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Autore: Sybeoil    27/04/2012    1 recensioni
Non è facile crescere in un paese che tutto il mondo critica ma che nessuno si scomoda ad aiutare, non è nemmeno facile crescere in una famiglia speccata come la mia. A dirla tutta non è affatto facile crescere in generale. La vita cambia, i problemi crescono, le delusioni aumentano e i sogni colano a picco. Ti rendi conto che tutto ciò in cui credevi da bambina, tutto ciò che la tua mamma ti raccontava, sono solo bugie vuote.
E così alla fine ti rassegni e ti integri a quel mondo che ti vuole schiava del lavoro. Diventi una dei tanti non una tra i tanti.
Succede però, che a volte e dico solo a volte, il Destino sembra volerti dare una mano e allora... allora succede l'impossibile. Ciò che hai sempre desiderato ti si presenta sotto gli occhi e tu non puoi fare a meno di afferrarlo e tenertelo stretto.
A volte ci si mette anche a l'amore, quello vero che fa battere i cuori e venire il mal di stomaco. Quell'amore così impensabile da sapere che è quello giusto.
Quando tutto va come dovrebbe andare, ci si mette l'amore per il ragazzo riccio conosciuto a Londra!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

 

 

 

 

Non so bene cosa mi spinse a svegliarmi nel cuore della notte fatto sta che aprì gli occhi per ritrovarmi stretta tra le braccia del riccio con cui qualche ora prima avevo fatto l’amore. 

Sentivo la pelle del mio corpo ribollire al contatto con la sua, le lenzuola di cotone leggero avvolgermi le gambe e le sue braccia strette intorno alla mia vita.

Lentamente alzai la testa verso il suo viso per osservarlo dormire. Era uno spettacolo tanto bello da mozzare il fiato.

La riga dritta del naso si sposava alla perfezione con quella rigida della mascella. Le labbra carnose erano leggermente dischiuse mentre i ricci erano scompostamente disposti sul cuscino.

Puntellandomi sui gomiti lanciai uno sguardo alla sveglia posta sul comodino accanto ad Harry rischiando di farmi venire un infarto. Erano le quattro del mattino.

Merda, merda e ancora merda! Come cavolo avrei fatto a rientrare in collegio? Non potevo fare una figura di merda di queste proporzioni proprio il mio primo giorno di permanenza. Urgeva un piano ben ideato che mi permettesse di rientrare in collegio senza farmi scoprire.

Cercando di non svegliare il ragazzo ancora profondamente addormentato mi sciolsi dall’abbraccio e scivolai fuori dal letto. L’aria fredda della stanza mi colpi facendomi rabbrividire, mentre immersa nel buio più totale, cercavo i miei vestiti sparsi sul pavimento.

Finalmente, dopo aver percorso l’intera stanza sulle ginocchia, ritrovai la mia biancheria intima, i vestiti e la borsa.

C’era un problema però. Al buio non sarei mai riuscita a vestirmi. 

Guardandomi intorno intravidi i contorni di una porta e, sperando con tutte le mie forze si trattasse di un bagno, mi ci fiondai dentro facendo attenzione e non sbattere troppo forte l’uscio.

Finalmente sola accesi la luce tirando un sospiro di sollievo quando mi accorsi di essere proprio dentro ad un bagno.

Ravanai dentro la mia borsa in pelle bianca estraendone il pacco di salviette umidificate che ci avevo infilato dentro quel pomeriggio e cominciai a passarmele sul viso per togliere il trucco rimasto.

Finalmente struccata passai a lavarmi il viso e a vestirmi. Prima di uscire dal bagno, cercare le mie scarpe e abbandonare quella casa per sempre decisi però di scrivere un biglietto al ragazzo che dormiva nella stanza accanto.

Dalla piccola agenda che portavo sempre con me strappai un foglio e cominciai a scrivere.

 

Caro Harry,

Mi spiace andarmene così senza neanche dirti ciao, ma questa notte è stata tutto uno sbaglio. Non sarei dovuta venire a letto con te, di solito queste cose non le faccio mai e sinceramente non so cosa mia sia preso, ma so che è stato uno sbaglio. 

Addio, Isobel.

 

Non so bene perché volli lasciargli quel biglietto, in fondo sapevo che sarei comunque stata una ragazza da una botta e via, me lo sentivo, eppure sentivo che dovevo scrivergli quelle poche parole.

Sospirando frustata per la cazzata compiuta poche ore prima e di cui ora mi pentivo amaramente, uscì dal bagno spegnendo la luce e concentrandomi per ritrovare le mie scarpe.

Le trovai accanto al letto, dal lato in cui dormiva Harry. Guardarlo dormire così serenamente e doversene andare perché consapevoli di essere solo una delle tante era straziante.

E per di più, più lo guardavo e più sentivo le lacrime premere per uscire e liberarsi. Fu allora che raccolsi tutto il coraggio di cui ero in possesso e gli posai un leggero bacio sulle labbra per poi andarmene lasciandomi dietro solo quelle poche righe e un peso morto sul cuore.

Seguì il corridoio freddo e silenzioso e finalmente uscì da quella casa.

Scesi le poche rampe di scale che mi separavano dall’aria aperta e finalmente arrivai in strada.

Le via di Londra a quell’ora della notte erano buie e silenziose, oltre che paurose e fredde.

Tornare a casa non sarebbe stato così facile, dovevo chiamare qualcuno.

L’unica persona che conoscevo nel raggio di chilometri era Victor e, anche se mi scocciava svegliarlo a quell’ora della notte per venire a recuperare uno cogliona delle mie proporzioni, composi lo stesso il numero e attesi.

Al terzo squillo, la voce impastata dal sonno del biondo più bello di sempre, rispose.

< Pronto > disse piano.

< Victor > dissi io trattenendo ancora le lacrime < Sono Isobel, c’è un problema >

Sentì le molle del letto cigolare sotto il suo peso, segno che doveva essersi alzato appena aveva sentito la parola problema.

< Ti è successo qualcosa? Stai bene? > disse infatti con voce preoccupata fregandosene beatamente del suo coinquilino.

< Si, si sto bene > lo tranquillizzai stringendomi nelle braccia per combattere il freddo < Solo che non so dove sono e non so come tornare a casa > aggiunsi lanciando uno sguardo disperato all’angolo della via per vedere se ci fosse un cartello o un qualcosa che indicasse il nome.

< Ok vengo a prenderti > disse lui deciso e serio < Leggi la via, vengo in taxi > aggiunse.

< Ok > risposi riconoscente. A passi leggeri mi avvicinai all’angolo della strada e lessi ad alta voce in modo che anche Victor, dall’altra parte del telefono, potesse sentire.

< Sto arrivando > disse dopo pochi secondi chiudendo la chiamata e lasciandomi di nuovo sola.

Non sapendo che fare mi sedetti sul marciapiede e attesi che il mio “principe” venisse a salvarmi.

Nell’attesa pensai così tanto che mi sembrò di vedere il cervello fumarmi. Pensai alla cazzata fatta e al fatto che ogni cosa nella mia vita fosse precaria, in continuo equilibrio tra il nulla e il tutto.

Pensai ancora a Luca, ai suoi occhi così simili a quelli di Harry, ai suoi capelli biondi che tante volte aveva accarezzato nelle sere che erano solo nostre. Pensai a Luca che si scopava quella stronza di Giorgia senza degnarsi di rispettare i miei sentimenti o la mia dignità. 

Mi diedi della stupida per averci passato così tanto tempo insieme, per essermene innamorata e per avergli donato tutto di me e piansi.

Piansi tutte le lacrime che non avevo mai pianto in diciotto anni di vita, piansi tutti i mali e tutte le delusioni, tutti i sogni spezzati e quelli infranti. Piansi le speranze disilluse e inattese, piansi il fatto di essere sola e di non essere abbastanza. Piansi il fatto di essere me stessa.

Doveva essere passato un quarto d’ora da quando Victor aveva chiuso la chiamata quando finalmente un taxi inchiodò esattamente davanti a me.

Dalla portiera di dietro scese un Victor ancora assonnato e in pigiama che mi si avvicinò protettivo avvolgendomi in un abbraccio da orso.

< Va tutto bene > mi sussurrò portandomi dentro l’abitacolo e dicendo al conducente di riportarci a casa.

< Cosa è successo? > mi chiese quando mi fui calmata e i singhiozzi smisero di scuotermi.

< Ci sono finita a letto > confessai ancora scossa < Solo che poi mi sono addormentata e non mi sono accorta dell’ora > aggiunsi lanciandogli un sorriso poco convincente.

< Intendo dire perché piangi > spiegò lui asciugandomi una lacrima.

< Niente > lo liquidai voltandomi verso il finestrino < Pensavo > aggiunsi solo per farlo contento.

< A cosa? > domandò lui avvolgendomi tra le braccia forti e robuste.

< Alla mia vita e a quanto faccia schifo > spiegai tornando a piangere e macchiandogli la polo bianca.

< Oddio mi dispiace > dissi accorgendomi del danno fatto < Domani te la porto in lavanderia > promisi guardandolo negli occhi.

< Stai tranquilla > mi tranquillizzò lui < Non fa niente > aggiunse sorridendomi.

 

***

Sentì un improvviso brivido di freddo percorrermi la pelle nuda del petto, insinuarsi sotto il lenzuolo sottile e raggiungere le gambe.

Il lato del letto su cui, era sicuro quella notte ci fosse stata una ragazza, risultava stranamente vuoto e freddo. 

Il lenzuolo che ricopriva quella parte del letto era stropicciato e sul cuscino trovai una decina di capelli chiari come l’oro.

Aprì gli occhi lentamente lasciando che iridi chiare si abituassero alla debole luce che aveva invaso la stanza filtrando dalle tapparelle lasciate socchiuse.

Dal piano di sotto sentivo provenire le voci di Niall e Liam che a quanto pare litigavano su questioni legate al cibo.

Scossi la testa immaginandomi la scena comica tra i due e poi mi decisi ad alzarmi dal letto.

Lanciai un rapido sguardo in giro per la stanza cercando di individuare qualche dettaglio fuori posto. Niente, era tutto come sempre.

Che Isobel fosse in bagno con le sue cose? Era un’ipotesi plausibile dato che era una ragazza e che per di più, aveva trascorso la notte con il re del sesso Harry Styles.

Ancora nudo come un verme mi avvicinai alla porta del bagno e bussai delicatamente. Non ricevendo nessuna risposta bussai un po’ più forte. Ancora nessuna risposta. Possibile che fosse di sotto con i ragazzi a fare colazione? Plausibile anche questo, insomma lo facevano quasi tutte.

Però Isobel non mi sembrava una tipa da colazione in gruppo, ma devo anche dire non mi era sembrata nemmeno una tipa focosa eppure sotto le lenzuola se l’era cavata più che egregiamente.

Senza far rumore aprì la porta della stanza e ascoltai le voci dei miei coinquilini provenire dalla cucina al piano di sotto. Tra di loro cercai quella delicata di Isobel ma vi trovai solo quella squillante di Niall che imprecava per avere ancora un po’ di cibo.

No, Isobel non era in cucina. Per fortuna aggiungerei!

Confuso per l’assenza della ragazza tornai sui miei passi dirigendomi verso le finestre della camera per spalancarle e lasciare entrare l’aria fresca di Londra quando inciampai su un foglio di carta capitombolando a terra.

< Ma che cazzo… > sbraitai rialzandomi in piedi e afferrando quel pezzetto di carta strappato. 

Lo voltai e rivoltai tra le mani fino a quando individuai una serie di righe scritte con una calligrafia elegante e composta, non come la mia, che assomigliava molto di più a quella di una gallina ubriaca.

Lentamente lessi quelle poche righe per piombare poi, nello sconforto più totale.

Isobel, la ragazza più bella che avessi mai incontrato, quella con cui avevo provato le sensazioni più intense pur essendoci stato insieme solo per un giorno, mi aveva abbandonato nel cuore della notte sostenendo che quello era stato uno sbaglio.

Come si poteva chiamare sbaglio quella notte? Come poteva essere definito qualcosa di sbagliato una sensazione così piacevole da sovrastare il cielo?

Non si poteva, ecco cosa!

Senza nemmeno preoccuparmi del mio aspetto, che assomigliava a quello di un verme di terra, uscì di folata dalla stanza e mi precipitai di sotto.

< Harry! > mi chiamò Liam rischiando di strozzarsi con il succo d’arancia che stava bevendo < Che diavolo ci fai nudo per casa? > domandò sconvolto. Come se fosse la prima volta che mi vedeva nudo!

< Oh, Liam piantala > risposi acido < Non è la prima volta che mi vedi nudo > aggiunsi continuando a camminare su e già lungo la cucina.

< Uuuu > gli fece eco Zayn mangiucchiando dei cereali < Nervosetto? > aggiunse poi lanciandomi una bottiglietta di succo che afferrai al volo. 

< Cos è quel biglietto che stringi in mano, amore? > domandò Louis avvicinandosi e strappandomi la preziosa reliquia dalle mano per leggerla ad alta voce in modo che tutti sentissero.

< Caro Harry > cominciò imitando la voce di una ragazza e riuscendoci in modo spaventoso < Mi spiace andarmene così senza neanche dirti ciao, ma questa notte è stato tutto uno sbaglio > continuò fino a quando non mi alzai e gli strappai il biglietto dalle mani.

< Smettila Louis > urlai strappando quel pezzo di carta in mille pezzi.

< Harry, Harry, Harry > mormorò Liam avvicinando misi < Doveva capitare prima o poi > aggiunse battendomi una mano sulla spalla.

< E poi non è mica una cosa così terribile > infierì Zayn spostandosi nel salone con il pacco di cereali stretto in mano.

< Certo che lo è se sei Harry Styles > gli urlai di rimando facendolo ridere.

< Hazza > mi chiamò Louis < Dove sta il tuo problema? > domandò serio, cosa che non era mai.

< Non c’è nessun problema > risposi fingendo nonchalance ma rischiando di esplodere dentro.

< Ohhh > echeggiò sorridendo sornione < Ora capisco > disse poi illuminandosi come se avesse appena visto un campo di carote.

< Sentiamo Lou > gli dissi esasperato dalla situazione che si era venuta a creare.

Tutti i presenti in quella cucina, e con tutti intendo Niall, Liam e me, lo fissammo curiosi e attenti in attesa dell’illuminazione divina.

< Lei ti piace > disse semplicemente alla fine < E ti ha dato fastidio il fatto che se ne sia andata di sua spontanea volontà chiamandoti errore >

 
 
 
Angolo autrice:

Bentornatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Chiedo umilmente scusa per il ritardo con cui pubblico questo settimo capitolo ma sono stata davvero straimpegnata! Ringrazio tutti coloro che spendono del tempo per leggere la mia piccola bambina e soprattutto a commentarla! Siete fantastici.
Tornando alle cose davvero importanti in questo capitolo possiamo avvicinarci un pochino di più ad Isobel. Possiamo cominciare a capire la sua personalità e il suo passato, ma non solo. In questo capitolo scopriamo anche qualcosa su Harry e sul suo di carattere. A quanto pare il Bell'imbusto Styles, conquistatore di cuori e di donne, è stato abbandonato per la prima volta in tutta la sua vita dopo quella che lui definirebbe una notte bollente.
Cosa deciderà di fare adesso il ricciolo più famoso d'Inghilterrà? Si metterà in testa di conquistare l'Italiana o lascerà correre l'accaduto? E i suoi amici, i ragazzi, come si amalgameranno in tutta questa complicata faccenda di cuori? Se siete curiosi restate con me in attesa del prossimo capitolo!
Alla prossima, Sybeoil!
 

 

 

  
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