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Autore: ilovebbpancake    27/04/2012    2 recensioni
Una piccola what if...? ispirata dalla fine della terza stagione con Jenny, Nate e tutti i personaggi di Gossip Girl
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jenny Humphrey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Jenny si stiracchiò pigramente cercando di riparare i suoi occhi dalla luce del sole appena sorto.
Era sabato mattina e lei si era dimenticata ancora una volta di chiudere bene la tenda.
La luce le dava fastidio, lei amava dormire al buio, quindi balzò giù dal letto per andare a chiudere la tenda.
Quando poggiò il piede a terra la testa cominciò a girare e poi all’improvviso divenne tutto buio.
Sua madre sentì un tonfo sordo provenire dalla sua stanza così si precipitò a controllare cosa stava succedendo. Jenny era a terra priva di conoscenza.
Corse accanto a lei e la scosse chiamandola
-Jenny tesoro va tutto bene?
Jenny aprì timidamente gli occhi e guardò sua madre.
-Si
-A me non sembra
-Mamma sono solo caduta dal letto!
-Jenny tu sai che non è vero. C’è qualcosa che non va
-Ma mamma!
-Vestiti, andiamo subito in ospedale
-Mamma non è niente, sono solo un po’ stanca e forse giù di morale per tutto quello che è successo
-Jenny sono passati più di tre mesi, so che l’Upper East Side è un posto difficile da dimenticare ma ora la tua vita è qui ad Hudson.
-Già anche papà non mi vuole e Dan è così arrabbiato con me. Per lui Serena è più importante di me
-Jenny non dire così
-E’ vero mamma, e Lily è più importante di me e di te per papà. Inoltre Dan è furioso perché  ho dormito con Chuck Bass e Blair mi odia per questo.
-Jenny forse le cose non sono andate come volevamo, ma sono certa che miglioreranno. Però questi tuoi malesseri mi preoccupano. Voglio vedere un medico, sapere cosa c’è che non va. Anche la depressione è una malattia seria.
Jenny annuì rassegnata, sua madre non voleva cedere.
-Vado a vestirmi- disse alzandosi
-Vuoi fare colazione prima di uscire?
-No, ho lo stomaco sotto sopra. Sento come un senso di nausea
-Questo ricordiamo di dirlo al medico
Un’ora più tardi Allison e Jenny erano sedute nell’ambulatorio medico. Jenny indossava un camice ospedaliero e sua madre le teneva la mano.
-Allora Jenny questa mattina sei svenuta?
-Mi sono alzata dal letto per chiudere le tende e ho sentito la testa girare. Poi mi sono svegliata perché mia madre mi chiamava
-Mangi regolarmente?
-Ultimamente  ha saltato molti pasti- intervenne Allison- anche stamattina diceva di avere la nausea
-Hai già avuto rapporti sessuali Jenny?
-Si- disse lei timidamente incapace di guardare sua madre
-Il tuo ciclo è regolare?
-Si
-Quando l’hai avuto l’ultima volta?
-Due settimane fa- disse Jenny convinta
Allison tirò un sospiro di sollievo poi guardò il medico.
-Jenny ha passato un periodo duro, è stata un po’ depressa ma questi malesseri mi preoccupano
-La depressione può presentarsi in molti modi, comunque per sapere cosa c’è che non va faremo degli esami del sangue. Cominciamo col vedere se i valori sono normali, il ferro, l’emoglobina. E poi  partendo da li approfondiremo. State tranquille comunque i sintomi non sembrano indicare niente di grave..
-Grazie dottore- disse Allison sollevata
-Un’infermiera preleverà il sangue. Vi fisserà un appuntamento per discutere dei risultati  fra tre giorni.
Dopo essere usciti dallo studio medico Jenny si sentiva triste, sua madre voleva che dimenticasse l’Upper East Side con le sue luci sfavillanti e i suoi abiti meravigliosi ma lei non ci riusciva.
-Jenny tesoro, prendiamo un caffè e sediamoci a  parlare- le disse sua madre indicandole una piccola tavola calda
-Di cosa vuoi parlare mamma?- le chiese lei
-Di te tesoro
Jenny seguì sua madre, si sedette al tavolo e all’improvviso sentì un irresistibile voglia di frappè alla vaniglia.
-Cosa vi porto?- chiese una cameriera poco elegantemente, non come quelle a cui era abituata all’Upper East Side.
-Per me un caffè macchiato, per te Jenny?- chiese sua madre
-Io vorrei un frappè alla vaniglia, con panna montata
-Jenny sono contenta che tu ti senta tanto meglio da mangiare- disse sua madre
-Il frappé non può essere considerato proprio cibo mamma!- esclamò Jenny divertita
-Comunque tesoro io capisco come ti senti- disse sua madre prendendole la mano amorevolmente
-Davvero?
-Si. Tu desideravi tanto far parte di quel mondo, avere qualcosa per te. Hai lavorato sodo e quella ragazza, Blair, ha rovinato tutto
-Non è stata solo colpa di Blair mamma
-Quando l’hai conosciuta lei ti ha sfruttata per vendicarsi di quella sua amica, Serena. Voleva informazioni e tu eri così ingenua, hai pensato di poterti fidare di lei, che fosse tua amica
-Mamma come sai tutte queste cose?
-Erano su Gossip Girl
-Leggi Gossip Girl?- chiese Jenny stupita
-Si, insomma tu e Dan eravate lontani da me e io ogni tanto volevo vedere cosa stavate combinando.
-Mamma!
-Comunque sia, io so come ti senti. Sei entrata in quel mondo, volevi farne parte e hai lottato per ottenere ciò che volevi ma non è servito
-Io pensavo di avercela fatta mamma- disse Jenny con le lacrime agli occhi
-Jenny, tra tuo padre e me non ha funzionato per lo stesso motivo. Io mi sono illusa che avesse dimenticato Lily ma lui non ci è mai riuscito. Io ho provato a conquistarlo ogni giorno, ma alla fine mi sono stancata di combattere una battaglia persa
-Cosa vuoi dire mamma?
-Tu come tuo padre avete subito il fascino dell’Upper East Side. Ma nessuno di voi due potrà mai essere felice perché quello non è il vostro mondo
-Mamma io voglio diventare una stilista, quello è il mondo a cui appartengo
-No Jenny! Tu vuoi diventare una stilista e probabilmente ci riuscirai e avrai un grande successo, ma il mondo di Blair Waldorff non fa per te come quello di Lily non fa per tuo padre. Lei lo renderà infelice, tu e lui siete cresciuti con dei valori come l’onestà e la sincerità.
Un giorno potrai anche vivere in un elegante appartamento nell’Upper East Side, avere uno stuolo di domestici e andare a balli meravigliosi tutte le sere, ma mai e poi mai potrai far parte della schiera di amici di Blair. Tu non sarai mai una di loro, non farai mai parte del loro ambiente, sarai sempre uno zimbello o la poverella di Brooklyn
-Mamma Blair è sempre stata gentile con me, sono stata io a essere ingrata con lei- disse Jenny quasi sul punto di piangere.
-E da chi hai imparato ha essere così meschina? Non da me o da tuo padre!- la rimproverò sua madre
-In effetti ho fatto molte cose di cui pensavo di non essere capace da quando conosco Blair
-Jenny tu sei una brava ragazza, bella e piena di talento
-Mamma lo dici perché sono tua figlia
-Lo dico perché è vero. Tuo padre era troppo distratto per accorgersi dei tuoi problemi, io ero lontana. Siamo stati dei pessimi genitori, quello che hai fatto è stata colpa nostra. Ma da ora in poi io mi prenderò cura di te e tutto andrà bene, ma tu devi scordarti dell’Upper East Side intesi?
-Si mamma, tanto non posso comunque tornare li. Blair mi ha bandita
-Quella è proprio pazza, ma ora Blair è nel tuo passato.
Jenny si sentì sollevata per la prima volta dopo mesi, sua madre pensava che lei non avesse colpa. Era stata semplicemente risucchiata in un gioco più grande di lei.
-Mamma posso chiederti una cosa?
-Certo tesoro
-Trovi che sia sbagliato se sono arrabbiata con papà e Dan
-No tesoro , anch’io sono furiosa con tuo padre e Dan. Avrebbero dovuto badare a te, ma le van der Woodsen erano più importanti per loro.
Jenny si concentrò sul suo frappè, era proprio buono, sua madre aveva ragione stava meglio senza l’Upper East Side e tutti i suoi drammi.
 
Tre giorni dopo Allison e Jenny erano in attesa del medico.
-Sono sicura che andrà tutto bene Jenny- disse Allison per rincuorarla
-Però sembri nervosa
-E’ solo che per un po’ ho avuto il sospetto…lascia stare
-Cosa, dimmi?
In quel momento il dottore entrò nella stanza, aveva un’aria molto seria.
-Buon giorno signora Humphry, Jenny
-Buon giorno dottore, allora cos’ha scoperto
-Ho delle notizie che forse vi lasceranno un po’ perplesse, visto il quadro clinico
-Di che si tratta? Sono cattive notizie?- chiese Jenny
-Questo dipende da voi- disse il dottore
-Che significa?- chiese Allison sconcertata
-Jenny vuoi che parliamo da soli in privato, è un tuo diritto- chiese il dottore
-Si, preferirei di si
-Sei sicura?- chiese ancora il dottore
-Certo che no, io sono sua madre- sbottò Allison
-Signora il diritto di riservatezza medico paziente è protetto dalla legge- disse il medico- se Jenny non vuole che parli con lei della sua condizione…
-Jenny è minorenne- protestò Allison
-Mamma, non voglio tenerti nascosto niente, ma mi sentirò più tranquilla a parlare con il dottore da sola. Poi ti dirò tutto, te lo prometto.
-Bene- si rassegnò Allison, quindi uscì dalla stanza.
- Allora le analisi del sangue hanno rivelato molte cose. Jenny hai una carenza di ferro e vitamine, capita spesso quando non ci si alimenta correttamente e si è in stato interessante
-Come scusi, può ripetere?- chiese Jenny sconcertata
-Jenny dalle analisi risulta che tu sei incinta
-Questo è impossibile, ho avuto il mio ciclo regolarmente
-Capita nel primo trimestre, sono sicuro che sia stato un ciclo poco abbondante  e presto si interromperà del tutto- sentenziò il medico- sai di quante settimane potresti essere Jenny?
-Penso di si- disse lei
-Lo sapremo con certezza solo dopo l’ecografia- disse il dottore invitandola a sdraiarsi sul lettino- ora vuoi che chiami tua madre?
-No, e non voglio che le dica niente. Le parlerò io
Jenny seguì il medico, si distese sul lettino e tirò su la maglietta. Il gel freddo la fece rabbrividire, aveva paura perché lei sapeva esattamente di quante settimane era in cinta. Quattordici settimane, erano passate quattordici settimane da quando era andata a letto con Chuck. Aveva perso la sua verginità ed era rimasta incinta la prima volta che aveva fatto sesso.
Non riusciva a credere di essere stata così stupida e ora la sua vita era rovinata per sempre. Avrebbe avuto un figlio con Chuck Bass, praticamente era come aver concepito un figlio con il diavolo in persona. Sarebbe nato un piccolo mostra con corna e coda, il pensiero la fece rabbrividire.
-Io non voglio avere un bambino- disse Jenny scoppiando a piangere
-Siamo oltre il primo trimestre temo, a questo punto l’opzione dell’aborto non è più praticabile, mi dispiace.
-Quindi cosa posso fare
-Ora come ora puoi solo prenderti cura del tuo bambino. Ti darò il nome di un bravo medico
-Lei non può seguirmi?
-Temo di no, serve uno specialista.
-Capisco. Senta dottore non dica niente a mia madre
-I dati sono riservati. Li mettiamo nello schedario al piano di sopra e solo i medici e le infermiere possono accedervi, quindi stai tranquilla.
-Capisco. Grazie dottore
Jenny si voltò ad osservare il monitor, la piccola vita che cresceva dentro di lei la lasciò senza fiato.
“E’ anche mio, non solo di Chuck. E’ anche mio” pensò
Il medico uscì dalla stanza per lasciare che si calmasse, dicendo a sua madre che non poteva parlare con lei del caso. Jenny si asciugò gli occhi e dopo essersi calmata si guardò intorno. Cosa poteva dire a sua madre?
Vide un opuscolo sulle malattie sessualmente trasmissibili, lo aprì e lesse qualcosa. Quando sua madre entrò nella stanza la trovò seduta sul lettino a leggere l’opuscolo
-Oh tesoro, di che si tratta?
-Clamidia- mentì Jenny- mamma, non dire niente a Dan e a papà, ti prego- le disse Jenny mortificata
-Tesoro, è tuo padre
-Tu hai detto che mi avresti aiutata. Se lo dici a papà e Dan loro lo ridiranno a Serena e Lily e una delle due finirà per spifferare tutto a Blair o a Gossip Girl. Io non voglio essere umiliata più di quanto non lo sia già stata
-D’accordo tesoro,  però devo sapere chi pensi sia stato a contagiarti
-Nessuno
-Jenny?
-Ero ubriaca, c’era una festa in maschera. E’ stata una cosa veloce, nel bagno- mentì Jenny
-Non sai chi sia?
-Ero ubriaca
-Oh tesoro, mi dispiace. Non diremo niente a nessuno. Cosa ti ha dato il dottore?
-Il medico mi ha dato delle medicine, andrò a ritirarle stasera
-Se vuoi posso rimandare il mio viaggio in Canada
-No mamma. Devi andare, prenderò le medicine e starò bene!
Quella sera Jenny tirò fuori dal fondo del suo cassetto un piccolo porta gioie. Oltre ad essere diventata una bugiarda nel tempo che aveva trascorso nell’Upper East Side era anche diventata una ladra.
Tirò fuori un paio di orecchini di diamanti che valevano almeno dieci mila dollari, un bracciale in oro bianco ,una collana di oro giallo e ametiste, un bracciale di perle. Aveva anche tremila dollari in contanti, racimolati intascando le banconote che i distratti ricconi dell’Upper East Side lasciavano in giro per casa.
Poi c’era l’abito che Blair le aveva regalato, quello firmato Waldorff, una borsa Chanel che Serena le aveva dato perché tanto non la usava quasi mai e i suoi sandali si prada.
Mise tutti i capi d’abbigliamento firmato in una busta e andò a venderli ricavando sei mila dollari, poco per quel che vendeva  visto che la Chanel da sola valeva quel tanto, ma ad Hudson non c’era un grande mercato.
Tornò a casa e preparò la sua valigia nascondendo i gioielli e i soldi nel fondo del suo zaino.
Sua madre nonostante quello che aveva detto, di volersi prendere cura di lei, era in partenza perché avrebbe trascorso una settimana in Canada per esporre i suoi quadri. La lasciava da sola e partiva con il suo nuovo compagno, anche se lei pensava che Jenny non sapesse di lui.
La mattina dopo salutò sua madre, quindi tornò in casa e finì di fare i bagagli.
Prima di  andarsene si tagliò i capelli corti sulle spalle, buttò via l’ombretto nero e i tacchi alti con le calze a rete. Sarebbe stata una madre d’ora in poi. 

  
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