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Autore: MaricaWrites    30/04/2012    2 recensioni
"Dormiremo quando saremo morti" è la storia di Victoria, cacciatrice statunitense che si ritrova coinvolta nelle vicende dei fratelli Winchester. Nel corso della storia, la ragazza dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, ma soprattutto, dovrà lottare per tenere a freno le emozioni, come il suo lavoro le impone.
[STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo VIII

 

-Dormiremo quando saremo morti-



 

Nei giorni seguenti la casa di Bobby non migliorò in allegria, anzi, ogni giorno sembrava più macabra e triste. Lui e Sam si facevano sentire regolarmente, ma a quanto pareva si stavano occupando di una divinità Greca piuttosto tosta, e sarebbero stati via per qualche altro giorno.

Dean era a sua volta ripartito nuovamente, non so per dove, ma di tanto in tanto tornava a casa, solo per consultare qualche libro o fare qualche ricerca.

Ero completamente rimasta esclusa dal giro: Castiel non si era più fatto vedere, e ogni volta che cercavo di instaurare una conversazione con Dean, mi dava le spalle ed usciva di casa. Decisi di aspettare il ritorno di Sam e Bobby, e poi di andarmene.

Più stavo con loro, più mi rendevo conto di quanto la mia presenza fosse distruttiva: l’angelo che aveva attaccato Bobby, il risentimento di Sam e Dean per avermi torturata, un nido di vampiri così vicino, e chissà cos’altro stava cacciando Dean.

Dopo l’ennesima giornata solitaria, decisi di farmi una doccia. Da quando stavo lì, neanche la doccia, che era una specie di piccolo rifugio, mi tranquillizzava più. In quei dieci minuti ero forse più vulnerabile del solito, senza armi o altro con cui difendermi, eppure li avevo sempre considerati dieci minuti fuori dal mio orribile mondo.

Mi bagnai i capelli e me li insaponai, massaggiandomi delicatamente la testa mentre continuavo a ripensare alle cose strane che stavano accadendo. Avrei tanto desiderato parlare con Castiel, ma allo stesso tempo non desideravo affatto vederlo: mi sentivo tradita, e presa in giro. Se c’era una persona di cui mi fidavo, quella era Castiel. Appunto, era.

Ero così presa a pensarci che non mi accorsi che la porta del bagno si era aperta, e questo voleva dire che ero davvero sconvolta per quello che aveva fatto l’angelo: mi accorgevo di un battito di ciglio di troppo, figuriamoci di una porta che si apre.

Quando me ne accorsi mi voltai di scatto verso l’anta della doccia, e il secondo dopo si aprì anch’essa.

Dean Winchester era davanti a me con solo un asciugamano bianco legato attorno alla vita e uno sguardo intenso che mi costringeva quasi a distogliere il mio.

Rimasi immobile per qualche istante, con le labbra socchiuse, e l’unica cosa che ne uscì fu:-Wow-

Dean rise leggermente, il che lo rendeva ancora più attraente di quando rideva sguaiatamente. Lasciò cadere a terra l’asciugamano ed entrò in doccia, facendomi indietreggiare di un passo. Chiuse l’anta con un leggero tonfo, prima di tornare a guardarmi intensamente negli occhi.

Mi accarezzò i capelli bagnati con entrambe le mani, prima di usarle per avvicinare il mio viso al suo:-Mi dispiace, non immagini quanto-

-Dean, ti prego…-

-No, sul serio, Victoria. E’ stata forse la più grande stronzata che io abbia fatto in tutta la mia vita-

-Smettila- gli tappai la bocca con una mano, ma mi prese il polso, sfiorandomi il naso col suo.

-Dì che mi perdoni, e la smetto-

Sorrisi leggermente, osservando per qualche istante l’acqua calda che gli stava inzuppando i capelli, prima di rispondere:-Ti avevo perdonato ancor prima che iniziassi-

Fece di nuovo quella mezza risata che tanto mi piaceva, prima di baciarmi. Nonostante l’avesse fatto altre volte, mi sembrò di sentire le sue labbra per la prima volta, forse perché continuo a credere che per la prima volta fu il vero Dean a baciarmi.

Gli passai le dita fra i capelli ormai fradici e caldi, e ci guardammo negli occhi per dei lunghi secondi, prima che prendesse a baciarmi lungo la linea del viso, dove lui stesso qualche giorno prima mi aveva ferita.

Tenevo gli occhi chiusi, concentrandomi solo sul tocco delle sue mani e delle sue labbra, finchè una strana sensazione non me li fece aprire.

-Dean- dissi improvvisamente.

-Ehi- sorrise premendo le labbra sulle mie.

-Voltati-

Mi guardò sbalordito per un frammento di secondo prima di voltarsi di scatto e osservare una figura scura resa sfuocata dall’anta della doccia. La aprì, mentre mi posizionavo ben dietro di lui per coprire il mio corpo nudo.

-Castiel- quasi ruggì il biondo.

-Ciao- disse lui –ti stavo cercando-

-Non è un buon momento-

Castiel incrociò il mio sguardo, prima di squadrare Dean da testa a piedi.

-Non guardarmi!- disse quello irritato –Vattene-

-Perché sei… siete senza vestiti?- chiese quello in tutta tranquillità.

-Avevamo caldo- rispose ironico Dean –ora vattene-

-Ma devo parlarti-

-Lo farai più tardi ok?!-

Castiel mi guardò di nuovo e un moto di rabbia si impossessò di me, tanto che resistetti a mala pena dallo scansare Dean e prenderlo a pugni. L’angelo assunse improvvisamente un’espressione spaventata e solo dopo un secondo mi resi conto della sensazione calda agli occhi.

-Che c’è?- Dean si voltò verso di me ma avevo già chinato la testa.

-Niente, mi è entrato del sapone negli occhi-

-Bene, allora me ne vado- disse Castiel, e prima che Dean o io potessimo ribattere, se n’era già andato.

 

La mattina dopo mi svegliai per la seconda volta nella mia vita con quella sensazione di riposo e pienezza che tanto mi era estranea, quasi come se avessi dormito abbastanza, e forse era così. Fissavo il soffitto, chiedendomi per quanto sarebbe durata quella normalità, la casa di Bobby e tutto il resto, e mi rimproverai per essere rimasta tanto. Mi conoscevo: le abitudini mi rendevano debole.

-A cosa pensi?-

Continuai a guardare il soffitto ancora per qualche istante, prima di voltare lentamente il viso a sinistra, incontrando lo sguardo smeraldino di Dean.

-Nulla di importante-

Era così vicino, ed era sveglio. Di solito, non appena apriva gli occhi si allontanava da me quasi avesse paura gli contagiassi qualcosa, e da quel momento partiva una sorta di competizione e irritazione reciproca.

Mi girai anch’io su un fianco e gli accarezzai dolcemente il viso:-Da quanto sei sveglio?-

-Abbastanza da notare quanto sei bella quando sospiri nel sonno-

-Non dire queste cose- sorrisi ironica sfiorandogli il naso col mio –non ti si addicono-

Ci baciammo, molto più lentamente di quanto non facessimo di solito, e ben presto avvertii il suo corpo sistemarsi sopra al mio. Ci separammo per guardarci negli occhi, e lessi la completa tranquillità nei suoi, prima che un’ombra gli attraversasse lo sguardo.

-Che c’è?- chiesi mentre si ristendeva accanto a me, questa volta a pancia in su.

-Quello che ti ho fatto mi sta torturando, scusa il gioco di parole-

Sospirai pesantemente:-Smettila di pensarci, ti prego-

-Sai non è la prima volta che torturo qualcuno, lo potrai immaginare- disse come se non avessi parlato, con lo sguardo rivolto al soffitto –ma le altre volte, ne ho ricavato qualcosa, oppure sapevo che quello che stava soffrendo era un mostro, o qualcuno che se lo meritava. Non avevo mai commesso un errore simile… torturare te… era stato difficile in partenza-

Capii che molto probabilmente Dean non mi avrebbe mai più parlato così apertamente, e che quella conversazione sarebbe rimasta in quella stanza per sempre, così rimasi ad ascoltare, trattenendo la voglia di ribattere per quando avrebbe finito.

 -Quando Sam si è tirato indietro… non lo so, non riesco a perdonarmi per quello che ti ho fatto. Non so come tu possa farlo-

Finalmente si voltò a guardarmi.

-Non posso impedirti di sentirti in colpa, ma posso chiederti di non farlo. E vorrei anche chiederti di non arrabbiarti con tuo fratello. Sono una cacciatrice anch’io, Dean, ho torturato anch’io, non sono poi così innocente. Quello che hai fatto era la cosa giusta da fare nel caso fossi stata un mostro, c’è stata un’incomprensione, può capitare. Sono viva, questo è l’importante. Sam se n’è accorto in tempo, e questo è ancora più importante. Tutti possiamo sbagliare, è questo che ci rende umani, e Sam lo è. Nessuno di voi ha alcuna colpa, volevate solo aiutare un amico-

Dean si limitò a fissarmi e non appena aprì la bocca per rispondermi, avvertimmo dei passi in casa.

-Sono tornati- dissi tirandomi su di colpo.

Ci alzammo e ci rivestimmo in fretta, uscendo in corridoio appena in tempo per incontrare Sam e Bobby con i borsoni in mano e un’aria distrutta dipinta in volto.

-Ciao- Bobby ci guardò entrambi con aria sospetta –vi svegliate ora?-

-Certo che no- risposi subito –ma preparo ora la colazione, avete fame?-

-Da matti- sospirò Sam.

I due fratelli si guardarono, ma non si salutarono.

La cucina rimase in silenzio per tutto il tempo, ma non mi diede fastidio: ero troppo occupata a riflettere.

Sam e Dean si sedettero ai lati opposti del tavolo: feci delle uova per Sam e Bobby e un panino per Dean.

Quando posai il piatto davanti a quest’ultimo mi accarezzò una gamba e mi baciò un fianco, senza curarsi degli altri due.

-Allora, di cosa vi siete occupati?- chiesi cercando un po’ di smorzare il gelo creatosi a quei gesti così spudorati di Dean.

-Un lupo mannaro- disse subito Sam, prima di guardare nervosamente e ingiustificatamente alla sua sinistra.

-Ah…- mi limitai a dire, prima di riabbassare lo sguardo su Dean e notare che non aveva ancora iniziato a mangiare, ma fissava quasi schifato il panino.

-Qualcosa non va?- chiesi.

-No, potresti passarmi un coltello?-

A quella richiesta capii immediatamente, e presa la posata, tagliai con precisione le croste del suo sandwich.

Non seppi per molto tempo che cosa mai avessi fatto, ma quel semplice gesto mi procurò lo sguardo più intenso che Dean mi avesse mai rivolto e uno alquanto stupito di Sam.

-Che c’è?- chiesi divertita –so usare il coltello in molti modi-

Sam rise silenziosamente e tutti presero a mangiare.

-Bene… ehm, nuovi casi?- chiesi dopo un poco.

-Un altro lupo mannaro, forse- disse Dean –poco lontano da qui, vuoi venire?-

-Ci puoi contare che vengo!-

-No- una voce ferma e atona ci fece voltare tutti di scatto.

-Castiel- Dean si pulì la bocca –cosa ci fai qui?-

L’angelo rimase immobile, mi rivolse uno sguardo veloce e tornò a guardare il biondo:-Lassù prevedono cose orribili, la ragazza deve rimanere qui-

-Ma che cosa dici? Io andrò- sbottai e mi resi conto troppo tardi di aver dimostrato un po’ troppa confidenza nei confronti di Castiel davanti a Sam, Dean e Bobby.

-Vacci ragazza, io ti ho avvertito, morirai dolorosamente-

-Dici sul serio?- Dean lo guardò impassibile.

-Non dice sul serio!- risi –Vi sta prendendo in giro. Oh, andiamo, me la cavo benissimo-

Castiel mi guardò dritto negli occhi ed ebbi una voglia matta di lanciargli addosso qualcosa. Perché lo stava facendo? Continuava ad intromettersi nella mia vita, e non faceva altro che mettermi i bastoni fra le ruote… Se non fosse stato per lui, a quell’ora mi sarei già dimenticata i nomi di Sam e Dean Winchester.

-Castiel non ci ha mai mentito riguardo queste cose- disse Sam –probabilmente è davvero pericoloso per te seguirci-

-Ma non è vero! Sta mentendo!-

-Vic- Dean mi strinse con delicatezza il polso –conosco bene Castiel, non sta mentendo, fidati di lui-

Non so come feci a trattenermi, ma alla fine acconsentii:-Va bene… se i sommi angeli prevedono la mia morte me ne starò qua, per l’ultima volta- sottolineai le ultime parole e mandai un’occhiataccia a Castiel che abbassò lo sguardo prima di scomparire nel nulla.

Rimasi in silenzio in un angolo mentre loro si preparavano per l’ennesima caccia senza di me, e meditavo di andarmene mentre fossero stati fuori, ma proprio quando pensavo fossero in macchina, Dean tornò indietro solo per premere le labbra sulle mie per qualche istante e dirmi:-Non fare cazzate-

Mi limitai a rivolgergli un mezzo sorriso e guardarlo uscire da casa di Bobby per la seconda volta. Odiavo Castiel con tutto il mio cuore, e ancora non riuscivo a spiegarmi perché.

Dicono che l’odio abbia la stessa intensità dell’amore, ed io ho sempre pensato che in qualche modo fosse vero: non puoi odiare una persona che prima non hai amato profondamente, no?

Proprio mentre ci pensavo, avvertii la sua presenza alle mie spalle, e questa volta non mi voltai neanche, andai dritta in cucina a trovarmi qualcosa da fare, tenendo a freno la tentazione di tirare fuori la spada angelica e piantargliela nel petto.

-Ignorarmi non ti aiuterà- disse ad un certo punto, posizionandosi davanti al tavolo a cui mi ero seduta.

Non risposi, e lui rimase in silenzio per un bel po’.

-Victoria…-

-Castiel- dissi alzandomi di scatto –non so che cosa diavolo ti abbia preso alla testa ma per favore, vattene. Non riesco neanche a guardarti-

-Sto cercando di proteggerti-

-Proteggermi? Da cosa?! Da un lupo mannaro? Ma fammi il piacere. Stai solo uscendo di senno. So benissimo che nessuno lassù si occupa di cose futili come il destino di una stupida umana-

-Tu non sei una stupida umana-

-Lo so, ma Sam, Dean e Bobby no, e ti hanno creduto-

-Ci sono tante cose che non sai, Victoria, e che non posso spiegarti-

-Anche tu non sai tante cose, Castiel. Ho fatto tante cose mentre non c’eri… cose non esattamente pure-

-Ne ho fatte anch’io, non immagini quante, ma ora sto cercando di rimediare-

-E per rimediare ti intrometti nella mia vita? Ho desiderato tanto rivederti Castiel, ma forse non solo gli umani cambiano-

-Lo sto facendo per il tuo bene!-

-Per il mio bene?! Impedirmi di andare ad una stupida caccia? Farmi torturare da Dean Winchester?-

-Ti ho già spiegato il perché…-

-Non mi interessa. Vuoi aiutarmi Castiel? Sparisci. L’ultima cosa che ho voglia di fare è di vederti. Vattene-

-Per favore, Victoria io…-

Il campanello lo interruppe e mi voltai di scatto, stupita, verso la porta. Quando mi voltai nuovamente, Castiel era sparito.

Sbuffai e presi la pistola dal tavolo, dirigendomi velocemente verso la porta. La aprii di poco spiando dalla fessura: c’era una ragazza sulla porta, con l’aspetto di una appena uscita da una casa di cura.

-Posso aiutarti?- chiesi infilandomi la pistola nei jeans e coprendola con la felpa.

La ragazza rimase immobile finchè non spalancai la porta, a quel punto mi guardò come se avesse appena visto la madonna:-Victoria Wilson-

Inarcai entrambe le sopracciglia:-Così sembra-

-Oh mio Dio, che piacere conoscerti- mi scansò ed entrò in casa saltellando –io sono Becky-

-Piacere- dissi chiudendo la porta e osservandola quasi schifata.

-Sapevo di trovarti qui-

-Sei una sensitiva?- chiesi ancora sospettosa, dirigendomi in cucina e versandole un bicchiere d’acqua –Bevi, sembri piuttosto agitata-

Bevve in un sorso il contenuto del bicchiere e si sedette con molta nonchalance al tavolo. Mi sedetti anch’io e la guardai mentre si sistemava i capelli e riprendeva fiato:-Sono qui, in missione!-

Il suo sorriso era quasi irritante.

-In missione- ripetei.

-Sapevo avresti risposto così! Mi sono imparata a memoria il capitolo VIII!-

-Eh?-

Si schiarì la voce:-E’ uscito un libro, Victoria-

-Sei una della biblioteca? Perché davvero non ho tempo di leggere…-

-Ma no! Sono una fan di Supernatural!-

-Di che?-

-Supernatural! La saga di libri i cui protagonisti sono Sam e Dean!-

Risi:-Cosa?-

-Oh, ma non sai proprio niente!-

-Tu sei pazza-

Alzò gli occhi al cielo:-Un profeta ha scritto Supernatural, e ci sono anche uscita per un po’, ma questo non è importante-

-Aspetta, aspetta, hai detto un profeta?- sbarrai gli occhi.

-Oh si, si chiamava Chuck, ma ora è sparito. Comunque, aveva scritto dei libri, e le cose nei libri si sono avverate, perché era un profeta!-

-Perché un profeta dovrebbe scrivere di Sam e Dean?-

-Perché hanno salvato il modo dall’Apocalisse, ecco perché! Ma non sono qui per parlare di questo, sono qui perché è uscito un nuovo libro!-

-Senti, Becky, conosci Sam e Dean e in qualche modo conosci anche me, quindi devi averne viste tante. Per favore, torna a casa, ti trovo un po’ confusa-

-Un po’ confusa si- disse esasperata –allora guarda questo-

Tirò fuori dalla borsa che portava con sé un libro e lo sbatté sul tavolo. Sobbalzai leggermente e diedi un’occhiata alla copertina, che mostrava un disegno di una ragazza bionda coi capelli al vento e il titolo “Dormiremo quando saremo morti”.

-Che roba è?- chiesi.

-Il nuovo libro. Mi aggiravo per una libreria l’altro giorno e come al solito guardavo il reparto “folclore” e poi sei entrata tu. Ti avevo notata per i capelli, mi piacciono davvero tanto, ma poi mi è caduto l’occhio su questo- indicò il libro –e la ragazza disegnata è identica a te!-

-Non lo è- dissi secca.

Alzò di nuovo gli occhi al cielo:-Ho subito capito che non si trattava di una coincidenza, ma non ne ero sicura. E poi, Castiel è apparso alle tue spalle!-

-Aspetta, conosci Castiel?-

-Certo che lo conosco! Ti ho detto che sono una fan di Supernatural!-

-Certo…- dissi sottovoce –come dimenticarlo-

-Allora ho preso il libro e ho letto il riassunto sul retro della copertina- afferrò il volume e lo girò, per poi leggere ad alta voce -"Dormiremo quando saremo morti" è la storia di Victoria, cacciatrice statunitense che si ritrova coinvolta nelle vicende dei fratelli Winchester. Nel corso della storia, la ragazza dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, ma soprattutto, dovrà lottare per tenere a freno le emozioni, come il suo lavoro le impone-

Rimasi immobile, fissandola indecisa se ucciderla o se chiedere altre spiegazioni-

-Si, adesso sei indecisa se uccidermi o chiedermi altro. Ma la seconda opzione è la migliore- disse con aria vanitosa.

-Va bene, mi leggi nella mente?-

-No! E’ scritto qui!- mi sventolò il libro sotto il naso.

-Ok, mettiamo caso che sia vero. Perché sei qui? Stavo meglio quando non ne sapevo nulla-

-Ma io devo essere qui. C’è scritto. Mi ringrazierai domani-

-Perché?-

Si avvicinò con aria misteriosa a me, arricciando il naso:-Castiel, è un bugiardo-

-E’ inutile che sussurri, se vuole sentire, sentirà-

-Ma ora non sta sentendo. Il libro lo dice. Io vengo qua e ti avverto del complotto, senza che lui venga a saperlo-

-Il complotto? Quale complotto?-

-Per uccidere Sam-

-Castiel non vuole uccidere Sam- risi –smettila-

-Oh, non vuole direttamente, ma a quanto pare per qualche strano motivo, è necessario che lui lo faccia-

-Ora smettila, Castiel non è un assassino- iniziai ad irritarmi.

-Sapevo ti saresti irritata, perché nonostante tutto, tu adori Castiel. Ma mentre non eravate insieme ti sei persa tante cose, e quello che sta agendo non è il Castiel che conoscevi. Tutti cambiano-

Cercai di ignorare in tutti i modi il suo irritante modo di parlare teatrale.

-Bhè perché mai vorrebbe ucciderlo?-

-Io lo so, ma non posso dirtelo-

-Bhè potrei leggerlo nel libro-

-Cercherai di farlo infatti, ma c’è scritto che non ne troverai mai una copia- rimise la sua in borsa e mi guardò soddisfatta.

-Sopravviverò- dissi secca.

-Non sono qui per farti innervosire, comunque. Sono qui per Sam: tengo molto alla sua incolumità-

-Sarà ucciso dal lupo mannaro? Ne dubito fortemente-

-Bhè il lupo con cui hanno a che fare non è un lupo qualsiasi. E’ un poliziotto, ed è armato. Sam avrà un’allucinazione: cadrà a terra privo di sensi e Dean seguirà il lupo, quando Sam si sveglierà ti vedrà mentre il lupo ti punta contro la pistola, si butterà per salvarti e morirà con quella pallottola-

-Ehi, piano, piano- dissi con la testa in fiamme –non ti seguo. Perché Sam perderà i sensi?-

-Per un colpo in testa del lupo-

-A quel punto Dean inseguirà il lupo-

-Giusto-

-Sam si risveglierà… e?-

-E avrà un’allucinazione del lupo che ti punta contro la pistola e si lancerà per salvarti. Non è romantico?-

-Fin qui ci sono. Ma se è tutto nella sua testa, come può la pallottola ucciderlo veramente?- chiesi convinta di averla fregata.

-Perché il lupo e la pistola ci sono veramente, ma la pistola sarà puntata contro Bobby, alle spalle di Sam-

Mi passai una mano tra i capelli:-Non ci sto capendo nulla-

Sbuffò, frugando nella sua borsa ed estraendone una penna, un cellulare e uno specchietto e allineandoli.

-Bobby è la penna, Sam è il telefono e il lupo è lo specchietto, ci sei?-

-Ci sono-

-Il lupo, cioè lo specchietto, spara a Bobby che è la penna, ma in mezzo c’è il telefono, ovvero Sam-

-E Sam non può spostarsi?-

-Non lo fa, anzi, si butta tra il lupo e Bobby perché vede te…- tirò fuori un o scontrino accartocciato dalla borsa e lo posizionò dietro Sam-telefono –e vuole salvarti. In questo modo muore-

-E Castiel sapeva tutto questo?-

-Lo sapeva, per questo ti ha detto di stare qui, in modo che Sam abbia l’allucinazione, e muoia-

-Ma se sa tutto questo, saprà anche che io arriverò a salvarlo-

-Non lo sa, lui non ha letto il libro, sa solo alcune cose che ha sentito-

-Credevo gli volesse bene-

-Gliene vuole, ma ne vuole di più a te. Ci sono cose che scoprirai più avanti. Per adesso, devi solo salvare Sam-

Si alzò in piedi, rinfilando le sue cose in borsa.

-Aspetta- la fermai alzandomi a mia volta –perché mai Sam dovrebbe avere delle allucinazioni?-

-Questa è una delle cose che scoprirai più avanti…- disse con fare misterioso –ora muoviti-

Tirò fuori di tasca un altro pezzo di carta accartocciato e me lo mise in mano:-Questo è l’indirizzo, sbrigati-

-Ok- dissi ancora poco convinta.

La accompagnai alla porta e la guardai avvicinarsi alla sua auto.

-Becky- dissi all’ultimo momento.

-Si?- si voltò.

-Se scopro che mi hai preso in giro…-

-Mi ucciderai, lo so- diede un colpetto alla borsa per indicare il libro, e salì in macchina.

La guardai partire, e quasi istantaneamente chiamai Bobby.

-Pronto- la sua voce era rude e grossa.

-Bobby, come sta andando?-

-Non bene. Questo bastardo è un poliziotto, si è chiuso nella centrale. Sam e Dean sono già dentro, mi hanno chiesto di rimanere in macchina per emergenza-

Quasi mi si bloccò il cuore:-Va bene, ciao allora-

Quando misi giù, ero già in macchina. Non mi spiegavo come tutto ciò potesse essere possibile, ma in un mondo in cui esistevo io, potevano sicuramente esserci anche profeti e cose del genere. Quel libro doveva davvero raccontare la mia storia, ma non impazzivo dalla voglia di leggerlo. Cosa avrei fatto se mi avesse rivelato un destino che non fosse stato quello che volevo? Troppo rischioso.

L’indirizzo che Becky mi aveva dato era davvero molto vicino, e scoprii che sotto c’era anche il suo numero di telefono, come se mai avessi avuto voglia di chiamarla.

Quando arrivai, localizzai immediatamente l’Impala, con ancora la portiera aperta: Bobby doveva essere appena entrato. Mentre anch’io entravo nell’edificio, mi colpì un flash della rappresentazione di Becky, e mi resi improvvisamente conto che se avessi scansato Sam dalla traiettoria del proiettile, questo avrebbe colpito Bobby. Decisi di non pensarlo, e di improvvisare: cosa che mi riusciva benissimo.

Tenevo la pistola ben stretta e mi muovevo piano: non sentivo alcun rumore. Improvvisamente sentii delle voci al di là di una porta spalancata.

Spiai, senza farmi vedere, e rimasi a bocca aperta nel trovare tre persone disposte esattamente come Becky mi aveva descritto. Il poliziotto aveva già la pistola alzata e Sam si voltò improvvisamente verso il nulla alla sua sinistra:-Victoria!-

Bobby guardò prima Sam e poi la porta da cui ero appena entrata.

-Giù, Bobby!- urlai, prima di scavalcare una scrivania e piombare addosso a Sam, buttandolo a terra, un attimo prima che il lupo sparasse. Un altro sparo seguii subito dopo, e dietro il cadavere del lupo, emerse Dean.

Mi tirai su, aiutando anche Sam a rialzarsi, mentre Dean e Bobby mi guardavano stupiti.

-Quale parte di “non fare cazzate” ti è sfuggita?- sbottò Dean –Saresti potuta morire. Castiel te l’aveva detto-

-Prego, è un piacere salvare la vita a tuo fratello- risposi irritata.

Sam continuava a guardarmi sconvolto.

-Stai bene?- chiesi io.

-Benone- annuì lui.

-Andiamocene allora-

Incrociai lo sguardo di Sam, che apparve decisamente preoccupato, e gli rivolsi un mezzo sorriso.

Allora, di solito dopo il capitolo evito di martoriarvi con i miei monologhi, ma ci tenevo tanto a scusarmi per il ritardo con cui pubblico questo ottavo capitolo. Purtroppo come tutti sapete Maggio è il peggior mese per quanto riguarda la scuola e ho alcune materie da rimediare, per cui il tempo per scrivere è davvero poco :( Oltre a questo, volevo scusarmi per l'intreccio assurdo di questa storia, mi dispiace ma sono pazza così, haha, volevo dirvi di non preoccuparvi, piano piano tutto avrà un senso, ma accetto ben volentieri ipotesi da parte vostra! Volevo poi ringraziare tutte le persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti/seguite/da ricordare ecc. mi fa davvero tanto piacere, e allo stesso modo ringrazio le persone che recensiscono, grazie, grazie davvero ^^
  
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