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Autore: Shuchan    22/11/2006    2 recensioni
[HOUSE/CAMERON] House si trova in guai seri con la legge, ma a chi puo rivolgersi?
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

House corse dietro Cameron, fece un bel pezzo di strada ma di lei nessuna traccia.
Improvvisamente riuscì a distinguere dei rumori che sembravano essere singhiozzi, si guardò intorno e la vide seduta su dei gradini.

House si avvicinò sfiduciato verso di lei. La donna pur avendolo visto non volle sollevare il volto.

HOUSE: lascia che ti spieghi

CAMERON continuando a guardare il basso: non mi devi nessuna spiegazione

HOUSE: voglio farlo

CAMERON: come potrei sapere se dicessi la verità o mentissi? Mi hai detto che dovevi lavorare stasera, come potrei ancora crederti…

HOUSE: tra me e lei non c’è nulla

Cameron finalmente alzò il volto e lo guardò sbalordita con le lacrime agli occhi.

CAMERON: ti stai prendendo gioco di me per caso? Se stavi con lei dovevi dirmelo invece di portarmi a letto!

HOUSE: io non sto con lei

CAMERON: certo, pur non stando con te gli è venuta voglia di avere un figlio e ti ha chiesto collaborazione?

HOUSE: lo so che è complicato da credere

Cameron si alzò furibonda.

CAMERON: questo tuo tentativo di arrampicarti sugli specchi mi ferisce ancora di più, pensi che sia stupita, House?!

HOUSE: se lo fossi non lavoreresti per me

CAMERON: ora almeno mi è tutto chiaro, so perché c’era tanta ostilità verso di me da parte sua

HOUSE: invece non hai capito niente, lei non prova nulla per me

CAMERON: stai scadendo nel ridicolo

Cameron si allontanò ma House le mise una mano sulla spalla per fermarla.

HOUSE: vuoi capirlo o no che non c’è niente tra noi?! Se mi lasciassi spiegare capiresti che lei mi ha solo chiest-…

Non potè finire la frase perché la mano di Cameron gli diede un sonoro schiaffo.

CAMERON con le lacrime agli occhi: almeno comportati da uomo e ammettilo invece di continuare a infierire su di me

E scappò di nuovo via lasciando House immobile che si teneva la guancia.

***

La mattina successiva Wilson era appena arrivato in ospedale, era nella hall diretto verso l’ascensore quando sentì qualcuno che lo afferrava per la giacca e lo sbatteva contro il muro.

HOUSE furioso: tu lo sapevi! Ecco il perchè di quelle domande!

Wilson era piuttosto sorpreso dalla reazione dell’amico.

WILSON: Greg… calmati adesso…

HOUSE: Calmarmi?! È tutta colpa tua!

Le persone intorno e le infermiere intanto, vedendo la lite, si erano avvicinati.

WILSON cercando di uscire dalla presa: mi ha chiesto di non dirtelo, più di dirle di no, cosa vuoi sia successo?!

HOUSE: sei o no mio amico dannazione! Se me lo avessi detto non sarebbe successo!

WILSON: ma di che diavolo parli…

HOUSE: tu hai distrutto una vita gia rovinata, razza di bastardo!

WILSON: se la tua vita è uno schifo non venire a prendertela con me, è da anni che ti sopporto appoggiandoti e ora ti vieni anche a lamentare?!

House gli diede un pugno che lo fece scivolare lungo il muro, poi lo afferrò di nuovo.
In quel momento erano entrati Chase e Foreman che vedendo la folla radunata lì intorno si avvicinarono e li divisero.

Chase cercò di allontanare House prendendolo da dietro mentre Foreman aiutava Wilson a rialzarsi.

HOUSE: mollami!

CHASE: House calmati non so cosa sia succes-…

House gli diede una bastonata sullo stinco liberandosi dalla presa del biondo.

HOUSE: Che diavolo avete da guardare?!

E se ne andò dando spallate per farsi strada.

***

House era salito sul tetto. Se l’era presa con il suo unico amico seppur non avesse colpa se non quella di essergli stato vicino in questi anni.

Era riuscito a ferire le uniche persone che gli stavano vicine: Wilson, Cuddy e… Cameron…

La porta che dava sulla terrazza si aprì, da essa uscì la Cuddy che si avvicinò ad House.

CUDDY: che diavolo ti è preso?!

HOUSE guardando verso la strada: come sta?

CUDDY: per poco non gli rompevi il naso! Ma ti sembra il modo di trattare l’unico santo che ti è amico?!

HOUSE: avevo bisogno di sfogarmi

La voce di House era affaticata e priva di ogni spirito combattivo.
La Cuddy si avvicinò e si sistemò davanti a lui.

CUDDY: è per quello che ti ho chiesto ieri?

HOUSE: tu non centri, come al solito è solo colpa mia

CUDDY: finiscila di auto-commiserarti! Hai preso a pugni il tuo migliore amico, se vuoi parlare con qualcuno questo è il momento adatto

HOUSE: parlare di cosa? Di come ferisco quelli che tentano di starmi vicino?

CUDDY: è per Cameron…?

House non rispose e distolse lo sguardo.

CUDDY: te lo chiedo di nuovo, tu… la ami?

HOUSE: ormai non cambierebbe nulla

CUDDY: tu non sei l’House che conosco io, quello che lotta per ottenere ciò che vuole a volte anche giocando sporco

House fece un lieve sorriso per apprezzare il tentativo del suo capo.

CUDDY: comunque non ci sarà per i prossimi giorni, mi ha telefonato ieri sera e mi ha chiesto un permesso per andare a trovare la famiglia

House fece un cenno con la testa mentre la Cuddy lo lasciava solo.

***

Dopo un paio d’ore House decise di tornare nel suo ufficio, lì trovò Chase e Foreman che oziavano come tutte le volte che non avevano casi.

CHASE: ti sei calmato?

House gli lanciò un’occhiataccia che lo fece impietrire.

FOREMAN: Cameron si è presa dei giorni per andare a trovare i suoi, ce lo ha detto prima la Cuddy

Foreman ricevette un’altra occhiataccia da House.

HOUSE: dov’è il mio i-pod?

CHASE: non guardare me

House sempre più irritato accese la televisione portatile, ed iniziò a fare zapping tra i canali per cercare qualche programma interessante che lo distraesse.

La sua attenzione fu attirata da un’edizione speciale del telegiornale, House aumentò il volume.

“…fin’ora si contano solo una dozzina di superstiti al disastro aereo avvenuto poche ore fa. L’aereo del volo 180 era appena decollato dall’aereoporto di Princeton ed era diretto a Chicago, nel midwest. Ancora sconosciute le cause dell’esplosione che lo ha fatto precipitare subito fuori dalla pista, ora ci colleghiamo con…”

I tre appena sentita quella notizia furono pervasi da una terribile sensazione di terrore.
House senza pensarci due volte corse fuori dall’ufficio, in quel momento stava entrando Wilson ma l’amico neanche lo notò e filò via a razzo.

Wilson si affacciò nell’ufficio e vide Chase e Foreman in piedi che si guardavano impauriti.

WILSON: cos’è successo?

FOREMAN sudava freddo e la voce gli tremava: il… il volo di… Cameron…

Wilson non capendo diede un’occhiata al televisore e lesse i titoli che scorrevano “Disastro aereo avvenuto poche ore fa…”

CHASE correndo fuori dall’ufficio: muoviamoci

***

House era gia in sella alla sua moto diretto verso l’aeroporto, sfrecciava sull’asfalto come un fulmine. Non riusciva a pensare razionalmente in quel momento, l’unica cosa che voleva era arrivare il prima possibile.

Chase, Foreman e Wilson intanto, erano saliti sulla macchina di quest’ultimo e si erano appena messi in viaggio.

***

House arrivò in meno di venti minuti, quella distanza sarebbe stata ricoperta da una mercedes in almeno mezzora.

Fermò la moto davanti l’entrata dell’aeroporto e la lasciò lì a terra, non aveva neanche messo il casco.

Dentro all’aeroporto vide che la polizia aveva posto un nastro per tenere lontana la gente curiosa.
House si fece strada tra la folla e superò la linea. Due poliziotti si avvicinarono.

POLIZIOTTI: non si puo passare, signore

HOUSE: conosco un passeggero del volo, lasciatemi passare dannazione!

Un uomo in giacca e cravatta, probabilmente un ispettore, si avvicinò sentendo la confusione.

ISPETTORE: cosa succede?

HOUSE: su quel volo c’era un mio conoscente!

ISPETTORE: lasciatelo. Lei mi segua

L’uomo lo portò nella sala d’aspetto vicina alla dogana, House vide delle persone ferite che urlavano e sangue dappertutto.

ISPETTORE indicando: si rivolga a quell’agente per sapere se il suo conoscente è tra i sopravvissuti

HOUSE si diresse freneticamente verso di lui, la voce ormai si era ridotta ad un tremito: Allison Cameron… controlli se…

AGENTE: signore si calmi, ora vedo subito se è nella lista

L’uomo iniziò a scorrere il dito sulla lista dei passeggeri, House vide che molti nomi erano stati sbarrati con una linea rossa.
L’agente era arrivato a sfogliare la penultima pagina, ma ancora niente. Arrivato all’ultima l’uomo alzò gli occhi verso di lui.
House scrutava ogni insignificante movenza facciale per cercare di capire il prima possibile ciò che gli stava per dire.

AGENTE: signore…
  
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