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Autore: _Katniss    29/04/2012    1 recensioni
E' a trama libera, anzi in realtà modifica la storia delle tre stagioni di Glee. Si basa sull'inserimento di un personaggio inventato: Martine Berry.
La madre di Rachel trentenne, che la ha adottata quando Shelby ha deciso di darla in adozione.
E' anche amica d'infanzia di April e Will(di cui continua ad essere innamorata dopo la loro storia al liceo. Anche lui è ancora innamorato di lei)
I due hanno continuato a frequentarsi fino a quando Rachel aveva quattordici anni. Litigarono una notte, Will mise incinta Terri per errore (la prima gravidanza si rivelerà poi essere falsa come la seconda) e fu costretto a sposarla.
Lei attualmente è professoressa di inglese al McKinley.
(Ovviamente il personaggio di Emma, è completamente inesistente)
Cap.
1 - ''L'inizio di tutto'' {.:.Beginning.:.}
2- ''Dopo tanto tempo'' {.:.School.:.}
3- ''Finalmente'' {.:.Meeting HIM.:.}
4- ''Anime complementari-Coincidenze'' {.:.GleeClub!.:.}
5- ''Notte'' {.:.S-S-S-S-Sleepin' together!.:.}
6- ''Risveglio'' {.:.Weaking up with HIM.:.}
7- ''Quando tocchi il fondo'' {.:.Without HIM, I'd DIE.:.}
8- ''Cuore infranto-Bionda come il grano'' {.:.Cryin'. A Surprise.:.}
Notina di sottofondo:
Spero sul serio che piaccia, l'ho creato da un po', ma non ha avuto successo, quindi lo ripropongo. Mi aspetto un bel po' di recensioni (essendo la ia prima FF fa un po' schifo, ma chiedo venia .-.)
Grazie in anticipo X)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non riuscivo a credere a quello che era appena successo. Ero appoggiata ad uno dei muretti esterni che si trovavano poco prima del parcheggio del McKinley, all'ingresso. Mi ero accesa una sigaretta:
fumavo solo quando ero molto nervosa, e in quel caso, dovevo ammettere di esserlo parecchio. Ero dannatamente confusa, avevo fatto colazione tutta felice e pimpante, il mio cuore era pieno zeppo d'amore
fino all'orlo, ma non ero riuscita a mantenerlo intatto fino all'ora di pranzo. Complimenti, bel colpo. Ma per la prima volta in tutta la mia vita, non ero stata io a mandare tutto all'aria, non era affatto colpa mia.
Io amavo Will con tutta me stessa, ma dopo quello che era successo mi sentivo solo incredibilmente furiosa. Mi aveva giurato di amare me e solo me, di essere stato obbligato a sposarsi, a suo tempo, e di non
aver mai dubitato dell'affetto che provava per me, unicamente per me. Non avrei mai immaginato che sarebbe arrivato così in basso, lui… era come se mi avesse tradita. la cosa senza senso, era che in realtà era
Terri che aveva tradito più di una volta con me, non viceversa. Stava per diventare padre e il suo bambino, o la sua bambina, aveva un immenso bisogno di lui, con la madre che si ritrovava. Dovevo lasciar perdere.
Assolutamente non dovevo fossilizzarmi sull'idea del principe azzurro, dell' amore perfetto, e di tutte le altre bazzecole che avevo ingoiato negli ultimi trent'anni. L'amore era solo una fregatura, un gioco da bambini,
non mi ero mai resa conto che l'unico gioco che fanno gli adulti è quello sporco. Anche Will era cambiato, in realtà. Diceva sempre di essere stato ''incastrato'' da Terri e tutto il resto: perfino io avevo creduto per un
attimo che non fosse stata colpa sua, che forse addirittura, ero stata io a provocare quel dannato litigio la notte di Natale, quando mi aveva chiesto di sposarlo e di andare a vivere con lui; avevo sempre creduto, fino
ad allora, di essere stata io a farmi sfuggire quella situazione perfetta dalle mani, quell'amore perfetto, quell' uomo perfetto. Ma no! Mi sono sempre sbagliata! Non era affatto perfetto quel doppiogiochista meschino,
bugiardo e crudele. Non mi ero mai preoccupata di avere il cuore in pappa: mi sono presentata al suo matrimonio felice e sorridente, fingendo di congratularmi con gli sposi; gli avevo perfino comprato un meraviglioso
regalo di nozze! Durante la luna di miele avevo rispettato le due settimane di vacanza che Will aveva deciso di prendersi per andare con Terri a Bora Bora: d'altronde era da me che lui sicuramente non vedeva l'ora di
tornare, no? Così ho ingoiato la pillola , cercando di non pensare ai giorni e alle notti che passavano insieme. Ovviamente Rachel, la scuola, il lavoro e tutto il resto erano un ottimo diversivo, uno scaccia pensieri
efficacissimo. L'unica cosa che mi dava davvero fastidio erano gli incubi: quelle continue immagini di loro due insieme, magari con un paio di pargoletti, di solito un maschio e una femmina, in braccio; a ridere, divertirsi
e scherzare, praticamente i protagonisti di una pubblicità; una vera famiglia. Ma ovviamente io ero stata sempre felicissima per lui, per la vita che conduceva, tra soddisfazioni sul lavoro e quelle familiari (come la prima
volta che la madre di Terri gli permetteva di chiamarla ''mamma'' e così via…). Sono stata presente perfino alla prima ecografia di Terri e del suo bambino, ma infondo sono tutte uguali! Però no, io non ho fatto neanche
un commentino sgradevole, non ho detto niente di niente, neanche durante le due cene di Natale dei tre anni in cui sono stati sposati, nonostante Terri avesse perso il bambino, illudendomi che Will la stesse solo
aiutando a superare il momento, e nonostante il tacchino e il pesce sapessero di suole di scarpa vecchie. Se questo non è amore, cos'è?! E lui mi ripagava mettendo incinta quella rovina-famiglie bitorzoluta sempre
gravida! Eh no… era l'ultima goccia, non avevo intenzione di sopportare oltre. Il mio cuore non era una diavolo di palla, che ci si poteva giocare a piacimento. Quelle non erano neanche parole mie, io non imprecavo
mai. Invece stavo sputando fuori urla e urla che sembravano battute di soap-opera, quando la protagonista veniva lasciata dal Quaterback della squadra del liceo per una Cheerleader col naso rifatto. Tutto come
da copione.Ero riuscita a fermare le lacrime da un paio di minuti, ma ricominciando a pensare a quell'ipocrita e a come mi aveva illusa, gli occhi si rifecero lucidi e le guance si rigarono di lacrime fredde per l'ennesima
volta. Scivolavano velocissime, e il vento leggero che annunciava l'arrivo del pomeriggio inoltrato, sembrava volesse congelarmele addosso. Arricciai il naso guardando il sole, che era andato a finire poco più in
basso dei miei occhi, ma era sempre color giallo canarino, spezzato qua e là da qualche nuvola grigia. Diedi un altro tiro alla sigaretta asciugandomi velocemente le lacrime con il polso destro. Avevo preso il resto
della giornata libera: subito dopo aver discusso con Will (ed essermi alzata senza dire una parola, delusa e ferita) ero corsa dal preside, ancora con gli occhi rossi ma ben coperti dai miei inseparabili occhiali, per
chiedergli di trovare una supplente d'inglese, solo per quel giorno. Ero lì da un'ora, al massimo. Rachel non ne sapeva niente, ed era giusto così, non doveva sapere nulla. Guardai l'orologio, erano quasi le tre,
mancavano pochi minuti al suono dell'ultima campanella pomeridiana. La lezione del Glee sarebbe cominciata a momenti. Teoricamente non avevo affatto voglia di entrare in quella maledetta aula, o in quel cavolo
di auditorium: anche il Glee Club era stata un'enorme fregatura per me, ci avevo partecipato solo per seguire Will e April, ma io ero una ragazza tanto timida allora… Se non avessi deciso di seguire quello
stramaledetto corso, magari Will ed io non ci saremmo mai fidanzati, saremmo rimasti amici e niente di tutto quello che mi aveva fatto soffrire della nostra storia sarebbe mai accaduto: comodo, no? L'unico motivo
per cui ci sarei andata, quel giorno, era Rachel. Lei non si meritava niente di brutto: era la mia bambina, la mia piccola creaturina perfetta. E anche se non ero io la sua vera madre, ma mia cugina Shelby, mi
sentivo vicina a lei come non mai e mi consideravo qualcosa di più di una semplice zia, o madre adottiva per lei.L'avevo salvata dall'adozione quando avevo diciassette anni. Fui costretta ad anticipare il ritorno
da Parigi per la sua nascita, volevo vederla. Quando Shelby decise di darla via ad una famiglia sconosciuta, che aveva già sei figli e viveva in periferia, io mi impuntai per farle scegliere dei candidati migliori, ma
niente. L'unica soluzione fu offrirmi io stessa per prenderla con me, avrei fatto qualsiasi cosa per poterle assicurare un futuro sereno e pieno di successi. Le avevo promesso che sarei andata a quella lezione, per
stare con lei: non le avevo mai parlato del Glee, di tutte le gare di ballo che avevo vinto, del mio ingaggio alla Lima New Succes Official Records (che poi mia madre mi aveva costretto a rifiutare quando avevo
sedici anni). Avevo un mucchio di cose da raccontarle, cuore infranto o meno. In realtà, il mio ruolo principale, era quello di madre, non quello di amante, e nemmeno quello di fidanzata o moglie. Io ero la madre
di Rachel, la mia felicità assoluta, quindi la mia priorità era svolgere il mio incarico al meglio, come avevo fatto negli anni passati, rifiutando le ben tre proposte di matrimonio di Will. Forse se ne avessi accettata
una, le cose sarebbero andate in modo diverso, ma non potevo rischiare di mettere in condizioni disagevoli Rachel. Quando avevo diciassette anni, non ero proprio sola ad occuparmi di lei: Will mi aiutava
moltissimo, passava ogni minuto a casa mia per aiutarmi, e anche Rachel lo adorava. Man mano che il tempo passava e la piccola cresceva, però,  Will divenne sempre meno abituale a casa mia, tra il lavoro
e il poco tempo libero, passavo molto più tempo io da lui. Per quello rifiutavo ogni sua proposta, Rach neanche si ricordava di lui! (Nonostante fosse stato proprio Will a scegliere il suo nome, ma questa era un'altra
delle tante cose che non le avevo mai raccontato, ecco perché lei non sapeva neanche della sua esistenza…) Purtroppo fu proprio il giorno della terza proposta, il giorno di Natale,  che Will perse le staffe e se ne
andò in giro senza pensare, con un po' troppo champagne in corpo. E BUUM!! Terri è incinta, il padre di Will lo costringe a sposarla, e… non ci fu l'occasione per una quarta proposta, ecco… Ripensandoci, l'avevo
proprio fatto penare, per ben diciassette anni di rifiuti e tira-e-molla. Forse non era stata tutta colpa sua, erano in campagna, loro due da soli, per tre mesi… Era abbastanza comprensibile. Magari, inconsciamente,
la verità era che ero un po' invidiosa. Mi sarebbe piaciuto essere al posto di Terri, essere io incinta di Will. Scossi la testa per un attimo: io ero ancora arrabbiata con lui! Non dovevo lasciarmi condizionare, dovevo
tenere la mia posizione di guerra, non si perdona da un minuto all'altro così, su due piedi. Neanche se si tratta di Will. Diedi un'altra occhiata all'orologio: come sempre in ritardo, ma brava! Mi avviai a passo veloce
verso l'aula del Glee. Mi ci ritrovai davanti prima del previsto, aprii la porta e vidi i ragazzi seduti, piuttosto attenti a quello che avevano davanti. Salutai con un cenno: c'erano tutti quelli che avevo visto in auditorium
il giorno prima. Poi mi voltai, per vedere quello che stavano seguendo con gli occhi, per cui Chellie non si era degnata neanche di dirmi ''ciao''. Vidi Will che parlava con una figura piuttosto bassina, dai capelli
vaporosi, biondi come il grano. Vedendomi si voltarono entrambi. La figura femminile, era impossibile non riconoscerla, anche tra mille, perfino a mille chilometri di distanza. Iniziai a farfugliare come una bambina,
ed ero sull'orlo di piangere per la felicità. Mi ero tolta gli occhiali già da un po', ma stavo quasi per rimettermeli. Era dal liceo che non la vedevo, la mia migliore amica. Tirai su dal naso continuando a fissare quel
quadretto: erano diciassette anni che lei, Will ed io non ci rivedevamo. April!  Dissi con la voce rotta, correndole incontro per abbracciarla.

  
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