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Autore: overthinkgeo    01/05/2012    2 recensioni
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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*Mi scuso per aver pubblicato questo capitolo tardissimo. E' stato un periodo pieno di impegni e non ho avuto il tempo di dedicarmi a questa ff. In qualunque modo le cose si sono calmate ora, e credo di poter riprendere su normalmente senza dover eccedere con la lunghezza delle pause tra un capitolo all'altro. Questo conterrà meno vicende del solito perché ho deciso di dividerlo dal prossimo, che sarà l'ultimo. E siccome gli avvenimenti nel prossimo saranno abbastanza importanti e profondi preferivo tenerli separati per non rischiare di trattare le vicende troppo velocemente.
Ah giusto, questo capitolo non mi convince molto. Non lo so, non mi soddisfa.
Buona lettura*



La donna si sta dirigendo alla stazione di Barons Court a larghi e rapidi passi..
la fermata della metropolitana è distante pochi metri dal bar in cui io e Sherlock stavamo osservando le sue mosse poco fa e la seguiamo mantenendo della distanza.
Sherlock ha ancora tra le mani la mia giacca per obbligarmi a camminare di passo.
Lo lascio fare, siccome siamo così vicini -quasi attaccati- che la gente non può scorgere l'atteggiamento di Sherlock nei miei confronti, il quale mi fa sentire un bambino accompagnato dalla madre.
Probabilmente non se ne sarà nemmeno accorto di essere ancora aggrappato a me, ha un viso scolpito dal pensiero e dalla riflessione.. e per i suoi occhi, adesso,
c'è solo la donna bionda che cammina frettolosamente.

Appena entra nella stazione io e Sherlock acceleriamo il passo, la strada non è molto trafficata e non possiamo dare nell'occhio.
Passiamo il negozio di alimentari e voltiamo bruscamente a sinistra, addentrandoci nel groviglio della gente che si dirige al lavoro.
Fortunatamente, mentre aspettavamo, Sherlock mi aveva detto di andare a fare due biglietti giornalieri per la metropolitana..
Era praticamente sicuro che ci saremmo dovuti spostare in questo modo.
Abbassiamo lo sguardo per un istante, cerchiamo i biglietti nelle tasche delle giacche e appena rialziamo le teste la donna è scomparsa, svanita.. volatilizzata come se qualcuno l'avesse rapita in silenzio.

-Sherlock, hai visto dov'è andata?-
-Sherlock?-

Gli occhi spalancati del mio amico sembrano quasi essersi dilatati.. Peggio di un gatto al buio alla ricerca della sua piccola e rapida preda.
Vedo il suo capo volgersi bruscamente a destra, a sinistra, in avanti e di nuovo alla sua sinistra.
Sherlock si morde le labbra, le stringe così tanto da farle diventare lattee, mentre fitte pieghe si inarcano sulla sua fronte.
Guardo ovunque, sperando di avvistare nuovamente la chioma bionda della donna che nuota più veloce delle altre teste nel fitto mare di persone.
Cerco di ricordare se l'ultima immagine della donna che avevo in testa potesse rimandarmi alla direzione in cui si stava dirigendo. Ma l'ultima volta che
l'avevamo vista era troppo lontana dalle entrare alla metropolitana, e la sua posizione non poteva dirci niente.
Spero che Sherlock abbia dedotto qualcosa di utile dal suo modo di camminare, dal suo abbigliamento o da non so quale altro assurdo dettaglio.

-La chitarra, perché la chitarra? suona insieme a qualcuno? oppure potrebbe servire ai bambini che bada.. ma no, se la suonasse uno dei bambini non sarebbe di sicuro così grande. I bambini che potrebbero suonare quella chitarra avrebbero abbastanza anni per badare i presumibili fratelli più piccoli che deve guardare la donna.. A quel punto non avrebbe alcun senso chiamare una babysitter. Dunque la chitarra la suona la donna. Si spiega anche la cura delle unghie, leggermente più lunghe in una mano e corte nell'altra. I capelli.. sulla sommità della testa c'è un semicerchio di capelli crespi, significa che li lega molto spesso. Li ha tenuti legati tutta la notte ma ora li ha slegati e mossi. Ma che senso ha cercare di essere più attraenti e diversi dal solito e poi indossare una tuta da tutti i giorni? Indossa scarpe da ginnastica piuttosto sciupate.. Nike Free 3.0 V4, non sono in vendita da più di 3 mesi. La donna deve aver camminato parecchio per averle ridotte in questo stato in così poco tempo. Deduco debba percorrere una grande distanza a piedi per arrivare a casa della famiglia in cui lavora.. eppure non ho notato fango attaccato ad essere, solo terriccio che appartiene a quest'area di Londra. I lacci sono sporchi, è impossibile che le abbia lavate. Significa dunque che ha compiuto questo tragitto fino alla stazione di Barons Court tutti i giorni e per arrivare a casa della famiglia per cui lavora le basta uscire da una fermata della metropolitana e la trova davanti a sè. E' dunque sicuro che la sua destinazione in questi 4 mesi non è mai cambiata.
Prendendo in considerazione il modo in cui è vestita e la contrastante cura dei capelli, posso dedurre che si stia dirigendo a casa di un suo vecchio amico o una persona che conosce ormai bene.. davanti al quale non si vergogna a restare vestita in modo comodo ma vuole comunque essere notata. Il lieve
rigonfiamento che si trova sul contenitore della chitarra mi suggerisce che contiene un quaderno di spartiti, molto ridotto.. a giudicare dall'altezza. John, credo di capire cosa stia succedendo. Ma ormai l'abbiamo persa, aspettiamo qui fino all'ora di pranzo e poi torniamo a Reading.-

Ho ascoltato il ragionamento di Sherlock più attentamente possibile, ma questo caso è così pieno di contraddizioni che seguire i numerosi tragitti che compie la sua mente credo sia impossibile.
Sembrava quasi descrivesse una foto che si trovava nelle sue mani, e invece si riferiva solo a un vago ricordo della donna.
Siamo rimasti immobili, in mezzo alla gente.. Sherlock parlava a bassa voce e, provando ad ascoltare la sua logica, mi ero avvicinato per cogliere ciò che io non avevo nemmeno lontanamente notato.

Ci guardiamo intorno e notiamo una panchina rossa di fianco ai bagni. Ci sediamo e fingiamo di aspettare qualcuno.
La gamba di Sherlock trema nervosamente, è appoggiato con il viso su una mano e guarda verso le entrate alla metropolitana. Non mi sono mai sentito così distratto, credo che quest'attrazione mi stia rendendo più ossessionato che semplicemente tentato. Questo è probabilmente il vero danno dell'amore.
Dopo che ti ha incontrato non può fare altro che peggiorare la situazione.
Ammiro come il mio amico possa concentrare la sua mente su ciò che davvero è utile nei diversi momenti della giornata e nelle diverse situazioni.
Molte persone lo definirebbero un robot, ma io non provo altro che ammirazione.
Proprio mentre penso alla sua capacità di non perdere la concentrazione, sposto il mio sguardo dalle sue lunghe gambe al suo viso.
Scopro con stupore che, anche se voltato da un'altra parte, aveva allungato senza farsi notare le pupille fino a potersi concedere una limitata visuale su di me.
Non so se mi sta controllando o si è semplicemente ricordato della mia presenza.
Appena i nostri sguardi si incontrano Sherlock volge il suo verso il basso ma rapidamente lo riallaccia al mio.
Mi osserva con occhi severi ma io non ho alcuna intenzione di lasciarmi intimorire o imbarazzare.
Rimango bloccato in attesa di un suo cenno.
Nonostante la sua espressione non sia una delle più dolci, posso sentire la più burrascosa onda di emozioni dentro di me.
Ricordando la situazione in cui ci siamo immersi, stringo le labbra e accenno un'aria di noia e conforto mescolati assieme per non far demoralizzare il mio amico.
Lui mi risponde alzando delicatamente un angolo della bocca. Il suo dolce e impercettibile sorriso mi travolge, e non posso fare altro che rispondere nello stesso modo.
Esaltato ed emozionato sorrido così intensamente che quasi posso percepire un lieve dolore alle guance.
La mia reazione smisurata fa rallegrare Sherlock, che accenna una piccola risata.
Appoggio i gomiti sulle ginocchia e mi stropiccio bruscamente la faccia, con ancora quel sorriso stampato sul viso.

..
..
..
..
..
..
..

-Signor Munro, credo di aver scoperto cosa sua moglie le sta nascondendo...-
Sherlock tralascia un sorrisetto, proprio come aveva fatto questa mattina in stazione guardandomi.
E' soddisfatto di sapere la soluzione e di poter mostrare la sua intelligenza.
E' appagato e sorride.

Il lavoro non è più l'unica cosa che lo rende immensamente esaltato.
  
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