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Autore: Dark Alice    27/04/2012    2 recensioni
Fuoco. Un incendio era intorno a me, stava bruciando tutto, il mio letto, la scrivania, senza che io potessi far niente. Urlai a squarciagola ma mi sembrò che nessuno potesse sentirmi...
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heart beat, a heart beat, i need a heart beat…


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“Caro diario,
Ormai è passato un mese da quando  Adam è stato ferito, un mese da quando Chuck è andato in prigione.
Il tempo è passato velocemente, e non me ne sono nemmeno resa conto.
Mancano pochi giorni al concerto dei 30 Seconds To Mars, e sono in iperventilazione!”


Feci un salto quando sentii Hurricane provenire dal mio cellulare. Un nuovo messaggio. Era Adam.
“Vieni giù, ti porto in un bel posto.”
Chiusi in fretta il diario, e mi affacciai alla finestra.
Adam era seduto sul marciapiede di fronte a casa, il suo solito sorriso rivolto verso di me.
Raccolsi il cellulare, lo infilai nella borsa e mi precipitai in soggiorno.
Mia madre non fece storie quando le dissi che sarei uscita con lui, ormai era abituata alla sua presenza.
“Dov’è che mi porti?”   chiesi impaziente, buttandogli le braccia al collo.
Adam, misterioso come al solito, si limitò a rispondere:
“Lo saprai quando arriviamo”

Non aggiunsi altro, sapendo che niente lo avrebbe convinto a rivelarmelo.
Quando salimmo in macchina, eravamo entrambi silenziosi.
Mi girai per guardarlo negli occhi, e lo vidi sorridere.
Amavo il suo sorriso. Amavo i suoi splendidi occhi azzurri, amavo lui.
Ricambiai, anche se ero incuriosita e nervosa a causa di quella strana situazione.
Da quando era uscito dall’ospedale non smetteva di farmi sorprese, rendendomi felice.
“Nervosa?”   mi chiese, senza smettere di sorridere.
Abbassai gli occhi. “Perché? Dovrei esserlo?”
“No, direi di no.”  
Da quel momento nessun altro parlò. Adam accese la radio e partì il suo cd dei Thirty Seconds to mars.
Quando accostò la macchina, vicino all’entrata di un bosco, ebbi un tuffo al cuore.
Dove diavolo mi stava portando?
Come risposta tirò fuori una benda nera, e l’allacciò per non farmi vedere dove stavamo andando.
“ Mi spiace, ma devo metterti questa.”    disse sorridendo, mentre la legava dietro la mia testa.
Risi istericamente, elettrizzata e spaventata allo stesso tempo.
Scendemmo dalla macchina e cominciai a camminare seguendo le sue indicazioni.
Dato che non potevo vedere, cercai di cogliere ogni minimo rumore che mi indicasse dove stavamo andando …
Il cinguettio degli uccellini, il suono dei nostri passi …
Il tocco della sua mano sulla mia guancia, i brividi che provai a causa del suo bacio sul mio collo …
Poi le note di una canzone … la voce di Jared che intonava l’inizio di “Buddha for Mary”…
Finalmente slegò la benda.
“Apri gli occhi”   mi sussurrò.
Quello che vidi fu stupendo: davanti a noi c’era un fiume, e in fondo una cascata: tutto attorno a noi era perfetto.
Mi girai e lo baciai, quel gesto era ormai naturale per me.

La giornata passò in fretta, e quando tornai a casa era già buio.
Mia madre non si arrabbiò, ma mi sorrise dolcemente.
“Ti sei divertita?”   
“Si, molto”
La salutai calorosamente e dopo una lunga doccia mi buttai a letto.
Scrissi sul diario ciò che passai quel giorno, raccontando come ero felice.
Quando parlai di Adam cominciai a ridere istericamente come una bambina.
Nonostante fosse la cosa più naturale del mondo mi sentii strana a scriverlo, ma descrissi ogni minima sensazione provata insieme a lui, a com’era stato romantico.
Avevamo fatto l’amore. Non c’era niente di male pensai.
Avevo aspettato la persona giusta, la persona che avrei amato e che mi avrebbe ricambiato davvero.
E ora ero lì, a raccontarlo al mio diario, felice.


“Domenica 19 giugno 2011 ore 20:00.
Caro diario,
Sono passati alcuni giorni da quando ti ho scritto l’ultima volta, ma, sai com’è, SONO ANDATA AL CONCERTO DEI 30 SECONDS TO MARS!!!!!!!!!!
Devo assolutamente raccontarti tutto!!!
Adam è stato dolcissimo, anche quando stavamo per entrare nel backstage, e io continuavo a piangere!
I Mars sono stati disponibilissimi, ci hanno fatto gli autografi, abbiamo fatto un sacco di foto insieme a loro, e abbiamo anche scherzato!  (sto parlando al plurale ma in realtà l’unico che ci ha parlato è stato Adam, dato che sa perfettamente l’inglese, io ho pianto tutto il tempo, alternando risate isteriche a vere e proprie crisi di panico!)
Comunque è stato il giorno più bello della mia vita!
Il concerto è stato fantastico, e vederlo dal palco è stato meraviglioso!
Non dimenticherò mai tutto quello che Adam ha fatto per me, non dimenticherò mai il 17 giugno!”


Riposi il diario nel comodino e mi accucciai vicino ad Adam.
Ora ero davvero felice.



 

  
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