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Autore: scheggia18    28/04/2012    1 recensioni
Allison è la protagonista di questa storia. Una ragazza interessata allo studio, alla lettura e alla sua amica Francine. Ma è proprio nella monotonia di tutti i giorni che accade qualcosa di inaspettato che può cambiare il corso dei giorni. Sarà allora che dovrà scegliere tra il “tenere i piedi per terra” o vivere una vita diversa, piena di avventura, emozione e passione. Ma si tratta realmente di una scelta? Forse in cuor suo Allie l’ha sempre saputo da che parte stare…
“Francine prese il quaderno degli appunti e copiò alcune cose sul suo quaderno e io uscii il mio piccolo album dove racchiudevo alcuni schizzi.Mi piaceva stare seduta li, con la mia migliore amica e racchiudere in un disegno le scene che vedevo […] Ma in quel momento mi colpì in particolare una scena: c’era un ragazzo in lontananza che stava steso su una panchina, con dei fogli che gli coprivano il viso e il fodero di una chitarra appoggiata addosso a lui. Alcuni piccioni gli giravano intorno, come se fosse un corpo abbandonato. Così presi il mio gessetto e decisi di raffigurare quell’immagine…”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VII CAPITOLO

Mi svegliai controvoglia quella mattina. Le lezioni erano finite e volevo trattenermi di più a letto, ma ormai i miei occhi erano come un orologio svizzero: alle 7:00 si spalancavano non facendomi più riaddormentare. Così, senza avere altra scelta, mi alzai e feci colazione.
Mia madre era ancora a letto mentre mio padre era andato a lavoro, decisi di prepararmi e andare a fare una corsetta per respirare l’aria di quella bella giornata primaverile.

Uscii di casa con l’ipod nella tasca del pantalone della tuta,una maglietta senza maniche verde e la giacca legata in vita. Selezionai il contapassi , misi riproduzione casuale e iniziai a correre a passo accellerato. Decisi di fare qualche giro dell’isolato e se ne avevo la forza avrei fatto una corsetta in pineta. Era piacevole la sensazione del vento fresco sulle guancia e il sole caldo che nasceva. Poche persone erano in giro a quell’ora, si trovavano solo persone adulte sulla cinquantina e professionisti che avevano il fisico di chi si allena costantemente. Spesso correre era l’unico modo per svagarmi e rilassarmi ma in quel momento avevo deciso di farlo senza un motivo apparente. Desideravo starmene per i fatti miei e invece di stare rinchiusa in casa avevo deciso di uscire a quell’ora che era più tranquilla e non c’erano molte persone in giro.
Partì la canzone di Skin, Purple e presi l’ipod per cambiare, non mi andava di sentire canzoni lente, non mi davano la giusta carica per continuare a correre con lo stesso ritmo.
Andai avanti di qualche canzone e sentii un corpo pesante venirmi addosso. Caddi per terra facendomi male le ginocchia e vidi una figura maschile scusarsi ripetutamente. Inizialmente fui comprensiva poiché era anche colpa mia ma appena vidi la persona mi infuriai.
“Ma a cosa pensi? Non puoi guardare avanti?”
L’uomo dinnanzi a me era dispiaciuto e mi diede la mano per aiutarmi a rialzarmi,la rifiutai e mi alzai da sola anche se il ginocchio mi faceva male.
“Mi dispiace, stavo controllando l’orologio…”
“Ha rischiato di farmi male davvero! Dovrebbe pensare a ciò che sta facendo per non far male la gente”
Dicevo cose senza senso ed ero arrabbiata con lui ma non per avermi fatto cadere ma per un motivo molto più grande e serio.
“Signorina le ho già chiesto scusa che vogliamo fare? Io ho già i miei problemi”
“Si immagino anche che siano dei grossi problemi”
Mi guardò confuso. Odiai quello sguardo da finto ingenuo. Quell’uomo se ne andava così tranquillo in giro quando a casa aveva una moglia ignara delle diverse volte in cui suo marito l’aveva tradita.
“Cosa sta insinuando scusi?”
Leonard mi guardò questa volta più cupo e io volevo smetterla di parlare attraverso battutine e prendermela con lui con la scusa di quel piccolo incidente. Volevo e dovevo cogliere questa occasione per parlargli di ciò che era accaduto altrimenti non me lo sarei mai perdonata.
“Io mi chiedo cosa si prova ad andare in giro senza pensieri quando hai a casa due persone che soffrono per te e di cui una è consapevole e l’altra no”.
Si guardò intorno, questa volta in volto aveva segni evidenti di panico. Iniziò ad asciugarsi la fronte con l’asciugamano che aveva sulle spalle e mi guardò con occhi bassi.
“E tu che ne sai?”
Bene. Pensai, almeno ha capito in fretta a cosa mi riferivo e non ha fatto il vago.Mentre lui tentava di capire chi fossi attraverso domande personali, mi soffermai sul suo aspetto fisico. Era un uomo di bella presenza, capelli brizzolati e occhi scuri, probabilmente neri. Se non ero a conoscenza di ciò che era accaduto con Francine non avrei mai detto che quest’uomo fosse capace di tenere “due piedi in una scarpa”. Sembrava un uomo rispettabile e anche se lo si vedeva in giro sempre da solo e mai accompagnato da questa presunta moglie, nessuno avrebbe potuto immaginare che potesse avere un’amante.
“Sei un’amica di Roxanne?”
Mi disse ancora preoccupato. Pensai che Roxanne fosse sua moglie ma mi passò un dubbio per la mente, e se fosse un’altra che ha preso il posto di Francine?
Così mentii per capire qualcosa in più di quella storia.
“Certo. Lei sta soffrendo molto per il tuo comportamento”
“Soffrendo? Non le avrai mica detto qualcosa?!”
In quel momento mi sentii un’idiota e cercai di uscire da quella situazione. Lo vidi particolarmente agitato e questo mi fece pensare che probabilmente ci teneva davvero alla sua donna e che nonostante tutto non voleva che lei scoprisse la verità. Questo suo atteggiamento mi fece schifo e pena.
“Non so chi sia questa Roxanne, ma forse qualcuno che merita di sapere la verità.. e ti conviente farlo, così almeno qualcosa di buono in questa storia combinerai.”
Mi allontanai lasciandolo tra il sollievo e la confusione.
Quando sentii una mano afferrarmi il braccio con potenza e tirarmi all’indietro. Mi prese entrambe le braccia e mi spinse scuotendomi.
“Mi dici chi diavolo sei?”
Era ancora Leonard e questa volta era molto arrabbiato e irritato.
Mi spaventai pensando a ciò che poteva farmi in quel momento, ci trovavamo sul ponte e quella strada di solito era trafficata ma non a quell’ora.
“Lasciami andare!”
Gridai. Lui ancora infuriato allentò la prese e continuò a fissarmi negli occhi in cerca di una risposta alla sua domanda.
“Sono un’amica di Francine”
I suoi occhi si aprirono di stupore e si appoggiò al muro del ponte.
“Ti ha mandata lei?”
“No! Lei non sa nulla di questo.”
Si allontanò da me di poco e lo sentii…singhiozzare.
Non avevo idea di cosa stesse facendo, fin quando non si voltò.
Rideva. Rideva di gusto.
“Allora è così? La cara Francine non può proprio fare a meno di me?”
“Ma… cosa diavolo stai dicendo?”
scandii le parole per sottolineare il mio stupore. Quell’uomo era pazzo. Credeva che Frans mi avesse mandata perché era ancora interessata a lui.Si convinceva di qualcosa che non esisteva.
“Francine non ti vuole più vedere. Devi stare lontano da lei”
Continuò a ridere e pronunciare parole a voce bassa.
“Io lo sapevo che sarebbe successo. Le ho dato del tempo e alla fine lei sarebbe tornata da me. Non può farne a meno… lei appartiene a me”
L’ultima frase la disse avvicinandosi di più. Io lo spinsi con forza e cercai di spiegargli la situazione nella maniera più chiara possibile.
“TU LA DEVI LASCIARE IN PACE! IO FARO’ TUTTO CIO’ CHE POSSO PER TENERTELA LONTANA!”
Più che dirglielo, gridai. Vidi il suo volto cambiare espressione. Il sorriso si spezzò e divenne serio tutto un tratto.
Faceva dei passi verso me e io indietreggiavo.Mi afferrò la maglietta e la strinse forte guardandomi in tono minaccioso.
“Stammi bene a sentire ragazzina, non fai paura a nessuno. Vedi di stare fuori da questa storia se vuoi che nessuno si faccia male. Stai lontana da mia moglie e soprattutto smettila di mettere pulci nelle orecchie alla cara Francine. Non sarà certo una mocciosetta a distruggere i miei piani. E ricorda bene: io posso averla come e quando mi pare”
Nel pronunciare quelle frasi sorrideva. Io mi sentii morire.
Avevo perso la grinta iniziale, avevo voglia di dargli un pugno in quella faccia da stronzo.Ma l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di restare in silenzio e trattenere le lacrime dovute al nervoso. Lui sembrò non essere del tutto soddisfatto, così tenne la presa ancora stretta e mi dieta una spinta vicino al muretto.
“Tu non sai di cosa sono capace”
Allungò una mano verso di me e chiusi gli occhi dalla paura…
In quei pochi istanti vidi delle immagini susseguirsi. Vidi Frans che piangeva mentre provava a chiudere la storia con Leonard e quest’ultimo con il suo fare arrogante che la minacciava di non riuscire a liberarsi di lui. Vidi quel giorno che piangendo mi disse ciò che le era accaduto in quei mesi con quella bestia e la mia rabbia nel volerla “vendicare” in qualche modo. Infine feci mente locale di ciò che stava succedendo. Ero faccia a faccia con lui e invece di reagire, me ne stavo li tra la sua potente presa e con gli occhi chiusi, impaurita per ciò che poteva farmi. Si trattava di pochi istanti, le immagini scorrevano velocemente e non riuscii a realizzare bene cosa era accaduto.
Mi sentii tiranta indietro da mani forti ma allo stesso tempo delicate. Quando mi resi conto che non avevo ricevuto nessuno schiaffo o cose simili (non sapevo cosa aspettarmi) aprii gli occhi.
Vidi un ragazzo con la tuta che si parò davanti a me. Era molto alto e non riuscivo a vederlo in volto perché mi dava le spalle. Cercai di riprendere il fiato che poco prima si era interrotto e mi affacciai dalla sua spalla per vedere cos’era successo.
Trovai Leonard con le mani sporche di sangue che si massaggiava il naso.
Mi feci indietro emettendo un gemito.
Dalla faccia di Leonard sparì la presunzione iniziale e indicò il ragazzo che aveva davanti.
“Ti denuncio figlio di p..”
“Potrei fare lo stesso. Hai messo le mani addosso ad una ragazza”
Lo interruppe il ragazzo con voce pacata.Nel sentirlo parlare mi venne subito in mente, che quella voce l’avevo già udita.
Leonard lo guardò sbalordito e si tirò in piedi lasciando il muro dove era appoggiato.
“Voi siete pazzi!”
E si allontanò a passo accellerato voltandosi indietro ogni tanto.
Il ragazzo si voltò verso di me e mi tese una mano. L’afferrai e lo suardai in volto. Era… straordinario!
Aveva i capelli leggermente lunghi e ricci e i suoi occhi erano di un verde splendente. Il sole glieli illuminava oppure era una luce propria.
Le labbra leggermente carnose e il suo sorriso mostrava una fossetta sulle guancia.
“Stai bene?”
Mi chiese tranquillo. Sapeva bene che grazie a lui stavo bene ma forse voleva sentirselo dire.
“Ora si… grazie”
Gli dissi con la testa bassa e rossa dall’imbarazzo.
“Ti va di fare due passi? Potrebbe farti bene”
“Vorrei andare a casa.”
L’incontro con questo ragazzo era stato per me un ancora di salvezza, ma ero ancora troppo scossa per ciò che era accaduto e l’unica cosa che volevo era quella di starmene per conto mio.
“Si lo capisco. Posso almeno permettermi di accompagnarti? Non vorrei che ti capitasse qualche altro pazzo davanti”
Rise all’idea e ricambiai con un sorriso più ampio del solito.
Camminammo per un po’ in silenzio e lui continuava a fissarmi, all’inizio feci finta di non essermene accorta ma poi mi voltai verso di lui nella speranza che abbassava lo sguardo ma alla fine mi ritrovavo io a guardare per terra.
“Mi sembra di averti vista di nuovo”
Nel momento in cui pronunciò quelle parole mi venne in mente il motivo per cui mi sembrava di averlo già visto.Sperai che lui si fosse dimenticato e girai la faccia dall’altro lato con il cuore che mi batteva forte in petto.
“Ma certo! Che stupido! Tu devi essere la ragazza ostinata che ho incontrato nel centro musica”
Rideva divertito, solo che rispetto a quel giorno la sua risata non mi infastidiva, anzi mi piaceva. Trovavo rassicurante quel suono. E da un lato mi fece anche piacere che non si era dimenticato di me.Ragazza ostinata, era così che mi ricordava.
“Già. Tu sei il galantuomo che mi ha gentilmente ceduto il cd di Lana Del Rey”
“Ebbene si, sono io!”
Confermò sorridente.
“Piacere Logan”
“Allison”
Afferrai la sua mano e la strinsi con meno potenza rispetto a lui.
“Devo ammettere Allison che mi ero fatto un’idea sbagliata su di te”
Questa volta sembrava serio mentre parlava.
“Ah si? Cioè?”
Gli chiesi curiosa. Mi ero resa subito conto di quanto potevo sembrare arrogante e scortesa in quel momento, ma il desiderio di avere quel cd e la convinzione che non l’avrei più rivisto mi aveva fatto agire in quel modo.
“Bè credevo fossi una ragazza che se la sapeva cavare. Con me eri molto aggressiva, con quel ragazzo ti ho vista più impaurita. Posso chiederti cosa ti ha fatto quel cretino?”
Distolsi di nuovo lo sguardo e guardai avanti cercando di mettere in ordine le idee per dargli una risposta.
“Non si tratta di me. Quell’uomo ha fatto del male a una mia amica e io volevo solo…”
In realtà non sapevo neanch’io cosa volevo fare. Vendicarla? No, infondo non si trattava neanche di questo. Forse volevo semplicemente fargli sapere che io ne ero a conoscenza e che Frans non sarebbe stata sola a combattere contro di lui. Probabilmente avevo anche sbagliato.
“Lasciamo perdere… ormai è passato”
“Vorrà dire che ti terrò d’occhio, non vorrei che ti accadesse qualche altra disavventura”
Cercò di sdrammatizzare e gliene fui grata anche del fatto di non aver continuato a farmi domande di cui non avrei saputo rispondere.
“Si potrebbe essere comodo averti nelle vicinanze”
Scherzai anch’io.
Eravamo arrivati a casa. Mi fermai e mi misi di fronte a lui.
“Grazie davvero per prima e per avermi accompagnata a casa”
“Dovere. Spero che il nostro prossimo incontro si svolgi in maniera normale e soprattutto senza il bisogno di doverti salvare”.
Arrosii e cercai di guardarlo negli occhi. Lui non distoglieva mai lo sguardo da me, continuava a farlo anche mentre camminavamo. Era difficile riuscire a reggere i suoi occhi puntati sui miei.
Nonostante la mattinata ero contenta di averlo incontrato di nuovo. Mi fece piacere sentirgli dire quelle parole: il nostro prossimo incontro, e mi auguravo davvero di rincontrarlo presto.
“Chissà… bè io sono arrivata. Ci vediamo in giro”
“Si magari alla prossima corsa sul ponte, io ci vado ogni mattina”.

Buon pomeriggio! 
Chiedo scusa per il ritardo.. purtroppo gli impegni non mi lasciano libera un secondo.
Ho deciso di pubblicare questo capitolo adesso perché lunedì parto, vado in Olanda (Yeah!) e quindi non potrò aggiornare subito.
Allora, parliamo di questo capitolo... cosa ne pensate?
Pian piano sta venendo fuori il carattere di Allison, una ragazza che ama molto la sua amica e che la difenderebbe contro tutti.
Può sembrare esagerata come reazione ma in realtà si è anche trattenuta. 
Poi se non fosse arrivato questo ragazzo chissà come sarebbe andata a finire.
Adesso tocca a voi dirmi cosa ne pensate e se non vi è chiaro qualcosa.. io sono qui! 
Prima di lasciarvi vorrei darvi un piccolo indizio sul prossimo capitolo che sarà dedicato all'appuntamento con Thomas..
Allison capirà alcune cose su Tom e ci sarà una svolta. Ma questo non vuol dire che riguarda per forza il caro Tom.
Non posso dirvi altro...
Ringrazio ancora chi mi aggiunge tra le preferite, seguite e da ricordare, siete fantastiche!
Un ringraziamento particolare a chi si sofferma a commentare, vorrei parlare di più con voi per sapere cosa ne pensate (a volte mi sembra di parlare da sola :) ).
Non so cos'altro aggiungere, quindi vi saluto. 
Un bacione scheggia ;)
   
 
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