti non hanno bisogno di logica," dissi solennemente. "Probabilmente non c’è nemmeno una spiegazione alle sue azioni". Kaname non sembrava del tutto convinta, anche se mi sentivo sollevato nel vedere che stava almeno considerando quello che le dicevo. "Ti prego di essere prudente con lui, Chidori, e di non abbassare la guardia."


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Quel pomeriggio mi ritrovai, piuttosto imbarazzato, seduto tra una folla di altri studenti nell’aula del signor Takehana per la discussione filosofica sull'amore che avevo visto pubblicizzata pochi giorni prima. Ero troppo nervoso per chiedere a Kaname di venire insieme a me, e dato che non conoscevo nessun altro nella stanza feci del mio meglio per integrarmi, nonostante il mio imbarazzo. Mi sembrava come se avessi praticamente confessato di aver avuto esperienze sul campo, ed ero ansioso di ascoltare ciò che gli altri studenti, e in particolare l'insegnante, avevano da dire sul tema. Forse se avessi avuto una sorta di resoconto delle esperienze di altre persone da confrontare con i miei sentimenti, avrei potuto avere un'idea migliore sulla linea di azione da perseguire.

"Okay!" disse Mr Takehana, spostandosi davanti alla lavagna. "Sono contento di vedervi tutti qui, grazie per aver dedicato del tempo al di fuori delle vostre attività scolastiche per partecipare." Sorrise ampiamente, rivolgendosi alla classe. "Ho sempre pensato che il concetto di amore fosse molto importante da discutere con i giovani, in quanto è spesso un fattore importante nella vostra vita... o almeno, molti di voi vorrebbero che lo fosse."

Vorrebbero che lo fosse? L'amore sembrava una dura, rigida, immobile, spaventosa condizione per me. Perché qualcuno dovrebbe desiderare una cosa del genere?

"Ma," continuò Mr. Takehana, "trovo che troppo spesso venga frainteso, o considerato impropriamente. Mentre molte persone della mia età possono essere d'accordo sull’idea che l'amore sia una cosa per la quale vale la pena di vivere, o anche morire, se non avete molta esperienza sul tema, può in realtà essere una prospettiva piuttosto spaventosa. Quanti amici abbiamo perso, perché ci abbiamo litigato per una ragazza o un ragazzo? Quante cose stupide abbiamo fatto perché ci sentivamo nervosi quando la persona che amavamo ci era affianco? Quante cose stupide abbiamo detto per impressionare qualcuno dal quale volevamo essere ricambiati? Questi sentimenti a volte possono essere come il fuoco... ci possono riscaldare e mantenere accesa la nostra vita, ma possono anche bruciare, se ti avvicini troppo o li usi nella maniera sbagliata. "

La mia bocca era spalancata dallo stupore. Che perfetta analogia! Mr. Takehana aveva praticamente trasferito verbalmente tutte le preoccupazioni che avevo avuto da quel giorno in cui avevo deciso di controllare il dizionario.

"Si potrebbe pensare che l'amore sia complesso o fatto solo di confusione, o anche solo fastidio, perché molte volte ha la meglio su di voi. Forse può essere di intralcio, o fonte di distrazione e intimidazione. Tuttavia, sono fiducioso del fatto che col tempo vi renderete conto che l'amore, che si tratti di un ragazzo o una ragazza, o anche l'amore che si ha per la propria famiglia, è una delle uniche cose che veramente vi soddisferà nella vita. Se siete con qualcuno che amate, è molto più facile attraversare le difficoltà della vita, i tempi difficili non sembrano così male, ed è più facile trovare l'energia e la forza per tenere la testa alta. L’amore rimuove il fattore di isolamento dalle nostre vite, e l'isolamento annulla praticamente la nostra esistenza. Se non siamo amati da nessuno, se a nessuno importa se siamo qui, allora qual è lo scopo del nostro vivere? L'amore da all’individuo un obiettivo."

Mi ritrovai a scarabocchiare furiosamente appunti. 1) L'amore può migliorare il morale. 2) L'amore può servire come riserva di energia. Una specie di adrenalina? 3) L'amore può fornire o chiarire gli obiettivi della missione.

Mi concentrai al di fuori della discussione per alcuni minuti, leggendo e rileggendo la mia nuova lista, sentendomi già un po' meglio. Devo ammettere che fino ad allora avevo per la maggior parte preso in considerazione solo gli svantaggi della faccenda dell‘amore, e mentre ero grato del fatto che fosse di Kaname che mi ero innamorato, ancora non mi sentivo del tutto entusiasta di quella stessa condizione. Ora, sembrava che se avessi agito in modo responsabile, qualcosa di buono sarebbe potuto venire fuori. Eppure, l'ultimo punto delle definizioni che avevo guardato sul dizionario tormentava la mia mente, e non potevo fare a meno di pensarci.


7- Sostegno; bisogno.


Senza pensarci oltre, alzai la mano.

L'insegnante fece un cenno verso di me con un sorriso. «Sì, signor Sagara?"

Mi schiarii la gola. "Signore, nonostante gli apparenti benefici d'amore siano così tanti, ho ancora da mettere in discussione la sua praticità. Mi vengono in mente molte situazioni in cui l'amore sarebbe uno svantaggio. Prendiamo ad esempio un soldato che si innamora della ragazza la cui protezione gli è stata affidata. "

"Questo certamente sarebbe un dilemma etico", disse Mr. Takehana, grattandosi il mento con delicatezza. "Beh, ceteris paribus, cioè, se il soldato e la ragazza hanno la stessa età e intenzioni, e se la ragazza lo ama così come lui ama lei, allora la domanda è un po' più semplice. In questo caso, è evidente che perseguire un rapporto con la ragazza probabilmente comporterebbe il completo abbandono della sua carriera militare o almeno una diminuzione del suo impegno. La cosa importante da porsi qui sarebbe: che tipo di uomo si suppone essere questo soldato?"

Stavo cominciando a sudare. Era stata una spiegazione estremamente confusa e molto personale, mi sentivo come se tutti nella stanza avessero appena saputo che stavamo parlando di me, iniziavo a rendermi conto che sarebbe stato meglio scegliere un'altra analogia. "Signore?" deglutii.

"Beh, lui è un uomo che segue il dovere, o un uomo che segue il suo cuore?" Mr. Takehana si spostò davanti alla finestra, assorto nei suoi pensieri. "L'amore sarebbe solo una distrazione per questo uomo se il suo destino è in realtà un percorso fatto di guerra e violenza. È sempre indispensabile prendere in considerazione non la propria situazione attuale, ma il corso generale della propria vita. Se quest’uomo, per natura, basa la sua vita sull'amore e sull'affetto, poi la distrazione reale sarebbe il suo lavoro nell’esercito "

A quelle parole sobbalzai. Non avevo mai considerato l’eventualità che l’essere coinvolto nella Mithril fosse l'errore, e stare con Kaname la soluzione più naturale. Il pensiero mi fece sentire quasi la nausea, in quanto sostanzialmente annullava tutto ciò per cui avevo sempre lavorato fin da quando potevo ricordare. Naturalmente la carriera miltare era il mio destino, ero allenato, addestrato e rispettato, avevo una carriera soddisfacente davanti a me. Kaname era la pista laterale, non il contrario.

"In ogni caso, vorrei consigliare al soldato di seguire il suo cuore. Se sente davvero di appartenere al campo militare, allora così sia. In fondo, ci saranno sempre delle braccia da tirare su. Ci saranno sempre delle cause che avranno bisogno di eroi. Tuttavia, questa donna, se è davvero innamorato... beh, non ne troverà mai una uguale".

Aggrottai la fronte. Mr. Takehana sembrava stesse facendo una considerazione importante. "E per quello che riguarda la sicurezza della donna? Essere coinvolta in una relazione con lui la metterebbe in pericolo o sarebbe uno svantaggio per lei?"

"Beh, l'amore ha la sorprendente capacità di portarci fuori dal mondano," Mr. Takehana sorrise. "Cosa ne pensano le ragazze in questa classe? Avete opinioni da condividere?" Osservò la stanza per un attimo prima di fare un cenno a qualcuno nella parte posteriore dell‘aula. Ero ansioso di sentire un parere da un punto di vista femminile, e mi voltai per vedere chi avrebbe parlato.

"Ho la sensazione che la ragazza preferirebbe condurre una vita travagliata con l'uomo che ama, piuttosto che una lunga e ridondante esistenza senza di lui." rispose Kaname.

Mi voltai di nuovo, tentando di non soffocare nel mio stesso respiro. Porca puttana! Da quanto tempo era lì? Aveva sentito tutto? L‘intero mio esempio? Era praticamente come se mi fossi dichiarato! Avrei voluto farmi risucchiare dalla stanza e non tornare più indietro. Desideravo spaccarmi il cranio contro il muro, o lasciarmi annegare, o almeno darmi un paio di bei colpi con quel harisen che Kaname si portava sempre dietro... Quel dannato aggeggio sembrava sempre più resistente di quello che un ventaglio di carta avrebbe dovuto essere. Che cosa pensava ora Kaname di me? Probabilmente avrebbe richiesto una nuova guardia del corpo, avrebbe pensato che ero alla pari di tutti gli altri maniaci, che usavo la missione come scusa per fini deplorevoli. Sicuramente non avrebbe mai più avuto fiducia in me.

La discussione continuava, mentre io ero troppo preso dal filo dei miei pensieri. Fu in quel momento che quello che Kaname aveva veramente detto cominciò a farsi spazio nella mia mente. "Ho la sensazione che la ragazza avrebbe preferito condurre una vita travagliata con l'uomo che ama di un lungo e ridondante senza di lui." Era una affermazione teorica? O era teorica nello stesso modo in cui avrei teoricamente dovuto invitare al ballo qualcuno con il vestito che mi aveva mostrato il giorno prima? Quello che aveva detto… riguardava lei stessa?

Mi lasciai andare sulla sedia, disperatamente bisognoso di elaborare queste informazioni prima di fare altre domande. Ciò avrebbe richiesto molti più elenchi con i pro/contro, e probabilmente un confronto diretto con Kaname. Se fossi stato certo che stava attraversando la stessa cosa che stavo attraversando io, tutta questa situazione avrebbe preso una piega molto più facile. Almeno avremmo potuto unire le nostre risorse e elaborare una strategia insieme. Diedi furtivamente un’occhiata a Kaname, il mio cuore che continuava a tuonare nel petto. Stava piegando qualcosa sul suo banc, lo sguardo pieno di concentrazione.

Beh cara mia, vorrei essere anche io nella condizione di potermi dedicare tranquillamente agli origami.

Mi girai di nuovo verso la parte anteriore della classe. Forse davvero non significava niente per lei. Forse stava solo seguendo l‘esempio. Forse non ci aveva fatto neppure caso. Forse-

Qualcosa mi colpì dietro la testa, e guardai a terra per vedere un aeroplano di carta cadere ai miei piedi. Mi chinai a raccoglierlo, alzando gli occhi per vedere Kaname sollevare un sopracciglio e guardarmi prima di tornare con lo sguardo al discorso di Mr. Takehana.

Feci del mio meglio per mantenere la calma, spiegai con attenzione l’aeroplanino e lo appiattii sul mio banco. Sembrava essere una pagina strappata da un libro, con una seconda occhiata vidi che Kaname aveva un testo di filosofia aperto sul suo banco. Deglutii pesantemente, tornando al bigliettino.

Nella parte superiore vi era un appunto in inchiostro blu nella calligrafia di Kaname:
Sousuke, sei un idiota.

Sospirai, ora davvero mi considerava una persona deplorevole. Beh, forse no, in fondo lei mi aveva sempre chiamato idiota, fin dal primo giorno.

Continuai a leggere. Sotto il suo messaggio vi era una citazione stampata.


Ciò che dobbiamo sapere sull'amore non è un grosso mistero.

Tutti noi conosciamo i fattori costitutivi del rapporto amoroso. Dobbiamo agire di conseguenza, non metterlo continuamente in discussione. L'eccesso di analisi spesso finisce per offuscare la questione e, alla fine, non accresce la nostra capacità di indagine interiore.

-Leo Buscaglia.

Rilessi il messaggio più volte, resistendo alla tentazione di guardare verso di lei. Kaname sapeva. Sapeva esattamente cosa mi stava succedendo, durante tutto questo tempo. Troppo difficile nasconderlo. Presi in mano la penna con le mani tremanti, girando il foglio e scrivendo una risposta in fretta, d'impulso: Vieni al ballo con me?   Senza darmi un altro secondo per ricontrollare, piegai di nuovo il foglietto in un aeroplanino . Naturalmente, ci volle un po' di tempo, in quanto cercai di fare una replica perfetta in scala di un Stealth Bomber, ma fu ben presto pronto ed mi preparai a mandarlo a Kaname.

Lo lanciai.

Ed atterrò.


Giusto.

Sul banco.

Di.

Kazuki.



Come riuscii a non urlare, non ne ho idea.

Anche Kaname lo guardò con espressione sconcertata, sapendo che il messaggio era destinato a lei, e si sporse in avanti, cercando di afferrarlo.

Kazuki d'altra parte sembrava entusiasta di essere il destinatario di un bigliettino, e lo raccolse con enfasi.


Le sue dita aprirono frettolosamente le ali, che ebbero qualche difficoltà a dispiegarsi a causa della complessità del mio modellino. Pezzo per pezzo l’aereo veniva smontato... La punta, l'abitacolo, i propulsori, anche gli alettoni delle ali... Da un momento all'altro, a pochi metri più pieghe avrebbe trovato...

Improvvisamente l'aeroplanino le venne strappato dalle mani, facendole fare un gridolino di sorpresa.

"Mi fa piacere vedere che, poiché la sua domanda è stata risolta, preferisce utilizzare il restante tempo della lezione per lanciare proiettili, Mr. Sagara." Mr. Takehana stava in piedi accanto al banco di Kazuki, fissandomi blandamente e appallottolando il bigliettino in una piccola pallina di carta.

La mia gola era ormai così secca che ci vollero diversi tentativi prima che potessi tirar fuori le parole. "Vi prego di scusarmi, signore, non intendevo offenderla." Non credo di aver mai provato tanto sollievo in vita mia, e considerando quante stentanti vittorie in battaglia avevo vissuto, la cosa non era da sottovalutare.

Mr. Takehana scosse la testa esasperato, gettando la pallina di carta con noncuranza verso di me e tornando alla cattedra. Afferrai velocemente l‘ex aeroplanino di carta, e lo misi in bocca senza pensarci ulteriormente. Dopo aver masticato due o tre volte, il disastro venne completamente ingerito. Ero un po' triste all’idea di perdere in tal modo la citazione che Kaname aveva così premurosamente scelto per me, ma il rischio che il bigliettino potesse finire nelle mani di Kazuki era troppo grande per evitare di distruggere le prove.

Mi voltai ancora una volta. Kazuki aveva un‘aria piuttosto depressa, e Kaname si stava mordendo un pugno, in un ovvio tentativo di contenere una risata. Alla sua vista ridacchiai anche io, perché quando Kaname rideva, io ridevo. Quando Kaname sorrideva, io sorridevo. Funzionava così davvero, vedete, perché io ero innamorato di Kaname, e per la prima volta da quando l’avevo scoperto, il pensiero non mi terrorizzava del tutto.

  
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