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Autore: xziamisreal    29/04/2012    1 recensioni
Prima di quel giorno non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambiare in questo modo, passando da un semplice ragazzo all’idolo di tantissime ragazze.
Mi girai a guardare i quattro ragazzi vicino a me, le fans che gridavano in coro ‘One direction’, le lacrime sui loro volti, dio quanto le amavo, ognuna di loro era importante per me
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi svegliai presto a causa della vibrazione continua del cellulare, era Lauren che non smetteva di mandarmi messaggi per incoraggiarmi e dirmi quanto era felice della nostra partenza, era sempre la solita.
Come d’abitudine andai in bagno a fare una doccia, ci impiegai più del dovuto perché volevo avere del tempo in più per rilassarmi,  i giorni seguenti lontani da casa sarebbero stati davvero pesanti.
Uscito dalla doccia mi asciugai per bene e indossai un paio di jeans, stavo per mettere anche la felpa ma fui interrotto dal suono del campanello, mi precipitai subito davanti alla porta e la aprì sorridendo alla ragazza davanti a me, che sembrava quasi in imbarazzo.
-Horan ma che ti salta in mente di venire ad aprirmi a petto nudo! Non che mi dispiaccia ma cerca di controllarti eh.-Entrò ridendo mentre mi mettevo la mia felpa.
-Scusa, mi stavo vestendo e quando hai suonato non ho fatto in tempo a finire,  è tutta colpa tua cretina.- Mi diede una spinta scherzosa e risi insieme a lei.
-Allora, sei pronto per partire? Che domanda stupida, certo che non lo sei. Meno male che ci sono io qui a darti una mano, cosa faresti senza di me?- Mi scompigliò i capelli e si diresse subito verso la mia stanza per controllare la mia valigia, ovviamente credeva che avessi dimenticato qualcosa, mi conosceva troppo bene.
Mi asciugai i capelli velocemente e andai subito da lei, mancava meno di un’ora dalla partenza ed eravamo decisamente in ritardo.
-Ok siamo pronti, vai a salutare tua mamma e andiamo, non vedo l’ora.- Mi abbracciò talmente forte che per un attimo non riuscì a respirare, poi scesi di sotto e andai verso mia madre che mi guardava con gli occhi lucidi,la solita esagerata.
-Stai attento, segui quello che ti dicono i professori e soprattutto chiamami ogni giorno, sentirò tanto la tua mancanza.- Mi abbracciò piangendo, si commuoveva per ogni minimo motivo, ma la cosa che mi faceva più sentire in colpa era che non sapeva dove stessi veramente andando, era convintissima che stavo andando a fare a fare uno stage con la scuola.
-Certo mamma, ti chiamerò ogni giorno e stai tranquilla andrà tutto bene, e poi starò via solo tre giorni, non sono poi così tanti, ti voglio bene.- La guardai sorridendo e asciugai le lacrime che scendevano dai suoi occhi, mi dispiaceva vederla piangere.
-Lo so, ma la casa sarà così vuota senza di te, ti voglio bene anche io.- Sciolsi quel bellissimo abbraccio e mi diressi verso la porta, Lauren era già salita sul taxi con le nostre valigie, mia madre aveva insistito per non farci andare in autobus o avremmo fatto tardi.
-Ciao mamma.- Uscì di casa e salì sul taxi diretto verso la stazione ferroviaria.

Io e Lauren arrivammo giusto in tempo a prendere il treno, e dopo qualche ora eravamo già arrivati a Dublino.
Passammo il restante della giornata a visitare la città, non eravamo mai stati lì quindi ne approfittammo per guardare un po’ quella bellissima città, e lei non poté  rinunciare a  fare un pòdi shopping.
Andammo a cenare in un ristorantino vicino, e verso le nove di sera ci dirigemmo in Hotel.
Entrai e chiesi al tizio della reception la stanza che avevo prenotato per due persone, prese la chiave e ci accompagnò fino alla nostra stanza, a primo impatto era bellissima, molto luminosa e con una finestra immensa che dava su una grande strada illuminata dalle luci sui bordi della strada e dalla luna piena che brillava alta in cielo, era tutto bellissimo.
Ma il mio sguardo andò su una cosa che non avevo notato quando ero entrato, c’era solo un letto matrimoniale, diventai rosso in viso e guardai Lauren che invece non se n’era nemmeno resa conto.
Non avevo mai dormito nello stesso letto con la mia migliore amica, e a dire la verità un po’ m’imbarazzava, anche se la conoscevo da una vita.
Non le dissi niente e andai in bagno a mettere il pigiama, dovevo andare a dormire subito perché il giorno dopo mi sarei dovuto svegliare molto presto, e non volevo sembrare uno zombie assonnacchiato ai provini.
Uscì dal bagno e mi sdraiai sul letto, lei mi guardò diventando rossa quasi come il colore dei suoi capelli.
-Niall..C’è un solo letto, non ti da fastidio se per stanotte dormiamo insieme vero?- Sorrisi vedendola guardarsi le unghia delle mani, ed io che pensavo di essere esagerato, lei era anche più nervosa di me, come se dovessimo fare chissà cosa.
-No Lau, non mi da fastidio, sarà la prima volta che dormiamo insieme, non sarà poi così tanto male.- Lei alzò il viso mostrando un ampio sorriso.
-Bene, speravo che lo dicessi.-Prese la rincorsa e si scaraventò verso la parte di letto vuota ridendo come una bambina ed io mi unì alla sua risata.- Buona notte scemo, a domani.- Si mise sotto le coperte e si addormentò immediatamente, anche lei era stanchissima come me.
-Buona notte a te.- Ne approfittai per prendere il cellulare e mandare un messaggio a Daisy. ‘Ehi come stai? Sono a Dublino, domani andrò a fare il provino, spero che vada tutto bene, buona notte <3
Rimasi sveglio per altri dieci minuti aspettando che rispondesse ma come al solito non lo fece, c’era da aspettarselo da una come lei, posai il cellulare sul comodino e  subito mi addormentai.

Sentì la sveglia suonare e guardai l’orologio, due e mezza del mattino perfetto, avevo talmente sonno che non riuscivo nemmeno ad alzarmi, rimasi ancora a letto pronto a riaddormentarmi quando Lauren mi urlò all’orecchio. –Svegliati, non puoi pretendere di dormire proprio il giorno del provino, non ti capiterà più quest’occasione, quindi alzati e vatti a vestire, avrai tempo per dormire quando tornerai a casa.-
-Va bene capo- dissi ancora con la voce impastata dal sonno mentre mi incamminavo verso il bagno per fare una doccia veloce.
Dopo che fui uscito indossai una camicia a quadri rossi, un paio di jeans strappati e le mie solite scarpe.
-Sono pronto- Esclamai uscendo dal bagno, Lauren mi guardò seria. –No aspetta- Prese un barattolo di gel dalla mia valigia, che chiaramente non avevo messo io e mi sistemò i capelli che di solito erano scompigliati.
-Adesso sei pronto, aspettami- Entrò in bagno per lavarsi, e mente la aspettavo provai la canzone che avrei cantato al provino, mi sentivo davvero sicuro di me, il che era strano perché non succedeva spesso.
-Sei bravissimo, ora andiamo che è già tardi.- Lauren mi prese per mano e mi portò con sé fuori dall’hotel, il nostro taxi era già fuori che ci aspettava, e dopo meno di mezz’ora arrivai al luogo del provino.
C’era una grande fila lunga quasi un chilometro, tantissime persone accampate, altre che provavano, altre invece che andavano avanti e indietro prese dal panico, scesi dal taxi e insieme a Lauren andai anche io a fare parte di quella fila, erano appena le quattro di mattina.
D’un tratto tutta la sicurezza che avevo prima di uscire da quell’hotel si dileguò alla vista di tutte quelle numerose persone desiderose di vincere tanto quanto me.
-Lauren non credo di farcela, forse sarebbe meglio tornare a casa, non ho speranze.- Lei si girò verso di me e mi guardò con un’espressione che non le avevo mai visto fare, era quasi arrabbiata, anzi no era sicuramente arrabbiata.
-Niall James Horan, siamo venuti da Mullingar fin qui per farti partecipare a questo provino, quindi cerca di non farti tutti questi complessi, sì più sicuro di te stesso e fai vedere a tutto quello che sai fare su quel palco,so quanto ci tieni e non puoi rinunciare solo perché ti senti inferiore agli altri.-
-Va bene.
- Si, Lauren aveva ragione, ero arrivato fin qui, tanto valeva provarci non avevo niente da perdere , e poi era quello che volevo,quelle parole mi avevano trasmetto tutta la sicurezza di cui avevo bisogno. –Grazie-
-Di niente biondino- Mi abbracciò per qualche minuto poi lasciò la presa.

Erano passate più di dieci ore e ormai non ce la facevo quasi più a stare in quella dannata fila, ormai era quasi il mio turno e dietro di me c’era ancora quella fila chilometrica, incredibile quante persone abbiano deciso di partecipare.
Niall Horan’ Sentì gridare dal tizio davanti la porta, era finalmente venuto il mio turno.
-Eccomi.-Camminai lentamente vicino Lauren, mi tremavano le gambe per l’ansia.
Il ragazzo davanti la porta mi fece entrare e subito mi diedero un numero da attaccare sulla camicia, poi mi fecero sedere nel backstage, dove mi fecero una breve intervista, le solite domande che si fanno per conoscere una persona ‘come ti chiami, quanti anni hai, dove vivi, cosa faresti se vincessi il reality’.
Come prima intervista non era andata per niente male, e mi ero anche divertito.
-Niall è il tuo turno, vai.- Mi disse il solito ragazzo che era stato con me fin da quando ero entrato.
Lauren venne verso di me abbracciandomi.-Ce la puoi fare, sono qui con te ricordalo, ti voglio bene.-
-Ti voglio bene anche io Lau, sono pronto tranquilla.-
Passai per il corridoio che mi portò sopra il palco, ero agitatissimo. Il  mio sguardo andò subito sui giudici, c’erano Simon Cowell, Katy Perry, Cheryl Cole e Louis Walsh.
-Ciao- Mi disse Louis sorridendomi.-Come ti chiami?
-Sono Niall..Niall Horan.- Dissi col sorriso sulle labbra
-Perché sei qui oggi?- Mi disse guardandomi, era simpatico.
-Sono qui per diventare il miglior artista del mondo.-Risposi senza esitazioni, cercavo di pensare positivo.
-Ok, facci vedere come canti- a parlare questa volta fu Katy Perry, era una cantante famosissima e adesso era lì per giudicare il mio modo di cantare, oddio.
Presi il microfono in mano e iniziai a cantare la prima strofa di So Sick  ,con gli occhi lucidi mentre sentivo il pubblico applaudire per me.
Appena finito sospirai, adesso veniva la parte peggiore, il giudizio dei giudici. Li guardai negli occhi uno per uno mentre aspettavo che  mi dicessero quello che pensavano di me.
-Penso che tu sia adorabile e che abbia carisma, ma credo che tu debba lavorare di più, cioè hai solo sedici anni.-La prima a parlare fu Katy Perry. Bene, dovevo lavorare di più.
-Io credo tu non sia preparato,penso tu sia venuto con la canzone sbagliata,tu non sei bravo come pensavo che fossi. Ma mi piaci ancora quindi è si.- Disse Simon sistemando una pila di fogli vicino a lui.
-Si, tu sei adorabile,hai molto fascino per avere solo sedici anni ma per me è no. - Cheryl mi guardò come fosse dispiaciuta, ma cercai di non abbattermi,anche se avevo gli occhi lucidi ormai.
-Niall, credo tu abbia qualcosa che piace alla gente, sei simpatico,quindi io dico si.- Disse Louis convinto di se, poi si rivolse a Katy. -Ha bisogno di tre si, dagli un’opportunità.-
-Io sono d’accordo con Cheryl,  deve lavorare di più. E in ogni caso essere simpatico con ti farà vincere più dischi. Ma naturalmente rimani in gara.-Katy fu l’ultima a parlare.
Si, ce l’avevo fatta, avevo passato il primo provino, non ci credevo ancora, cominciai a saltare e urlare per il palco.
-Ci vediamo la prossima settimana al bootcamp ok?-Simon mi guardò, sembrava contento della sua decisione.
-Va bene, grazie mille.- Uscì dal palco correndo e andai ad abbracciare Lauren.-Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta.-
Cominciai a piangere e lei insieme a me, poi gli altri ragazzi nel backstage vennero a congratularsi con me, mi sentivo importante.
-Devo dirlo ai miei genitori.- Presi il cellulare e composi il numero di mia madre che rispose dopo due squilli.
Ciao Niall come va lo stage?’Mamma nono sono andato a fare lo stage, sono andato a fare i provini per x-factor  e mi hanno preso- Mi resi conto che stavo urlando quando uno dei tecnici mi disse di abbassare la voce, anche mia madre urlò da casa, e quasi mi assordò un orecchio.
Davvero? Potevi dirmelo prima, sarei venuta con te, sono felice figlio mio’
-Grazie mamma, la settimana prossima andiamo a Manchester a partecipare al bootcamp, quindi tu e Lauren venite ancora con me ok?
‘Certo, non vedo l’ora che torni a casa, sono tanto fiera di te, ti voglio bene.’ 

-Anche io, ah e dillo tu a papà.- Chiusi il telefono e cominciai a saltellare dappertutto, poi insieme a Lauren tornammo in hotel.

  
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