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Autore: Medy    29/04/2012    1 recensioni
Sirius Black, ormai diplomato e quasi Auror non ha abbandonato i suoi modi irresponsabili da vero malandrino. Re delle notti folli , non è intenzionato a sacrificare la propria libertà.
Anche se un incontro forse cambierà la sua intera visione delle cose. Due occhi, profondi, capaci di arrivare a quell'animo che sembra irraggiungibile. Quel sorriso che tocca il cuore e i suoi modi di fare , saranno il Mix perfetto per gettare l'erede dei Black K.O. . Dolce come un Muffin, delicata come un sufflè, forte come il cacao, questo nuovo personaggio entrerà nella vita di Sirius come un uragano. Anche lei sarà coinvolta in qualcosa di troppo grande, che condurrà Sirius a prendere una delle decisioni più difficili e dolorose .... Ambientata nella OLD GENERATION, ritorno con una nuova FF...SPERANDO DI COLPIRVI E INCURIOSIRVI!! Baciii!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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-Wonderful Life is while you’r in the World-
-Tenth Chapter-
 

 
La Luna scintillò fieramente all’imbrunir della notte. Un manto stellato fece sfondo alla cerimonia quasi giunta a termine. Le luci fioche delle candele resero l’atmosfera pacata e tranquilla. La musica si spense pian piano, e pian piano il prato si svuotò, lasciando solo alcuni invitati intrattenersi per gli ultimi saluti. James e Lily, stanchi da quella giornata giunta al suo termine, non trovarono nemmeno più la forza di salutare gli ultimi amici che uscirono di scena. Angy, con i piedi doloranti, si incamminò in cerca di Sonya, sparita molte ore prima. Non aveva notato la sua assenza fino ad allora, rapita dal bel giovane, che per gran parte  di quella giornata aveva ballato con lei, e le era stato accanto. Alcun discorso complesso aveva caratterizzato la sua compagnia, ma solo deboli silenzi e poche parole.
Angy si alzò, e , liberando i piedi doloranti dalle scarpe troppo alte, si incamminò in cerca dell’amica. I         l prato pizzicava, ma la frescura umida era piacevole.
Lo spazio era enorme, e trovare Sonya, ovunque lei si fosse cacciata, sarebbe stata un’impresa impossibile.
“Cerchi Sonya?” Lily , aveva visto Angy spaesata, in cerca dell’amica e l’aveva raggiunta. Il volto era una maschera di stanchezza, e i capelli, dopo un ‘intera giornata tenuti legati saldi alla nuca, adesso le ricadevano morbidi, finalmente liberi. Angy si voltò verso di lei, e notò con piacevole sorpresa , che anche lei era scalza.
“i tacchi rendono la vita difficile a tutti…” Constatò Angy, guardando i piedi nudi di Lily.
“Purtroppo si…è un odio amore che ci lega a loro…” si sorrisero allegramente, come due amiche di vecchia data . Angy , fin da quando aveva avuto il piacere di incontrarla, aveva sentito verso di lei un Feeling , dimostratosi reale. Parlare con lei era piacevole, e ogni suo atteggiamento, e modo di essere, rispecchiavano una personalità forte e determinata, ma anche una dolcezza e bontà rare.
“Non riesco a trovare Sonya, è completamente sparita. Le volevo dire che sarei ritornata a casa con Sirius…e…” Pronunciò per la prima volta quel nome senza sputarlo velenosamente, senza accompagnarlo da un tono di rimprovero o una smorfia. Lily sorrise , nel notare il leggero rossore comparire sulle guance della giovane amica.
“Sonya è con Billius, un fratello di un nostro caro amico, quindi posso assicurarti che è in buone mani. Sono appena andati via. “Lily aveva visto Sonya cinguettare con Billius Weasley tutto il giorno. Avevano ballato e bevuto insieme , avevano deciso di prolungare quella compagnia anche al di fuori del ricevimento. Il sorriso di Lily fu rassicurante, e lo sguardo di Sirius, ancora di più Sarebbe potuta tornare a casa con il cuore tranquillo, senza temere l’ira dell’amica scatenarsi su di lei.
“Ottimo…Cioè volevo dire…”
“So bene cosa volevi dire… Grazie ancora per la splendida torta…. Buona notte, ti porterò un regalino dall’egitto”. Lily l’abbracciò amorevolmente, le scoccò un tenero bacio sulla guancia e raggiunse nuovamente suo marito, che la prese per mano e le dedicò un ultimo ballo. Sirius , salutò gli amici e la raggiunse.
“Andiamo?”. Chiese lui, ricevendo come risposta un leggero cenno del capo, e in un attimo, senza che lei potesse rendersene conto, era persa in strada con Sirius, che le camminava accanto silenziosamente. C’era un leggero vento, era piacevole e fresco, primaverile. Un leggero profumo di fiori di campo li raggiunse. Angy trovò la cosa alquanto insolita, mentre Sirius, non mostrò alcun segno di stupore.
“La mia moto è li…” Il silenzio fu rotto dalla sua voce, pacata e calma, calda e dolce. Incredibilmente diversa da quella che utilizzava di solito. Guardò il punto indicato dal giovane, e per un attimo sembrò intimorita da quella moto enorme e lucida che mostrava impertinente tutta la sua potenza. Non aveva mai visto una moto del genere, era diversa, come diverso sembrava il proprietario.
“Andiamo in moto?”
“Non ti va?”. Chiese lui, fissandola dritto, nel punto dell’anima, nel punto in cui si viene colpiti di più.I suoi occhi sembravano brillare dalla luce della luna, era come se in quel momento una lucentezza diversa avvolgesse entrambi, mostrandoli diversi agli occhi gli uni degli altri.
“Si, certo…” Rispose frettolosamente lei. Sperando di non essersi mostrata troppo fragile.
Senza esitare un attimo il malandrino montò sulla sua “bellezza” e solo quando sentì un lieve peso alle spalle, motè far sentire la voce di quel gioiellino, che rombò fieramente. Angy si sentì sollevare leggermente, per poi risentire nuovamente il terreno sotto le scarpe. Sirius si gettò una mano nei folti capelli corvini , acquistando maggior fascino, e rivolgendole un ghigno, che fece lo fece ritornare nuovamente Black diede gas alla sua moto, e in un attimo Angy si sentì un vuoto allo stomaco, le gambe tremarle e rendersi leggeri. Il vento le tagliava il viso e la vista si sbiadì. Erano tra il traffico notturno, sfrecciarono tra le auto, scansando agilmente tutto ciò che si pose tra loro e la strada. Strinse il corpo di Sirius, sentendo i muscoli flettere sotto lo sforzo di portare quel “mostro”. Il Gilet in maglina era ispido sotto il tocco delle sua mani, e il profumo la colpì, inebriandola.
“Non dirmi che hai paura”. La voce di Sirius la distrasse per un attimo. La raggiunse distorta .
“No…”Mentì lei. Era fin troppo orgogliosa per ammettere di essere tremendamente impaurita. Quella moto sfrecciava troppo velocemente e lei temette più volte di cascare giu. Lui rallentò, avendo notato la nota tremante nella sua voce.
“Dove dobbiamo arrivare?” Chiese lui, notando di non conoscere la strada di casa. Angy non gli aveva spiegato dove lei abitasse, e nonostante lui fosse un gran Mago, non era ancora in grado di leggere nella mente. Forse non lo avrebbe mai fatto. Non conoscere a fondo le persone, scoprirle piano, senza inganni e senza trucchi era la parta più interessante in un rapporto. Angy per lui era una sorpresa, una nuova scoperta ogni giorno, e se avesse solo conosciuto un solo pensiero di lei, ogni cosa non avrebbe avuto più bellezza. Ogni attimo sarebbe stato prevedibile e uguale agli altri. Abbandonare la magia era utile, utile per rendere quella vita più gustosa.
Angy titubò per qualche minuto prima di indicargli la strada. Temeva , temeva quel cambio di atteggiamento nei suoi confronti. Era stato fin troppo dolce per tutto il giorno. Non le aveva rivolto battutine sprezzanti o ironiche, non aveva fatto il casca morto con l’amica ed era stato gentile con lei e gli altri. Forse l’aria da matrimonio non lo faceva ragionare con la sua solita testa. O forse era solo una nuova tattica per arrivare a qualcosa di impossibile. Perché, nonostante lei provasse una forte attrazione fisica nei suoi confronti, non gliela avrebbe mai data vinta, un po’ per orgoglio, un po’ per presunzione e un po’, dovette ammettere amaramente , per paura. Forse quella era la forza maggiore, che incideva su tutto. La paura, paura di essere ingannata. Ingannata da un comune mortale, ingannata da un comune ragazzo che riusciva a mutare con una rapidità sconcertante.
Il vento che le ronzava alle orecchie non le permisero di ascoltare ciò che disse Sirius. Non rispose, ma si strinse più forte a lui, che accelerò ancora, e ancora, fino al punto di non sentire più nulla. La testa sembrava immersa nell’acqua, tutto intorno a lei era ovattato, e la testa leggera, come tutto il resto del corpo. Non seppe quanto tempo rimase con quella sensazione, ma solo quando senti il corpo abbandonare la pressione e le gambe ritornare pesanti, capi di essere arrivata a destinazione.
 
“Allora tu vivi qui?”. Sirius e Angy raggiunsero l’ingresso della rustica e piccola casa. Il quartiere residenziale era tranquillo, e le case erano tutte uguali, conferendo a quel posto un aria seria e cupa. Nussun rumore sembrava provenire dalle case circostanti. C’era un silenzio intorno che metteva inquietudine e forse noia.
“Purtroppo si…” Esclamò lei, rimanendo sul cipiglio della porta. Le chiavi tra le mani, e il viso basso. In quel momento, per la prima volta , stava mettendo a nudo una sua parte di vita. Nessuno era arrivato mai ad accompagnarla fino a li. Lei non aveva mai permesso a nessuno di intromettersi nella sua vita in modo cosi brusco e profondo. Il bistrot era il luogo che lei amava presentare, la sua parte di vita che preferiva di più. Ma non la sua casa. Il luogo dove lei si rifugiava, il luogo dove lei metteva tutto e tutti fuori, per rifugiarsi da sola. Sirius rimase a fissare il luogo che lo circondava, era incuriosito, era attratto da quel luogo spoglio. Poi si voltò per rivolgersi ad Angy e per un attimo non seppe che fare. Quella parte gli era familiare. Giungere fino fuori la porta di casa, per poi entrare e gettarsi nell’intimo della padrona. Gettarsi tra le coperte e dedicarsi pienamente ai piaceri. Ma in quel caso non vide la necessità di provarci, o almeno gia era consapevole di un rifiuto. Non lo avrebbe sopportato, non avrebbe potuto sopportare un affronto del genere. Ma non era tanto sicuro che quello fosse il motivo reale. Era davvero convinto di non voler provare solo per non rischiare in un rifiuto e rischiare in un affronto mai subito prima? O la tua titubanza, il suo non tentare verso quella strada, era dato da qualche altra cosa?. Fissò Angy, lo sguardo basso era imbarazzato. Quel giorno lui non aveva dovuto affrontare la Angy del Bistrot. Quella arrogante, che non mancava mai di metterlo K.O , quella che aveva sempre la risposta pronta e sempre il volto corrugato dall’indignazione. Quel giorno Sirius Black aveva affrontato Angy, solo Angy. Aveva ballato con la ragazzina timida, incapace di reggere ad un suo sguardo. La ragazzina intimorita dalla velocità della sua moto e adesso, intimidita da lui. In quel momento stava mostrando la sua parte fragile, che sicuramente teneva sempre ben nascosta. I ricci, rimasti liberi, le ricadevano sul viso, non lasciando la possibilità di guardarla , non lasciando la possibilità a Sirius di ammirare quel volto, che adorava guardare. Le scostò dolcemente quei ricci ribelli, e lei di scatto alzò lo sguardo, fronteggiandolo. Gli occhi stroncarono ogni gesto. Quegli occhi visti per la prima volta mesi prima, visti dopo un po’ tra la gente e visti quella sera, gli unici tanto belli da attirarne l’attenzione, gli unici tanto belli da paralizzarlo completamente.
“Buona notte…” Sussurrò piano Sirius, non sapendo cosa altro dire. Si staccò subito da lei, e impacciatamente le strinse la mano. Angy non potè non sorridere. Una stretta di mano come saluto finale di quella sera, dopo che lui le aveva dedicato sguardi con messaggi completamente differenti. Dopo che aveva tanto desiderato accompagnarla a casa, dopo che le aveva toccato il viso con un desiderio che lei aveva percepito solo al tocco, dopo tutto ciò…Sirius Black si congedò con una stretta di mano. Angy non riuscì a non pensare quanto fosse strano.
 
 
 
 
                                                       *******
 
 
 
 
“Ehi, pss…Sirius…” Il docile malandrino, chino sugli innumerevoli documenti di quella giornata, alzò lo sguardo per incontrare quello di James che dall’angolo della porta  dell’ ufficio, aveva attirato la sua attenzione. Era passata una  settimane dal matrimonio, e il viso di James era abbronzato, segno del viaggio di nozze trascorso in Egitto , durato troppo poco a causa di alcuni problemi legati al lavoro.
“Che ci fai qui?”. Sirius guardò torvo l’amico, credendo di non rivederlo fino a fine giornata. Gran parte degli Auror erano usciti in perlustrazione, lasciando gli altri a godersi la tranquillità e nel caso di Felpato, la noia dell’ufficio.
“Vieni…. Muoviti”. Gli fece cenno di seguirlo e la luce negli occhi fece presagire a Sirius che il suo caro e vecchio amico aveva in mente qualcosa . Senza fare storie abbandonò la sua postazione e lo seguì. Sembrò essere ritornati ad Hogwarts, al tempo in cui erano soliti sgagliattolare nelle cucine e rubare il cibo sotto gli sguardi indignati degli elfi del castello.
Si muovevano di soppiatto, aderendo al muro e nascondendosi ad ogni passaggio sospetto. Sirius non aveva la più pallida idea di cosa James avesse in mente, ma era elettrizzato comunque. Camminarono ancora per un po’, per giungere infine all’ufficio di Moody. Sirius si aprì in  un sorriso raggiante. La questione era seria e pericolosa, e lui amava trovarsi in situazioni del genere.
“Moody non c’è, ma è impossibile entrare nel suo ufficio, però guarda li…” James parlava con un filo di voce, in modo da non attirare l’attenzione di nessuno, oltre quella del complice. Indicò  una piccola finestra, posta sulle proprie teste. Oggetto inisuale, ma che avrebbe giovato i due malandrini nella loro opera. Sirius afferrò a volo ciò che James aveva intenzione di fare. Voleva infiltrarsi nello studio di Moody, il motivo era oscuro, ma l’idea geniale.
James non dovette parlare, non dovette aggiungere altro. Aiutò Sirius a raggiungere quel piccolo sbocco. Il fisico asciutto di Felpato gli permise di entrare senza problemi, e una volta entrato, aiutò anche l’amico , che trovò un po’ più di difficoltà.
“Ho messo su qualche chilo…” Ammise , toccandosi la piccola pancia, risultato di una settimana all’insegna del Relax e divertimento.
“Perché siamo qui?” Domandò Sirius, guardandosi intorno e non notando nulla che potesse attirare la sua attenzione. L’ufficio di Moody era spoglio, solo qualche oggetto oscuro era messo a ricoprire le pareti. La scrivania non mostrava foto o quant’altro. Nulla in particolare fu notato da Sirius .
“I tuoi occhi ti ingannano…. C’è qualcosa di davvero importante qui….” Gli occhi di James si illuminarono, e , dritto , senza esitare, si diresse verso un piccolo mobiletto lucido. Non ci volle molto per aprirlo e per mostrare una lucida e allettante bottiglia in cristallo contenente un liquido rossastro. Sirius guardò James incredulo
“Vuoi prendermi in giro?”. Esclamò lui sperando che la risposa di James avesse rivelato la vera forza di quella bottiglia. Sperò per un attimo che fosse un potente veleno proibito o che magari una qualche pozione capace di potenziare la magia di qualunque l’avesse bevuta.
“è Vino! Il vino più buono e raro del mondo…” Le parole di James lo colpirono in pieno. Non poteva essere solo quello il motivo per cui si trovavano li. Sirius scoppiò a ridere, una risata stizzita e allegra .
“No, Ramoso…Non posso pensare che siamo venuti qui solo per del Vino Babbano”
“Per cosa altrimenti? Tra un po’ è Natale, e voglio conquistare i miei suoceri con una buonissima bottiglia di Vino!”. James osservò quella bottiglia come oro, sembrava avesse del l’oro liquido tra le mani .
“E non potevi comprarlo? Ci sono migliaia di Enoteche in tutta Londra e tu decidi di rubarla a Moody?”. James si voltò verso Sirius che piegato in due, non smetteva di ridere a crepapelle. James si sentì uno sciocco e si unì a quell’ilarità dovuta alla sua sciocchezza.
“La verità è un'altra…” aggiunse Ramoso, poggiando la bottiglia alla scrivania . Sirius si fermò, non appena vide l’espressione di James, mutare in un secondo.
“Volevo solo fare l’ennesima schiocchezza con te…” Sospirò lui, ritornano ragazzino. Ritornando il ragazzino di undici anni che aveva designato Sirius come suo fedele compare, degno di affiancarlo nelle sue marachelle da Malandrino. Sirius sorrise dolcemente a quell’amico.
“Ehi , non fare il sentimentale con me!” Scherzò lui sperando di allegerire l’atmosfera. James sembrò oscurarsi, come se tormentato da qualcosa.
“Sirius ho un presentimento da alcuni mesi…” Confessò lui, guardando l’amico.
“Hai paura di perdermi?” Cercò di sdrammatizzare la questione che si stava appesantendo ancora di più. Lo sguardo dell’amico era cupo, non lo aveva mai visto in quel modo. Era troppo serio, cosa mai accaduto in James.
“Non scherzare Sirius…Ho un presentimento che qualcosa di brutto dividerà i malandrini. Non né ho parlato nemmeno con Lily, per paura di allarmarla. Ma riguarda anche gli atteggiamenti di Peter…è strano. È schivo nei nostri confronti. Sembra  che non vogli essere più nostro amico. Sembra aver dimenticato tutto ciò che abbiamo passato , tutto ciò che abbiamo condiviso…” . James sembrava davvero preoccupato. Quella preoccupazione se l’era portata dentro per troppo tempo, senza mai rivelare ciò che gli tormentava i pensieri. Ma adesso, con il riaffiorare l’adrenalina dei malandrini, sembrò essersi liberato. Anche Sirius aveva notato ciò che aveva notato l’amico. Peter da diversi mesi non era più lui. Partecipava sempre di meno alle “riunioni” lunari degli amici . Stava sempre di meno in loro compagnia, e la decisione di cercare un lavoro diverso da loro lo aveva insospettito fin da subito. Anche Remus lo aveva fatto, gettandosi nel campo dell’insegnamento, ma per quanto riguardava Peter era diverso. Lui aveva sempre fatto tutto ciò che Sirius e James avevano fatto. Li aveva sempre imitati, anche se scarsamente . E adesso, invece, sembrava averli ripudiati come amici e come idoli.
“Peter è sempre stato strano… forse ha trovato la sua vera strada e vuole dividersi da noi solo per una questione di orgoglio. Non dimenticare che ai tempi di Hogwarts Peter è stato un po’ maltrattato …. E adesso vuole una rivalsa. Ma i Malandrini non possono dividersi, per nulla al mondo! Siamo eterni” James si perse a fissare quella bottiglia che ancora stringeva tra le mani, forse aveva ragione Sirius. Come sempre. Forse quel cambiamento visto nell’amico era solo dovuta al fatto che stavano crescendo e Peter come gli altri, aveva deciso di staccarsi da loro solo per una trovare una propria di strada, ma non per questo li avrebbe lasciati.
“Forse hai ragione tu..” Concluse lui, riponendo nuovamente la bottiglia nel mobiletto aperto poco prima. Ma rimase chino , con la testa immersa nel cunicolo. Sirius si avvicinò.
“Trovato qualcosa?” Chiese lui, sperando di vedere l’amico riemergere con qualcosa di interessante tra le mani. Speranza che si rivelò . James aveva tra le mani alcuni fascicoli ben siggillati.
“Cosa sono?” Chiese il malandrino poggiando quelle scartoffie sul banco lucido della scrivania. Sirius non volle esporre ipotesi o congetture, passò subito agli atti, e senza preoccuparsi che magari quel loro gesto li avrebbe gettati fuori definitivamente dal gruppo Auror, con il tocco della bacchetta distrusse i sigilli che tenevano chiusi i fascicoli e si ritrovarono a leggere informazioni riguardanti un loro vecchio “AMICO”.
“Da quando Moody si interessa di Mocciosus?”. Sirius percorse con lo sguardo tutte le informazione raccolte su di lui, dalla nascita, al primo soggiorno ad Hogwarts, da quando aveva abbandonato sua madre a quando aveva deciso di unirsi al gruppo dei Mangiamorte e servire Voldemort.
“Questo bastardo! È un mezzosangue  e si permise di insultare Lily al quinto anno…” James fu sorpreso di quella notizia. Fu sorpreso di scoprire che il caro Mocciosus, che per anni aveva fatto sfoggio del suo talento e della sua presunzione, era figlio di un Babbano e di una strega, e che nonostante ciò , non si era fermato ad insultare e ferire profondamente Lily, che allora era la sua unica e vera amica. Le sue origini non erano motivo dell’odio che Sirius e James provavano nei suoi confronti.          Loro due , a sua differenza, non avevano mai dato un peso ai discorsi sciocchi di Sangue e di origini, nonostante entrambi provenissero da antiche famiglie di maghi.
“Mi hai ricordato che devo staccargli la testa dal collo a questo schifoso…” Esclamò Sirius ricordando l’attacco ricevuto da Piton e Malfoy qualche mese prima.
“Ma se hanno tutte queste informazioni su Piton , perché non si mobilitano a catturarlo e sbatterlo ad Azkaban”La domanda di James fece sorgere nuovi dubbi ad entrambi. Dopo che Sirius fu attaccato violentemente, Moody aveva dichiarato apertamente che erano con le mani legate, perché non avevano alcuna informazione su dove fosse nascosto Piton e gli altri seguaci di Voldemort. Anche i continui attacchi da parte di questi non potevano essere sventati a causa del fatto che non sapevano dove fossero lui e gli altri.
“Dovremmo chiederlo a Moody…Anche se dubito che ci darà una risposta ovvia” Esclamò Sirius. Si guardarono per un attimo, come per scambiarsi i pensieri, ma quel momento di riflessione fu interrotto dallo schioppettare del camino , che avvolse la stanza in fiamme verdi, dalla quale uscì Moody con il viso paonazzo di rabbia.
“Black, Potter” Urlò lui, facendo sobbalzare i due malandrini. Era stato come un tuffo nel passato, in qui quei nomi erano sulla bocca di tutti.
 
 
“siete due polli “ Tuonò il capo Auro, strappando dalle mani di James quei fascicoli, e facendoli sparire. Aveva il viso contratto in una smorfia di rabbia. Sirius cercò di astenersi nel scoppiare a ridere, e con lui anche James. Il volto di Moody era una maschera orripilante, ma un qualunque movimento di mascelle e labbra, avrebbe peggiorato la situazione .
“Siete entrati nel mio ufficio e credevate di passarla liscia? Nel momento in cui i vostri piedini sono poggiati su questo pavimento, un allarme silenzioso è scattato e mi ha avvertito della vostra intrusione…Cosa pensavate di fare eh? Perché siete entrati?”. La voce, che tra l’ironico e l’infuriato, raggiunse anche i corridoi esterni attirando l’attenzione degli altri funzionari del Ministro che ebbero la sfortuna di passare in quella direzione e imbattersi nelle urla del capo Auror.
“Black hai peggiorato la tua posizione!! Mi trovi con le mani legate, sai che non c’è clemenza in questo lavoro. Devo sospenderti del tutto”
“NO”Tuonarono in contemporanea Siriu e James. Moody aveva il viso duro, ed entrambi capirono che questa volta l’avevano davvero combinata grossa e non se la sarebbero cavato solo con una punizione o con un semplice rimprovero.
“Mi trovo costretto ad agire in questo modo…” Moody sembrò dispiaciuto quanto loro. Sirius aveva una mente brillante, ma tale mente non veniva mai utilizzata in modo corretto. Era un genio che utilizzava le sue capacità in sciocchezze. Perdere un componente del genere era un rischio anche per lui. Ma forse, tenerlo fuori per un po’ , gli sarebbe servito per rimuginare su quel comportamento infantile che doveva lasciare.
“Moody lei non può!” Esclamò Sirius , tornando ad essere serio. Questa volta nessun sorriso comparve sul suo volto, perché non c’era nulla di divertente a provocarlo.
Moody scosse il capo. James si sentì colpevole, era causa sua se l’amico stava rischiando il lavoro.
“Moody. È stata colpa mia… Io sono entrato qui, Sirius non c’entra nulla” James intervenne, sperando di migliorare la situazione e di beccarsi una lieve punizione, portando Sirius fuori da qualsiasi coinvolgimento.
“Non fare l’eroe Potter… Black deve imparare e deve capire che non stiamo più ad Hogwarts e io non sono Silente” . Quelle parole gli furono ripetute per l’ennesima volta. Non mancava mai Moody a ricordarglielo. A ricordargli che lui era arrivato li solo grazie a Silente, e non certo per il suo comportamento. La disciplina era ciò che contava davvero in un mago, non solo il talento.
Improvvisamente il camino sguizzò nuove fiamme verdi e nell’ufficio di Moody fece il suo ingresso Kingsley Schaklebolt. Il viso era una maschera di terrore e gli abiti erano in vari punti bruciati e strappati.
“Alastor, abbiamo bisogno assolutamente di rinforzi. Riunisci più uomini che puoi. C’è uno scontro in corso … Voldemort ha attaccato, e …. “ Deglutì con forza. Non ci fu bisogno di ulteriori spiegazioni. Ciò che stava accadendo era qualcosa di davvero rischioso e pericoloso. Moody annuì e lasciando perdere ciò che aveva detto pochi secondi prima , ordinò James e Sirius di raggiungere il luogo insieme a Kingsley. Il loro intervento sarebbe stato d’aiuto. I due giovani malandrini non se lo fecero riperte due volte e si smaterializzarono per raggiungere la battaglia.
Lo scenario che i loro occhi incontrarono fu raccapricciante. Gli auror erano stati in grado di isolare la battaglia e traferirla fuori la città Si trovavano in un bosco. Ma non c’era solo erba , ma molti corpi distesi, con occhi sgranati e sguardo vuoto. Lo stesso sguardo che Sirius aveva visto in quella donna, tirata fuori dalle macerie. Poco lontano si sentivano le risate di scherno dei mangiamorte, e Sirius ne riconobbe una in particolare. Sua cugina, Bellatrix Lestrange , era in prima linea, con bacchetta alla mano e sguardo omicida. Vide Franck Paciok, che abilmente le teneva testa. James e Sirius non esitarono un attimo e si gettarono nella battaglia. L’adrenalina iniziò a salire, il cuore palpitava velocemente e la paura di morire si fece pesante ma non abbastanza da frenarli. Forse proprio quella paura fu la leva che permise ai due Malandrini di riuscire a farsi largo, e a farsi valere tra la lotta. Con la coda dell’occhio Sirius vide Remus, che duellava a pochi metri da lui, con Antonin Dolov. Si voltò alla sua destra e vide James, lottare con Mcnair e lui, che si ritrovò di fronte a colui che mai , avrebbe voluto affrontare. Occhi simili ai suoi lo fissavano spietati. Bacchetta alla mano e nessuna traccia di gioia dipinta sul volto. Suo fratello Regulus era di fronte a lui, pronto a combattere, pronto a dimenticare il legame fraterno e di sangue che li univa. Quel sangue che Sirius aveva ripudiato, quel sangue dimenticato , quel sangue che avrebbero versato quel giorno.
“Avada Kedavra” La voce lo raggiunse in tempo, Sirius si scansò e si rifugiò dietro ad un albero. Per poco, il suo lato sentimentale , stava per fregarlo.
“Non nasconderti fratellone” La sua voce era fredda , glaciale, colma di odio. Il cuore di Sirius inziò a battere forte , troppo. Non aveva mai pensato di combattere con suo fratello. Forse l’unico rimpianto di una vita passata lontano da casa, lontano da lui.
Strinse la bacchetta e armandosi di coraggio, uscì allo scoperto.
“Non mi nascondo, fratellino. Sono qui per combattere”. Rispose lui, armandosi del suo solito ghigno.
“Crucio” Regulus dimostrò nuovamente la sua mancanza di umanità.
“Protego” Sirius evocò uno scudo che lo protesse dalla maledizione senza perdono lanciatagli da suo fratello. Ma non aveva intenzione di nascondersi , lo avrebbe affrontato, e lanciò un incantesimo che lo scaraventò lontano, Sirius lo raggiunse e iniziarono a duellare. Sirius evocò l’ardemonio, una frusta di fuoco uscì dalla sua bacchetta e iniziò ad attaccare Regulus. Una rabbia pervase ogni fibra del suo corpo, una rabbia verso quel fratello che aveva visto mutare . Aveva perso un fratello a causa di altri, a causa di quell’uomo che si era proclamato come l’erede di Salazar Serpeverde e che aveva sentito il dovere di cancellare dal mondo la razza impura, e far governare i Purosangue. Stava combattendo con l’unica persona che aveva amato davvero, incondizionatamente, e che adesso provava per lui un odio che superava ogni limite.
Un urlo lo distrasse, Remus giaceva a terra con il braccio e il volto sanguinante, era stato colpito.
“Remus…” Urlò Sirius, pregano Merlino che lo rispondesse. Sperò che non fosse morto. Sperò di non dover cadere l’amico. Lo sguardo di Remus lo rassicurò, ma gli procurò un taglio sotto lo zigomo. Regulus  aveva cercato di colpirlo, mancandolo, essendo stato confuso da James , che dopo essersi disfatto del suo avversario, si era fiondato in aiuto degli amici.
“Sirius, ci penso io a Remus” Esclamò Ramoso, raggiungendo l’amico ferito. Sirius ritornò ad occuparsi di Regulus che barcollante si appoggiò ad una quercia.
Sirius si fiondò su di lui, e gettando la bacchetta sull’erba si fiondò sul fratello e iniziò a ricoprire la sua faccia di pugni. Non si rese conto della rabbia che stava scatenando in quel momento. La rabbia di essere stato costretto ad affrontare suo Fratello.
“Regulus, cosa cazzo hai in mente? Cosa cazzo hai in mente” Non smetteva di porgli quella domanda, ma la risposta gli importava poco , quella domanda era rivolta a se stesso, voleva capire perché il fratello si fosse gettato in quella mischia, perché lui avesse scelto quella strada. Perché era stato costretto a  perdere un fratello. Ciò gli faceva più male, la perdita di suo fratello. Quel fratello che non aveva mai smesso di proteggere, quel fratello che aveva amato e che aveva sempre sperato di stare accanto, per non smettere di proteggere come da bravo fratello maggiore. I pugni ricoprirono di sangue il viso di Regulus, che pian piano perse il suo sorriso di scherno, per trasformarsi in una maschera di dolore.
Gli occhi di Sirius iniziarono a bruciargli. Le lacrime, che a forza tenne ferme, cercarono di attraversare il suo viso, ma lui non lo permise. Non avrebbe pianto, non avrebbe mostrato la sua fragilità. NO!.
Si staccò da lui solo quando sentì uno scoppio alle spalle, e vide Piton avventarsi su Remus ferito e James. Quel viscido non l’avrebbe scampata. Si mutò in cane e saltò per azzannare Mocciusus. Aveva il suo braccio tra le fauci ,e nemmeno quando sentì il sapore del suo schifoso sangue , lo lasciò. Gli avrebbe staccato il braccio, per poi passare alla testa. Ma Piton Riuscì a liberarsi da quella presa, e con il braccio sanguinante sparì.
“Sirius, andiamo, hanno bisogno di noi..” Sussurrò James accarezzando il cane, e con un Remus che si teneva a fatica in piedi, raggiunsero il cuore della battaglia.
Lily era tra i combattenti. La giovane ragazza teneva testa al marito di Bellatrix , Rodolphus. Ma ciò non fermò James a raggiungerla e a darle una mano. Anche Sirius si gettò in quel caos , e con lui Remus. Cercarono di aiutare gli altri compagni in difficoltà e sventare altre morti, ma non furono molto fortunati. Non riuscirono a salvarli tutti. Improvvisamente apparve l’uomo che aveva dato vita a tutto questo.
Sirius sentì un altro scoppio e si voltò e videro James e Lily accasciarsi insieme. Sirius e Remus accorsero da loro , appena in tempo. Improvvisamente apparve l’uomo che aveva causato tutto quello. Sirius si ritrovò a fissare gli occhi privi di anima. E il sorriso sprezzante sul suo volto.
Non esitò un attimo nell’interporsi tra lui e i suoi amici. Lily era ferita ad una gamba, e James aveva gli occhiali frantumati. Remus era pallido, per aver perso molto sangue. E l’unico in grado ancora di battersi era lui.
“Sirius Black”. La voce di Voldemort era strisciante come un sibilo di serpente e glaciale. Si avvicinò a lui, quasi come volesse attaccarlo ma si fermò. Si fermò a fissarlo.
“Quale onore? Il traditore della sua casata. Il sangue puro diventato marcio. Tuo fratello mi aveva detto della tua presunzione, ma non credevo fosse tale da permetterti di affrontare ME…VOLDEMORT!”. Sirius tenne lo sguardo fisso su quel pazzo , che rideva , era un sorriso privo di gioia.
“Ti offro gloria, fama…Unisciti a me…Diventa mio alleato…” Quella proposta fatta a molti altri, mai rifiutata. Fu Sirius questa volta a sorridere, sorrise per quelle sciocche parole.
“Nemmeno morto..” Rispose lui. Aveva giocato con il fuoco, e adesso era pronto a bruciarsi. Il viso di Voldemort si irrigidì e mostrò la rabbia di quel rifiuto. Alzò la bacchetta pronto a uccidere quel traditore.
“Tom, abbassa la bacchetta” La voce di Silente lo fermò. L’unico mago a conoscere davvero quel mostro. L’unico a chiamarlo con il suo vero nome da babbano. L’unico in grado di fermarlo. Si voltò verso di lui, e  non aggiungendo altro sparì, sparì e con lui anche i suoi fedeli mangiamorte.
 
 
 
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Sentì il campanello suonare. Era tardi, e lei dovette scendere giù dal letto per recarsi ad aprire la porta. Chi poteva essere a quell’ora, lei non era in grado di saperlo, ma comunque aprì la porta e rimase paralizzata nel vedere Sirius fermo immobile, sguardo basso e un profondo taglio che gli attraversava il bel viso. Aveva una mano insanguinata, e gli abiti sporchi dello stesso sangue. Si guardarono per un istante, e non riuscirono a dirsi nulla. Quel silenzio  durò troppo allungo. Angy non sapeva cosa fare, se farlo entrare o chiudergli la porta in faccia. Rimasero entrambi sull’uscio della porta. Poi lui fu a rompere quel momento imbarazzante. Le prese il viso tra le mani e la baciò. Quel bacio rimandato troppo allungo. Non si dilungò maggiormente, non tentò un approccio diverso. Non cercò di intrufolarsi in casa . Fu un semplice bacio. Un bacio che finì, e non attese risposta. Sirius montò sulla sua moto per poi sparire nuovamente e lasciare Angy persa in un caos di pensieri.
 
  
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