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Autore: Nuke    07/10/2011    2 recensioni
L'america è sull'orlo della crisi, la sovrappopolazione è asfissiante, ma c'è uno spiraglio di speranza.
Un'improvvisa evasione di Diclonius dai centri di ricerca Giapponesi ha costretto questi ultimi a rivelare al mondo la loro esistenza.
Queste "creature" hanno provocato la decimazione delle impreparate forze militari Giapponesi, e gli Americani hanno colto la palla al balzo, invadendo il Giappone.
Ma non sanno a cosa andranno in contro...
Alexander's Theme: Morgenstern-Rammstein
Lucy's Theme: Beauty of Annihilation-Elena Siegman
Jericho's Theme: Drop the Bombshell-Powerman 5000
FF Theme: Morgenstern-Rammstein
Genere: Azione, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Lucy/Nyuu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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20 Settembre 2016, Tokyo, zona commerciale della zona infetta, due ore prima dell’arrivo delle truppe C.R.O.S.S.
-Tiratelo giù, tiratelo giù!- urlò il sergente ai suoi sottoposti, che aprirono il fuoco sul Diclonius, un grosso uomo di mezza età, era in mezzo al parcheggio di un centro commerciale da più di due ore.
-Stupidi! Non serve a niente!- urlò l’uomo dilaniando le unità Americane con i vettori, sembrava una battaglia persa.
-Porca puttana! Fatelo fuori!-
-Impossibile signore! Devia i proiettili!-
-Avete i lanciamissili per questo! Fate fuoco!-
I soldati armati di lanciamissili si inginocchiarono, puntando le loro armi contro l’uomo.
-Fermi! Aspettate il mio ordine!-
Il Diclonius accartocciò una jeep dell’esercitò e la scagliò contro una squadra di soldati, riparata dentro un fast food.
-Ora!- sbraitò il sergente.
Un boato risuonò nel parcheggio, mentre i pezzi del Diclonius piovevano dappertutto, neanche i suoi vettori avevano potuto bloccare così tanti missili in una volta sola.
-Che schifo!- urlò un soldato pulendosi il casco da chissà che parte del corpo del Diclonius.
Il sergente si avvicinò a quella che doveva essere la testa del bersaglio, poggiandovi una mano sopra.
-Quanti ancora dovremo ammazzarne?- si chiese.
Un soldato sopraggiunse ansimante, -Signore! Ce n’è un altro!-
-Merda! Quanto distante?-
-Signore… lei è già q…- la testa del soldato si separò da corpo con un getto di sangue, cadendo alcuni metri più in là.
Il sergente spalancò gli occhi, ritrovandosi davanti una ragazza sui diciotto anni, lunghi capelli rossi e occhi fiammeggianti, che lo fissavano.
-Chi diavolo sei?- chiese il soldato estraendo la sua calibro .45.
La Diclonius non rispose, cominciando a canticchiare un motivo lento e malinconico.
-Smettila!- urlò il sergente scaricando il caricatore sulla ragazza, ma il colpi cadevano a terra come mosche prima di toccare il bersaglio, che continuava ad avvicinarglisi senza sosta.
-Maledizione!- urlò il militare alzandosi e correndo verso il cadavere di un soldato smembrato per recuperare un fucile anticarro.
-Ferma questi!- Urlò premendo il grilletto.
La Diclonius spalancò gli occhi e si piegò indietro di scatto, evitando il colpo.
“Dannazione, è veloce!” pensò il sergente esplodendo un altro colpo.
-Non vedi che è inutile?- mormorò la ragazza piegando la canna del fucile con un vettore.
-Inutile un cazzo!- il militare colpì con il calcio del fucile il volto della Diclonius, scaraventandola a terra.
-Non è ancora nata la persona che ucciderà James Harper!- il soldato estrasse il suo coltello e lo calò sulla gola della ragazza, ma la lama venne bloccata da qualcosa di invisibile, -Vuoi giocare a braccio di ferro? Eh?- James spinse con tutta la sua forza, cercando di affondare la lama nella carotide della nemica.
Il sergente sbarrò gli occhi, mentre la sua mano volava a diversi metri di distanza.
-Aaaah! Maledetta!-
-Sei coraggioso, ma stupido come gli altri…- la rossa socchiuse gli occhi, pieni di disprezzo, staccando di netto la testa al soldato.
-Bene, è finita…- mormorò poi lei, incamminandosi verso un vicolo vicino, ma sopraggiunsero due soldati.
-Ferma! Oppure…- non riuscì a finire che sia lui che il suo compagno vennero tranciati a metà come se fossero di burro.
-Stupidi umani… vi faremo vedere cosa è la sofferenza…-
 
20 Settembre 2016, Area Commerciale di Tokyo, arrivo delle truppe C.R.O.S.S.
Nell’aria si levò un leggero ronzio, mentre una dozzina di elicotteri atterravano in tutta l’Area Commerciale, sbarcando ognuno sei soldati equipaggiati con un’armatura nera recante una croce verde sopra.
-Che diavolo…- mormorò per nulla turbata la Diclonius, osservando sei di quei soldati avvicinarsi a lei, il fucile puntato e pronto al fuoco.
-Truppe C.R.O.S.S., l’area è sotto il nostro controllo consegnati e arrenditi- impose uno di loro con voce rauca per via del casco; la rossa si mise a ridere, -Siete solo degli altri maiali da squartare, sparate pure!-
-Come vuoi… Squadra, aprite il fuoco- un inferno di proiettili si riversò sulla ragazza, pronta a defletterli, ma qualcuno la atterrò, mettendola al sicuro.
-Barike! Che diavolo fai!- sbottò lei, spostando il suo amico; -Lucy! Razza di idiota! Non puoi deflettere i loro colpi! Mettiti al riparo, mentre li trattengo!-
Barike si alzò in piedi e si mise in posizione di combattimento, solo per finire crivellato di colpi dopo qualche istante.
-No!- urlò Lucy gettandosi sul cadavere dell’amico; i soldati smisero di sparare.
-Barike… grazie…- sussurrò con le lacrime agli occhi Lucy, -Voi bastardi!- si rivolse poi ai soldati, che la fissavano senza dar segno di squilibrio.
-Vi ammazzo!- la ragazza, accecata dalla rabbia, si lanciò sui soldati, come un animale infuriato, ma i soldati non batterono ciglio e aprirono il fuoco, le loro corazze erano state progettate in modo da resistere ai vettori.
Ma i soldati capirono che qualcosa era andato storto, quando il soldato Garret si divise in due, spargendo sangue ovunque sulla strada.
-Capitano! Le nostre armature non erano appositamente create per questo genere di eventualità?- chiese il soldato Remial evitando un vettore grazie ai sensori di calore.
-Sarà stata un armatura fallata! Continuate a combattere!- urlò severo il Capitano Jericho.
Lucy rise istericamente e mozzò la testa ai soldati Garret e Vinson, ricoprendo di sangue Lambert e Rodney, che buttarono le armi scappando.
-Incompetenti…- sussurrò Jericho, poi sferrò un pugno a Lucy, scaraventandola a sei metri di distanza.
-Non osare mai più…- la ragazza si scagliò sul soldato, che bloccò a mani nude due vettori, colpendola all’addome con una ginocchiata.
-Sorpresa…- mormorò lei facendo comparire gli altri due vettori, che si apprestarono a mozzargli la testa, -Folle…- Jericho mollò i due vettori e scivolò sotto le gambe di Lucy, estraendo al pistola e ferendola di striscio alla spalla.
-Non toccarmi!- urlò lei in un impeto, girandosi a velocità sovrumana, -Avete sterminato decine di miei simili, avete ucciso il mio amico… ora me la paghi!-
Gli arti del Capitano si strapparono.
-Aaaah!- urlò il soldato guardando con disprezzo la ragazza, -Non finisce qui!-
-Sta zitto…- Lucy si apprestò a colpire Jericho, ma dei proiettili le fischiarono intorno, erano arrivati altri C.R.O.S.S.
-Merda!- la ragazza corse nel vicolo, perdendosi nelle rovine della città.
-Signore! Chiamiamo l’ospedale!- disse deciso un soldato prendendo al radio.
-No… chiamate… chiamate il laboratorio…-
-Come signore?- chiese sbigottito il soldato.
-Fatelo! E dite che… che ho trovato il soggetto adatto per le loro ricerche, passategli i dati del mio visore, loro capiranno…-
-Ricevuto, e poi?
Il Capitano lo guardò tra il perplesso e l’incazzato, -Chiama l’ospedale, per Dio!-
 
20 Settembre 2016, Quartier Generale Cross, tre ore dall’arrivo delle truppe C.R.O.S.S.
Le note di una dolce canzone risuonavano nella stanza in penombra, solo due finestre a mosaico permettevano alla luce di entrare.
-Os justi meditabitur sapientiam…- cantò un ragazzo seduto al pianoforte, seguendo le note della musica che lui stesso stava suonando.
-Et linguam eius, loquetur judicium…- il ragazzo socchiuse gli occhi, lasciandosi ammaliare da quella triste melodia.
-Beatus vir qui suffert tentationem, quoniam cum probates fuerit accipient corona vitae…- un allarme cominciò a suonare, ma il ragazzo non ci faceva caso.
-Kyrie, ignis divine, eleison…- il silenzio calò nella stanza, in una lunga pausa.
-Quam sancta, quam serena, quam benigna, quam amoena, castitatis Lilium…- Il ragazzo staccò le mani dal pianoforte, contemplando il suono dell’allarme.
-Dannazione…- disse alzandosi, -Sempre quando sto suonando…-
 
20 Settembre 2016, Centro città devastato, otto ore dall’arrivo delle truppe C.R.O.S.S.
-Penso che qui vada bene- disse Lucy guardandosi intorno, stava cercando un posto dove dormire, a quell’ora le pattuglie si tenevano lontane dalle rovine del centro città.
La ragazza si sedette, le ginocchia davanti alla faccia, e chiuse gli occhi, cercando di pensare a qualcosa di bello, ma le venivano in mente solo immagini orribili, il suo passato, ed il modo di come se n’era andato Kouta.
 
Quattro mesi prima
-Ormai sono quasi sei mesi che Lucy è tornata, facciamo una festa?- disse Nana contenta, saltellando per la stanza.
-Mi sembra una buona idea, che ne pensi Yuka?- Kouta stava lavando i piatti, avevano appena finito di pranzare.
-Va bene, oggi pomeriggio andiamo al Luna Park, è ancora nella zona in mano alle nostre forze armate- acconsentì la ragazza, poi abbassò la voce, -Lucy non vuole schierarsi da nessuna delle due fazioni…- guardò Lucy, stava sonnecchiando sul divano, le braccia appoggiate sugli occhi; a Yuka scappò un risolino.
-Hei, dormigliona! Ti va di andare al Luna Park?- Lucy aprì gli occhi, -Va bene…- poi tornò a dormire.
-Eheh, vado a preparare uno zainetto da portarci dietro, poi andiamo- Kouta si diresse al piano superiore, mentre gli altri rimasero in sala da pranzo.
-Lucy non ha dormito stanotte?- chiese Mayu incuriosita mettendosi una mano davanti alla bocca; di tutta risposta Lucy si alzò e uscì in giardino, stendendosi sull’erba.
-No, e non credo che voglia essere disturbata- rispose Nana ridacchiando.
Lucy sentì uno strano ronzio, come se qualcosa si stesse avvicinando a grande velocità, poi vide nel cielo delle strisce bianche, molte continuarono il loro percorso, ma alcune cominciarono a virare verso il basso.
Appena furono più vicini, Lucy sbarrò gli occhi.
Erano le due di pomeriggio quando i missili colpirono la costa Giapponese.
-Al riparo!- Urlò la ragazza girandosi, mentre una enorme esplosione sventrò la casa vicina alla loro.
Yuka uscì di casa e guardò il cielo, gemendo di paura, -Nana, Mayu correte verso il centro città! Vi raggiungiamo dopo!- urlò poi alle due ragazzine, che corsero fuori dal vialetto.
-Tu dove diavolo vai?! Scappa!- disse Lucy vedendo l’amica correre in casa, -Avverto Kouta! Tu vai!-
Lucy venne sbalzata diversi metri indietro mentre una palla di fuoco avvolse la casa, la ragazza era sicura di sentire le urla strazianti di Kouta e Yuka, o forse era solo lo stridore dei tubi d’acciaio delle grondaie, tutto quello che sapeva era che il suo unico rifugio, la sua unica famiglia, era appena bruciata.
-No…- mormorò in lacrime Lucy, mentre intorno a lei le case del quartiere esplodevano a causa dei missili.
-Quando troverò chi ha fatto tutto questo…- disse con rabbia alzandosi.
-Scoprirà cos’è l’inferno!- le sue urla vennero coperte dallo scoppiettare delle fiamme.
Erano le due del pomeriggio, quando Lucy perse ogni cosa.
 
Presente
Lucy si accorse di aver iniziato a piangere, non aveva neanche più rivisto Mayu e Nana, chissà dov’erano, in quel momento.
-No… non posso piangere ancora…- mormorò lei, poi cominciò a canticchiare la canzone del carillon di Kouta, il Lilium, era l’unica cosa che le dava conforto ormai.
Ma non passò molto tempo che Lucy si rese conto che non era sola, in quel vicolo, un’altra voce si era unita alla sua, e cantava con lei quel triste motivo.
-Chi sei?! Fatti vedere!- la ragazza si alzò in piedi, ma non vide nessuno e la voce cessò.
-Dove sei! Bastardo!-
-Non c’è bisogno di fare tanto chiasso, Lucy…- la ragazza si girò in direzione della voce, e si ritrovò davanti un ragazzo vestito con una felpa nera e dei pantaloni militari, aveva il cappuccio calato sugli occhi.
-Chi diavolo sei tu? Come conosci il mio nome!?- Lucy si mise in posizione, pronta a combattere.
-Alexander Hellstern…- cominciò lui abbassando il cappuccio, rivelando degli occhi rossi e dei capelli cremisi, da cui spuntavano due corna bianche, -… detto anche Soggetto 19- Concluse sorridendo.
 
 
Grazie a chi legge, anche se di recensione ne è arrivata solo una, grazie Mann!
Vi invito a recensire, mi fareste un grande piacere.
  
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