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Autore: Gae8989    22/11/2006    0 recensioni
Vi chiedete tutti cosa sta preparando J.K.Rowling per il settimo libro di Harry Potter? Questa fan fiction vi offrirà le risposte che cercavate... risposte molto stupide ovviamente. Vi aspettavate qualcosa di serio? Mi spiace, qui esiste solo la follia!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/D0694D81/copia.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" Riassunto del capitolo terzo: Ginny Weasley, esperta crittografa, de= ve decifrare un codice segreto complicatissimo creato da Draco Malfoy, uno scienziato pazzo trapiantato in Russia durante la Guerra Fredda il quale all’epoca aveva lavorato al progetto d

Riassunto del capitolo terzo: Ginny Weasley, esperta crittografa, deve decifrare un codice segreto complicatissimo creato da Dra= co Malfoy, uno scienziato pazzo trapiantato in Russia durante la Guerra Fredda il quale all’epoca aveva lavorato al progetto di un esplosivo con capacit&agra= ve; distruttive senza precedenti. Nell’ardua impresa Ginny è aiuta= ta da suo fratello Ron, un avventuriero in cerca di fama e denaro, e da un’agente dei servizi segreti, Hermione Granger. Il codice permette l= ’accesso ad informazioni segretissime che potrebbero sconvolgere l’intera umanità. Ginny deve fare i conti non solo con la sua abilità = ma anche con Harry Potter, il capo di un’antichissima setta religiosa che vuole a tutti i costi ottenere il codice segreto.

Se vi pare di aver letto la trama dell’ennesimo romanzo di Dan Brown il consiglio dell’autore è quello di reca= rvi al museo del Louvre, a Parigi, e di cercare la tomba di Maria Maddalena (non prima di aver dato anche un’occhiatina alla Gioconda di Leonardo, già che siamo in tema). Lì potrete trovare il Santo Graal oss= ia il vero riassunto del terzo capitolo. Ma dal momento che questa storia della tomba della Maddalena &egr= ave; una bufalata colossale, di conseguenza, lo è anche l’esistenza= del vero riassunto. Perciò non indugiamo oltre e immergiamoci nella lett= ura del…

Capitolo 4 – Finché Ginny non vi separi&#= 8230;

Il giorno appresso, Harry trovò, al risveglio, = un insolito biglietto d’auguri per il suo compleanno:

Semmai volessi imparare a spegnere diciassette candeline sai dove puoi trovarmi…

Tanti auguri, piripì!

Sebbene mancasse il nome del mittente, per il lettore sarebbe stato facile chiarirne l’identità. Harry, invece, poiché non riusciva minimamente a capire chi fosse, pensò di telefonare al Telefono Azzurro, per avere una mano. Tuttavia l’operat= rice gli rispose in maniera assai sgarbata, poiché pensava si trattasse d= el solito burlone di turno, dicendo che non era affare di sua competenza e “di fare qualcosa di costruttivo invece di rompere i coglioni a chi lavora”. Non appena ebbe riattaccato, Harry disse rivolto a sé: “Lo sapevo che dovevo chiamare il servizio clienti di Telecom!”= .

Decise allora di andare per esclusione. Chi e perch&ea= cute; mai avrebbe voluto insegnargli a spegnere diciassette candeline? Diede uno sguardo a Ron, che ancora dormiva. Be’ lui diciassette anni li ha già compiuti, ma non ha spento le candeline sulla torta… &egra= ve; finito in infermeria avvelenato. Quindi Harry lo eliminò dalla lista= dei sospetti. Ma dopo questa brillante deduzione era tornato nuovamente a brancolare nel buio più totale. Decise di andare a chiedere consigli= o a Hermione. Uscì dalla sua stanza e trovò Ginny in corridoio.

“Harry, tanti auguri!” esclamò la ragazza, che si avvicinò e lo baciò con la lingua. Assai conf= uso e imbarazzato al tempo stesso, Harry si staccò a fatica dalla sua mo= rsa: “Ginny, ma sei impazzita?!?”

“No, che non lo sono. Sei tu che ti comporti peg= gio di una checca… volevo solo farti gli auguri.”

“Ginny, ti ho detto che devi toglierti questa fi= ssa che hai per me, è chiaro? Ti ho detto che potrebbe essere pericoloso= per te se Voldemort scoprisse il sentimento che ci lega e…”

Ma Harry non terminò la frase che Ginny replicò: “Su, non ammosciarmi, per piacere. Piuttosto hai rice= vuto il mio biglietto d’auguri?”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Ahhhh, allora eri tu!” fece Harry con lo = stesso tono di chi ha appena capito il problema del tempo in S.Agostino.

Ginny gli diede una sberla.

“Grazie” disse lui, riscuotendosi. “= Sai, ogni tanto mi sveglio un po’rincoglionito…”

“Non avevo dubbi in merito.”

Ci fu un’altra pausa di silenzio, rotto solo dal= le note di un tema musicale del tipo di quelli che mettono nei film, nelle sce= ne d’imbarazzo tra innamorati.

“Cos’è ‘sta roba?” chie= se Harry.

“E’il classico tema dell’imbarazzo. = Lo mettono in quelle scene dove un ragazzo e una ragazza sentono che i loro sentimenti stanno per esplodere e, in genere, finiscono sempre per baciarsi” e subito si rifondò sulle labbra di Harry, il quale = si liberò da lei con uno strattone e si precipitò lungo le scale, giungendo al piano di sotto.

“Dove scappi? Torna subito qui!” la voce di Ginny faceva eco dalle scale.

Harry allora analizzò ben bene la cucina, per v= edere di trovare un nascondiglio dove rifugiarsi. Ad un tratto notò una po= rta che prima non aveva mai notato o, almeno, non nei romanzi della Rowling. De= ve essere il laboratorio del signor Weasley, pensò, dal momento che sul= la porta c’era scritto: INGRESSO INTERDETTO AI NON AUTORIZZATI. Non ebbe modo e tempo di riflettere se fosse autorizzato o meno ad entrare, cos&igra= ve; aprì la porta e si introdusse all’interno. Entrato che fu, scoprì di trovarsi, diversamente da come avesse creduto, in uno stanzino. Cercò la lampadina e tirò la cordicella dell’interruttore, ma non appena l’ebbe tirata il pavimento cro= llo sotto di sé e precipitò. La caduta fu diretta e immediata, ta= nto che Harry urlò solamente dopo essere atterrato su di un cuscino form= ato gigante.

“Oh Harry, sei tu!” esclamò il sign= or Weasley, nel vederlo. “Avevo riconosciuto il tuo tipico timbro di voc= e da ragazzina.”

“Non ho un timbro di voce da ragazzina!” protestò lui.

“Dai, sto scherzando” mentì, “= ;su fatti dare gli auguri, pirlone!” e il ragazzo se li fece dare.

“Ieri non l’ho vista per tutta la giornata= . Sua moglie mi ha detto che era al lavoro. E’vero che l’hanno nuovam= ente promossa di grado?”

“Sì, adesso sono il capo dell’Uffic= io per la Confisca dei CD falsi di Madonna.” Disse con una certa fierezza.

“Oh… uhm, interessante.”

“Oh, si… pensa che una volta sequestrati i dischi, li rivendo ai marocchini.”

Harry si scandalizzò: “Ma è illegale!”

“Be’ devo pur arrotondare lo stipendio, e = poi parli tu che spacciavi autografi falsi di Justin Timberlake.”

“E lei come lo sa?”

“Ne comprai uno tramite il tuo servizio per corrispondenza. C’è lo qui, te lo faccio vedere.” E prese una foto dal taschino del camice bianco che indossava e la mostrò al ragazzo. La foto ritraeva Whitney Houston ed esibiva una firma che diceva: = con affetto, Justin Timberlake.

Harry arrossì. Il signor Weasley aggiunse: R= 20;E poi, oltre al danno la beffa!” e girò la fotografia. Sul retro c’era il segno di un timbro che diceva: FALSIFICATO DA HARRY POTTER™ - TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

“Insomma, Harry, avrei potuto pure farti causa&#= 8230; vabbe’, cambiamo argomento, ché odio vederti con quella faccia= da beota che fai in queste situazioni. Vieni, ti mostro il laboratorio.”= E lo seguì. Varcarono insieme un’altra porta ed entrarono in una sala di dimensioni assai grandi. Dovunque Harry buttasse l’occhio ved= eva bizzarri macchinari che sembravano fissarlo e scrutarlo con curiosità= ;. A un certo punto gli fu quasi lecito domandarsi se tutto ciò altro non fosse che un set costruito da Dante Ferretti, ma quando il signor Weasley g= li disse: “No, ti assicuro che non è quello che pensi tu, è vero.”

Harry rimase spiazzato: “Come ha fatto?E’ = forse un Legilimens?”

“No” rispose il papà di Ron, “è solo il mio marchingegno di lettura della mente.” E g= li mostrò un minuscolo affarino rotondo, della grandezza di una pallina. “E’ancora in via sperimentale, però poco fa mi hai dimostrato che riesce a leggere nella mente molte più cose di quelle= che leggeva prima.”

“E cosa leggeva prima?”

“Solo fantasie sessuali.”

“Ah… capisco.”

“So che la mia macchina della verità ha funzionato a meraviglia, è vero?” disse il signor Weasley per cambiare argomento.

“Oh, sì. Ci è stata utile per capi= re Draco da che parte stava realmente.”

“Oh, a proposito: come si comporta?”

“Benissimo. E’proprio diverso dal maniaco pervertito ritratto in certe fan – fiction.”

“Hai intenzione di portartelo dietro nella tua r= icerca degli Horcrux?”

Harry sbiancò all’improvviso: “Come= fa a sapere degli Horcrux?”

Il signor Weasley lo scimmiottò: “Come fa a sapere degli Horcrux? Co= me faccio, secondo te, cretino? Sono andato su internet. Di questi tempi tutti stanno cercando di documentarsi su internet.”
”Ah, già…” fece Harry. Il signor Weasley, a suo avviso, si stava prendendo un po’troppa confidenza nei suoi confronti= . In fin dei conti, lui non si permetteva di parlargli apostrofandolo con epiteti come “pirlone” o “cretino”.

“Ad ogni modo” fece il signor Weasley, “sto sperimentando una cosuccia che fa proprio al caso tuo.” E portò Harry dinnanzi ad uno strano macchinario che, ad un primo impa= tto, sembrava uno di quei vecchi videogiochi da sala. Sul lato frontale era incastrato un oggetto grande quanto un telecomando (probabilmente l’invenzione di cui parlava il signor Weasley) e vicino ad esso c’erano una serie di tasti; ve ne era uno rosso e molto grande con su scritto: NON TOCCARE ASSOLUTAMENTE. Sopra la zona comandi si trovava uno sc= hermo che indicava lo stato di aggiornamento del congegno.

Esordì allora il signor Weasley: “Harry, = sto mettendo a punto un ricercatore di Horcrux. Quella specie di telecomando che vedi lì dovrebbe essere in grado di captare la presenza di un Horcrux.”

“E come c’è riuscito?”

“Oh, ho seguito solo le istruzioni che ho fregat= o ad un altro inventore…”

“Ah… ehm, fantastico…”

Il signor Weasley stava per decantare tutte le funzioni della sua diavoleria, quando udì una voce che fece sobbalzare sia lui che Harry: “Arthuuuuur, tesoro! Vieni, la colazione è pronta!”

“Oh, no… mia moglie!”

“Dove sei? Eccoti qui! C’è anche Harry!” esclamò la signora Weasley quando li trovò.

Intanto il marito si era parato davanti al congegno “cerca Horcrux” nel tentativo di coprirlo agli occhi della mogl= ie. Harry osservava la cosa domandandosene il perché. La risposta fu resa molto eloquente dal comportamento della signora Weasley.

“Cosa mi nascondi, amore?”

“Niente, tesoruccio.” Fece il marito, molto agitato.

“Su, spostati.” La signora Weasley parlava= con un tono di voce assai birichino, come una bambina che pensa che il pap&agra= ve; si stia divertendo a nasconderle le caramelle. Ma il signor Weasley non si stava divertendo affatto.

La moglie allora si fiondò su di lui all’improvviso e lo spostò, così da poter osservare l’invenzione.

Poi, ad un certo punto, parlando come Dee – Dee,= la sorella di Dexter, disse: Ohhhh, che cos’è questo bottoncino?”

“NOOOOOOO!” urlò disperatamente il = signor Weasley, ma lei aveva già premuto il tasto che non si doveva toccare= .

La macchina esplose. E la reazione del signor Weasley = fu simile a quella appena descritta: “Esci subito di qui! Ora!”

“E calmati, Arthur… adesso vado. Comunque, volevo dire che ieri mentre facevo pulizie ho tolto delle carte dalla scriv= ania e lo buttate tra i rifiuti.”

“Oh, porca troia! Ti rendi conto di quello che h= ai fatto? Hai distrutto l’unica copia del progetto della macchina che hai appena distrutto… Vai fuori, adesso! Raus!”

Nonostante questo piccolo, diciamo, incidente di perco= rso, la giornata proseguì in maniera tranquilla e quella sera fecero una piccola festa per Harry che ricevette molti regali:

- = una scatola di preservativi da parte di Ron e Hermi= one (al regalo aveva partecipato anche Draco, seppure ignaro di che cosa avesse= ro comprato);

- = un cavallo di peluche da parte di un gruppo di ammiratrici di Daniel Radcliffe che avevano sbagliato indirizzo – “Che se lo mettessero in quel posto!” esclamò Harry, irritato dal fatto;

- = uno specchio da un gruppo di Auror – nella de= dica c’era scritto: perché tu e Hermione possiate specchiare la vos= tra perfezione in esso. Ginny e Hermione provvederono a distruggerlo all’istante;

- = una bottiglietta di profumo Tommy Hilfilger dal cor= po docenti di Hogwarts;

- = una strana sacca contenente quelle che all’apparenza sembravano due biglie enormi – il regalo era di Hagrid ed era lo scroto contenente i genitali di un Grugnocorto svedese, oggetto da lui considerato portafortuna;

- = un blazer blu da parte di Fred e Gorge;

- = il gioco in scatola de “L’Eredità” da parte di Moody, Remus e Tonks;

- = un paio di tanga rossi da parte di Bill e Fleur = 211; “Chiedett’ a Peppino e Titina che t’avesse piaciut’ havè ppe regalo… e mme dicetteno ca tu iesce pazz’ ppe ‘sti genere e’mutande”

Disse Fleur (Harry stava meditando di strozzare i suoi amici con quel paio di perizoma)= ;

- una tessera di iscrizi= one alla Margherita (cosa di cui non aveva mai fatto richiesta) “Ma vedi<= span style=3D'mso-spacerun:yes'>

= Dove mettertela, tu e Barbara Palombelli!” fu il suo commento seccato;

- = infine il regalo di Ginny: un paio di manette (il b= iglietto diceva: non ti preoccupare,

Hermione, mi ha spiegato = come usarle).

Dopo aver scartato tutti i regali, la signora Weasley = mise in tavola un sacco di buone prelibatezze (che stavolta non aveva preparato = lei, ma le aveva ordinate presso un azienda di catering), in modo da confondere Harry con tutte quelle leccornie e non fargli notare che né lei, né il marito gli avevano regalato niente.

Giunti al dolce, bussarono improvvisamente alla porta.= Fleur si alzò da tavolo emozionantissima, dicendo: “O Madonna mia, c= he bello! E’venut’ Guglierm’!”

“Chi è Guglielmo?” chiese Harry.

“E’Bill” spiegò Ron. “E’tornato dal periodo di controllo al San Mungo”

Quando si aprì la porta, però, Harry pensò che quello non poteva essere Bill… Cosa gli era successo? Quello sembrava proprio… sì, sembrava proprio… Mario Mer= ola!

Ginny notò l’espressione sbigottita di Ha= rry e si affrettò a spiegare come stavano le cose: “Si è scop= erto che questo è l’effetto collaterale del morso di Greyback, ogni volta che c’è luna piena, come stasera, si trasforma in Mario Merola. Qualche volta può diventare anche come Gigi D’Alessio.”

“Ma, sbaglio, o questa famiglia sta diventando un po’troppo partenopea?”

“Embè, e che teniss’ a’ dicere?” fece Ron leggermente irritato.

“No, niente, facevo così per dire…&= #8221;

In questo frangente, la signora Weasley si era alzata = da tavola e si era avvicinata al figlio, con le lacrime agli occhi.

“Mammà…” esordì Bill, “Lèvate nu mumento, pecchè mo… aggia cantà!” e si esibì in una performance dello Zappatore. Harry pensò in quel momento di non essersi mai trovato in una situaz= ione più imbarazzante di quella, nemmeno quella volta che Ron e Hermione tenevano lezioni di educazione sessuale nella sala comune dei Grifondoro.

FLASHBACK

Hermione: “Molto bene, ragazze e ragazzi, come a= vete potuto vedere, Ron ci ha dimostrato come si effettua la masturbazione masch= ile, che voi ragazzi dovreste già conoscere e aver praticato almeno una v= olta finora. In realtà abbiamo fatto questa dimostrazione per la curiosit= à di molte ragazze. Nella prossima lezione, sarò io, invece a masturba= rmi, e Ron vi darà alcuni consigli pratici per rendere più accattivanti i preliminari, visto che voi maschi non gli date molta importa= nza. Bene, ci sono domande? Sì, Lavanda.”

Lavanda: “Ehm, Ron è disponibile per̷= 0; ecco, per dimostrazioni private?”

Ron: “Oh, ehm… ecco, io…”

Hermione: “No, purtroppo. E se qualcun’alt= ra me lo chiede verrà espulsa da questo corso, chiaro?”

FINE FLASHBACK

Dopo la sentita interpretazione di Bill, la festa continuò in maniera piacevole. Fred e Gorge organizzarono un giro di “Colpisci la pignatta” (con Harry che faceva la pignatta) e di “Attacca la coda all’asino” (con Harry nel ruolo dell’asino). Dopo la mezzanotte, attaccarono con la disco a tutto spi= ano e Fred cominciò a servire superalcolici. Harry pensò: e vai! Finalmente mi potrò bere una vodka! Ma appena chiese a Fred un long island, gli fu detto di no. “Scusa ma sono maggiorenne adesso, e sono anche il festeggiato, tra l’altro!”.

“Ehi, non surriscaldarti, pivello!” gli ri= spose George.

“Intanto, questo pivello che avete davanti vi ha fornito la disponibilità economica necessaria ad intraprendere la vo= stra attività. E posso sempre riprendermi quei soldi!”

“Osi ricattarci?” chiese in tono di sfida George.

“Non ti conviene, Harry” aggiunse Fred, “Abbiamo comprato una laurea in legge per corrispondenza e siamo anche autorizzati ad esercitare la professione di avvocati. Possiamo ridurti all’osso!”

“Certo che siete proprio bastardi!” esclamò Harry, esterrefatto. Avrebbe voluto dirgli qualche altra cos= a, ma George aveva già chiamato il signor Weasley, ordinando di chiamar= e la security.

Harry si stupì: “La security?”. Non sapeva che avevano chiamato pure dei buttafuori, ma poi scoprì che si trattava di persone che conosceva molto bene: Ron, Hermione e Draco.

“Che problema abbiamo?” chiese Ron.

“Questo vuole bere” gli spiegò Fred= .

Intervenne Hermione in maniera risolutiva: “Ce ne occupiamo subito.”

“Ma cosa diavolo state facendo?” Harry protestò, ma Ron e Hermione lo avevano saldamente afferrato sotto le braccia, mentre Draco faceva strada. Lo trascinarono difficoltosamente su p= er le scale, poiché si dimenava da tutte le parti.

“Siete proprio degli stronzi! Che cazzo di amici siete?”

“Scusa, Harry” fece Draco, “ma ci ha= nno pagato.”

Harry si infervorò maggiormente: “Venduti, siete dei venduti di merda. Hermione da te non me lo aspettavo.” Poi = si voltò verso Ron: “Quoque tu, Ronalde, filii mi!”

“Ehm, Harry, guarda che non stiamo facendo n&eac= ute; una versione di latino né il Giulio Cesare di Shakespeare, e smettil= a di sparare cazzate, altrimenti te le do sul serio ventitrè coltellate, è chiaro?” disse Ron, in tono perentorio. Harry ammutolì= ;.

Intanto erano giunti davanti all’uscio della cam= era di Ron. Draco aprì la porta della stanza e Ron e Hermione condussero de= ntro “il prigioniero” e lo gettarono di peso sul letto.

“Draco ti sorveglierà” fece Hermion= e. “Mi raccomando, va’a dormire.” E sia lei che Ron uscirono dalla stanza.

“Su” ordinò Draco, “spogliati= , e vai a letto!”

Harry non rispose né fece nulla.

“Allora, cosa aspetti? Fa’ciò che t= i ho detto!”

“Ehm, Draco… non è che così = poi sembra una classica situazione da yaoi?”

Draco alzò gli occhi al cielo: “Harry, dimentichi che quando mi sono sottoposto a quel tuo ridicolo test della verità è risultato, tra le altre cose, che io non sono gay?”

“Ah, giusto…”

“Bravo, quindi muoviti, ché devo andare a= fare una gara di rutti con il signor Weasley. Su, muovi il culo!”

“Ma perché mi tratti così male? Ad= esso assomigli proprio al Draco acido e pervertito delle yaoi!”

“Harry, non ti rendi conto che ti sto trattando = male come stanno facendo tutti in questo capitolo?”

“E perché lo fate?”

“Be’, dovresti saperlo che ai lettori piace vederti subire. Li fa ridere!”.

Harry non aggiunse altro (se non la sua solita espress= ione beota) ed eseguì gli ordini dati, dopodichè andò a dormire.

Nei giorni seguenti, tutti i Weasley continuarono a tr= attare Harry in un modo talmente sadico che gli fece rimpiangere i metodi di zia Petunia. Quando una mattina, però, a colazione, la signora Weasley f= ece il consueto “zuppon’ ‘e latte” a tutti, meno che a = lui, sbottò infuriato: “Adesso basta! Non ne posso più! Ma s= ono forse il figlio della schifosa?”

E tutti quanti risposero all’unisono: “S&i= grave; che lo sei!”. Harry corse piangendo su per le scale e andò a rifugiarsi in camera sua.

Il signor Weasley allora chiese agli astanti: “Q= ualche volontario che si offre per consolare Harry?”

Nessuno diede alcun cenno di risposta; neppure Cesare = Cadeo, presente in quel momento per ragioni a noi ignote.

Verso la metà di agosto il comportamento dei We= asley nei confronti di Harry cambiò, in quanto erano troppo occupati a met= tere in atto i preparativi per le nozze Weasley\Dealcour, fissate per il 31 dello stesso mese. La cerimonia si sarebbe tenuta alla Tana; sarebbero venuti i genitori e la sorella di Fleur (il resto della numerosa famiglia, purtroppo, era stato fatto fuori dalla camorra). La signora Weasley aveva creato da sé l’abito nuziale (assai pacchiano, in verità) per la futura nuora. Il signor Weasley, invece, aveva rubato un completo buono di Harry e lo aveva modificato con un incantesimo alle misure del figlio ̵= 1; Harry non se ne accorse.

In quei giorni, giunsero anche le lettere da Hogwarts. Quella di Harry diceva:

Caro signor Po= tter,

Vabbè, = bando alle formalità: che si dice da quelle parti, faccia di culo? Qui, è una rottura di palle! Pensa, sono la nuova Preside, e devo ancora scrivere le lettere agli studenti…Lo sapevo che non dovevo affidare ad Hagrid la carica di vicepreside, ma cosa potevo farci, se quelle altre test= e di cazzo dei miei colleghi non hanno voluto accettare l’incarico? E così, visto che Hagrid scrive peggio di uno che è stato riman= dato dieci volte in quarta elementare, è meglio che m’incarichi io delle questioni burocratiche.

Ma andiamo al = sodo: quest’estate ho girovagato un po’su internet a leggere qualche teoria (a proposito, le teorie degli Auror sono da pisciarsi dal ridere) e = un po’tutti i siti confermavano il fatto che molto probabilmente tu e i = tuoi amici non tornerete ad Hogwarts. Be’lo so che è una tua scelta= e che non posso costringerti a venire a scuola se tu non vuoi…per&ograv= e; il problema è che qui ci è rimasto solo un cretino che vuole frequentare la scuola (per la privacy non ti dirò chi è, comu= nque si tratta di Zacharias Smith, se proprio lo vuoi sapere… oh, porca di quella troia, l’ho detto! Vabbè, chissene…). Non è che potreste tornare almeno voi (e anche Draco, mi fido del tuo timbro). Se tornaste, ci potremmo fare un po’di pubblicità, qualche foto c= on Dustin Hoffmann e torneranno tutti come dei boccaloni!

Il 31 agosto verrò al matrimonio di Bill e Fleur. Fammelo sapere allora, ok? Quest’anno cominciamo più tardi, l’8 settembre, cos&igra= ve; avrete tutto il tempo di comprare tutti quei cazzo di libri di testo. =

Dimenticavo, p= er i tagli della finanziaria alla = scuola quest’anno non potremo disputare più incontri di Quidditch.

Stammi bene, microcefalo

Minerva McGran= itt

Preside

Dopo averla letta, si convinse ancor più di non tornare ad Hogwarts. “Niente Quidditch! Ma stiamo scherzando?” = si disse. Però si fermò a riflettere: avrebbe potuto sempre scioperare per questa faccenda. Senza contare, poi, che ci teneva tanto a diventare rappresentante di Istituto. Aveva già lo slogan pronto per= la sua lista: NON FAREMO UN CAZZO, MA LO FAREMO MEGLIO DEGLI ALTRI!

Ma se Harry iniziava ad avere ripensamenti, i suoi ami= ci avevano assunto posizioni ben più rigide e non erano disposti affatt= o a tornare a scuola. A Hermione non andava giù il fatto che, essendo l’unica alunna con quoziente intellettivo al di sopra della media, avrebbe dovuto seguire altri corsi aggiuntivi (tra i quali anche letteratura russa, fisica quantistica e diritto amministrativo) solo perché la McGranitt non av= eva voglia di pagare degli insegnanti che non facessero niente (tanto gli altri suoi colleghi avrebbero insegnato a Smith). Draco, invece, si lamentava dei sistemi che la scuola avrebbe adottato per mascherare la sua identità= ;: “Hai capito che stronza? Mi vorrebbe far prendere una pozione polisuc= co che mi darebbe le sembianze di Milingo!”

La risposta di Ron e Ginny era identica. “Non ci= penso proprio a ritornarci!” esclamò Ginny.

“Infatti” aggiunse Ron, “non dopo qu= ello che ci è successo nell’armadio svanitore.”

FLASHBACK

Ron: “Dove siamo, Ginny?”

Ginny: “Non lo so, ma di certo non siamo a Buona Domenica.”

Fauno Tumnus (comparendo all’improvviso davanti = ai due ragazzi): “Benvenuti a Narnia, io sono il signor Tumnus e sono un fauno.”

Ron: “Piacere, mi chiamo Ron Weasley.”

Ginny: “E io sono sua sorella Ginny.”

Tumnus (allarmandosi all’improvviso): “Oh = mio Dio! Weasley?!? R-ron&= #8230; G-g-ginny… Oh, poveri voi, non sapete…”

Ginny: “Non sappiamo cosa?”

Tumnus: “La Strega Bianca non ammette che qui a Narnia ci siano persone che = si chiamino Ron o Ginny e tanto meno che di cognome facciano Weasley.”

Ron: “E perché?”

Tumnus: “Perché è proibito! E, ade= sso che ci penso, dovreste tingere i vostri capelli. Non si possono portare i capelli rossi… Se mi vedesse il Lupo Maugrim a parlare con voi!”= ;

Ginny: “Ehm, fratellino, questo posto non ha l’aria di sembrare un avamposto Auror?”

Ron: “No, più che altro mi ricorda un cer= to forum su Harry Potter…”

Tumnus: “Ah, un’altra cosa: non fate battu= te ironiche. L’ironia è un reato gravissimo qui!”

Ron: “Sì, qui è praticamente ident= ico a quel forum.”

FINE FLASHBACK

Di conseguenza Harry deliberò di inviare subito= delle lettere per informare la scuola della loro decisione, in modo da non dare f= alse speranze alla McGranitt (sebbene la prospettiva di non poter diventare rappresentante d’istituto lo rattristasse molto).

Nei giorni seguenti giunsero i genitori e la sorella di Fleur (personaggi minori che qui ci limiteremo soltanto a citare, perch&eac= ute; l’autore non ha abbastanza inventiva per dare dignità letterar= ia a costoro; del resto, nemmeno i genitori di Hermione hanno mai avuto una gran= de caratterizzazione da parte della Rowling, n.d.A.), i quali alloggiarono a Diagon Alley presso la pensione Marisa. Fleur andò a trovarli ogni giorno, portando loro ogni volta una pastiera.

Il 31 agosto giunse finalmente il grande giorno: la cerimonia si sarebbe tenuta nel giardino della Tana. Per non dilungarci in descrizioni prolisse, diremo che il matrimonio fu un misto tra uno sposaliz= io in stile Beautiful e uno in stile La vita in diretta. Ricorderemo, inoltre,= che Bill si esibì in una (assai) sentita interpretazione dell’Ave Maria di Shubert e che, durante il ricevimento, canto tutte le canzoni di G= igi D’Alessio. Insomma, per farla con Peppino De Filippo “ho detto tutto”.

L’episodio che a noi piace evidenziare avvenne al tavolo di Harry, Ron, Hermione, Ginny e Draco dove si avvicinò ad un certo punto Hagrid.

“Harry” esordì con la sua voce tona= nte, “Com’è che non mi hai proprio cagato per tutta la cerimonia?”

“E perché devi essere proprio così esplicito? Prima quella che mi scrive una lettera da scuola, come se fossi = il suo amico del cuore. Ah, a proposito, non scrive delle cose molto carine su= di te…”

Hagrid reagì stizzito: “Non parlare cos&i= grave; di Minerva!” Tutti notarono l’uso del nome, al posto del pi&ugr= ave; formale “professoressa McGranitt”.

Solo in Ginny fu in grado di rompere il silenzio imbarazzato: “Sì, Hagrid, comunque potresti essere meno diretto”

“Sì” aggiunse Hermione, “pote= vi dire: perché mai hai fatto f= inta di non vedermi per tutta la cerimonia?

“Vabbè” riprese Harry il discorso, “ e adesso dopo questa lezione di eloquenza, te lo dirò perchè ho fatto finta di non vederti. Perché l’autore ha deciso di tagliare, altrimenti qui non la finiamo più.”

“Ok, ok, ma non fare l’arrabbiato…&#= 8221;

“Che succede qui?” disse Minerva McGranitt, arrivando al tavolo. “Che c’è, Hagrid, tesoro? Ti hanno fatto qualcosa questi cattivoni?”

Hagrid era sull’orlo delle lacrime: “Mi= 230; mi… stanno prendendo in giro… però io ci voglio bene…”

“Ma cosa diavolo dice? Prendere in giro, noi?= 221; esclamò Harry, sbigottito.

La McGranitt continuò ignorandolo: “Ti mancano queste persone, Hagrid?̶= 1;

“Sì.”

“Vorresti che tornassero a scuola?”

“Sì.” E qui Hagrid emise un lamento più forrte.

“Allora, non vi fa pena il vostro amico Hagrid?&= #8221;

Ginny intervenne di nuovo per tutti: “Andiamo, a= ndiamo… siete patetici. Ve lo potevate risparmiare questo siparietto da avanspettacolo!”

“Ahò, io c’ho provato, a Minèè!” disse Hagrid perdendo di colpo l’aria da = cane bastonato e andandosene via.

“Aspetta, Hagriduccio! Vieni qui!”

“Ginny, certo che hai polso per queste situazioni…” osservò Draco.

Intervenne Ron: “Si direbbe che nella vostra cop= pia Ginny sia l’uomo e Harry la donna.”

Tutti risero meno Harry che esclamò: “Ma = che dici? Io e Ginny…” ma non riuscì a completare

“Non stiamo insieme!” lo canzonarono gli a= ltri.

“Ma cos’è? Mi prendete per il culo?”

“Adesso lo hai capito?” fece Ron.

Ma questo piccolo momento di ilarità fu presto interrotto dalla vista di altre vecchie conoscenze: Remus e Tonks. Il primo stavolta non presentava la solita aria trasandata; anzi presentava un volto più pulito e più candido che mai, merito delle sedute di puli= zia del viso dall’estetista che Tonks gli aveva consigliato di fare. Cost= ei, invece, negli ultimi tempi stava cercando di utilizzare le sue capacit&agra= ve; di Metamorphomagus per assomigliare a Nicole Kidman, ma il massimo che era riuscita ad ottenere era Orietta Berti. Per il matrimonio, però, ave= va deciso di mostrare i suoi normali connotati. Dopo i soliti convenevoli, Rem= us catapultò immediatamente la discussione su tematiche scottanti che nemmeno Bruno Vespa era riuscito a trattare a Porta a porta: ”Harry, siamo qui per discutere di una cosa molto importante: vedi, qualche settima= na fa abbiamo letto il testamento di Silente.”

Harry ebbe un moto repentino (tanto per fare la scenata drammatica), al nome di Silente.

Tonks proseguì: “Dal testamento tu risulti erede universale.”

Ron, Hermione e Draco sgranarono gli occhi; Harry saltò fuori con la sua solita espressione ebete; Ginny rimase impassibile.

“Be’, erediti un pacchetto di sigarette che teneva per collezione e un Cd dei Blink 182.”

“Ah…” fecero tutti, tranne Ginny.

“Ma c’è dell’altro” rip= rese Remus, “dal momento che Silente non c’è più abbia= mo bisogno di un nuovo capo per l’Ordine, te lo ha forse detto Minerva?”

“Ehm, no… veramente abbiamo parlato di scuola” intervenne Hermione.

“Ah, sì… perché non volete t= ornare a scuola?”

“Sinceramente ci rompiamo” spiegò R= on.

“E poi ci vogliono far stare lì a certe condizioni…” aggiunse Draco.

A questo punto, Remus puntò lo sguardo sul bion= do. Ci fu un attimo di silenzio poi disse: “E allora? Quando ho insegnato io= a Hogwarts l’ho fatto in condizioni peggiori. Cos’è, al signorino mancano i suoi servitori, eh?”

“E che cazzo vorrebbe dire?” reagì = Draco stizzito.

“Voglio dire che ci si adegua.”

Ma Harry troncò subito la lite: “Senti, R= emus, lo sai che Draco è cambiato. L’ho timbrato io, e il mio timbro è una garanzia.”

Draco pensò: adesso se n’è ricorda= to. Meno male!

“Su, calmati, Remus… non siamo mica a Buona Domenica!”

Riprese Harry: “E poi credo che tu mi volessi pa= rlare d’altro: allora chi avete scelto?”

“Be’” esordì titubante Tonks, “noi pensavamo a te, Harry.”

Il ragazzo fu colto alla sprovvista e non seppe cosa d= ire, ma all’improvviso Ginny parlò per lui: “In realtà, Harry sapeva di questa vostra decisione.”

Harry le rivolse un’espressione “scusa un attimo,eh… ma che cazzo stai dicendo?”, ma Ginny gli assest&ogr= ave; un calcio sotto il tavolo: “Sì, dicevo che Harry sa di questa decisione e dice che non può accettare. Vero, Harry?”

“Ehm…”

“Vero, Harry?” ripetè con tono di v= oce leggermente più alto Ginny.

“Oh… sì, sì, è vero!&= #8221;

Ginny continuò: “E, inoltre, dice che, es= sendo proprietario della casa a Grimmauld Place, voi dovete sloggiare.”

“Cosa?” esclamarono Tonks e Remus.

“Sì, avete capito bene. Harry e noi non a= bbiamo più bisogno del vostro aiuto. Ce la caveremo da soli. Quindi, per qu= anto ci riguarda l’Ordine è sciolto. Se volete trovare un successor= e a Silente, andate a fare il Conclave alla Cappella Sistina.”

“Ehm, lo abbiamo chiesto, ma stanno facendo dei lavori.” Precisò Tonks.

“Be’, allora andate via, credo che il mess= aggio sia chiaro, no?”

“Harry, è vero ciò che dice Ginny?”

“Ma certo che è vero!” continu&ogra= ve; lei. “Per quanto tempo volete mandare avanti questa menata? Comunque tutta la roba dell’Ordine è stata messa all’asta su E-bay.”

“Eh? Ma siete pazzi?” fece Remus. “Se ciò è vero, allora da questo punto le nostre strade si divido= no. Sappi che li troveremo gli Horcrux.”

All’udire quella parola Harry si scosse: “Perché, sapete anche voi…?” E tutti gli diedero u= no schiaffo.

“Harry, per la trentunesima volta” disse R= on, “qui sanno tutti questa storia degli Horcrux. C’è intern= et, capito?”

“Ah, già… Be’, sentite Remus, Tonks, io… io” ma Ginny continuava a fissarlo, “be’, fate come volete.”

E così i due si congedarono.

“Mi spieghi cos’è questa storia, Ginny?” chiese Harry infuriato.

“Infatti” fece Hermione, “credo di e= ssermi persa qualche virgola. Perché li ha mandati a quel paese?”

Draco e Ron annuirono.

“Be’, forse non avete seguito gli ultimi a= vvenimenti in fatto di politica interna. Il Ministero sta intensificando l’addestramento e l’aggiornamento degli Auror. E così ha= nno chiamato delle accanite sostenitrici della H\Hr. Ora, Tonks è un Aur= or, e non è l’unica dell’Ordine. Quindi adesso a quelli stan= no facendo i lavaggi del cervello. Metterti a capo dell’Ordine gli sareb= be stato utile per plagiarti e per…”

Ma Hermione la interruppe: “No, basta, basta! Non voglio sentire oltre… hai fatto benissimo, Ginny… Immischiarci = con gli Auror, che cosa orrenda! Giusto, Ron?”

Ron, tanto il terrore, si era aggrappato saldamente al= la fidanzata (cingendole in modo particolare il seno).

  
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