Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: The_Situation    30/04/2012    5 recensioni
Ace, ha diciannove anni, si porta dietro un doloroso passato che ancora lo segue e lo tormenta.
non sa che la sua vita e i suoi obbiettivi cambieranno radicalmente quando si ritroverà a dividere il suo appartamento con un nuovo coinquilino, Rufy.
ma la situazione si ribalterà, Ace si ritroverà ad avere solo un mese per dimostrargli che lo ama davvero.
è la mia prima fanfic, forse sembrerà un pò banale ma visto che è la prima non ho voluto azzardare troppo ^^ spero possa comunque che possa piacere ;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ace la baciò ancora una volta, Naoko ricambiò, mordendogli le labbra presa dalla smania.
Passò le mani sotto la maglietta del suo ragazzo.
-Tesoro sicuro che il tuo coinquilino non venga a rompere?- chiese con un po’ di disappunto, le labbra sottili erano piegate in una smorfia.
Il suo viso abbronzato era scocciatissimo le si leggeva negli occhi che il fatto che ora Ace avesse un nuovo ospite in casa la disturbasse.
-Senti non è tornato a pranzo non tornerà ora … stai calma- disse lui sbuffando e accarezzandole i boccoli castano chiaro, la guardò negli occhi, i suoi occhi erano verde smeraldo.
Ace dentro di sé cominciava a essere abbastanza preoccupato per Rufy, Portuguese lavorava da tempo in un fast food accanto al liceo e durante il suo turno non aveva visto passare il marmocchio, sperò non si fosse cacciato in qualche guaio e poi si vergognò per aver pensato le stesse cose di un fratello maggiore troppo apprensivo.
-Amore cos’hai?- chiese lei, indossava una canottiera candida e degli shorts scuri nonostante non fossero ancora in piena estate il suo abbigliamento un po’ troppo leggero era un po’ azzardato.
-niente mi ero un attimo fermato a pensare che …-
-tesoro non pensare … e godiamoci questi momenti lo interruppe lei, baciandolo a stampo e reggendogli il volto con entrambe le mani.
Stavano per ricominciare quando l’iphone di Ace cominciò a suonare.
Lui guardò verso il comodino, e cercò con la coda nell’occhio di scorgere il display, che era coperto dal cappello rosso del fast food.
-spegni quell’aggeggio- affermò Naoko seccata.
Ace afferrò il dispositivo, solo quella mattina aveva dato il suo numero a Rufy, visto che quest’ultimo non aveva ancora le chiavi dell’appartamento.
E proprio sul display era comparso il suo nome.
-Pronto nano- esordì Ace accostandosi il telefono all’orecchio.
-amore riattacca!!!- sibilò Naoko facendogli cenno di attaccargli in faccia.
Ace fece una smorfia scocciata e le fece segno di smetterla, quando faceva così non riusciva davvero a sopportarla.
-Ace! ho preso l’autobus sbagliato … sto in un posto strano ….- sentì dire il ragazzino dall’altro capo del telefono, Rufy era perfettamente calmo forse solo un po’ perplesso, sotto c’era un brusio confuso e il rumore delle goccioline di pioggia che si infrangevano sul vetro, che facevano pensare che il moretto dovesse essere ancora sul mezzo.
Ace scosse la testa, e si passò una mano tra i capelli come quando era nervoso.
-che idiota che sei! Se scendi e mi dici dove sei, veniamo a prenderti-
-Tesoro No!- strillò Naoko, tentando di togliergli il telefono dalle mani ma lui fu abbastanza pronto da allontanarlo dalle grinfie della ragazza.
-Chi è la tua migliore amica?- chiese Rufy curioso.
-No non proprio- disse Ace un po’ in difficoltà.
-Mocciosetto, su che autobus sei?- chiese Ace ignorando le stridule minacce della sua ragazza, che invano cercava di persuaderlo a lasciar perdere.
-non lo so è arancione- disse Rufy convinto di aver dato un informazione indispensabile.
-idiota alla fermata non hai letto che linea era?- chiese Ace esasperato, cominciava a pensare che mentre il cervello di Rufy avesse molti limiti la sua stupidità non avesse confini.
-L’idiota sei tu! Alla fermata non c’era nessuna linea … c’erano solo le strisce pedonali!- rispose Rufy deciso, e fiducioso in se stesso pensava di aver dato una risposta molto intelligente.
Ace si sbattè una mano sulla fronte ancora sudata, Ma cosa diavolo aveva nella testa Rufy?!
-Ma che cosa hai bevuto?!- fece Ace sarcastico e abbastanza spazientito.
-Succo di albicocca- rispose Rufy ingenuamente.
-Rufy, gli autobus fanno sempre lo stesso giro non muoverti da lì e aspetta che torni al punto in cui sei salito e poi scendi chiaro?- spiegò Ace, visto che Naoko gli avrebbe fatto passare mezz’ora di inferno e lui era già abbastanza spazientito, non voleva altre rogne.
Sarebbe andato a prendere Rufy ma purtroppo la situazione non era molto favorevole.
-Grazie Ace! Ciao!- lo salutò Rufy entusiasta, poi riattaccò senza nemmeno aspettare la risposta di Portuguese.

Ace fece un tenero sorriso, ripensando al fatto che Rufy riponeva moltissima fiducia in lui nonostante si conoscessero da pochissimo tempo, forse si stava già affezionando a quel marmocchietto combinaguai.
 
 
***
Quando Ace aprì la porta si trovò di fronte Rufy, sembrava un pulcino bagnato … i capelli gocciolavano, la felpa e gli indumenti erano completamente zuppi.
Eppure lui sorrideva sulla soglia della porta, sorrideva con quel suo sorriso sincero contento di vedere il suo “fratellone”.
Ace avrebbe dovuto immaginarlo, pioveva? Una cosa era sicura Rufy non si era portato l’ombrello.
Naoko se ne era andata pochi minuti fa e nella camera da letto c’era ancora un gran casino, Ace si vergognava abbastanza.
-forza vieni dentro … cretino- gli disse scuotendo la testa.
Rufy corse dentro, lasciando le impronte di fango e acqua sporca sul pavimento color crema.
Ace sorrise, un sorriso maturo e consapevole nonostante Rufy avesse già impantanato metà corridoio era davvero contento di vederlo.
-non sono potuto venire ma la mia ragazza rompeva…- disse Ace, quell’affermazione detta con tono un po’ annoiato era una specie di scusa.
-Sei fidanzato? Lei sembra cattiva- disse Rufy schietto ridacchiando.
-Nah … neanche tanto- era evidente che Ace non voleva toccare l’argomento.
-Come si chiama?- cominciò Rufy, sedendosi a terra e cominciando a sfilarsi le converse rosse bagnate e un po’ sbiadite.
-Naoko … marmocchio togliti i vestiti sei fradicio, non ti muovere altrimenti questa casa diventa una palude- disse Ace mentre si apprestava ad andare a prendere un asciugamano e dei vestiti asciutti per il piccoletto.
-Ehi non sono un marmocchio- lo sentì dire, il moretto accompagnò quelle parole con un infantile versetto che doveva essere una goffa imitazione di Ace.
Il più grande si lasciò sfuggire una risata.
-sono Rufy l’ottavo nano!- disse Ace cercando di fare una vocetta stridula in falsetto per prenderlo in giro.
-Ehi zitto! O vengo lì e ti picchio!- disse Rufy lagnandosi come un bimbetto.
Ace fu di ritorno con un paio di asciugamani, la biancheria pulita e una maglietta bianca.
Li lanciò a Rufy e tenne in mano solo uno degli asciugamani.
Mentre il ragazzino era intento a rivestirsi, Ace gli asciugava il capo passandogli le mani tra i capelli e scuotendoli un po’ per  far si che si asciugassero prima, per poi passarvi la mano con gesti disinvolti.
Rufy era sorpreso, non gli era mai capitato di ricevere così tante attenzioni, si lasciava asciugare senza negare che gli piaceva davvero tanto.
Ridacchiò divertito.
-Perché ridi?-chiese Ace una volta finito di asciugare la cute e i capelli del più piccolo.
-Sono contento!- fu l’unica risposta che diede l’altro sorridendo come faceva sempre.
-mi chiedo come faceva tua madre con a casa una nano come te- ridacchiò Ace stiracchiandosi, un po’ stanco e provato da quella giornata densa di avvenimenti.
-io non ce l’ho mai avuta una mamma e nemmeno un papà- disse Rufy nella più totale serenità senza smettere di sorridere.
-Sono cresciuto con mio nonno- aggiunse poi.
Ace rimase un attimo sconvolto, non se lo aspettava e per un attimo pensò che Rufy avrebbe potuto comprendere ciò che era il suo passato, e la rabbia mista al rancore che si celava attorno a esso, ma pensò fosse troppo presto per rivelare tutto con quella facilità, la vita gli aveva insegnato a diffidare di tutti e per quanto Rufy fosse ingenuo, Ace non abbandonava le sue convinzioni tanto facilmente.
-io non ho proprio mai avuto una famiglia- disse soltanto con finta indifferenza mentre si recava nella camera da letto cercando di rimettere a posto le lenzuola indaco come meglio poteva.
Rufy gli trotterellò dietro.
-Ora noi due siamo una famiglia! Viviamo anche nella stessa casa!- affermò Rufy cominciando a saltare sul letto e facendo oscillare il lampadario.
-Ma come te ne esci tu?!- Ace fu preso un po’ alla sprovvista dall’affermazione di Rufy, non se l’aspettava e poi il modo in cui l’aveva pronunciata, sembrava contento e allo stesso tempo determinato quindi diceva seriamente.
-Perché non vuoi essere il mio fratellone?- chiese un po’ deluso dalla risposta precedente del più grande.
Lui nonostante volesse far credere il contrario, si fece intenerire dall’espressione da cucciolo smarrito di Rufy.
-Certo mocciosetto- rispose poi col suo solito sorriso beffardo.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: The_Situation