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Autore: titty1194    01/05/2012    0 recensioni
Due personalità opposte, un incontro fortuito e la magia delle parole...... Questa storia ha due autrici, oltre a me la mitica Titty1194! Nascerà di volta in volta e nessuna delle due saprà in anticipo come l'altra vuole far andare le cose..
Il tutto inizia in una redazione giornalistica..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 2 segreti tra le righe Capì che era una giornata decisamente di merda nel momento in cui rimasi incastrata col mio tacco Prada in una stupida grata, rischiando, tra le altre cose, di slogarmi una caviglia.

Da quando abitavo da sola non me ne andava bene una: ero sempre in ritardo, distruggevo vestiti e scarpe ad una velocità impressionante e, cosa ancor più grave, stavo perdendo fiducia nelle mie potenzialità.
Non che non fossi già stata avvertita anzitempo dai profetici rimproveri di mia madre.
"Non sai badare a te stessa. Non ti poni limiti. Per tutta la vita ti sei data alle feste e avevi una media scolastica mediocre, nonostante tutti i soldi che io e tuo padre abbiamo investito in scuole prestigiose...a volte mi chiedo se sei davvero mia figlia".
Parole.Tristemente.Vere.
Persino io non mi capacito di essere stata nove mesi nel suo grembo, siamo anche fisicamente diverse.
Mia madre è la classica matrona di alta società, bionda naturale con due occhi di ghiaccio.
Io son la streghetta rossa di famiglia, che si rifiuta di tingersi e/o di portare i capelli corti per avere un aspetto più raffinato.
Ma perdonate la mia maleducazione, mi chiamo Elena Vogel.
Da poco mi sono trasferita a New York per diventare indipendente, per dimostrare di poter trovare un lavoro grazie alle mie capacità, un lavoro adatto a me.
Tuttavia, si sta dimostrando un obbiettivo discretamente difficile da raggiungere.

Grazie a qualche conoscenza ho saputo che "Life now" sta cercando degli apprendisti, gente fresca di studio che vuole imparare sul campo; era ora. qualcuno che forse non mi sbatterà la porta in faccia perchè sono priva di esperienza.
Il piano era semplice, sveglia alle 7.00, completo nero Chanel con una gonna non troppo corta ma nemmeno lunga, trucco impeccabile, ma sopratutto, atteggiamento professionale.
Come mio solito, son partita male sin dall'inizio.
La sveglia l'ho sentita, ma con trenta minuti di ritardo, il che ha tolto tempo prezioso alle fasi successive.
Metto piede fuori casa finendo di abbottonarmi la giacca, per poi salire in macchina e piantare il tacco sull'acceleratore.

L'edificio è imponente, come tutti quelli di questa magica città, tuttavia m'ispira fiducia; si, potrei lavorarci qui.
Spengo la sigaretta e mi appresto ad entrare, ma ecco che avverto la sgradevole sensazione di essere trattenuta per un piede.
Salvo un ginocchio sbucciato, non ho riportato gravi danni, almeno le scarpe son salve.
Mi trascino alla reception per chiedere informazioni ed una ragazza molto gentile mi regala un cerotto con dei topolini disegnati sopra.
Meglio di niente.
L'ascensore ha tutte le pareti a specchio, come se il destino volesse darmi un'ultima possibilità per avere un aspetto minimamente dignitoso.
Il trucco se non altro si è mantenuto bene; visto i miei occhioni non vado mai oltre ad un leggero strato di ombretto nero con un pizzico di matita sotto.
Per i capelli c'è poco da fare, la mia chioma rossastra oggi ha optato per una via di mezzo tra il riccio e il liscio. Cerco di appiattirli passandoci una mano sopra.
D'accordo, mantieni la calma, non sei al massimo del decoro ma puoi ancora impressionarli, sii positiva.
Percorro il corridoio ripetendomi queste parole, fino a che non mi squilla il cellulare.
Rovisto nella borsa, abbassando per un attimo lo sguardo.
Ma non faccio in tempo a fermarmi che mi scontro con una persona.
Un uomo, anzi un ragazzo. Un bel ragazzo.
Cadiamo a terra insieme, coperti da una pioggia di fogli svolazzanti.

Non faccio in tempo a decidere se rimproverarlo o a chiedere scusa, che mi aiuta a rialzarmi, lasciandomi in balìa della sua segretaria, una certa Susy.
-Venga con me, la faccio sedere un attimo e magari le porto una bella tazza di thè fumante, che ne dice?-
Mi fa accomodare su un divanetto beige dall'aspetto sofisticato.
-Si figuri sto benissimo, non c'è alcun bisogno di..-
La donna mi squadra da capo a piedi, soffermandosi sul cerotto coi topolini ed i capelli arruffati.
-Nessun disturbo cara, te la porto subito-
Tiro un sospiro di rassegnazione, ispiro compassione persino ad una segretaria indaffarata; devo essere una sorta di caso clinico.
Non si può essere così sbadati.
Susy torna col thè, che alla fine mi scolo in un unico sorso. Forse non è stata una cattiva idea.
Tempo dieci minuti ed i colloqui avranno inizio; sbircio la concorrenza.
Siamo circa una trentina di persone, ovviamente impeccabili eccetto la sottoscritta; ciò nonostante non mi dò per vinta.
Probabilmente non sarò neanche lontanamente all'altezza di questi altri ragazzi dal punto di vista dell'organizzazione e forse anche d'intelligenza, ma ho grinta da vendere e lo dimostrerò con tutta me stessa.
Torna Susy con un elenco tra le mani cominciando a chiamare per cognome tutti i presenti.
-Jackson, Rinfold, Vogel..-
Con le gambe tremanti mi alzo dal divanetto e seguo gli altri verso una porta grigia.
Il cuore batte all'impazzata, sento le gocce di sudore che mi percorrono la schiena.

Mantieni la calma.







  
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