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Autore: MaryLouise    29/04/2012    8 recensioni
Erano lì, di fronte a lei, una fila di corpi deposti a terra. Fermi, immobili, sembrava dormissero.
I suoi occhi riconobbero i lineamenti del primogenito, Bill. Quando s'accorse che qualcosa non andava, il suo sorriso si spense all'istante. Il bel viso aveva un colorito pallido, cereo. Le labbra erano contratte e livide, gli occhi azzurri spalancati e vitrei come quelli di un... morto.
Distolse lo sguardo, le lacrime agli occhi, ma anche alla sua sinistra c'erano cadaveri. Fred e George, Ron, l'esile figura della figlia - la sua unica figlia! - Ginny.
«NO!», urlò. «Svegliatevi, svegliatevi tutti!».
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Arthur/Molly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Incubi e dolci rimedi

Avvertimento: la descrizione del sogno di Molly potrebbe essere giudicata un po' cruda.


«Oh... oh... oh!» boccheggiò la signora Weasley e poi esplose in un gran

pianto, il volto tra le mani.
«Molly» disse Lupin desolato, avvicinandosi. «Molly, non...»
Un attimo dopo la signora Weasley singhiozzava con tutta l'anima sulla
spalla di Lupin.
«Era solo un Molliccio» disse  Lupin cercando di consolarla,
accarezzandole la testa. «Solo uno stupido Molliccio...»
«Li vedo m-m-morti di continuo!» gemette la signora Weasley contro la
sua spalla. «Di c-c-continuo! Me lo s-s-sogno...»
[...]
«N-n-non ditelo ad Arthur». La signora Weasley deglutì, asciugandosi
frettolosamente gli occhi con le maniche. «N-n-non voglio che sappia...
che sono una sciocca...»


[Harry Potter e L'Ordine della Fenice - Capitolo Nove: Le pene della Signora Weasley]

 

 

 

Erano lì, di fronte a lei, una fila di corpi deposti a terra. Fermi, immobili, sembrava dormissero.
Molly si avvicinò a loro, allungando il collo per vederli meglio.
I suoi occhi riconobbero i lineamenti del primogenito, Bill. Quando s'accorse che qualcosa non andava, il suo sorriso si spense all'istante. Il bel viso aveva un colorito pallido, cereo. Le labbra erano contratte e livide, gli occhi azzurri spalancati e vitrei come quelli di un... morto.
Si chinò verso di lui, appoggiando il capo al suo petto. Il cuore non batteva.
Sudori freddi iniziarono a pervaderle la schiena, facendola tremare. Scosse il corpo del figlio, controllando la carotide. Non pulsava, il sangue non scorreva.
«Bill! Bill!», urlò, scuotendolo. «Bill, svegliati!».
In quel momento qualcosa, qualcuno, comparve di fianco a Bill. O forse c'era sempre stato.
Charlie, mortalmente pallido, era steso di fianco al fratello. Accanto a lui c'era anche Percy.
Molly si portò la mano alla bocca, soffocando un gemito. «P-Percy...», balbettò.
Distolse lo sguardo, le lacrime agli occhi, ma anche alla sua sinistra c'erano cadaveri. Fred e George, Ron, l'esile figura della figlia - la sua unica figlia! - Ginny.
«NO!», urlò. «Svegliatevi, svegliatevi tutti!».
Nessuno di loro si svegliò, nessuno di loro le rispose. Lo sguardo era vitreo e perso nel vuoto, sette paia di occhi che non l'avrebbero più guardata, le vivide chiome rosse parevano più spente che mai.
Indietreggiò, le mani a coprirsi il viso, lacrime calde a rigarle le guance.
Non poteva essere vero.
Sbatté forte con la schiena contro il muro, il colpo le mozzò il fiato. Cercò di reggersi alla parete, disorientata, la testa che le vorticava paurosamente.
La sua spalla urtò qualcosa, che cadde a terra con un tonfo sordo.
Un corpo. Un altro. La figura era immersa nel buio, non riusciva a distinguerla.
Si chinò istintivamente, girando il cadavere per vederlo in faccia e... urlò. Urlò ancora e ancora, a pieni polmoni.
«Molly! Molly! MOLLY SVEGLIATI!», la voce di suo marito la destò dall'incubo.
La signora Weasley si guardò intorno, spiritata. Riconobbe il volto di Arthur tra le lacrime che le offuscavano la vista; lo stesso volto che aveva visto poco prima in balia della morte ora era vivo, davanti a lei. Lo toccò istintivamente, accarezzandolo più volte, un sorriso sollevato in netto contrasto con gli occhi arrossati.
«Arthur, oh Arthur, stai bene?».
«Certo che sto bene!», esclamò quello stupito. «Cara, cosa ti è successo?».
Molly non rispose, distogliendo lo sguardo dalla sua espressione preoccupata. Lui le strinse le spalle, costringendola a voltarsi. «Puoi parlarne con me, se vuoi», le sussurrò, guardandola in modo serio e apprensivo.
La donna sentì le lacrime velarle di nuovo gli occhi. «Io-io...».
Notando la sua espressione confusa, Arthur minimizzò con una mano. «Non fa niente», sussurrò. «Se non te la senti di parlarne va bene», continuò, allungando il braccio per stringerla a sé.
Molly gli abbracciò la vita con forza, appoggiando la testa al suo petto, per notare, con suo grande sollievo, che il cuore del marito batteva regolarmente.
Lui le accarezzò la testa, baciandole la fronte. «Adesso calmati, va tutto bene».
La moglie annuì vigorosamente, reprimendo le lacrime che le velavano la vista e concentrandosi sul battito regolare che percepiva.
Tum, tum. Tum, tum.
«Ho sognato qualcosa che mi ha spaventata terribilmente», cominciò, la voce incrinata. «Sono proprio una stupida».
«Non dire così», la redarguì Arthur, accarezzandole i capelli. «Capita a tutti di avere degli incubi».
E che incubi.
«Ho sognato che eravate t-tutti morti. Tu, i ragazzi...».
L'uomo sentì qualcosa di umido bagnargli il pigiama.
Per Merlino, stava piangendo.
«Shh, Molly», mormorò, cercando di calmare i suoi singulti. «Va tutto bene, va tutto bene».
«Non v-volevo dirtelo. Adesso penserai che s-sono una stupida».
Lui la fissò con i penetranti occhi azzurri. «Non ho mai pensato a una cosa simile. Perché dovrei darti della stupida se ti stai preoccupando per me e i nostri figli?».
«N-non lo so».
Arthur le sorrise teneramente, baciandole le guance e le labbra. «Ognuno di noi ha delle paure, la vera stupidità sta nel non cercare di superarle».
Molly sorrise lievemente, gli occhi castani fissavano i suoi con intensità. «Non so cosa farei senza di te, Arthur». Parlò con voce ferma, senza balbettare o singhiozzare.
Lui la strinse ancora più forte. «Probabilmente quello che farei io senza di te», rispose a bassa voce.
La moglie mise una mano sulla sua guancia e sfiorò le sue labbra con dolcezza.
«Grazie», mormorò, prima di addormentarsi sul suo petto, cullata dal confortante battito del suo cuore.
Per quella notte, Molly dormì serenamente.
Arthur era vivo e non l'avrebbe mai lasciata. Di questo era certa.




Buonasera v.v
Questa storia mi è venuta in mente mentre leggevo il passaggio citato all'inizio in Harry Potter 5 in lingua originale *occhi sbrilluccicosi*
E' la mia prima Molly x Arthur, volevo scriverne una da un po' e questa idea me ne ha dato l'occasione.
E' molto semplice, ma spero sia stata di vostro gradimento lo stesso. Essendo la priam volta spero di non essere andata OOC.
Buona serata
Jo



   
 
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