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Autore: Nuke    29/04/2012    0 recensioni
L'america è sull'orlo della crisi, la sovrappopolazione è asfissiante, ma c'è uno spiraglio di speranza.
Un'improvvisa evasione di Diclonius dai centri di ricerca Giapponesi ha costretto questi ultimi a rivelare al mondo la loro esistenza.
Queste "creature" hanno provocato la decimazione delle impreparate forze militari Giapponesi, e gli Americani hanno colto la palla al balzo, invadendo il Giappone.
Ma non sanno a cosa andranno in contro...
Alexander's Theme: Morgenstern-Rammstein
Lucy's Theme: Beauty of Annihilation-Elena Siegman
Jericho's Theme: Drop the Bombshell-Powerman 5000
FF Theme: Morgenstern-Rammstein
Genere: Azione, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Lucy/Nyuu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quartier Generale Cross, 20 Settembre 2016
-Sveglia sveglia…- Jericho aprì gli occhi, era disteso su un letto operatorio e tutto ciò che vedeva era un fascio di luce puntato verso di lui.
-Spegnete la luce, è cosciente- Il fascio svanì, rivelando agli occhi del capitano un’equipe di medici davanti a lui.
-Dove mi trovo? Mi fa male la testa- Jericho si appoggiò una mano alla fronte, poi si bloccò di colpo, “Mano?” pensò; il soldato si guardò le braccia, erano completamente di acciaio, così come le sue gambe.
-Cosa mi avete fatto?- chiese osservandosi le mani, -Abbiamo ricostruito i tuoi arti collegandoli alle tue terminazioni nervose, un lavoro perfetto, sei il nostro capolavoro- rispose orgoglioso quello che doveva essere il capo dell’equipe.
-Dovevate lasciarmi morire…- mormorò il soldato.
-Cos’hai detto?-
Jericho scattò in piedi e sfondò con un pugno il lettino medico, -Mi avete tolto la mia umanità, avrei preferito morire…-
-Sedatelo! Deve aver subito un shock!- urlò il capo equipe, e subito i suoi sottoposti si avventarono sul capitano cercando di infilargli delle siringhe piene di sedativo.
-Non toccatemi!- Jericho alzò il braccio e, senza troppo sforzo, respinse i medici, sbattendoli contro i muri della sala operatoria.
-Io me ne vado…- mormorò il capitano dirigendosi verso l’uscita, -No, tu non vai da nessuna parte, sei solo un esperimento fallito!- disse il capo equipe, poi puntò una pistola al fuggitivo, premendo il grilletto.
A Jericho bastarono due dita per bloccare il proiettile, che tintinnò sul freddo pavimento a piastrelle, poi il capitano si avvicinò al dottore, alzandolo da terra con un braccio.
-Bene, questo esperimento fallito sta per prenderti a calci in culo…- sussurrò sorridendo leggermente, poi mollò un diritto in faccia al capo equipe, facendogli sfondare il muro retrostante.
Dopo alcuni secondi di silenzio, Jericho si guardò le mani, “Ti troverò, piccolo mostro” pensò ricordandosi di Lucy.
 
20 Settembre 2016, Centro città devastato
-Non so chi tu sia, non so cosa tu voglia, ma ti invito caldamente a dirmi cosa vuoi- disse secca Lucy.
Alexander alzò le braccia in segno di resa, ridacchiando, -Oh, agli ordini, hehe, sono qui per un motivo molto semplice-
-E quale sarebbe? Prendermi in giro?-
Il ragazzo si fece serio, abbassando le mani, poi piegò un angolo della bocca verso l’alto, -Ucciderti…- mormorò.
Lucy spalancò gli occhi, giusto in tempo per vedere Alexander scattare verso di lei, poteva vederne chiaramente i sei vettori, che si diressero nella sua direzione.
-Sai, quando sono alla base, da quei simpaticoni dell’esercito…- iniziò tranquillo il ragazzo, rischiando di decapitarla con due vettori, ma Lucy si abbassò, appiattendosi per terra e bloccando gli altri quattro vettori con i suoi,  -…mi diverto a suonare il pianoforte, la mia canzone preferita è il “Lilium”, quello che stavi canticchiando prima…-
Un vettore graffiò di striscio la guancia della ragazza, -Sta zitto!- urlò lei colpendolo al volto con un vettore e scaraventandolo cinque metri più in là.
-Però, sei forte, mi ricordi tanto la mia prima ragazza, bella…- disse lui evitando di venire tranciato in due piegandosi indietro, -…combattiva…- schivò un vettore e si spostò di lato saltellando su un piede, -…e decisa, sai perché mi ha lasciato?- finì lui ridacchiando.
-Perché parli troppo!- urlò Lucy colpendolo con tutti e quattro i vettori in faccia, sparandolo a una cinquantina di metri distante, facendogli forare un palazzo.
Alexander si alzò dolorante dalle macerie, -Brava, come hai fatto ad indovinare?- chiese massaggiandosi la testa, -Non so, intuito femminile…- rispose lei cercando di colpirlo di nuovo con un vettore.
-Ora basta giocare però…- mormorò serio il ragazzo bloccando a mani nude il vettore, poi sorrise follemente tempestando di colpi Lucy, che sbattè contro un’inferriata arrugginita.
-Maledetto…- disse piena d’odio la ragazza.
-Hei, anche mia sorella mi chiamava così!-- ridacchiò Alexander, alzando i vettori, pronti a colpire.
Lucy chiuse gli occhi.
-Sarà una cosa veloce…- i vettori scattarono verso di lei, ma al posto del solito rumore che fa la carne quando viene recisa, la ragazza sentì una allegra ed irritante suoneria per cellulare.
-Oh…- disse Alexander abbassando i vettori e tirando fuori dalla tasca il suo telefono, -E’ il mio.-
La rossa si mise una mano sulla faccia.
-Ssssiiiì?- rispose allegro il ragazzo.
-Non la devi ammazzare, idiota! Ci serve viva!-
-Signor Generale! Macchebbello sentirla!-
-Taci, prendila viva e basta, ma cerca di non farglielo capire, o saprà di essere intoccabile-
-Quindi devo prenderla viva?-
Le sue parole rimbombarono nel vicolo.
Dall’altra parte del telefono, il generale guardò il soffitto rassegnato.
-Hellstern, sei un idiota-
-Ricevuto! Passo e chiudo- sghignazzò Alexander riattaccando, poi si voltò verso Lucy, ma lei era sparita.
-Hei, non è educato andarsene senza salutare!-
-Ma io…- cominciò Lucy, la sua voce veniva da un edificio dietro il ragazzo.
-Non vado…- la ragazza saltò alle sue spalle.
-Da nessuna...- alzò i vettori.
-Par…- provò a finire, ma Alexander, giratosi, la baciò sulle labbra.
Lucy scivolò a terra, pulendosi la bocca, -Che diavolo ti è saltato in testa?-
-Non lo so, un istinto- disse il ragazzo ridendo, poi prese una trave di ferro e la provò a picchiare in testa alla ragazza, ma si abbassò, scivolandogli fra le gambe e afferrando la trave da dietro, poi girò su sé stessa e scaraventò Alexander contro una parete, incastrandocelo dentro, incapace di usare i vettori.
-Hei, sono io quello che ti stende!- disse lui, dolorante.
Lucy non disse nulla, ma picchiò la trave in testa all’avversario.
-Son già bloccato qui, perché l’hai fatto?- si lamentò il ragazzo.
La rossa lo guardò per qualche secondo, poi si avvicinò al suo volto, quasi per baciarlo a sua volta, -Non lo so, un istinto-
Al posto che un bacio, Alexander si beccò un’altra botta in testa e svenne.
 
  
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