Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Pluma    21/11/2006    3 recensioni
E se il dramma di Boromir non riguardasse l'anello, ma un amore tanto insensato quanto irresistibile? Tanto irresistibile da non lasciargli via d'uscita? RIVISTA E CORRETTA. Spero anche migliorata, ditemi voi con tante tante recensioni.
Genere: Triste, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL PIANTO DELLA LUPA

 

Il giorno dopo la compagnia riprese il viaggio. Scelsero di percorrere il fiume con le tre barche che gli elfi avevano messo a loro disposizione. Nella prima barca, per la prima volta in tutta la storia della Terra di Mezzo, vi erano Legolas e Gimli che durante il viaggio avevano cominciato a familiarizzare, trovandosi quasi quasi simpatici; nella seconda il rematore era Aragorn con a bordo  Sam e Frodo inseparabili amici; mentre Boromir e i due cugini occupavano la terza. Lillith, invece, correva veloce sulla superficie dell’acqua. Di tanto in tanto tornava indietro, correndo in torno ad una delle barche per poi riprendere la sua corsa. Sembrava un cucciolo con le sembianze di un adulto, ma era impossibile dimenticare il massacro che aveva fatto nelle grotte di Moia.

“Sembra felice.” Osservò Sam. “Invece Boromir ha la faccia scura.”

Aragorn, si voltò verso l’amico per controllare. Effettivamente sembrava essere turbato. Si chiese cosa fosse successo la notte passata poiché, né l’uno né l’altra, si erano visti in giro.

Finalmente decisero di attraccare le barchette. Scesero tutti fatta eccezione per Boromir che si fermò a osservare Lillith, la quale, prima di fermare la sua corsa e toccare terra decise di tuffarsi sott’acqua. Salì sull’unica barca che ancora occupata, per poi scuotersi via l’acqua, spruzzando Boromir. Non ottenne propriamente l’effetto desiderato. L’unica cosa che riuscì a strappare a quel viso serio, fu un mezzo sorriso.

Ciò che videro gli altri osservandoli fu un uomo e una lupa che si guardavano intensamente, ma niente di più. Sapevano che stavano parlando, ma solo quando lei scese dalla barca allontanandosi capirono che c’era un problema.  

Boromir si diede una pacca sulla gamba, abbasso lo sguardo scuotendo la testa. Quando la rialzò vide Frodo allontanarsi indisturbato. Senza farsi notare lo seguì e quando furono abbastanza lontani gli si avvicinò.

“Nessuno di noi dovrebbe andare in giro solo. Tu meno di tutti.”

Frodo lo guardò in silenzio facendogli un cenno con la testa. Boromir sospirò.

“Lo sai? Tutto questo potrebbe finire se solo tu…” il guerriero si avvicinò al giovane hobbit che arretrò.

“Hai paura di me? Non dovresti averne. A meno che tu non voglia consegnare l’anello a Sauron.”

I due si guardarono immobili. Ad un tratto, però, Boromir fece uno scatto felino verso Frodo, deciso a strappargli l’anello, riuscì effettivamente a prenderlo e solo grazie al potere d’invisibilità  dell’anello Frodo gli sfuggì.

Conscio di ciò che aveva fatto Boromir cominciò a urlare. Si sentiva perso, schiacciato tra un’incudine e un martello. Sapeva che distruggendo quel coso maledetto, la Terra di Mezzo avrebbe potuto esistere in pace, ma il pensiero che la distruzione dell’anello avrebbe causato la morte della sua Lillith, gli toglieva il respiro come poteva vivere senza di lei?

Dovette riprendersi presto, però, perché sentì le urla di Pipino, Marry e un clangore di spade in sottofondo.

“Orchi!” digrignò i denti. Era decisamente dell’umore giusto per sbudellare qualcuno.

Il guerriero corse verso le grida di aiuto. Arrivò appena in tempo, prima che i due hobbit venissero catturati. Veloce ed esperto, estrasse la spada dal fodero colpendo i due Uruk-Hai. Potente e infallibile aprì un varco tra quegli esseri dall’aspetto marcio come il loro spirito coprendo la fuga. Sembrava che avessero una possibilità di salvarsi, almeno i due cugini. Forse a causa della rabbia di essere solo un umano impotente nei confronti del fato inesorabile, che lo divorava da dentro. Oppure la voglia di riscattarsi agli occhi di quei piccoli amichetti,  prima che scoprissero ciò che aveva cercato di fare, e magari poter vedere soltanto biasimo e non disprezzo o addirittura paura. Il fatto comunque era che non aveva mai combattuto con tanta foga. L’arrivo di un Uruk arciere, capo di quella banda di bestie immonde, però, spense la speranza.

Al suo fianco c’ era un lupo grigio seduto tranquillo. Quando Boromir lo vide non poté evitare di pensare a quando Lillith si era presentata davanti al consiglio, all’inizio di quella avventura. Erano praticamente identici. Ma non ebbe il tempo di continuare il suo ragionamento, perché l’arciere scoccò una freccia che si conficcò nel cuore dell’uomo. Boromir cadde in ginocchio, un lieve gemito di stupore gli sfuggì dalle labbra. Non fu sufficiente a fargli perdere completamente le forze così, con qualche sforzo, riuscì a rialzarsi e uccidere un Uruk che si stava avvicinando pericolosamente a Marry staccandogli prima il braccio proteso verso il giovane e poi la testa.

Una seconda freccia fischiò nell’aria colpendolo allo stomaco. Di nuovo le ginocchia del guerriero toccarono il terreno. Il respiro si fece sempre più affannoso. Fissò il lupo negli occhi che ricambiò il suo sguardo. La bocca della bestia si stiracchiò in un sorriso. Un nome gli balenò nella testa: Alphard. Ebbe paura. Non per se stesso, doppiamente ferito a morte; non per i due piccoli hobbit che combattevano senza speranza; bensì per Lillith, la sua adorata, dolce Lillith. Questo pensiero lo spinse a rialzarsi  e a continuare a combattere.

Una terza freccia fischiò colpendo nuovamente Boromir in pieno petto. Anche questa volta cadde, ma non riuscì a recuperare nemmeno un pizzico di forza per alzarsi ancora una volta. Le forze scemavano, la vitalità lasciava i suoi muscoli intorpiditi. Alphard si avvicinò. Sì erano molto simili, erano fratelli. Ma boromir ne era sicurissimo, non avrebbe mai provato l’impulso di salvare lui. Lillith era fredda non provava niente, Alphard era malvagio provava odio.

“E’ mia!” Disse una voce cattiva nella mente di Boromir.

Il lupo si allontanò di corsa, lasciando che l’Uruk finisse il suo lavoro.

L’orco aveva già incoccato la quarta freccia, ma proprio in quel momento sbucò dagli alberi Aragorn, che riuscì, in qualche modo, a uccidere l’arciere. Boromir intanto si era sdraiato appoggiando la testa su una grossa radice che dura spuntava dal tappeto di foglie.

Il ramingo si avvicinò al suo amico morente, che si era accasciato completamente a terra.

“Ho cercato di prendere l’anello a Frodo e non sono riuscito a salvare i due piccoletti. Mi dispiace, ho fallito!”

“Hai combattuto con onore, forza e coraggio.”

“Coraggio? Il coraggio è morto quando ho perso la speranza. Mi era rimasta solo Lillith, ma il desiderio di proteggerla non va d’accordo con il mio onore.”

“No, non è vero, la speranza non è morta e tu sei ancora un uomo d’onore.”

Boromir sorrise.

“Tu, invece, non sei mai stato un semplice ramingo. Sei l’erede di Isildur, sei il mio re. Salva da Sauron il nostro popolo e proteggilo da sé stesso. Stai in guardia da mio padre, è un brav’uomo ma le disgrazie gli hanno divorato la coscienza. Fidati di Faramir, lui non è come il fratello maggiore o il padre, è giovane e accorto.”

“Te lo giuro e ti prometto che veglierò anche sulla lupa.”

Il sorriso del morente si spense e dai suoi occhi spuntarono delle lacrime di rabbia.

“Non puoi farlo!”

In quel momento arrivò Lillith. Si sdraiò accanto al corpo del suo amato leccandogli le tempie e guaendo.

Boromir non riuscì a comunicare con lei usando la mente e fu costretto a parlare.

“Continua il tuo cammino a fianco del re di Gondor, fin dove ti sarà permesso.” Sussurrò il guerriero,  poi sentì il bisogno di giustificarsi davanti a lei e aggiunse:

“ Non ero d’accordo con te. Non è giusto! Ma sono contento che sia stato tuo fratello e non tu a impedirmi di ostacolarti.”

Gli occhi di Lillith si infuocarono dalla rabbia a sentire quella parola.

“Ti amo, mia piccola, dolce, tenera Lillith. E questo anche se non sei umana!” Con queste parole Boromir esalò il suo ultimo respiro.

Aragorn gli chiuse pietosamente gli occhi. Lillith, alzatasi in piedi, alzò il muso verso il cielo coperto da un tetto di rami e foglie. Ululò con tutto il fiato che aveva in gola, dando voce al grido del suo cuore che dopo molto tempo era tornato a battere.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Pluma