Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Carotina91    29/04/2012    2 recensioni
"Sai Tom credo che tu mi piaccia, ma non posso innamorarmi di te, come hai detto tu sei famoso e non vuoi una relazione duratura, rispetto la tua decisione, saremo buoni amici lo prometto. Il mio cuore è già stato spezzato troppe volte i cocci sono piccoli frammenti impossibili da rimettere insieme, non sono pronta per un'altra delusione per questo non voglio concedermi a te. Ti voglio bene, è tutto ciò che posso dirti.”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Tom Und Hanna: Molto più che amici'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Apro gli occhi mi sento un po’ stordita ricordo poco e niente di ieri, scendo dal letto raggiungendo a fatica la cucina il mio stomaco brontola costringendomi a nutrirmi. Sento un buonissimo odore di cornetti e caffè, Gabrielle è già vestita e fa avanti e indietro dalla cucina allo studio.

Zia: Hanna finalmente ti sei alzata, in camera trovi la divisa.
Hanna: -Addentando un cornetto- Divisa?! E per cosa?!
Zia: Per andare a scuola no?
Hanna: Eh scuola? Non si è mica parlato di scuola.
Zia: Ehy se devi restare qui devi fare qualcosa non puoi di certo stare a casa.
Hanna: Beh posso trovarmi un lavoro.
Zia: Devi pensare alla tua istruzione viene prima.
Hanna: è ingiusto io odio la scuola…
Zia: Non hai scelta se vuoi restare a casa mia devi fare ciò che ti dico!

Prendo la tazza di caffè e due cornetti e senza risponderle me ne torno in camera sbattendo la porta. Guardo l’armadio e appesa ad un anta vedo l’uniforme mi avvicino e in effetti non è brutta è solo l’idea di andare in una scuola che mi fa venire il vomito. Non ho mai sopportato le scuole i professori e gli alunni non mi vanno molto a genio. L’unica materia che mi piace sono le lingue, se Gabry vuole che frequenti una scuola e che scuola sia non ho scelta e lei lo sa.

Zia: -Mi vede scendere- Oh già pronta? Dai su che ti accompagno!

Non ci ho messo troppo nel vestirmi, usciamo di casa ma io non le rivolgo la parola non me la sono presa per questa decisione credo che ero solo un po’ sorpresa in fondo frequentare un istituto privato non è una bruttissima cosa. Lei parla da un po’ ma io sto ancora zitta non voglio darle la soddisfazione che in fondo non trovo male l’idea della scuola anche se comunque non mi piace, voglio che soffra un po’ giusto un pizzico.

Zia: Dai Hanna sono sicura che ti farai tanti nuovi amici e in più gli alunni non sono come in Italia, almeno sto un po’ più tranquilla e so che non farai stupidaggini.
Hanna: -Sbuffo- Hai paura che possa incendiare l’istituto?
Zia: Ne saresti capace?!
Hanna: Può darsi se mi fanno incazzare si!
Zia: Cerca di non farlo allora!

Squilla il cellulare guardo lo schermo sorrido al nome di Andrea.

Hanna: Andy ciao, scemo come stai?
Andrea: Stanco, e tu? Non mi hai richiamato…
Hanna: Era il tuo turno di chiamare!
Andrea: No, spettava a te ti avevo detto che non potevo chiamare.
Hanna: Beh –Ci penso- Magari l’avrò dimenticato!
Andrea: Va be, che stai facendo?
Hanna: Vado a scuola!
Andrea: -Incredulo- Che? Tu? Allora viene a piovere.
Hanna: Scemo non scherzare che palle so già che sarà così!

Zia: Smettila signorina ora attacca siamo arrivati e saluta Andrea.

Hanna: La zietta ti saluta detto attaccare ti chiamo più tardi.
Andrea: Va bene, buona giornata sorellina!
Hanna: Ciao fratello!

Gabrielle parcheggia guardo l’edificio è molto grande sembra una scuola di quelle che si vedono nei manga mi gratto la fronte siamo in Germania ma dalla divisa e dalla scuola sembra di stare in Giappone. Vedo alcuni studenti correre raggiungendo l’entrata, Gabrielle saluta un uomo poi mi fa segno di seguirla. Entriamo nell’istituto seguo entrambi mi guardo intorno, rido è proprio come nei manga quindi se ne avete visti sapete com’è una scuola giapponese, amo il Giappone. Penso che questo sia un punto a favore, raggiungiamo l’ufficio del preside ci fa accomodare su un divanetto e poco dopo fa il suo ingresso.

Hanna: -Bisbigliando- è un gran bell’uomo il preside!
Zia: Lo so, una volta ci sono uscita insieme!
Hanna: Mh, questo è un altro punto a favore.
Zia: Non pensare strane cose Hanna, comportati bene!

Il preside prese dei fascicoli mostrandoli a Gabrielle, cominciano a parlare mentre io sto per in disparte guardandoli di tanto, lui non è una pessima persona o forse non dovrei giudicarlo a prima vista. Lei è sorridente e si sposta spesso una ciocca di capelli dal viso, sembra una scolaretta in calore. Dopo una lunga chiacchierata si stringono la mano l’uomo mi guarda e io di rimando lo fisso. Vengo accompagnata in classe dal segretario che mi spiega le regole, cosa fare o non fare etc…io non lo ascolto veramente di tanto annuisco fingendomi interessata. Porta un cartellino sulla maglietta leggo “Nathaniel” dev’essere il suo nome, lui è moro ha i capelli spettinati, magro, ha gli occhi chiari, è vestito molto bene a parer mio. Porta una camicia bianca sbottonata sul petto, jeans chiari e scarpe da ginnastica. Sorrido credo che non sarà poi tanto male il mio soggiorno qui.

Nathaniel: Allora spero ti troverai bene qui, vai in classe ora!
Hanna: Si ho capito tutto, ma pensavo…
Nathaniel: Pensavi cosa?
Hanna: Beh non conosco l’istituto e potrei perdermi, mi fai da guida?
Nathaniel: Non sono autorizzato a fare da guida ma se proprio ci tieni dopo le lezioni ti mostro un po’ di cose.

Hanna: -Sorrido- Ok, a dopo allora!

Mi volto entrando in classe, noto il suo sguardo sulle mie gambe lo vedo arrossire, mi viene da pensare con tutte le ragazze che ci sono qui gli viene ancora da arrossire? Lo saluto presentandomi poi alla classe, vado nell’ultimo banco in fondo alla classe. C’è l’ora di matematica non potevo chiedere di peggio, non mi è mai piaciuta molto, butto l’occhio sul banco una scritta cattura la mia attenzione, leggo “Bald überqueren wir den Monsun” non capisco bene il significato riesco a parlare decentemente tedesco ma sullo scritto ho ancora un po’ di lacune. Senza farmi vedere dall’insegnante mi metto a messaggiare con Andrea, mi racconta molte cose sul lavoro, dice anche di aver incontrato una ragazza non dice il nome, mh chi sarà mai? Mando l’ultimo mess sento la campanella suonare prendo le mie cose uscendo in cortile non c’è nessuno eppure le lezioni non sono ancora terminate. Credo che mi ci vorrà un po’ per abituarmi a tutto questo. Guardo il cancello dell’istituto un ragazzo attira la mia attenzione non ci credo anche qui me lo ritrovo.

Tom: Sei carina con questa divisa!
Hanna: Sono d’accordo con te è carina!
Tom: Ti piace la mia ex scuola?
Hanna: Venivi qui? –Annuisce- Mh per ora non è male, dove sono tutti?
Tom: -Guarda l’ora- Saranno in palestra c’è educazione fisica!
Hanna: Non ho un cambio la salterò!
Tom: -Ride- Non farti scoprire da nessuno, anzi fai il giro andiamo verso quegli alberi.

Tom scavalca il cancello mi prende la mano e andiamo dietro una albero dove gli studenti e soprattutto il preside non può vederci.

Tom: Diciamo che non ho fatto belle cose qui!
Hanna: Ah si? Me ne dici una?
Tom: Ho messo la gelatina nella piscina una volta!
Hanna: Avrei voluto vedere la scena di quando ti hanno scoperto!
Tom: Non hanno mai saputo chi è stato!
Hanna: Che ci fai qui?
Tom: Niente passeggiavo e per puro caso ti ho vista!
Hanna: Puro caso è?

Tom annuisce tenendomi ancora per mano guardo il suo gesto mi guarda malizioso sta per avvicinarsi quando lo respingo, sbuffa contrariato.

Tom: Non credo ci fosse una ragazza che mi respingesse!
Hanna: C’è l’hai di fronte!
Tom: Lo vedo, eccome se lo vedo!
Hanna: Tu non mi piaci in quel senso non provo attrazione per te Tom, quindi non voglio baciarti ne fare altro, possiamo essere amici se vuoi ma niente di più!

Tom si alza scavalca di nuovo il cancello per uscire credo se la sia presa, ma deve smetterla di baciarmi non provo niente per lui. Lo raggiungo tirandogli la maglietta attraverso il cancello, lui si gira guardandomi attraverso i suoi grossi occhiali da sole. Gli dico di avvicinarsi lui lo fa, attraverso le sbarre gli tolgo gli occhiali dicendogli che non volevo trattarlo male e lui ridendo dice che non s’è l’è presa anzi mi ha dato appuntamento al parco domani dopo scuola, si rimette gli occhiali e va via. Penso a quanto strano è quel ragazzo, voglio scoprire cosa si nasconde dietro quel faccino.

Nathaniel: Ehy Hanna vai via?
Hanna: Si, perché?
Nathaniel: Ho un po’ di tempo pensavo di mostrarti l’istituto!
Hanna: Ti dispiace se rimandiamo?
Nathaniel: Provo a indovinare ti sei già stancata della scuola?
Hanna: No, semplicemente non vedo l’ora di andare a casa!
Nathaniel: Ahahah vieni ti offro un caffè prima che arriva l’autobus.
Hanna: Ok, grazie.

Nathaniel è un tipo carino e gentile, se lo avessi incontrato in Italia credo che la sua troppa dolcezza mi avrebbe fatto venire il diabete, insomma non avrei mai accettato di bere qualcosa con lui. Vivendo in Germania è tutto diverso e nuovo per me, ma la Hanna che combina disastri, si ubriaca nelle disco, esce di nascosto o rientra all’alba non è sparita è ancora qui. Nathaniel torna al tavolo con due caffè fumanti e una torta alle mele, mi guarda c’è la dividiamo chiacchierando un po’. Per strada fino alla fermata continuiamo a parlare di tante cose, forse ho trovato un nuovo amico e dichiaro amico non ragazzo come direbbe Gabrielle, salgo sul bus prendo posto attraverso il vetro ci salutiamo. La mia vita sta iniziando ora lo credo sul serio.

◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕◕‿◕

Divisa scolastica di Hanna

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Carotina91