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Autore: Kiya_    28/04/2012    1 recensioni
Lluvia e Lily: gli artefici di un piano.
Gazille e Levy: le inconsapevoli vittime.
Il "Vaso di Pandora": il pretesto.
Mischiate tutto ciò con una buona dose di umorismo, romanticismo, azione e mistero e otterrete la suddetta fanfic. :)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lluvia, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Levy, seduta sul lettone di una stanza d’albergo piccola ma graziosa, stava leggendo l’ennesimo libro mentre Lluvia sistemava gli indumenti sparpagliatisi nella valigia.
«Chissà cosa sta facendo ora Gray-sama» sospirò come tra sé e sé ma consapevole di andare a parare in un argomento ben preciso.
«Sei proprio presa da lui, eh?» commentò l’altra distogliendo lo sguardo dalle tanto amate pagine.
«Lui e così…speciale» disse sinceramente trasognata per poi tornare al suo “piano” con tono malizioso «E tu, non hai qualcuno di speciale?».
Levy esitò. «Beh, Lucy è una persona stupen…»
«Lluvia intendeva qualcosa di diverso; pensava a qualcuno come Jet, Droy…Gazille» precisò sottolineando l’ultimo nome.
«L-loro sono…Amici! Quindi sono speciali anche loro» rispose la ragazza visibilmente imbarazzata.
Sorridendo a Levy come a una bimba ingenua, Lluvia lasciò cadere il discorso. Era meglio evitare di metterle la pulce nell’orecchio e lasciare che il loro piano desse più discretamente la giusta spinta a una relazione che probabilmente era iniziata già da sola.

«È una fortuna che Levy ci dia una mano, vero?» chiese Lily con finta spontaneità come se quel pensiero non l’avesse già preparato ore prima.
Gazille, uscendo dalla doccia, si limitò a un mugugno di approvazione.
«Ma cosa ci faceva Levy in biblioteca?».
«E che ne so io».
«Beh, a dire il vero non lo trovo una cosa strana».
«Già, tra quelle pile di libri si trova a suo agio. Diventa quasi potente» si lasciò sfuggire Gazille distrattamente per poi pentirsene.
«Potente?» chiese Lily con un sorrisetto e incuriosito da quella strana confessione.
«Intendevo dire che…»
«È come se fosse in grado di respingere un attacco?» lo incalzò il gatto alludendo a qualcosa di specifico.
«Non so» borbottò il dragon slayer nella speranza che l’amico, deluso da una risposta vaga, lasciasse perdere il discorso.
E così fu ma solo perché questi non voleva rischiare di rivelare che lui e Lluvia li avevano spiati.



Silenziosissimi per l’imbarazzo e per la tensione, Gazille e Levy pedinavano i due di Splitting Orange.
Non capivano esattamente di cosa parlassero, ma le parole che sentivano a sprazzi non si collegavano al Vaso di Pandora: sembravano più che altro appartenere a una comunissima, amichevole conversazione.
Dopo pochi minuti i due ignari si fermarono; cautamente si guardarono attorno e levarono una pietra poggiata vicino alla radice di un grosso albero.
Scoprirono così una buca nel terreno, non enorme ma grande abbastanza perché un uomo di possente corporatura potesse infilarvici senza troppi problemi.
E difatti i due uomini, che non erano proprio dei fuscelli, vi entrarono e la ricoprirono, da dentro, con la pietra.
«Accidenti: se c’infiliamo là dentro probabilmente verremmo scoperti subito» osservò Gazille «Rischieremmo di trovarci all’improvviso nel loro covo senza nemmeno poterci nascondere: due agnelli in mezzo a cento lupi».
«Se solo ci fosse Lucy potremmo chiedere a Virgo di scavarci un passaggio secondario» sospirò Levy.
D’improvviso le si illuminò il volto.
«Hai detto che avevate contatti con Splitting Orange quando facevate ancora parte di Phantom Lord, giusto?».
«S-sì» fece il dragon slayer un po’ spaventato da ciò che avrebbe seguito quella domanda.
«Potremmo sfruttarlo a nostro vantaggio! Ovvero, potresti fingerti ancora interessato ad avere dei contatti con loro».
«E come la mettiamo con Fairy Tail? Anche se sono una gilda oscura molto nell’ignoto, saranno comunque informati del fatto che ora ne faccio parte. Ho anche il tatuaggio».
«Potresti fare come facesti con Ivan, il figlio del master».
«Cioè fare la parte “del cattivo” infiltrato in Fairy Tail per distruggerla da dentro?».
«Esattamente».
«Beh, si può fare. Ma tu? Quale sarà il tuo ruolo».
«Mi metterò un mantello con un cappuccio e sarò la tua silenziosa partner di viaggio» disse ghignando Levy entusiasta per il suo nuovo ruolo in quella pericolosa farsa.
«Speriamo bene» disse dubitoso Gazille.
Ma d’altronde lei era la mente e lui il braccio: poteva solo fidarsi.

Procuratisi il mantello per l’emozionata interprete, Levy e Gazille tornarono al punto in cui pareva esserci l’ingresso al covo di Splitting Orange. 
Gazille spostò il masso dal buco.
Levy, guardandovi dentro, commentò: «È piuttosto profondo, ma c’è una scaletta sulla parete».
«Scendiamo» disse il ragazzo pronto già a calarsi nel tunnel. Tuttavia si bloccò subito arrossendo quando vide la maga tenersi con le mani la gonna visibilmente imbarazzata.
«F-forse dovresti scendere prima tu, non mi sembra il caso...ecco…» si corresse.
«Grazie» lo interruppe Levy iniziando a scendere.
Il fondo della cavità era illuminata da una torcia sul muro e terminava in uno stretto corridoio.
Lo percorsero in silenzio fino ad arrivare a una porta di legno.
La ragazza si abbassò di più il cappuccio sul volto per rendersi il meno riconoscibile possibile.
Aldilà dell’uscio si sentiva un vociare allegro e confuso. Lo aprirono cautamente.
Si ritrovarono di fronte una cinquantina di uomini con boccali in mano che li fissavano alcuni arcigni, altri stupiti.
Dopo alcuni attimi di silenzio, Gazille strafottente intervenne: «Beh, che avete da fissare? Dov’è Kaiman?».
«Cosa cerchi da noi Gazille? Sei di Fairy Tail ormai: non hai nulla da spartire con noi» disse uno degli adepti che l’aveva riconosciuto.
«Non sono affari tuoi. Voglio solo parlare col master».
«Come ci hai trovati, e lei chi è?».
«Ribadisco: non sono affari tuoi. Parlerò solo col vostro master».
L’uomo lo guardò ancora scuro per qualche secondo, poi si girò e chiese a un ragazzone lì vicino di avvisare Kaiman.
Scomparve dietro a una porta per riapparire neanche un minuto dopo.
«Venite» disse facendo un cenno con la mano.
Levy e Gazille obbedirono.
La stanza che li accolse era piuttosto buia e tutta arredata con mobili di ebano e tessuti arancioni.
Era un arredamento piuttosto elaborato e all’apparenza costoso: il master non si faceva trattare affatto male nonostante la latitanza.
Lui sedeva dietro a una scrivania tarsiata con le braccia conserte nascondendo il volto nell’oscurità della camera e permettendo la vista soltanto degli abiti neri con pochi decori arancioni.
Tuttavia fu costretto a mostrarlo alzandosi per accogliere gli ospiti.
Levy, che fino ad allora non l’aveva mai visto, si stupì nello scoprire un viso giovane e piuttosto attraente.
Gli occhi verdi dell’uomo di fronte a lei erano fissi in un espressione seria e creavano un forte contrasto con i folti e lunghi capelli rossi.
«Qual buon vento» disse con voce grave e calda, sorridendo appena.
La maga dovette riconoscere anche con sole tre parole e pochi gesti quell’uomo aveva dimostrato di avere un gran carisma.
Gazille rimase in silenzio.
«Dunque? Quali sono le tue intenzioni?».
«Cosa intendi?» chiese il dragon slayer nonostante avesse capito tutto.
«Beh, ti trovi nel covo di una gilda oscura nonostante tu faccia parte di una legale».
«È proprio per questo che sono qui».
«E lei?» domandò Kaiman indicando Levy.
La ragazza s’intimorì, ma si sforzò di non fare una piega per la buona riuscita del piano.
«È la mia compagna di viaggio» rispose Gazille.
«Sarebbe carino ci mostrassi il tuo viso» disse l’altro questa volta rivolto alla ragazza e sorridendo nuovamente.
«Non è necessario: è una persona fidata» intervenne il drago.
«Quanta gelosia» insinuò il master senza nascondere ironia.
«Quanta simpatia».
«Non può nemmeno dirci il suo nome con la sua stessa voce?».
Gazille si bloccò.
Che stupidi: non avevano nemmeno pensato a un nome!
“E ora?” pensò lui, che di inventiva e creatività improvvisata era evidentemente carente.
Fortunatamente per loro, la cosa non valeva affatto per Levy.
Prontamente disse piano con voce atona: «Lilith».
Gazille riprese a respirare.
«Facciamo progressi» disse Kaiman nuovamente sarcastico, poi tornò serio «Bene: cosa cerchi esattamente da noi Gazille. Da quando sei entrato a far parte di Fairy Tail i nostri contatti si sono palesemente interrotti».
«Credevi davvero non mi sarei più fatto vivo?».
«Non ne avevi motivo dal momento che sei in una gilda legale».
«Non sembri comunque temermi».
«Se sei venuto qui ci sarà pure un motivo. E poi sai bene non potreste niente in due contro una gilda intera».
Sembravano essersi guadagnati la sua fiducia, ma il dragon slayer conosceva bene le doti di Kaiman: non abbassava mai davvero la guardia e non lasciava in nessuna occasione trasparire i suoi pensieri reali.
«C’è un motivo esatto per cui sono entrato in Fairy Tail…».
«…E non è il pentimento, vero?».
«Vendetta».
Diversi attimi di silenzio riempirono la stanza.
Gazille provò uno strano brivido: non pronunciava quella parola in quel modo proprio dall’ultima lotta contro Fairy Tail.
Perfino Levy fu un attimo scossa.
«Vuoi dire che vorresti il nostro appoggio per distruggere la tua stessa gilda dall’interno per rendere giustizia a Phantom Lord?».
«Più che a Phantom Lord, al mio orgoglio».
«Nonostante tutto non sei cambiato affatto, Gazille».
Di nuovo silenzio.
Kaiman, col suo fare elegante e misterioso, si rimise a sedere dietro la scrivania.
«Non ti nascondo che l’idea è allettante, decisamente. Tuttavia per ora siamo impegnati in un progetto piuttosto grande per accettare anche la tua richiesta».
«Di cosa si tratta?».
«Non fare lo gnorri Gazille. Non sei capace di fingere» altro sorrisetto sarcastico.
«Il Vaso di Pandora: siete stati voi vero?».
«Perspicace».
Nascosta dal cappuccio del mantello, Levy sorrise soddisfatta.
«Peccato, Kaiman: dovrò cercare l’aiuto di qualcun altro per il mio progetto. Se cambi idea».
«Buona fortuna».
Scortati dalla stessa persona che li aveva fatti entrare, Levy e Gazille uscirono dalla stanza.
La porta non si era ancora chiusa quando dietro di loro sentirono Kaiman dire con voce forte e seria: «Alle prigioni».
I due si voltarono stupiti.
Aveva fatto finta di credere alla loro farsa: chissà da quanto tempo aveva intuito tutto.
«Te l’ho detto, Gazille: non sei capace di fngere».










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Eccoci qua! So che questa volta mi sono dedicata poco all'aspetto sentimentale e troppo a quello narrativo, ma non volevo anticipare i tempi. Cioè? Cioè presto avremo tante belle sorpresine! ;) Al solito ringrazio tutti i lettori (come potrei non farlo?). A prestissimo romanticoni! XD

  
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