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Autore: miss longbottom    30/04/2012    2 recensioni
Io sono Phoebe, Phoebe Thomas e sì, sono una mezzosangue. Mio padre è Hermes, il messaggero degli Dei e il Dio dei ladri, ovviamente. Luke Castellan invece è mio fratello, l'unico fratello degno di questo nome. Ormai lui è la mia famiglia e dovunque andrà io andrò con lui.
Questa è la mia prima ff su Percy Jackson e questo personaggio è nato grazie ad un GdR sulla stessa saga. Spero soltanto che vi piaccia. :D
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo diciassette.
 
- Zack, dimmi che stai scherzando, ti prego - dissi quasi implorandolo.
- Fammi pensare... no, non sto scherzando, scusa - rispose con un sorriso beffardo avvicinandosi a noi.
Il mondo mi crollò addosso. Come poteva farmi questo, dopo tutti i pericoli che ho dovuto affrontare per lui, per salvarlo? Dio, mi sentivo una tremenda stupida in quel momento. Aveva mentito anche per quanto riguardava il braccio rotto. Ormai non aveva più neanche il gesso, se lo era tolto con l'aiuto della punta di una freccia.
- Perché? Perché lo stai facendo? - domandai con un filo di voce.
- Tutte le ragioni te le ha date quella ragazza, ieri. Condivido tutto pienamente - chiarì - E comunque ora tu verrai con me -
Scossi la testa.
- Oh si, invece, mi serve una persona pura di cuore da sacrificare e tu, cara la mia sorellina, sei perfetta - 
Rimasi pietrificata da quelle parole.
- No, lei non viene da nessuna parte - sbottò Alex piazzandosi davanti a me.
- Non sei tu che dai gli ordini, figlio di Ares. Fatti da parte! - 
- Non ci penso neanche morto - rispose il biondino.
- Bene, come vuoi... - 
Zack scagliò la freccia che si infilzò proprio nel petto di Alex. Lui cadde a terra e io riuscii appena in tempo a prenderlo prima che la testa colpisse il suolo. 
- NO! - gridai. Gli tolsi la freccia dal corpo con le mani tremanti, alcune lacrime mi rigavano il viso. Si stringeva le mani allo stomaco, come se cercasse di far sparire quel dolore tanto lancinante. Il suo viso era pervaso dal dolore. Stava soffrendo e io non potevo fare nulla. 
- PERCHE' LO HAI FATTO, ZACK? - gridai voltandomi verso di lui. Aveva abbassato l'arco e stava ridendo.
- Così, tanto per divertiremi - rispose alzando le spalle.
- Avrei dovuto lasciarti la, in quella grotta, a morire! - 
- Ma non lo hai fatto, e di questo ti sono eternamente grato. Ora, se non ti dispiace, abbiamo da fare - pronunciò quelle parole venendomi in contro. - Per fortuna quel cretino del tuo amico ci ha portato proprio vicino al posto prediletto per il tuo sacrificio -
Mi prese per un braccio e mi trascinò via da Alex. Cercavo di divincolarmi il più possibile, ma aveva una stretta troppo forte e in più la gamba ferita faceva molto male. 
Alex era la, sdraiato, a qualche passo dalla macchina. Pensai che poteva scappare e rifugiarsi in qualche ospedale, se riusciva a tirarsi in piedi e raggiungere la macchina, ma notai che Zack aveva le chiavi dell'auto attaccate alla cintura. Addio possibilità di salvarsi, pensai. Mi trascinò in un campo di grano li vicino. Camminavamo a passo svelto, anche se io soffrivo per la ferita. 
Piano piano arrivammo davanti ad una montagna, in cui si distingueva benissimo l'entrata di una grotta. Perché diavolo continuavo a finire nelle grotte? Non era già stata abbastanza crudele la vita nel mandarmi una famiglia così "sfigata"? No, doveva anche punirmi con le grotte, i posti più orribili sulla faccia della terra.
Maledizione. 
Appena fummo più vicini la riconobbi; era esattamente quella del mio sogno. Non aveva l'aria molto stabile, anzi, era tutto il contrario. Al suo interno ci trovai un laghetto, esattamente come quello nel sogno. Chiunque mi avesse mandato quei segni quella notte sapeva benissimo che ci sarei finita. Bravo veggente. 
Mi trascinò attraverso un tunnel che sbucava in una specie di sala rotonda. Le pareti erano completamente piene di numeri e lettere greche. Mi fece sedere di fianco ad un tavolo in pietra, molto probabilmente lo avrebbe usato come posto per il sacrificio. Mi legò le mani dietro la schiena con qualcosa che mi sembrava fosse stoffa. 
- Ora stai qua zitta, finirà tutto in poco tempo - mi disse sorridendo, come se fosse una cosa semplicissima e per niente dolorosa. - E' un po' come tornare ai vecchi tempi, no? Tu fai quello che ti dico di fare, è divertente - 
- Io non sono più la ragazza dei tuoi ricordi, Zack - sibilai tra i denti.
Lui sorrise malignamente.
Aveva già pronta la freccia con la quale uccidermi. Che schifo, mi ucciderà con le mie stesse armi.
Si sedette di fronte a me, guardando il alto, dandomi le spalle e iniziò a leggere le parole sul muro. Leggeva in greco antico, ma riuscii a capire quello che diceva: 'che il padre degli dei risorga, più forte e potente di ogni cosa'. Ripeteva solo queste parole, in continuazione. Mi sembra che abbia detto quella frase almeno una trentina di volte. Dopo aver recitato quel sermone mi prese e mi fece sdraiare sul tavolo. 
Pronunciò le parole in greco: 'oh, divino Crono, prendi questa ragazza pura di cuore come simbolo della nostra obbedienza, e con il suo sangue risorgi più forte di prima'. 
Prese la freccia, pronto ad uccidermi, ma io printamente gli servii un bel calcio in faccia. Scesi dal tavolo, mentre lui barcollava, con le mani completamente libere. Mentre recitava quella frase tante volte mi riuscii a slegare, con molta fatica, dal legaccio che mi aveva messo. Ero abituata, ormai. Giocavo spesso con i gemelli a questo tipo di gioco, era un allenamento anche se noi non lo sapevamo.
Zack, dopo essersi ripreso dal calcio, mi fu subito addosso. La gamba dolorante non riuscii a tenerci su e cademmo entrambi a terra. Il tonfo causò un forte movimento delle pareti, come se da un momento all'altre la grotta potesse cedere. Scalciai via mio fratello e mi alzai traballante con la gamba che mi chiedeva pietà. Cercai si scappare ma Zack mi afferrò per la caviglia facendomi cadere ancora. La grotta stava per cedere. 
Lui mi teneva. Immobilizzava la gamba buona, ma con quella ferita riucii a tirargli un calcio in faccia, così da liberarmi. Iniziarono a cadere pezzi di roccia dal soffitto e uno enorme cadde proprio addosso a Zack. Non sapevo dire se era morto o semplicemente svenuto, c'era troppo casino, e poi, sinceramente, non mi importava più di quel cretino. Scappai verso l'uscita, zoppicando naturalmente, riuscci ad uscire appena in tempo, prima che la grotta crollasse completamente.
Corsi nella direzione in cui eravamo arrivati. Un pao di volte ho rischiato di cadere, ma son riuscita a tenermi su. Arrivai da Alex in poco tempo, secondo i miei standard. Mi accasciai di fianco a lui, gli presi la testa e gliela appoggiai sopra le mie ginocchia. Aveva gli occhi chiusi, e aveva perso tantissimo sangue. La maglia era completamente intrisa di sangue.
- Alex, Alex, su, non mollare ti prego - dissi, sentendo arrivare i primi singhiozzi.
- T... tu... tu stai bene? - disse debolmente aprendo gli occhi per guardarmi. 
- Sì, sto bene... - risposi singhizzando.
- B... bene, qu... questo... è... quello... che conta! - sorrise richiudendo gli occhi.
- No, no, no. Alex, andiamo, rimani qua. Tieni gli occhi aperti. Ti prego! - lo supplicai piangendo come una bambina.
Lui mi strinse la mano, ma non disse niente. Lo strinsi forte a me, tra le mie braccia. Stavo pensando a che fare. Il campo era troppo lontano, esattamente come  un ospedale. Chissà dove diavolo ci trovavamo, maledizione. Avevo un asso nella manica, che però non sapevo se avrebbe funzionato o meno. Afferrai il mio ciondolo, il caduceo che mi aveva regalato mio padre, lo strinsi forte nella mano e pensai intensamente: "Padre, ti prego, aiutami a salvare Alex. Per favore, lo so che puoi sentirmi!", lo pensai più di una volta. Non so esattamente quante, ma erano tante. 
- Phoebe? - sentii.
Aprii gli occhi e la visuale era cambiata. Mi ritrovavo davanti alla casa grande, con Irene ed Eva di fronte a me. Erano sbalordite tanto quanto me. L'asso nella manica aveva funzionato, per fortuna.
- Ragazze, vi prego, aiutatemi. Alex... sta per morire -  dissi tra i singhiozzi.




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ok, eccomi qua con un nuovo capitolo. questa fan fiction si sta per concludere, ma non temete, ci sarà un sequel. (forse due)
detto questo vi lascio, al prossimo capitolo che posterò in un paio di giorni al massimo. :D
  
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