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Autore: ClaireBlahblah    30/04/2012    4 recensioni
«Mi dispiace» ansimò l’angelo, tra un bacio e l’altro. «Mi dispiace».
«Mi dispiace» Ripetette Dean, quando il fiato glielo permetteva. «Mi dispiace».
Piangevano, i due uomini, chiusi in quella doccia di un metro per un metro, mentre l’acqua scorreva nello scarico, e il sapone lavava via il dolore, e gli slip cadevano, e un amore soffocato, finalmente, sbocciava.
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Introduzione modificata il 27-08-12 tratta dall'ottavo capitolo.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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YOU FOUND ME


Li avrebbe uccisi. Li avrebbe uccisi tutti.
Cass sentiva le mani ruvide e prepotenti del cacciatore sfregargli sulle ferite, accarezzargli tutto il corpo.
Il viso dell’angelo altro non era se non una maschera neutra, gli occhi, seppur pieni di lacrime, erano spenti, vacui.
Tutto il mondo era dolore, e lui ne era il perno.
Che cazzo stava succedendo? Come c’era finito legato ad un muro, con un mostro che stava per stuprarlo?
Stuprarlo..
Era.. Era tutto dannatamente folle. Era assurdo. Dov’era Dean? Dov’era? Perché lo stava permettendo? Come poteva farlo? Dopo tutto quello che erano? Che erano stati?
Perché?
Se Cass non avesse saputo che nessuno avrebbe ascoltato le preghiere di quel rifiuto – o rifiutato –allora si sarebbe messo a pregare davvero.
Ma non c’era un cazzo per cui pregare, e per lui era la fine.
 
***
 
Dean, soddisfatto per scopata appena fatta, soddisfatto per ingente quantità di alcool che gli circolava nelle vene, per aver stordito ogni sentimento, per essere finalmente tornato DEAN WINCHESTER, era pronto a riunirsi ai colleghi – che colleghi non erano, non si sarebbe mai paragonato a loro, ma date le circostanze...
Il giovane cacciatore, appena prima entrare nell’edificio per andare a controllare gli altri, si accese una sigaretta, regalo della bionda che si era portato a letto, e a grandi passi, iniziò a salire le scale. Appena richiusa la porta alle sue spalle, però, dei mugoli lo fecero allarmare. Correndo, raggiunse il terzo piano.
Lì si trovò di fronte a decine di uomini sdraiati sui divani, sulle poltrone, sui tavoli ed addirittura a terra, ubriachi fradici ed incoscienti.
Qualcosa non andava, lo sentiva. Quei lamenti non erano certo il frutto dei tre giorni di "pace" che il giovane aveva tentato di regalare all'angelo.
“Che cazzo fate? Svegliatevi, figli di puttana! Castiel, dov’è Castiel? Che cazzo sta succedendo qui?”
Li scorse con lo sguardo, per un istante, in preda al panico, mentre, istintivamente, scattava verso la porta della prigione. I gemiti iniziavano a tramutarsi in urla.
 Dove cazzo era il capo?
Tremando, nervoso come mai prima, tentò di afferrare la maniglia che, ovviamente, era bloccata.
“CAZZO!”
“DEEEEEEEEAN!”
Merda. Castiel. Merda.
Dean non riusciva a parlare, continuava ad urlare imprecazioni, scagliandosi contro la porta, ancora e ancora, col tentativo di sfondarla.
Gli avrebbe spaccato la faccia, maledetto.
 Dopo l'ennesimo calcio la porta di spalancò, ma Dean non era decisamente pronto a vedere l’immagine che gli si parò di fronte alla faccia con la stessa violenza di un pugno.
Gettò la sigaretta a terra, mentre con gli occhi pieni di orrore, e furia, e voglia di vendetta, si avventava contro quel figlio di puttana.
 
***
 
Dean si accanì contro il cacciatore mezzo nudo con tale furia da spaccarsi una mano e, nonostante il dolore atroce, continuò a prendere a pugni la faccia di quel porco maledetto, urlando insulti e bestemmie come mai aveva fatto prima.
L’uomo, già stordito dall’alcool che ancora aveva in corpo, tentò di difendersi per qualche minuto, ma all’ennesimo calcio dritto nello stomaco, si arrese, mormorando qualcosa, con un sorriso ebete stampato sulla bocca – probabilmente aveva già perso i sensi.
Dean si liberò della carcassa con una spinta, e, terrorizzato, corse da Castiel, mezzo svenuto.
Gli prese la testa tra le mani, cautamente, nonostante il panico che lo accompagnava in ogni movimento.
“Cass? Castiel? Ehi..” Le lacrime iniziavano ad incrinargli la voce “Castiel, sveglia”
Si chinò per liberargli le caviglie e per nascondere il viso rigato ma quando fece per ripetersi con le manette che gli serravano i polsi, l’angelo alzò gli occhi.
“Cass! Ehi.. che cazzo… che cazzo è successo?” Disse, prendendogli di nuovo il volto fra le mani, per sorreggerlo.
“Tu.. Tu dov’eri?” Mormorò il giovane, con un filo di voce, appena prima di svenire definitivamente.

Dean, trafitto da quelle parole, si caricò l'angelo sulle spalle e, senza degnare nessuno di un solo sguardo, si diresse verso l’Impala.
Lui dov’era?
Era andato a scopare, a bere.
Aveva fatto sesso e si era ubriacato mentre un maiale, un porco cercava di… Oh, Dio, come aveva potuto?
Lo aveva lasciato in balia di quei mostri, lo aveva fatto torturare per giorni, ed ora questo.
E, nonostante tutto, quel figlio di puttana di Castiel continuava a gridare il suo nome nei momenti più terribili, come se Dean non fosse il più terribile dei carnefici, ma l’amico, il fratello eroe, pronto a salvarlo.
Questo feriva enormemente il cacciatore, che, una volta in viaggio, con l’angelo svenuto sul sedile posteriore dell’Impala, pianse tutte le sue lacrime.
 
***
 
Quando Meg si materializzò all’interno dell’edificio si trovò di fronte a Jim che bestemmiava contro il cacciatore.
La stanza coperta di sangue, così come le mani dell'uomo, il suo petto nudo, e le sue labbra e la patta aperta, con la cinta a terra, di fianco alle manette che, presumeva, avevano legato Cass fino a poco prima,
fecero intuire al demone quale atrocità si era appena compiuta. Con uno schiocco di dita spezzò il collo a tutti i cacciatori, tranne che a Jim e al maiale.
Inchiodando il vecchio con uno sguardo, lo sorpassò, per finire faccia a faccia con l’altro uomo. Il silenzio era profondissimo.
Senza mai rompere il contatto visivo, gli piantò una mano nel petto e, sussurrandogli “Ci vediamo all’Inferno”, gli trappò via il cuore.
Il cacciatore crollò ai suoi piedi, morto e ridicolo.



****SPAZIO AURTICE****
Mostriciattoli (Leo, ti sei reso conto che non è un caso, o devo mettere le insegne luminose?!), come promesso, ecco il secondo capitolo della giornata.
Non sono esattamente soddisfatta del mio lavoro, a dire il vero, ma considerando come si sono messe le cose (mi sono già giustificata nel capitolo precedente), penso di dovermi accontentare.
L'importante è essere arrivata al punto: SE L'E' RIPRESO. *V*
Non potete capire che gioia.
Certo, tutto il esto è deprimente, e mi odio per aver scritto delle robe così *MENTEMALATA*, ma vabè, prendete per buono quel poco che di buono c'è.

Vi bacio tutti, dal primo all'ultimo. :*

P.S. Andatevi a sentire la canzone, è praticamente perfetta per introdurre il prossimo capitolo, che arriverà almeno tra una settimana, perchè, UDITE UDITE, mercoledì parto per la gita. *v*




 
  
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