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Autore: crazy_fun    28/04/2012    2 recensioni
ciao a tutti...
questa è la mia terza fiction nelle originali.
Dal primo capitolo :
Lui la stava aspettando e lei sapeva che era già tanto se le permetteva di frequentare la scuola , inoltre anche se avrebbe provato a fuggire l’avrebbe trovata senza che se ne accorgesse.
Per quanto riguarda il titolo visto che non me ne veniva in mente nessuno ho deciso di chiamrla No name, ma se qualcuno avesse qualche idea si senta pure libero e tranquillo di dirmela, accetto qualsiasi consiglio.....spero di avervi incuriosito
Hola....crazy_fun
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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So di aver ritardato molto, e  mi scuso per questo, perchè di solito non aggiorno così tardi, ma non ho potuto postare prima d'ora . Spero che il capitolo vi piaccia e chiedo ancora scusa per il ritardo.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la fiction e inserita tra seguite, preferite e ricordate.
Dopo questo vi lascio finalmente alla lettura del capitolo...
besos,

crazy_fun







Capitolo 13













 Eric tornò al presente, ricordandosi il suo vero obiettivo : avere quel pugnale
 
La ragazza l’aveva trovata , vero, però voleva anche divertirsi per questo motivo l’aveva trattenuta più del dovuto.
 
 
 
Forse il suo comportamento con la giovane era stato un po’ violento e anche eccessivo, ed era consapevole di questo, probabilmente voleva scaricare tutta la sua rabbia, frustrazione e dolore su lei che era simile alla sua amata  Olympe.
Voleva dimenticarla e lasciarsi tutto alle spalle ma non riusciva.
Continuava a mentire a se stesso dicendo di non ricordarsela più, in realtà , anche se per brevissimi attimi, la sua mente ritornava a quei anni in cui sorrideva insieme a lei e questo lo faceva stare peggio, perché lui non doveva riportare alla memoria ciò, di conseguenza Victoria ne pagava le conseguenze.
Mentre torturava la diciottenne credeva di avere davanti lei.
Lei che lo ha abbandonato, lasciato solo come tutti gli altri dopo avergli detto che provava affetto nei suoi confronti.
 
Eric si riscattò , come se avesse ripreso coscienza di sé .
Non doveva provare emozioni o sentimenti , poiché è proprio a causa di essi se gli sono accaduti spiacevoli episodi  nella sua non-vita.
 
 
 
Era intenzionato a chiamare quel numero e porre fine a tutto, ma si domandava se era pronto a rivederla ed affrontarla.
“ Si lo sono” si rispose mentalmente e così compose quelle cifre.
Il telefono squillò a lungo , ma nessuna risposta.
Riprovò nuovamente ma niente.
Decise di tentare un ‘altro giorno.
 
 
Victoria si svegliò, sperando che tutto fosse solamente un brutto incubo, ovviamente si rese conto di quanto le sue speranze fossero vane.
Voleva andarsene da quella casa, scappare, fuggire il più lontano possibile da quell’essere indemoniato, però non voleva neanche rischiare tanto come ieri.
Aveva intenzione di domandare al vampiro di cancellarle  la memoria di quella sera, di fare in modo che non rimembrasse , stava per dirigersi verso la camera di Eric, quando il campanello suonò.
 
Erano le otto del mattino, e nessuno veniva a far loro visita se non di sera, quando lui organizzava feste per darsi alla pazza gioia, così, incuriosita, Victoria andò ad aprire la porta, quello che vide la sconvolse : una donna sui trent’anni circa ,simile, per non dire identica, a lei.
 
“ Ciao cara, tu devi essere Victoria, io sono Olympe” e le porse la mano.
La liceale, ancora scossa, ci mise qualche minuto prima di capire che la donna stava aspettando che lei le stringesse la mano e la salutasse.
“ P-piacere”
“ su dai non essere così stupita, Eric è qui?”
“s-si”
“ e non mi inviti ad entrare?”
“ oh certo, scusa, prego”
“ grazie”.
 
 
 
“ Olympe”


“ Eric, vedo che sei in ottima forma” disse appena vide il vampiro davanti a sé,
“ neanche tu te la passi male”
“ beh si è vero” affermò lei con fare svogliato,
“ allora, il  pugnale è in possesso della mia amica, l’ho contattata e sarà qui tra circa una settimana , dieci giorni “
“ scusa ma cosa succede ?” chiese Victoria,
“ ma come, non glielo hai riferito ?”
“ a quanto pare no” ribatté lui con quel sorriso che farebbe venire i brividi a chiunque.
 
“ Seriamente, non sei divertente “
“ neanche tu lo sei”
“ come prego?”
“ adesso non fare la parte di quella che non sa niente, mi spedisci una cazzo di lettera dopo che non ti sei fatta sentire per anni come se fosse una cosa naturale ”
“calmati Eric”
“ sta zitta”
“ basta, parleremo dei nostri  problemi in seguito” controbatté la donna pacata e avvicinandosi sempre di più al vampiro.
 
Con la mano gli sfiorò la guancia e poi gliela carezzò in segno di affetto, quel gesto sembrò tranquillizzarlo e acquietare la rabbia che aveva provato in tutti quegli anni e in quel momento.
 
“ Ne parleremo Eric, lo prometto, ma non adesso”
“ quando? Quando ritornerai la prossima volta?” affermò  sarcastico , ma decisamente non alterato come prima,
“ no, quando questa faccenda sarà conclusa ne riparleremo” e lo guardò negli occhi con uno sguardo serio, e sincero che Eric la smise.
 
“ Victoria” disse la donna rivolgendosi a lei, “ ci sono delle cose che devi sapere, ma credo che ora non sia il momento più opportuno, quindi che ne dici se domani pomeriggio andassimo da qualche parte a parlarne?”
“ ecco,io-io”
“vai “ confermò l’immortale rendendola per la prima volta felice.
 
“ e dove ?”
“ non preoccuparti, verrò io a chiamarti”
“ok”
“ io adesso andrei, ciao Victoria, Eric” e uscì dalla  porta.
 
 
Per il resto della serata il vampiro non parlò, e la giovane se ne stupì, poiché era solito punzecchiarla e provocarla.
Inoltre aveva notato come Olympe avesse un certo ascendente su di lui, e la cosa la stupì.
 
Voleva saperne di più, ma era consapevole che  non le avrebbe detto niente, così decise di aspettare domani e chiedere alla donna.
 
 
 
Le ore sembravano interminabili,  Victoria attendeva con ansia il pomeriggio per poter finalmente varcare il cancello  e respirare.
 
 
 
Alle tre un quarto il campanello suonò, e Olympe “fece la sua entrata in scena”, salutando anche Eric, che ancora dubbioso se lasciar andare la sua “ prigioniera”  o no, ma alla fine non obbiettò e la lasciò.
 
 
 
 
Una volta giunte ad una caffetteria, le due , dopo aver ordinato qualcosa da bere, iniziarono il discorso.
 
“ Allora cara Victoria, ci sono un po’ di cose che devi conoscere, per …”
“aspetta, prima che mi informi voglio sapere io, chi sei tu? Che rapporto hai con il vampiro? “.
Davanti a quelle domande non poté che sorridere amaramente ricordandosi degli anni passati, e, rassegnata, rievocò alla memoria tutto.
 
“ Mi chiamo Olympe Dupont e sono nata nel 1657 in Francia”
“ma allora anche tu sei…”
“ si, e ho conosciuto Eric nel 1677, quando avevo vent’anni, a quell’epoca non ero ancora un essere soprannaturale, ero una ragazza che dava la caccia a questi. La cosa che potrebbe essere in un certo senso ironica, è il fatto che mi sia innamorata di uno  di loro.”
“ Eric ?”
“No, suo fratello” continuò lei, “ fu come un colpo di fulmine per me, non era sicuramente la persona più dolce del mondo, però che ci vuoi fare, non siamo mica noi che scegliamo chi amare. Lui mi aveva più volte salvato la vita durante i giorni di caccia, ed è proprio così che lo conobbi, il problema sorse quando conobbi anche ERIC, Ed, suo fratello, mi aveva già parlato della sua famiglia e di ciò che aveva fatto. Questo però non posso dirtelo, perché non sono io da cui devi saperlo, ma se un giorno lo saprai, non trattarlo come il peggior essere esistente sulla terra. Quello che posso dirti è che alla fine io e lui diventammo amici, e non nego che forse cominciai a provare qualcosa di più, però io non potevo abbandonare Ed.
Dopo sei anni, mi dichiarò i suoi sentimenti, e, ironia della sorte, proprio in quel momento cercai di ucciderlo. Beh, come avrai notato è ancora vivo e vegeto, e questo perché non ebbi il coraggio di pugnalarlo. Lo so, è strana la cosa, però mi era stato chiesto, o meglio ordinato di farlo fuori.
Dopo quello spiacevole episodio ho lasciato la Francia e Eric compreso, il quale mi aveva chiesto di rimanere al suo fianco.”
 
“Sembra la trama di un film vero  ?” ridacchiò per smorzare l’atmosfera che si era creata,
“siamo venute qui per parlare di però, e penso che sia venuto il momento di farlo.”
 

  
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